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Una vita controvento.

Mariano Marchese

Articoli di questo autore

Il Giardino dell’Anima...
giovedì 24 ottobre 2019 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese


La stragrande quantità di informazioni che investono il nostro sistema percettivo, fateci caso (nonostante la realtà in cui siamo calati sia equamente suddivisa fra cose buone ed elementi fastidiosi), risulta costituita da stimolazioni che, inevitabilmente, finiscono con l’irritarci e l’impaurirci. Perché? Forse dipende dalla nostra immaturità che condiziona gli orientamenti, probabilmente entrano in gioco fattori speculativi (frutto, comunque, di avventatezze valutative che non restano senza conseguenze), comunque sia, per quanto accade nel mondo, emergono, con prepotenza, sentimenti di paura, di ansia e di insicurezza; sentimenti, questi, concatenati tra di loro e che troppo spesso tentiamo di nascondere dietro false sicurezze, piuttosto che provare ad affrontarli a viso aperto con il proposito di risolverli attraverso la consapevolizzazione e la relativa metabolizzazione. L’avidità ci fa ottenere tutte quelle cose che il denaro può comprare e fa perdere quelle che il denaro non può comprare (Laurence Peter). È la Società in genere a far paura, anche perché le certezze, avendo grattato il fondo del barile sono svanite da tempo! C’è allora da chiedersi se si possegga i mezzi necessari a neutralizzare queste paure che, giorno dopo giorno, vengono alimentate dal vento dell’incoerenza, della preoccupazione dell’incompetenza e del calibrato autolesionismo. Il nostro presente è intriso di falsi miti dietro ai quali... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO




La Libertà e il corretto Pensare.
domenica 13 ottobre 2019 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Noi non giochiamo abbastanza con le tamte belle cose che abbiamo fra le mani. E, più che agire, reagiamo in maniera stereotipata, schiavi della routine; e andiamo avanti, in una serie di comportamenti già stabiliti, con poschissime varianti e con pochissime libertà” (Tiziano Terzani) Cari lettori, vi è mai capitato di valutare quante persone, intorno a noi, si "lascino vivere" piuttosto che tentare di "attivarsi a vivere"? Sembra di trovarsi in un’epoca in cui lottare per un obiettivo importante sia qualcosa che appartiene a un passato ormai lontano. La Natura, maestra indiscussa di vita, avrebbe tanto da insegnarci se solo noi avessimo l’umiltà e la pazienza di apprendere. Sin dalla notte dei tempi, ad esempio ogni creatura appartenente al mondo animale o a quello vegetale ha dovuto sempre lottare per conquistare i propri spazi. Non si capisce, allora, come mai, oggi, la musica debba essere diversa! Gli esperti del settore hanno utilizzato fiumi di parole nel tentativo di offrire le proprie conoscenze in tale direzione. Lo stesso Freud (ma non solo lui...) ha spiegato che l’essere Umano mancherebbe di un programma istintuale capace di orientare la sua esistenza nel Mondo. E proprio su questo “difetto” che prenderebbe corpo il programma dell’Inconscio. Sostanzialmente, nessuno nascerebbe con un “piano di volo” già assegnato ma, piuttosto, ognuno di noi dovrà impiegare il proprio tempo per capire (seguendo le direttive inconsapevoli di Madre Natura e confidando in validi esempi genitoriali) come realizzare pienamente... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Burattini o Marionette?
sabato 10 agosto 2019 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese


Cos’è, oggi, il vostro percorso di vita? Noi ti accompagniamo dalla nascita, ti nutriamo male, ti facciamo ammalare e ti curiamo cronicamente. Ma la vostra vita non sarà lunga perchè, dopo avervi imposto le riforme strutturali per non mandarvi, di fatto, mai in pensione, non intendiamo sostenere, per troppo tempo, il peso del Wellfare". Questa è la sintesi di un lungo discorso con il consigliere di amministrazione di una multinazionale del settore alimentare. Che, poi, non si allontana da quanto “brutalmente” spiegatoci dall’amico Mark Victor Solomon, un guru della ricerca scientifica in campo militare (e, per questo, “invisibile” a qualsiasi possibilità di ricerca bibliografica). Cari lettori, non vi sembri affatto strano che, chi può controllare un po’ dei fili che muovono i fatti del Mondo, si consenta di esprimersi in modo così caustico nei nostri confronti. E andiamo a spiegare. Fin dall’epoca degli antichi Greci e Romani (2° - 4° secolo D.C.) i rappresentanti di alcuni movimenti filosofici, religiosi ed esoterici come, ad esempio, lo gnosticismo, si consideravano stranieri, in un Mondo creato e governato da Potenze oscure che nulla sanno del “comparto divino” ad esse superiore, sentendo in loro, la scintilla della Sapienza (che non proveniva dai fabbricatori di questo mondo, ma dal Pleroma, il mondo superiore). Si riteneva, quindi, che gli umani potessero essere racchiusi in tre categorie: gli Ilici (incapaci di controllare le proprie emozioni e in grado, solo, di appagare i bisogni più infimi)... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Macchinisti, nella Vita (o semplici passeggeri?)
lunedì 10 giugno 2019 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese


Ci siamo mai domandati perchè, di fronte al sole che tramonta, spesso, veniamo avvolti da un miscuglio di sensazioni che vanno dalla malinconia alla nostalgia e che, al tempo stesso, ci parlano di occasioni mancate, di voglia di riscatto, di gabbiani, vento, onde e libertà? Cari lettori, Melanie Klein sosteneva che ciascuno di noi lotta contro terrori profondi di annichilimento e di abbandono assoluto (l’angoscia paranoide e l’angoscia depressiva) ma riflettiamoci bene: fin da bambini il mare ci ha attratto in maniera diversa ma ugualmente intensa, della ferrovia. Infatti, ci ha sempre dato l’idea del viaggio verso quello che non vedi ma che "senti" dentro di te scrutando l’orizzonte, oltre la linea di confine... Col treno, in fondo, arrivi fin dentro il cuore di una città e, volendo, dalle sue viscere puoi rimetterti in marcia come se fossi indirizzato verso un metaforico albero respiratorio che ti catapulta, libero, nell’atmosfera. Forse è per questo che, molti, quando salgono a bordo di un qualsiasi natante, così come di un vagone ferroviario, provano quel fascino che deriva dalla percezione di essere sempre oltre la linea di galleggiamento. Una spanna più su, del muro della routine. Quello che divide la noia, dall’avventura. A questo punto, non sembri strano il voler immaginare la vita come un lungo binario percorso a bordo di un treno fantastico: dipenderebbe da noi essere semplici passeggeri o capaci macchinisti di quell’epico mezzo di locomozione, in grado di attraversare con passo lento ma deciso... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Il valore dell’Introspezione...
sabato 23 marzo 2019 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese


Quella riportata nell’immagine di presentazione dell’editoriale si chiama "Amore" ed è stata Creata da Alexandr Milov, artista ucraino. Questa interessante scultura, rappresenta l’evento più frequente fra due persone che cercano di parlarsi: il conflitto di relazione che, se proprio vogliamo, è un espressione interiore della natura umana. Il “darsi le spalle”, infatti, spesso non significa rifiuto, in assoluto ma, semmai, l’impotenza di saper chiedere aiuto. Quindi, lontani di fatto ma alla disperata ricerca, sul piano interiore, laddove il bambino che è in noi, prova a farsi sentire! Cari Lettori, uno dei rischi maggiori che si possa correre è quello di procedere, nelle proprie giornate, lasciando che gli eventi del quotidiano, si depositino, un po’ alla volta, su motivazioni e obiettivi, così come la polvere sui mobili pregiati, rendendoli opachi e spenti. Probabilmente, simili scelte inconsapevoli (che portano ad invecchiare, dentro, un po’ alla volta) sono dettate da quanto sosteneva Oscar Wilde: "Un sognatore è colui che osserva la propria strada al chiaro di luna ed ha, come punizione, quella di scorgere l’alba prima del resto del mondo". In pratica, chi vuole andare "oltre" il recinto che trattiene il "gregge", finisce col rendersi conto del fatto che quello che riteneva essere vero, spesso, è ben lungi dal poter essere considerato tale. Un po’ quello che accade quando, dopo una magnifica nevicata... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO


Il sonno nella ragione...
venerdì 23 febbraio 2018 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese


Cari lettori, se, per caso, vi capitasse di passeggiare lungo il sentiero di un bosco, non potreste fare a domandarvi come mai, a differenza nostra, gli alberi, le rocce i fiumi e i laghi, non si affannano nel gestire, di corsa, il quotidiano eppure, placidi, durano millenni. A differenza nostra! A ben riflettere, ci hanno insegnato che il famoso leone e l’altrettanto famosa gazzella di africana memoria, se non corrono (uno per mangiare e l’altra per non essere mangiata) non avranno salva la vita... quindi, questo vuol dire che, ad esempio, “chi ha tempo non aspetti tempo”, oppure che “l’ozio è il padre dei vizi”. Insomma, si corre il rischio, secondo questo modo di vedere le cose, di sentirsi in colpa se, per caso, ci si ferma un attimo per tirare il fiato. Ma, se gli elementi del bosco sono (quasi) eterni e, noi, molto più caduchi, per lo stesso principio in base al quale, in cima alla piramide alimentare (e di importanza) c’è chi vive di più, questo vuol dire che, con molta probabilità, noi “esageriamo”, finendo fuori sintonia rispetto alle leggi di Natura. Infatti, spesso ci capita di arrovellare le nostre menti su problematiche inutili e, soprattutto, che non riguardano le cose che darebbero un vero significato a quello scorrere di eventi che si chiama Tempo. Forse, questo, rappresenta uno dei tanti tentativi di sfuggire una realtà che, spesso, rifiutiamo alla stregua di quei problemi di scolastica memoria che, per carenze di istruzione, non riuscivamo a risolvere... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCCARE SUL TITOLO.


Resurrezione. Il Sole che non vedi...
venerdì 14 aprile 2017 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto (Luigi Pirandello). Pasqua. Fa parte della vita di tanti che, in questo periodo di festività, provano a schivare gli orrori “di dentro” e di “fuori”, celebrando l’esaltazione della bontà all’insegna dell’umiltà, nel nome di un Cristo, in cui pochi si riconoscono e troppi si identificano senza, però, professarne i principali insegnamenti: carità, umiltà... Pasqua. Convenzionalmente, vuol dire rinascita. Per il Cristo, ha significato resurrezione, per l’Uomo comune e mortale potrebbe e dovrebbe significare emendamento. Ma perché usiamo questo termine? Forse bisogna ricordare quello che siamo riusciti a fare nei confronti di Gesù (almeno stando a quanto la tradizione cristiana ci ha tramandato nei secoli) che, in fondo, era sceso sulla Terra per farci un favore mentre, noi, lo abbiamo crocifisso, per ringraziarlo, senza troppi complimenti. Fatto fuori il Redentore, occorreva dare un senso a quel malsano gesto e, allora, abbiamo pensato bene di estirpare quella radice faticosamente piantata dallo stesso Figlio di Dio, quella del bene, per seminare un terreno, ancora vergine, con delle colture "speciali", quali l’odio, la cattiveria, l’invidia e quant’altro, di così "pregiato", potesse durare nei secoli... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Scuola, Famiglia e Società.
venerdì 2 dicembre 2016 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese


"E dimentichiamo spesso e volentieri di essere atomi infinitesimali; e ci azzuffiamo per un pezzettino di terra o ci doliamo di certe cose che, ove fossimo veramente compenetrati di quello che siamo, dovrebbero parerci miserie incalcolabili" (Luigi Pirandello). Cari lettori cos’è che rende un uomo, veramente grande? Probabilmente, il suo grado di civiltà che sgorga, naturalmente, dai meandri della sua anima quando questa è intrisa di conoscenza. È la cultura, infatti, intesa nelle sue molteplici sfaccettature, che consente ad ogni uomo di affermare le proprie idee senza bisogno di ricorrere all’uso della forza o della violenza. "La vita ci spezza tutti, solo alcuni diventano più forti, nei punti in cui si sono spezzati !" (Ernest Hemingway). Ma cosa occorre perché un uomo riesca ad abbeverarsi all’inesauribile fonte del sapere? E’ necessario che egli percorra il difficile sentiero della ricerca, quella interiore prima, per capire realmente se stesso e quella esteriore poi, che gli consente di valutare con maggiore consapevolezza la sua fase transitoria, il suo breve passaggio terreno, le interazioni che avvengono tra gli esseri umani e tra questi e il Mondo. Sembrano concetti al limite della comprensione ma, credeteci, se li facessimo veramente nostri, se li riconducessimo nella sfera della nostra quotidianità, allora potremmo sperare veramente in un futuro migliore, fatto di certezze e sicurezze... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Scritto nell’acqua
venerdì 19 febbraio 2016 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Nel nome di John Keats


I presuntuosi e i percorsi di vita...
sabato 12 dicembre 2015 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Situato su qualche lontana nebulosa faccio ciò che faccio, affinché l’universale equilibrio di cui sono parte non perda l’equilibrio (Antonio Porchia). Lungo il periglioso percorso di vita di ogni uomo, capita di incontrare molti esseri umani: alcuni di questi non lasciano traccia ma, altri, ricoprono ruoli importanti tanto da influenzare, consapevolmente o inconsapevolmente, lo stesso percorso da intraprendere. E’, allora, necessario effettuare una giusta selezione. Quante volte, infatti, ci è capitato di conoscere persone che hanno avuto la presunzione (nell’accezione peggiore del termine) di indicarci “la via”, il percorso giusto da seguire… Ammesso e non concesso che fosse un sentiero corretto sul piano soggettivo, questi Soloni hanno avuto l’intelligenza necessaria di verificarne l’utilità, anche su un piano oggettivo? Infatti, spesso si dimentica che ogni persona pur avendo dei punti in comune con i suoi simili, ha un progetto di vita del tutto personale fatto di apprendimenti, situazioni ed esperienze che addirittura, in alcuni casi, pur essendo sovrapponibili a quelle di altri, vengono vissute in modo diverso. Da ciò ne consegue che ogni essere umano, pur nella similitudine della specie, è diverso dagli altri, perché diverso è stato il suo iter formativo. Allora, come ci si può arrogare il diritto di ergersi a maestri di vita? Sono arrivato ad un passo da tutto. E qui me ne rimango, lontano da tutto, di un passo. (A. Porchia)… PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Fuori, da un evidente Destino... (Mari mari kompu che).
venerdì 20 novembre 2015 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Si narra che, nel 1955, poco prima di morire, dalla sua casetta di Princeton in America dove aveva trovato rifugio, Albert Einstein rivolse, simbolicamente, all’Umanità intera, un ultimo appello che suonò come un monito: “Ricordatevi che siete uomini e dimenticatevi tutto il resto“. Ed è per questo, cari Lettori che, nonostante le tragedie contingenti (a cui dedicheremo, senz’altro, le opportune attenzioni), abbiamo scelto di rivolgere il nostro pensiero a tutto ciò che, naturalmente, può spingerci a riflettere sul bello del nostro profondo: la cosiddetta Coscienza nucleare! Mari mari chaw (buongiorno, padre) - Mari mari flawe (buongiorno, figlia mia) - Mari mari kompu che (buongiorno a tutti)! È così che ci saluta, al mattino, in un angolo remoto del Sud del Cile, ad Araucanìa. Per noi Occidentali, invece, Vivere, al giorno d’oggi, risulta veramente difficile; rispettare i principi delle Leggi naturali, poi, quasi improponibile per quanti non abbiano una personalità sufficientemente in equilibrio. Questo ci accade perchè, la realtà nella quale ci muoviamo ci sottopone, nella maggior parte dei casi, situazioni di per sè illogiche, che ci pongono di fronte a scelte difficili: seguire l’indirizzo collettivo vivendo male, spesso inconsapevolmente (ed hai voglia a fare il conto di quello che “possiedi” mentre sei costretto a “mendicare” il pane dell’Amore verso te stesso) o porsi al di là del coro... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO


La politica e la ricerca della felicità...
sabato 10 gennaio 2015 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese


Cari lettori, quand’è che abbiamo la prova di aver valicato quel promontorio che ci fa lasciare alle spalle l’età della spensieratezza e ci mette di fronte la responsabilità dell’adulto? Forse, nel momento in cui, guardandoci intorno e notando operose formiche (gli altri che si danno da fare, insomma) intente agli affanni quotidiani, ci domandiamo, con un sottofondo di angoscia: "Come riuscirò, senza più la coperta dei miei genitori, a risolvere i problemi?". Un bel po’ di notti fa, su Rai 1 Maurizio Costanzo nel suo S’è fatta notte, in compagnia di Enrico Vaime e Bruno Vespa, invitava gli Italiani a puntare sull’entusiasmo, per uscire dal tunnel della crisi in cui siamo piombati. Questo termine, entusiasmo, appunto, deriva dal Greco e significa, più o meno, essere pieni di un Dio e, quindi, divinamente ispirati per dare impeto all’azione. Da qui discende il fatto che, di solito, quando le troppe frustrazioni non ci opprimono, naturalmente sentiamo sgorgare quella forza che ci spinge ad andare verso qualcosa che non conosciamo ma da cui ci sentiamo attratti. È questo che ha consentito il cammino dell’umanità. A questo punto, una considerazione sul mondo della politica contemporanea. Al di là di ogni critica espressa finora, la peggiore azione messa in atto dagli amministratori della cosa pubblica è, senz’altro, l’averci disumanizzato... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



E’ meglio un rimpianto o un rimorso?
martedì 28 ottobre 2014 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Che tu ci creda o meno, amico mio, c’è il tempo per ogni cosa. Non c’è niente di peggio che tormentarsi con la catena dei se. Si può decidere di prendere una direzione diversa solamente quando si è arrivati ad un punto in cui la strada, veramente, si divide. Non prima. (S.Bambarén). Innegabilmente, la vita consiste in uno scorrere di momenti in cui consapevolizzare gli aspetti della realtà, per coglierne le migliori opportunità. A quel punto, spesso, ci si domanda se sia meglio vivere di rimorsi piuttosto che di rimpianti. Che poi, è come dire che dovremmo scegliere se danneggiare o danneggiarci. Probabilmente, bisognerebbe partire dal presupposto che sarebbe opportuno trasformare entrambi, al massimo, in una frazione emotiva a cavallo fra nostalgia (quando ti mancano le cose che ti hanno arricchito) e malinconia (quando ripensi a quello che, a conti fatti, avresti potuto avere, se ti fossi comportato diversamente), senza dolersi per quello che non è stato ma concludendo che, ciò che siamo, è il risultato complesso di quanto siamo riusciti a fare, al meglio delle possibilità. Alla fine della giornata cosa conta davvero? Non molto. “Alla fine della giornata, se hai sorriso più di quanto ti sei accigliato, se hai gioito più di quanto hai pianto... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Il pregiudizio, l’errore... e la condanna.
sabato 18 ottobre 2014 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

"Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità." (Oscar Wilde) Tante volte ci capita di ascoltare toccanti vicende dai tristi contenuti i cui protagonisti principali sono i deboli e gli indifesi che, per il solo fatto di trovarsi in tale situazione, sono meritevoli di ogni forma di assistenza e di tutela. Altre volte, invece, la nostra attenzione è catalizzata da vicende, a dir poco singolari, nei confronti delle quali non riusciamo a garantire un’adeguata tutela ma solo tanta solidarietà. Queste, rappresentano una valida occasione per riflettere sui rapporti che intercorrono tra esseri umani, troppo spesso intrisi di cattiveria e falsità (a discapito di quella onestà morale tanto decantata) tendenti ad offendere tutti quei sani valori e quei principi corretti che dovrebbero essere alla base di una corretta convivenza! Dai racconti traspare, forte, quel senso di impotenza di chi subisce gli eventi senza poter fare alcunché e quella rabbia interiore di chi, contro la sua volontà, vede la propria realtà quotidiana, fino ad allora decisamente gratificante, mutare in un "baleno" in un qualcosa di diverso e di estraneo... che non gli appartiene; quella rabbia di chi vede la propria vita "violentata" da altri, in nome di interessi ritenuti validi che poi risultano essere decisamente fallaci se valutati oggettivamente e dannosi per chi... PER LEGGERE TUTTO L’ARTICOLO, CLICCARE SUL TITOLO.


Pensare...
venerdì 31 gennaio 2014 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Ci salva la vita!


Ah, Parigi!
martedì 22 ottobre 2013 di Mariano Marchese

" Ajoutez deux lettres à Paris: c’est le Paradis!". Queste sono le semplici parole con cui Jules Renard descrive Parigi, una città su cui, nel corso dei secoli, sono stati versati fiumi d’inchiostro ma che può essere inquadrata anche in un semplice pensiero capace, però, di contenere un mondo. E’ questo il senso della frase "Aggiungete due lettere a Paris: diventa Paradis!"; Renard, infatti, racchiude l’essenza del popolo francese, concreto e fattivo, capace di non perdersi in inutili giri di parole ma di andare direttamente al sodo. E’ questo il modo con il quale in Francia si affronta la vita, con cui si superano i secoli, con cui si vive la concretezza del quotidiano! Ho avuto modo di riscontrarlo in una recente visita nella capitale francese, aggiungendo così un’altra esperienza al mio lungo peregrinare in giro per il mondo, ho avuto modo di constatare, ancora una volta, che, fuori dall’Italia c’è serietà, c’è tolleranza, c’è civiltà: insomma, senza girarci troppo intorno, fuori dall’Italia c’è l’Europa! C’ero già stato a Parigi, ci sono tornato a Parigi e ho avuto modo di respirare, ancora una volta, la sua aria fatta di secoli, fatta di storia ma anche di voglia di fare, voglia di guardare avanti adeguandosi ad un futuro che incalza senza però dimenticare il passato su cui il popolo di Francia ha fondato le sue inossidabili tradizioni di civiltà. A proposito di aria, sono rimasto colpito dall’attenzione dei Parigini verso la salubrità di questo elemento, monitorato in continuazione e, fatto strano per una città- fulcro della maggiore area... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Trasgressione e Logica.
sabato 12 ottobre 2013 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Affrontare il tema della trasgressione è sempre cosa difficile, sia per chi scrive (che ha l’obbligo di essere coerente con se stesso e con i canoni della Società che lo ha "allevato") sia per chi legge che, troppo spesso, "storce il naso" di fronte ad un argomento che induce ad una profonda riflessione interiore la quale, inevitabilmente, sfocia in un temutissimo "faccia a faccia" con se stessi. Ma cosa significa il termine trasgressione? I dizionari più rinomati, si trovano concordi nel fornire la seguente definizione: eccesso, contravvenzione, atto del trasgredire. E allora, che valenza si attribuisce al verbo trasgredire? Ci illuminano, ancora una volta, le unanimi definizioni dei dizionari: non osservare; violare passando i limiti consentiti. Tali definizioni spiegano tutto e, di contro, non dicono nulla! Infatti, spiegherebbero tutto se si affrontasse l’argomento in questione inquadrandolo, esclusivamente, nell’ottica delle regole e dei postulati che da esse derivano, non direbbero nulla se, come sarebbe, forse, più giusto, lo si affrontasse in relazione a chi compie l’atto del trasgredire e cioè l’essere umano! A chi non è mai capitato di leggere o di ascoltare questo postulato: "Le norme sono regole di condotta sanzionate nell’ordinamento giuridico e traggono da questo la loro forza imperativa". Fin qui nulla quaestio, in quanto in una Società civile ci devono essere delle regole... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Inutili Stress...
lunedì 2 settembre 2013 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Problemi psicologici profondi (in particolare depressione) e dipendenza da alcool e droghe di vario genere sarebbero, insieme, la prima causa di malattie non fatali nel mondo. E, nel tempo, sarebbero destinati a causare un numero maggiore di morti rispetto alle infezioni come quella da virus Hiv, tubercolosi e diabete. A definire questa "classifica" delle malattie sono i risultati del Global Burden of Diseases Study, apparsi su The Lancet, relativi al 2010. Lo studio ha preso in esame, in prevalenza, casi di morte prematura e malattie non fatali nel mondo in quasi 200 paesi, concentrandosi su 20 specifici disturbi mentali. L’indagine, condotta da un gruppo di studiosi australiani e statunitensi, conferma che tra le donne (soprattutto teen-agers), il rischio maggiore deriverebbe dalle problematiche tendenti all’abbattimento emotivo mentre, tra gli uomini, i nemici principali si chiamano, ancora, droghe o dipendenze da alcool. Cari lettori, è pleonastico (ma necessario) affermare che i nostri tempi sono afflitti da un’epidemia che risparmia pochissime persone e che si chiama "esasperazione". Questo male ha molte cause, a ben guardare, tutte riconducili all’incapacità dell’essere umano moderno di sapersi difendere dalla realtà che lo circonda. Ma ci siamo mai chiesti il perché di tutto questo, con la dovuta onestà intellettuale? Da tanto (forse troppo) tempo, fiumi di parole sono stati riversati in ogni forma di comunicazione mediatica... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


O Natura... o Patria mia!
sabato 4 maggio 2013 di Mariano Marchese

Pazienza, pazienza, perseveranza e costanza anche questa salita a una discesa porterà"...questo è un distico che ogni greco ha cantato in tutti i momenti della propria vita, sin dall’epoca delle guerre persiane o, forse, anche prima, sia il mulattiere che sale a piedi, nel pieno della calura, sia il festaiolo che torna di notte alla sua casa....e tutto questo anche in caso di carestia o di terremoto! I più grandi filosofi hanno sempre sostenuto che non si finisce mai di imparare e a ben guardare la realtà greca, così come un semplice spaccato di vita, non si può che confermare questa affermazione! Infatti basta osservare come un isolano conduca la propria vita come gestisca il proprio tempo senza affanno ma con grandi risultati come impieghi al meglio le proprie risorse fisiche e mentali tanto da vivere a lungo e bene ( secondo recenti studi infatti risulterebbe che il popolo greco sia poco afflitto dalle patologie tipiche del nostro tempo) ma, cosa più importante come viva in simbiosi con la natura che lo circonda e di cui è consapevolmente espressione, per capire come la nostra cultura sia ormai lontana dalle leggi naturali che dovrebbero essere il faro di ogni essere umano. Ci esprimiamo in questi termini perché tentiamo di comunicare al lettore la sensazione di benessere che si prova dopo aver trascorso un periodo della... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Attori e spettatori.
martedì 19 marzo 2013 di Mariano Marchese

Come in un film. Perché la vita, a volte, è anche così.


Per una cosciente valutazione.
mercoledì 20 febbraio 2013 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

Dato che esistono oratori balbuzienti, umoristi tristi e parrucchieri calvi, perché non potremmo avere anche politici onesti? (Dario Fo) Cari lettori, vogliamo sottoporre alla vostra cosciente valutazione, una riflessione su quello che si può osservare durante un periodo elettorale in un qualsiasi luogo del nostro ridente "Stivale": la parvenza di efficienza delle Amministrazioni che detengono "il potere" in quel momento, raggiunge i massimi livelli. Infatti si programma tutto e tutti all’insegna della funzionalità e dell’attivismo multicompetente! Si fa finta che i servizi comincino ad essere erogati con puntualità, ci fanno credere che i luoghi vengano curati con dovizia certosina, si promettono sgravi fiscali, gli Enti e gli Uffici di competenza, come per incanto, dichiarano di voler tornare al servizio del cittadino e non solo degli "amici" di turno. In più, fateci caso, i sorrisi e la disponibilità degli aspiranti alle "Poltrone" riempiono i cuori, le menti ..e, a volte, le "tasche" di alcuni elettori. Forse, rispetto al passato, non si frena l’arroganza ma, al contrario, si è deciso di affrontare l’agone con la violenza e la presunzione di convincere di essere depositari di etica, verità e moralità. Quante possibilità di lavoro si creano durante questo periodo? Quante congiure vengono perpetrate... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO


La politica...
mercoledì 16 gennaio 2013 di Mariano Marchese, Giorgio Marchese

...e la ricerca della felicità.


La vita... è sempre la vita!
mercoledì 5 dicembre 2012 di Mariano Marchese

Da sempre, e in ogni angolo di questa nostra casa comune chiamata Terra, ci sarà qualcuno che cerca risposte concrete alla domanda "fino a che punto ha senso chiamarla vita...?" Per poter tentare di fornire una bozza di risposta, è necessario partire da un dato oggettivo e ciò che la vita rappresenta per tutti, chi per un motivo chi per un altro, una parentesi difficile di "finito" nella propria "in finitezza". Ognuno di noi sa che non potrà mai essere "rose e fiori" e, forse, è giusto che sia così costituendo, questo, parte integrante dell’alternanza dei momenti di quel continuo divenire chiamato esistenza a cui siamo soggetti e non ci pare che siano previste eccezioni per chicchessia...E’ amaro ma purtroppo è così; Paolo Coelho in suo libro sostiene che negli occhi dei bambini non ci sia amarezza, questo è dato inconfutabile a cui noi, però, ci permettiamo di aggiungere perchè ancora non hanno conosciuto la vita! La vita è fatta anche di momenti, brevi o lunghi, intrisi di amarezza che ci permettono, però, di poter gustare pienamente la dolcezza della gioia e della felicità che ognuno di noi ha assaporato e che assaporerà ancora, non ci chiedete il perchè, sappiamo che è così e basta. Il grande Lorenzo il Magnifico scriveva " chi vuol esser lieto sia perchè del domani non v’è certezza", crediamo che queste parole racchiudano un mondo, anzi in queste parole è racchiuso ...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Stati d’animo...
domenica 25 novembre 2012 di Mariano Marchese

A volte capita di fermarsi un attimo per guardarsi intorno; quando lo facciamo ci rendiamo conto di quante cose che costituiscono il nostro quotidiano, la realtà che viviamo, proprio non vanno. Purtroppo (è il caso di dire in questa circostanza) la riflessione è figlia dell’osservazione e, allora, non possiamo fare a meno di valutare il mondo a cui apparteniamo. Ma, diversi, sono i modi di reazione a questo stato di cose davvero poco confortante, uno di questi, forse, il più utilizzato, è quello di nascondere a se stessi ciò che è sotto i propri occhi, ponendovi sopra le famose bistecche! Questo comporta uno stato di sofferenza passivo che conduce ad una condizione di spirito che si avvicina, in quanto ad effetti, alla depressione; ci si sente impotenti e, allo stesso tempo, incapaci di reagire a delle situazioni, introitando tutte le frustrazioni che, alla lunga, logorano le anime portando, quasi, con certezza matematica, a comportamenti difficili da comprendere, ma, che in fondo, proprio in questo trovano la loro genesi più profonda. E’ per questo che, con sempre maggiore frequenza, si apprende dagli organi dei mass media di gesti di follia, apparentemente, ingiustificata, gesti inconsulti e gravi dovuti all’esasperazione, da un lato, e alla insoddisfazione, dall’altro. Oltre a questa categoria di persone, ve ne sono ancora altre... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Oltre il fondo del barile.
mercoledì 14 novembre 2012 di Mariano Marchese

"Amici siamo alla frutta!" Con questa esclamazione, in genere, quando siamo a tavola, indichiamo la fine delle portate; nella vita, invece, questa esclamazione indica l’approssimarsi del baratro! Osservando, senza, poi, troppa attenzione, la realtà che colora il nostro quotidiano c’è veramente poco da stare allegri. Sia chiaro, questo non vuole essere un editoriale votato al pessimismo bensì, improntato alla riflessione e ad un’analisi concreta e reale, magari un pò cruda, di ciò che ci circonda. Ecco profilarsi all’orizzonte l’equazione uomo-realtà, che è arrivato il momento di risolvere per mera necessità, per puro stato di bisogno. E’ ora di finirla di stare con la testa nella sabbia come fanno gli struzzi, è ora di finirla con le sterili lamentele, è giunto il momento di agire, di operare tutti in un’unica direzione, quella di un capovolgimento di fronte, teso a ribaltare una situazione che ci ha portati sull’orlo del baratro. Stiamo varcando la soglia del non ritorno. Ogni secolo è stato segnato da qualcosa di negativo come le epidemie, le guerre e quant’altro, che hanno cagionato la morte di migliaia di uomini; da circa un secolo, buona parte dell’umanità è afflitta da un male altrettanto letale, l’ignavia, che sta mietendo un numero incalcolabile di coscienze. In parole ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Una questione di scelte.
domenica 28 ottobre 2012 di Mariano Marchese

"La vita è un faticoso cumulo di scelte", questo era il pensiero di Teocrito che così definiva l’esperienza terrena di ogni essere umano. Se dessimo per buona questa definizione del pensatore greco, dovremmo riconoscere come esatta l’equazione secondo la quale, tanto maggiore è lo sviluppo della nostra personalità, altrettanto maggiore sarà la nostra capacità decisionale. "Prima faciae" la cosa potrebbe risultare ovvia e banale, ma, non è esattamente così. La nostra società non permette ai suoi membri la facoltà di ritenersi poco formati perché ciò esporrebbe al giudizio negativo degli altri, come dire alla gogna, costituendo, quindi, motivo di discrimine sociale. Viene da sè che, temendo il giudizio degli altri, spesso, si è portati a paventare una personalità eccessivamente sviluppata; a questo punto bisogna fare molta attenzione in quanto, tra il dire e il fare, c’è di mezzo un mare... e paventare la propria formazione non equivale a possederla, troppi sarebbero gli esempi da citare e ognuno di voi sa che cosa vogliamo intendere. Bisognerebbe capire che, forse, la vita è come un lungo sentiero con mille diramazioni che prima o poi, saremo costretti ad imboccare per poter proseguire il nostro cammino, da qui nasce l’esigenza di una scelta... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Il paese dei balocchi.
domenica 21 giugno 2009 di Mariano Marchese

L’Italia è proprio il paese dei balocchi...nel senso che ognuno fa un po’ quello che diavolo (veramente il termine appropriato dovrebbe essere un altro ma risulterei irriguardoso e maleducato nei confronti di chi mi legge) gli pare. La cosa veramente incredibile è che lo Stato, sempre pronto a ricordarci i nostri doveri di onesti cittadini e a chiamarci ladri anche quando non lo siamo (ma questa è un’altra storia) nel momento in cui dovrebbe ergersi a supremo difensore dei nostri interessi, proprio allora, che cosa fa? Incredibile a dirsi, si schiera dalla parte di disonesti malfattori e truffatori che ci raggirano senza pietà proprio perché consci dello stato di cose vigente nel nostro paese tutelandoli fino all’inverosimile. Voi mi chiederete chi saranno questi innominati disonesti, vi rispondo subito chiedendovi di riflettere sul tipo di rapporti che ognuno di voi intrattieni con banche, assicurazioni, società come Enel, Telecom e quant’altro si possa immaginare. A tal proposito non vi vengono in mente amari rospi da ingoiare, raggiri tutelati magnificamente dal questo nostro Stato latitante e "fetuso" come direbbero in Sicilia? Non vi è mai capitato di trovare voci di spesa incredibili ma, soprattutto, impreviste sugli estratti conto... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Punti di vista.
domenica 19 aprile 2009 di Mariano Marchese

Cari lettori vi invito a sognare! Provate a chiudere gli occhi per un solo momento e a lasciarvi cullare dal sogno di una vita civile, si, proprio una vita civile dove rispetto ed educazione siano presenti concretamente e non solo in tracce come, purtroppo siamo abituati a rilevare; cominciamo, quindi, a sognare partendo dalle piccole banalità di cui è fatto il nostro quotidiano. Come sarebbe bello, infatti, poter affrontare un attraversamento pedonale senza la paura di essere arrotati, senza il timore che l’automobilista di turno inveisca contro di noi, poveri pedoni, rei solo di non possedere lo scatto di un centometrista; come sarebbe rilassante se nelle nostre città genitori, figli, anziani riuscissero, poi, a godersi qualche attimo della propria vita in pieno relax, immersi nel curatissimo verde di ampi parchi, magari in compagnia di scoiattoli e uccellini che cinguettano tutto intorno; non aprite gli occhi ma continuate a sognare, provando ad immaginare strade senza buche e con l’asfalto livellato come un tavolo da biliardo che vi permettano di poter utilizzare l’automobile senza la paura di rompere un cerchione o una sospensione; provate, poi, a sognare una città dove i mezzi pubblici funzionino senza ritardi nè scioperi, dove la metropolitana sia la più efficiente del mondo e in grado di portarvi... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Come vorrei tornare bambino!
lunedì 23 marzo 2009 di Mariano Marchese

Quante volte lo abbiamo pensato? La realtà che affrontiamo quotidianamente, ci riserva momenti felici e momenti tristi, attimi di serenità così come attimi di disperazione, gioia e dolore; la vita scorre veloce, maledettamente veloce, e presi dai mille pensieri che riempiono i nostri giorni non ci accorgiamo che il tempo passa, noi cresciamo ..invecchiamo. A quanti non è capitato di guardarsi allo specchio e notare i primi capelli bianchi, e nel toccarli, riflettere su quanto tempo abbiamo sottratto a noi stessi ed ai nostri cari, sulle cose che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto! Coloro i quali hanno seguito un percorso di formazione corretto, affrontano il passare inesorabile del tempo con relativa serenità ritenendolo logico e rispondente alle leggi di natura, altri lo vivono con terrore ed impreparazione non riuscendo ad accettare il fatto che la vita è un sentiero che, per dirla con Socrate, ci prepara alla maturità della morte! Gioia e dolore, dicevamo, si alternano ciclicamente ed inesorabilmente sul nostro, periglioso, sentiero e per quanto sia bello e gioioso, per un genitore, vivere la nascita di un figlio, godere felice della sua crescita, è molto doloroso, per un figlio, assistere, impotente, al lento sfiorire di un genitore... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SULTITOLO.




Cultura e civiltà.
sabato 3 gennaio 2009 di Mariano Marchese

Cari lettori cos’è che rende un uomo veramente grande? Il suo grado di civiltà che sgorga naturalmente dai meandri della sua anima quando questa è intrisa di cultura; è la cultura, intesa nelle sue molteplici sfaccettature, che consente ad ogni uomo di affermare le proprie idee senza bisogno di ricorrere all’uso della forza o della violenza. Ma cosa occorre perché un uomo riesca ad abbeverarsi all’inesauribile fonte della cultura e della conoscenza? E’ necessario che egli percorra il difficile sentiero della ricerca, quella interiore prima, per capire realmente se stesso e quella esteriore poi, che gli consente di valutare con maggiore consapevolezza la sua fase transitoria, il suo breve passaggio terreno, le interazioni che avvengono tra gli esseri umani e tra questi e il mondo. Sembrano concetti al limite della comprensione, ma, credetemi, se li facessimo veramente nostri, se li riconducessimo nella sfera della nostra quotidianità, allora potremmo sperare veramente in un futuro migliore, un futuro fatto di certezze e sicurezze che ci consentirebbero di vivere meglio, almeno rispetto alla nostra realtà fatta d’insoddisfazione, fatta concretamente di poco. Ma perché ciò avvenga è assolutamente... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Una vita in equilibrio.
sabato 1 novembre 2008 di Mariano Marchese

Quando ci si erge a maestri di vita e conoscitori profondi degli esseri umani e della realtà che li circonda, forse bisognerebbe mettersi in condizione tale da non provocare il rifiuto dell’altro essere umano che, inevitabilmente, ci troviamo di fronte negando, così, nei fatti quello che si sbandiera con troppa faciloneria e scarsa riflessione! Quale miglior banco di prova se non la vita che conduciamo ogni giorno, a testare il nostro grado di sviluppo interiore? Logica, pensiero e leggi naturali sono i compagni di viaggio ideali per affrontare un lungo percorso, costellato dai tanti momenti da cui è composto: ascoltandoli, non si corre il rischio di esaltarsi troppo nei momenti di gioia, così come di non deprimersi troppo in quelli di sconforto? Ciò costituisce una verifica, quella che ogni essere umano dovrebbe effettuare di fronte allo specchio ogni giorno: ci si dovrebbe chiedere, infatti, cosa si è fatto di prodotto di utile per sé e per gli altri. Ma il sintomo di vero sviluppo interiore e di maturità sarebbe quello di avere il coraggio di chiedere a se stessi, guardandosi "nell’anima", dove e quando si è sbagliato, consapevolizzando gli errori e cercando di attrezzarsi per non ripeterli: questo non per gli altri, ma per se stessi! La vita va certo vissuta in base ai nostri bisogni primari, ma non ci... PER LEGGERE TUTTOIL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Macchinista o passeggero?
sabato 27 settembre 2008 di Mariano Marchese

La vita ci piace definirla come un lungo binario percorso a bordo di un treno fantastico: dipende da noi essere semplici passeggeri o audaci macchinisti di quel treno. Questo lungo binario percorre, infatti, spazi infiniti dei quali noi rappresentiamo la finitezza, il limite e, forse, sarebbe opportuno che ognuno di noi, tutto questo, lo ricordasse a se stesso. Lungo questo percorso infinito scorrono volti, situazioni, emozioni, sensazioni...insomma, scorre, lenta, tutta la nostra vita; il binario, lungo il suo tragitto, si confonde con gli scambi, con i coacervi di altri binari che conducono in grandi e piccole stazioni da cui, comunque, ripartirà, ancora, per il suo lungo viaggio; e noi? Noi siamo a bordo del nostro treno di cui seguiamo o indirizziamo le vicende. E’ proprio a questo punto che assume rilevanza la distinzione che abbiamo fatto in precedenza tra semplice passeggero e macchinista perché il primo, si lascia condurre sempre dal secondo? Non verificandosi mai il contrario; inoltre, il passeggero non ha mai alcuna responsabilità, se non riflessa, al contrario, il macchinista ne ha eccome; questo accade proprio perché il passeggero non può scegliere di indicare la ... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Innamoramento e Amore
giovedì 24 luglio 2008 di Mariano Marchese

Un grande fiume nel quale fare affluire sempre acqua limpida rappresentata dal meglio di noi stessi...


A Sud del Sud...
mercoledì 8 agosto 2007 di Mariano Marchese

Essendo ormai giunti alle ferie estive comincio a svestirmi dai panni dell’avvocato- giornalista per indossare quelli a me più consoni del viaggiatore...Molti sono i chilometri percorsi durante la mia vita, dai deserti ai poli, tra mare, cielo, terra e con ogni tipo di locomozione, cammello compreso ma, credetemi, lo scempio che mi è capitato di vedere nella mia terra è tanto abominevole da non riuscire a paragonarlo a nessun altra realtà, Africa compresa. Improvvisandomi turista in Calabria, tra un viaggio di lavoro e l’altro, mi sono fermato ad osservare la mia terra e a considerare cosa realmente offre ai malcapitati che la scelgono come meta per il meritato riposo estivo; a tal proposito, facendo salve le solite mete per eccellenza (da precisare che nessuna si trova in provincia di Cosenza.), ho notato una precarietà e un’impreparazione a dir poco sconvolgenti, con lavori di ripristino che sarebbero dovuti iniziare mesi or sono (come accade in luoghi civili tra gente civile e previdente) sconci edilizi in barba alle più elementari normative, mare inquinato e infrastrutture che metterebbero a dura prova anche la pazienza di un asceta. Qualche tempo fa mi capitava di riportare quanto affermato in una strana conferenza stampa dal nostro Governatore coadiuvato dallo zelante assessore al turismo i quali gioivano (lasciatemi sorridere) per un clamoroso risultato ottenuto: un più due per cento delle presenze nella nostra Regione... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Contenti noi!
sabato 28 luglio 2007 di Mariano Marchese

Sfogliando le pagine di un quotidiano calabrese, tra, le tante notizie sulle solite "cose nostre", omicidi, furti rapine e inchieste clamorose (solo per un lettore sprovveduto) mi sono lasciato tentare dalla lettura di un articolo incentrato sul turismo in Calabria; vorrei sottoporre all’attenzione del lettore i primi righi dello stesso perché mi piacerebbe regalargli un breve momento di ilarità in una vita così piena di affanni: "La Calabria è una meta turistica sempre più in crescita. Rispetto al 2006 le presenze sono aumentate del 2%. I dati confortanti sono stati illustrati dal Presidente della Regione Loiero e dall’assessore al turismo Adamo ma resta il problema del mare sporco soprattutto sul Tirreno cosentino" Dite la verità c’è da scompisciarsi dalle risate di fronte a questa barzelletta (degna del miglior comico oggi in circolazione) oppure no? Allora, ricapitoliamo: il Governatore della Calabria Agazio Loiero insieme all’assessore al turismo si sono prodigati ad illustrare alla stampa i lusinghieri risultati ottenuti con il sudore delle rispettive fronti, nel settore del turismo! Per un attimo ho chiuso gli occhi (invito il lettore a fare altrettanto) immaginando la scena: i due importanti personaggi del nostro panorama politico che, tronfi e soddisfatti, da dietro una mega-scrivania esponevano i dati confortanti (il lettore aggiunga la s)... PER CONTINUARE LA LETTURA CLICCARE SUL TITOLO.



Misfatti...
mercoledì 18 luglio 2007 di Mariano Marchese

Nel novembre dello scorso anno si è concluso con una raffica di assoluzioni il processo denominato tamburo messo in piedi per le solite infiltrazioni mafiose nei lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno Reggio; il maxi processo vedeva alla sbarra noti esponenti di "clan" malavitosi e cosiddetta gente per bene colpevoli, secondo l’accusa, di aver gestito ed essersi spartito l’enorme fiume di denaro stanziato dal governo per i lavori di ammodernamento, di aver imposto maestranze, tangenti e quant’altro di illecito la triste situazione poteva prevedere. Quel processo fu un tremendo schiaffo nei confronti della giustizia ma, a sorpresa, è di questi giorni la notizia che nel corso di una vasta operazione condotta dalle forze dell’ordine e denominata "operazione arca" sono finite in manette quindici persone mentre cinque aziende sono state sequestrate perché in odia di mafia. Stando a quanto dicono gli inquirenti la mafia si sarebbe inventata la tassa sulla sicurezza cantieri per estorcere denaro alle aziende (in verità è da quando sono nato in questa terra maledetta che sento parlare di estorsioni, perché di questo si tratta e mi meraviglia molto come questa, notizia sia vista come una novità dalla D.D.A,) un "pizzo" da dover pagare per poter lavorare, un dazio per poter aprire un cantiere in questa terra di delinquenza e malaffare. Delinquenza che impone anche l’acquisto di calcestruzzo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Caino e Abele.
domenica 3 giugno 2007 di Mariano Marchese

"A Perugia un marito con il volto solcato dal dolore piange la propria moglie, barbaramente uccisa nel corso di una sanguinosa rapina; un padre lacerato dal rimorso di non essere stato presente forse nel momento più importante piange con la consapevolezza di chi sa di non poter abbracciare il figlio atteso da otto mesi e accarezzato amorevolmente solo attraverso una pancia che prometteva la gioia di una nascita e invece...Le lacrime di quel padre inumidiscono la mia coscienza, il suo dolore annebbia i miei pensieri e vorrei solo per qualche momento quei barbari assassini tra le mie mani... Solo per qualche momento nulla di più, perché sono consapevole di non poter desiderare altro."- Più o meno con queste parole concludevo un mio articolo scritto con rabbia e dolore all’indomani di quel caldo giovedì di maggio quando una donna, incinta di otto mesi, Barbara Cicioni, fu ritrovata esanime nella propria abitazione di Marciano, in provincia di Perugia; tutti ritenevamo che fosse rimasta uccisa durante una maledetta rapina nel tentativo di difendere da barbari senza volto ciò che era suo, tutti ritenevamo che la donna avesse difeso fino all’ultimo anelito anche la propria dignità e quella degli altri due figli...almeno gli elementi forniti dai mass media fino a quel momento portavano a credere proprio questo in quanto era stato ingegnosamente... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Geografia e Politica.
lunedì 14 maggio 2007 di Mariano Marchese

Le continue lamentele politiche, i messaggi diretti e trasversali giunti all’indirizzo del sottoscritto circa le dovute riflessioni sulle mille inefficienze che affliggono la Calabria, non fanno altro che stimolare la mia mente a produrre nuovi pensieri che, purtroppo, confermano quanto scritto in questi anni; ho il dovere di ricordare a lor signori che alle denunce spesso sono seguite proposte fattive e concrete concertate insieme a gruppi di esperti che però sono rimaste inascoltate o, per essere più chiari, sono state apprezzate, lodate ma riposte in quei bui cassetti della burocrazia da non riaprire mai più. Poi mi si viene a raccontare la storiella della collaborazione. Il fatto è che in Calabria l’unica forma di collaborazione che si tollera è quella dei pentiti, ma questo è un capitolo a parte che forse nessuno vuole leggere fino in fondo. A questo punto non riesco proprio a capire perché dovrei dimenticare, diciamo così, e scrivere esaltando le intenzioni e le promesse di chi potrebbe fare tanto ma che invece si guarda bene dal concretizzare rimettendo i motivi di tale scelta scellerata esclusivamente alla loro coscienza. Del resto, se tutto andasse bene, così come sbandierato da questa gente, allora mi si dovrebbe spiegare perché, da qualche anno, un numero sempre crescente di Comuni starebbe manifestando con sempre maggiore convinzione le proprie intenzioni, in verità non troppo lusinghiere per gli amministratori calabresi, ossia la marcata volont? di annessione alla Regione Basilicata.... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Strane cose...
lunedì 7 maggio 2007 di Mariano Marchese

Da qualche tempo, in Italia e, soprattutto, in Calabria succedono cose veramente strane...anche se, a pensarci bene, in questa terra abbandonata da Dio e dagli uomini le strane cose sono all’ordine del giorno! Penso che tutti noi siamo a conoscenza, chi in un modo chi nell’altro, che il mese di maggio schiuda le porte all’estate permettendoci, così, di assaporare con il suo clima mitigato, con i colori d’ineguagliabile bellezza e con i suoi profumi d’intensità senza pari brevi afflati della bella stagione, preparando le nostre anime al meritato riposo estivo. Ma, perché dalle nostre parti c’è sempre un ma con cui fare i conti, non tutti lo sanno, o meglio, non tutti dimostrano di esserne a conoscenza, che è tutta un’altra storia; ad esempio, dimostrano di non saperlo i nostri politici che, ad appena due mesi dalle vacanze, nulla fanno per rendere la nostra terra papabile per le migliaia di turisti in cerca di mare pulito, relax o sano divertimento. A questo punto ho il dovere di spiegare a chi legge perché mi sono lasciato andare ad una simile riflessione; Cari lettori, innanzitutto dovete sapere che le bugie hanno le gambe corte e che i nodi vengono sempre al pettine, mi spiego meglio: non riesco proprio a capire perché, invece di spendersi in cose futili (forse utili però ad apparire con snervante costanza su giornali e televisioni) i nostri amministratori non tengono fede alle promesse fatte in campagna elettorale (quando, cioè, si mendica anche un solo voto regalando in cambio... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Tasse: cui prodest?
martedì 3 aprile 2007 di Mariano Marchese

Caro Presidente Prodi, in qualità di presidente del Movimento per la Tutela dei Diritti Umani le giro un quesito che alcuni cittadini di Calabria (ma la cosa riguarda l’intero territorio nazionale) mi hanno sottoposto ed al quale, in tutta onestà, non sono riuscito a trovare una valida risposta. La domanda è la seguente: perché, attualmente, dovremmo pagare le tasse? Per quanto ridicolo e scontato possa sembrare il quesito, La invito, però, a valutarlo cogliendone l’essenza più profonda; forse, allora, concorderà con me sulla difficoltà oggettiva nel trovare una valida risposta da fornire all’onesto cittadino che ha sempre pagato le tasse, insomma al cittadino per bene! Come vede l’argomento è interessante anche perché rappresenta il cavallo di battaglia di tutte le tornate elettorali dal momento che si paventa di diminuire drasticamente la pressione fiscale per poi smentire clamorosamente se stessi incrementandola a più non posso. Ma, torniamo al quesito da cui siamo partiti, che avremmo posto ugualmente al rappresentante di un eventuale Governo di centro-destra in questo delicato momento del nostro Paese; a pensarci bene, lo Stato cosa garantisce al cittadino onesto nella sua quotidianità per pretendere di diventarne "il socio di maggioranza"? Garantisce sicurezza? Concorderà con me che forse è meglio non affrontare questo punto dolente, soprattutto in terra di Calabria; magari opportunità di lavoro? PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Un Santo in Calabria?
martedì 13 marzo 2007 di Mariano Marchese

Cari lettori, ho appreso dai giornali dell’arrivo di Santo Versace nel centro storico di Castrolibero, isola più o meno felice nel mare disgraziato e periglioso qual è quello calabrese. Il Tema di questo incontro, un importante incontro con i giovani, è stato il trinomio in realtà molto utilizzato (ma oserei dire anche molto abusato) da politici e affini, magari con l’approssimarsi di una tornata elettorale: educazione, legalità e meritocrazia. Mi sarebbe piaciuto incontrare Santo perché onestamente in un mondo marcio e corrotto mi pare che rappresenti una sferzata di energia positiva su cui edificare basi concrete per la proposizione e la realizzazione di nuovi progetti, insomma per poter finalmente cominciare a intravedere un po’ di luce dopo tanto buio. Non dimentichiamo che si tratta del fratello di Gianni, che a sua volta rappresenta quell’un per cento dei calabresi (ma passi anche uno su diecimila) che ce l’ha fatta a realizzare il suo grande sogno sognato con la purezza di un bambino! Penso sia incontrovertibile, infatti, che Gianni Versace, attraverso la sua opera fatta di tenacia, costanza e umiltà, abbia tenuto e tiene ancora alto il pennone sul quale sventolano i colori dell’orgoglio della gente di Calabria: un patrimonio da non disperdere. Devo dire in tutta sincerità che mi è molto piaciuto il tono di un’intervista rilasciata da Santo Versace ad un quotidiano locale... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Corsi e ricorsi storici...
martedì 20 febbraio 2007 di Mariano Marchese

Corsi e ricorsi storici o, magari, solo silente continuità tra disattenzione e arroganza? Questo è l’amletico dubbio che angoscia ( o meglio che dovrebbe angosciare) l’animo degli italiani dopo le preoccupanti notizie degli ultimi giorni relative ad un evidente quanto improvviso ritorno delle brigate rosse, meglio conosciute come B.R.. L’intera nazione è rimasta attonita, quasi come se fosse caduta nell’oblio dei tragici ricordi macchiati dal sangue di gente innocente e lordati ancor di più da strani atteggiamenti di uno Stato a dir poco inqualificabile oltre che, ovviamente, ingiustificabile, atteggiamenti consumatisi tra processi farsa, assoluzioni eccellenti e clamorosi depistaggi che ci hanno portato ad una verità probabilmente non vera così come non vera era, in realtà, la verità annunciata al popolo italiano di aver sconfitto il terrorismo. Qualcuno, a quei tempi, fu deriso nel mentre raccontava la propria verità, una verità che raccontava di una semplice quanto calcolata ritirata strategica del terrorismo piuttosto che di una sua sconfitta, avvertendo chi di dovere di non abbassare la guardia. Ma così non è stato e altro sangue in questi anni è stato versato fino a giungere ai nostri giorni e alle recenti scoperte di arsenali e di covi in cui si è decisa, ancora una volta, la morte di altri esseri umani. Gli Italiani seguono con seria trepidazione l’evolversi di una situazione che sembrava essere stata debellata ormai da qualche... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Fratelli d’Italia?
sabato 3 febbraio 2007 di Mariano Marchese

Ancora morte, ancora scene di feroce guerriglia tra le buie strade di una città, più di un pronto soccorso ingolfato dalla presenza di centinaia di feriti per cinquanta dei quali è stato disposto il ricovero, vista la gravità delle ferite riportate durante gli scontri e, per concludere, purtroppo si conta anche un morto...No, cari lettori, questo non è il tragico bollettino che puntualmente giunge da Baghdad, questa volta siamo in Italia e, precisamente a Catania dove si è scatenata la furia dirompente dei tifosi in occasione di una semplice partita di calcio. Come non rimanere sconcertati di fronte alle immagini raccapriccianti mandate in onda da tutte le tv nella serata di venerdì 2 febbraio? Come non fermarsi a riflettere su quelle scene di ordinaria follia? Una volta il nostro Paese fungeva da esempio, era considerato come culla della civiltà e il nostro popolo era definito come un lusinghiero agglomerato di santi, poeti e navigatori. Oggi, invece, cosa siamo diventati? Bisognerebbe interrogare le proprie coscienze perché ritengo che abbiamo imboccato la via del non ritorno in quanto simili episodi altro non sono se non chiari campanelli d’allarme di una situazione di malessere generale che degenera in gesti intollerabili e inqualificabili: no, morire per una partita di calcio non è ammissibile, l’intero mondo del calcio è degenerato, flagellato da squallidi episodi intrisi di corruzione, di violenza, distruzione e morte... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Quando a morire è il sistema...
domenica 28 gennaio 2007 di Mariano Marchese

"Non è il momento delle polemiche", " Una giornata di lutto per tutta la Calabria", "Garantisco l’impegno del sindacato alla ricerca della verità", "Solidarietà ad una famiglia veramente straordinaria", "Impossibile accettare una morte così", "nessuna speculazione sulla vicenda", "Il ministro Turco riferisca in Parlamento" ...eccetera, eccetera, eccetera. Questo, cari lettori, è più o meno il tono (molto meno che più, in verità) delle dichiarazioni rilasciate dagli esimi esponenti del mondo della politica nazionale e calabrese accorsi frettolosamente al capezzale della povera Federica, ennesima vittima disgraziata e incolpevole delle catastrofiche inefficienze del carrozzone rattoppato chiamato sanità! Ricordiamo che la vittima era di Vibo Valentia e che per un’assurda mancanza di energia elettrica verificatasi nella sala operatoria della struttura ospedaliera locale (dove era ricoverata per una banale appendicite) si è ritrovata incredibilmente in coma; trasportata successivamente nella struttura ospedaliera di Cosenza, Federica rimaneva in questo stato per circa una settimana: oggi Federica ha ritrovato la pace dei giusti lasciando molti dubbi e tante perplessità tra coloro che sono rimasti su cosa sia successo realmente in quella sala operatoria dell’ospedale di Vibo Valentia venerdì 19 gennaio 2007. Insomma, stando ai fatti, l’interruzione dell’energia elettrica (causato probabilmente da uno sbalzo di tensione esterno- dicono i medici)... PER CONTINUARE LA LETURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Regia infamante.
domenica 21 gennaio 2007 di Mariano Marchese

In questi ultimi tempi l’attenzione dei mass media è concentrata su due fenomeni che, in Italia, stanno assumendo proporzioni decisamente preoccupanti. Mi riferisco alla diffusione di video hard via Internet e alla pedofilia che, scusate la mia rabbia, non riesco proprio a giustificare in nessun modo pur sforzandomi di osservare questo fenomeno da più angolazioni. Per quanto riguarda il primo argomento, l’ultimo, raccapricciante episodio si è verificato ad Enna, in Sicilia ( negli ultimi dieci giorni la stessa cosa, sebbene con protagonisti e modalità diversi, si è verificata a Milano e Cosenza) ed è stato segnalato da uno studente alla magistratura competente che ha subito avviato un’inchiesta sull’accaduto. Si tratterebbe di una nutrita serie di video a luci rosse diffusi su Internet che mostrerebbero giovani donne della provincia di Enna impegnate in "calde" prestazioni non meglio specificate; la cosa veramente raccapricciante di tutta la vicenda è che le protagoniste sarebbero state riprese a loro insaputa (quanto ciò possa essere vero, onestamente, non saprei dire...).Comunque, dando per scontato che le protagoniste dei video non siano commiste con i "registi" (che io definisco spazzatura) non riesco proprio a capire come qualcuno possa arrogarsi il diritto di infamare la reputazione altrui in un simile e barbaro modo, così come mi viene altrettanto difficile immaginare che lo stesso qualcuno possa pensare di entrare nella vita di un’altra persona... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Tanti Auguri.
mercoledì 27 dicembre 2006 di Mariano Marchese

Con l’approssimarsi del nuovo anno, il pensiero è concentrato maggiormente sui tanti che vivono in condizioni disagiate: come non pensare, infatti, ai disadattati, ai tanti che vengono considerati come rifiuti umani, scartati ignobilmente da una società senza più valori, una società ormai alla deriva; come non rivolgere un pensiero ai malati, ai più deboli, a quanti soffrono gli abusi del più forte, a chi dorme per strada tra i cartoni perché senza una famiglia che sappia accoglierlo, perché vittime dell’indifferenza e del disprezzo, perché senza voce e senza identità; che il nuovo anno riempia i cuori e le anime di quanti, per una vita intera, si sono sentiti soli o abbandonati, perché la solitudine, per chi ancora non lo sa, è proprio una gran brutta cosa! Per equità e magnanimità mi tocca rivolgere un pensiero e un augurio anche a coloro che abbandonano i propri cari, gli amici o il proprio cane, (questo non fa differenza) perché senza cuore, perché senz’anima né coscienza. Auguri ai tanti che si arrogano il diritto di impossessarsi dell’altrui vita in nome di un proprio tornaconto, a quanti spacciano per le strade, nei locali, distribuendo morte a chi va e dolore a chi, invece, resta; un pensiero e un augurio è "umanamente" doveroso farlo anche ai tanti che impiegano la propria vita a predicare bene e a razzolare male, così come bisogna farlo ai nostri politici e amministratori concentrati ad accaparrasi il consenso popolare con il gran concerto in piazza previsto per l’ultimo dell’anno piuttosto che preoccuparsi delle reali esigenze dei cittadini e delle problematiche delle città ormai, tranne in qualche rara occasione, al collasso; i miei auguri vanno, poi, anche all’indirizzo di tutti quei cittadini che preferiscono andare ad un concerto piuttosto che esercitare il diritto di essere pedoni, fruendo di marciapiedi non dissestati o cosparsi di maleodoranti... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Alitalia...
sabato 16 dicembre 2006 di Mariano Marchese

L’Italia è il veramente il paese dei balocchi anche se solo per i pochi(soliti)fortunati di turno, infatti basta seguire la vicenda che vede coinvolta la nostra compagnia aerea di bandiera (meglio conosciuta come Alitalia) per rendersene conto. Nell’ultimo decennio questa compagnia ha conosciuto mille disagi che, a ben vedere, sono stati solo il frutto marcio di un’attività e di una linea programmatica a dir poco allegra oltre che suicida. Partendo da alcuni dati appresi dalle pagine dei quotidiani parrebbe che il suo "timoniere" (o Presidente che dir si voglia) percepisca in un anno ben due milioni e mezzo di Euro di stipendio, persino l’amministratore delegato di Trenitalia S.p.A. percepisce quasi la metà nonostante le vicende economiche leghino a doppio filo le due realtà (o chimere?) del nostro assurdo Paese! Allora la domanda non può che nascere spontanea: ma com’è possibile che una qualsiasi azienda in evidenti, drammatiche, condizioni economiche riesca a garantire stipendi così elevati? Forse sarà per questo che i prezzi al pubblico dei biglietti Alitalia sono ai vertici in Europa, cosa resa ancora più grave se letta in un’ottica "low coast" (prezzi contenuti) praticata ormai da anni da molte altre compagnie. Cosa offrirebbe in più Alitalia per giustificare tariffe così elevate? Da indomito viaggiatore mi fornisco la risposta che è la seguente: nulla. Ma la cosa più grave è che, nonostante le scellerate tariffe... PER CONTINUARE LA LETURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Triste ma vero...
lunedì 4 dicembre 2006 di Mariano Marchese

Carissimi e affezionati lettori, sfogliare le pagine dei quotidiani calabresi è veramente una cosa deprimente infatti trovare una sola notizia di cui andare fieri è veramente raro. Mille sono i problemi che affliggono la mia, terra eppure nulla, e sottolineo nulla, si muove sul fronte politico-istituzionale per tentare di risolverne seriamente almeno uno! Ma altrettanto deprimente per me è la presa di coscienza del fatto che dopo circa quindici anni di lotta e denunce il risultato ottenuto è pressoché prossimo allo zero assoluto. E si, cari lettori, durante tutti questi anni trascorsi al fronte contro malaffare, cattiva organizzazione e pessima gestione della cosa pubblica mi rendo conto che manca la reale volontà, da parte di chi potrebbe fare qualcosa di concreto, di voler effettivamente cambiare le cose; in questi anni si sono succeduti governi locali, provinciali, regionali e nazionali, di destra e di sinistra ma le cose, purtroppo, non solo non sono cambiate ma, stando a ciò che vedo, sono addirittura peggiorate. In questi anni ho vissuto la lenta agonia del ceto medio mentre ho visto allargarsi la deprecabile frattura tra il ceto ricco e quello povero: insomma i ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri mentre il ceto medio, la famosa spina dorsale della nazione come lo definiva qualcuno, si è suddiviso tra i primi due dissolvendosi così come neve al sole di questo nostro logoro stivale. Come presidente del movimento per la tutela dei diritti umani mi vergogno di non essere riuscito a contribuire... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Caro governo!
giovedì 23 novembre 2006 di Mariano Marchese

Mai prima d’oggi mi era capitato di vedere che un Governo in carica fosse contestato (vorrei dire odiato ma il termine risulterebbe forse troppo forte anche se appropriato) così duramente dopo appena sei mesi dal suo insediamento. Il signor Prodi, a mio avviso, piuttosto che affannarsi a trovare giustificazioni a sostegno dell’operato alquanto scellerato dei "suoi" scienziati, forse dovrebbe fermarsi un attimo a riflettere su questo inconfutabile dato di fatto. Risulta alquanto evidente, infatti, che un certo malcontento serpeggi in tutti gli ambienti del nostro Paese e che le continue trovate del Governo mirate (dicono loro) a sanare la finanza pubblica e ad invertire il senso di marcia del malandato "carrozzone" targato Italia, ossia dal basso verso l’alto (?), non soddisfino veramente nessuno. Credo che il malcontento generale stia assumendo toni molto preoccupanti che potrebbero degenerare se solo ci fossero gli uomini giusti al posto giusto: ma questa è un’altra storia. Ricordo ancora quando molti elettori del centro-destra, subito dopo il voto della scorsa tornata elettorale e a bassa voce, dichiaravano di aver cambiato bandiera appoggiando il signor Prodi come unica alternativa possibile per non votare il signor Berlusconi salvo giustificare poi questa scelta con affermazioni del tipo "abbiamo provato a cambiare le cose tanto più in basso di così non si potrà scendere!" Oggi, quegli stessi signori si stanno probabilmente rendendo conto di aver commesso un errore assai clamoroso che... PER CONTINUARE LA LETTURA. CLICCARE SUL TITOLO


I giusti e la giustizia.
sabato 12 agosto 2006 di Mariano Marchese

Se da un lato il Ministro Mastella evidenzia il collasso del "sistema" giustizia in Italia per la cronica carenza di fondi, dall’altro il Governo ( buono, saggio e giusto ) annuncia nuovi tagli alla spesa pubblica; indovinate, però, per quale settore sono anche previste le "sforbiciate": manco a farlo apposta proprio per il settore della giustizia! Permettetemi una sana riflessione, ma ci sono o ci fanno? A fronte però dei lauti stipendi di cui godono i nostri cosiddetti "onorevoli" (chissà poi perché) per i quali pare non siano state previste le sforbiciate kamikaze di cui sopra le croniche carenze di "picci" che affliggono il sistema giudiziario hanno portato alla seguente situazione che definire imbarazzante è veramente pochino: una carenza di organico nelle procure sparse su tutto il territorio del nostro logoro stivale che pare sia stimata tra il 30 e il 50% , la benzina per le auto di servizio si somministra con il contagocce (pare sia stato impartito l’ordine di inseguire solo le auto di piccola e media cilindrata in modo tale da non consumare troppo!) il materiale di cancelleria, poi, è stato abbondantemente cancellato, e di questo, essendo avvocato, ne ho contezza visto che con sempre maggior frequenza sono costretto ad acquistare da solo le "risme" di fogli su cui redigere i verbali d’udienza! Ma non è mica finita qui, infatti, mancherebbero... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Quanto ci costa?
mercoledì 2 agosto 2006 di Mariano Marchese

Non capisco cosa stia succedendo oggi in Italia, in verità anche ieri...Percorriamo strade degne di...chiedo scusa al lettore ma non so più come definirle, abbiamo le ferrovie peggiori d’Europa per la fatiscenza dei treni e le pessime condizioni delle linee oltre al fatto che (solita storia tutta italiana) dopo aver realizzato la linea per l’alta velocità si sono resi conto che la tensione non sarebbe distribuita in maniera uniforme su tutta la linea e quindi...a voi cari lettori concludere la mia osservazione piuttosto scontata! Insomma siamo ridotti piuttosto maluccio e questo perché le casse della sgangherata casa Italia sono pressoché vuote almeno stando agli allarmismi lanciati dall’attuale Governo che ovviamente attribuisce ogni responsabilità a quello precedente. Stando così le cose, ma, soprattutto stando al decreto Bersani volutamente approvato vista la necessità e l’urgenza di reperire fondi per tirare avanti la carretta...perché di carretta si tratta, saremmo in emergenza e quindi non in grado di permetterci spese se non quelle necessarie alla mera sopravvivenza... o no? Se qualcuno mi chiarisse le idee su questo punto dissipando le nebbie che invadono i miei pensieri gliene sarei veramente molto grato! E come non avere qualche perplessità sulla reale consistenza delle nostre casse quando, in questi giorni capita di vedere i volti sorridenti dei nostri governanti seduti intorno al tavolo delle trattative di pace a Roma o impegnati in dispendiose missioni in Medio Oriente. Ma, scusate, non eravamo poveri? PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




Cari e onorevoli signori...
mercoledì 19 luglio 2006 di Mariano Marchese

Cari e onorevoli signori che da poco siete al timone del carrozzone targato Italia vorrei rivolgervi una domandina semplice, semplice: non vi siete resi conto di avere un tantinello esagerato, il 4 luglio scorso, approvando il decreto legge Bersani-Visco? Peccato di gioventù o intento truffaldino? Ai posteri l’ardua sentenza: e che sentenza! Sarò pure un umile avvocato di periferia ma il vostro benedetto decreto disorienta la mia pur scarsa intelligenza; si paventava con spavalderia l’abolizione dell’i.v.a. sulle transazioni immobiliari poi smentita e spacciata per mero errore tecnico; avete sbandierato la liberalizzazione delle licenze dei taxisti che poi, in tutta fretta, avete provveduto a smentire; ma la bufala più grossa, a parer mio, l’avete commessa con l’abolizione delle tariffe minime degli avvocati giustificandola, addirittura, come richiesta avanzata a gran voce dall’Europa, insomma nascondendovi dietro quel ditino birichino e coprendo una marachella grossa così! Forse sarò anche di parte, ma, a tal proposito mi pare che tutte le componenti del Parlamento Europeo, con in testa il P.p.e. e il P.s.e., si siano espressi in maniera "leggermente" diversa votando una risoluzione contenente "indicazione" esattamente all’opposto di quanto da voi dichiarato! Allora, forse per onestà intellettuale, non sarebbe stato il caso di leggere gli atti di quella seduta del Parlamento Europeo ( esattamente del 23 marzo u.s.)... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Dio denaro... e truffe regine.
sabato 8 luglio 2006 di Mariano Marchese

Non si era detto che la Calabria fosse la terra dell’indigenza e del bisogno? Allora come si spiegano i continui e imbarazzanti sperperi di denaro pubblico perpetrati ai danni della collettività? Insomma che razza di amministratori si sono alternati sugli scranni del potere della Regione Calabria in tutti questi anni? Dov’è il confine tra onestà e disonestà visto che una volta ottenuto il potere buona parte degli amministratori si adegua al malcostume imperante piuttosto che salvaguardare gli interessi dei soggetti amministrati? Da qualche tempo gli uomini della Guardia di Finanza in collaborazione con le altre forze di polizia stanno portando alla luce, attraverso certosine ed encomiabili operazioni di controllo, alcune maxi truffe perpetrate da chi avrebbe dovuto amministrare saggiamente il denaro pubblico e che invece...E’ di questi giorni, infatti, la notizia, (che ormai non fa più notizia) che gli uomini delle fiamme gialle hanno scoperto l’ennesima truffa ai danni della Regione Calabria, mi riferisco alla maxi inchiesta sulla sanità in Calabria e ai sedici milioni di Euro destinati inizialmente per la concretizzazione di una fantomatica e tanto paventata campagna di prevenzione per i tumori femminili e per la realizzazione della quale sono state addirittura acquistate attrezzature all’avanguardia...ritrovate poi dagli uomini delle Fiamme Gialle ancora imballate negli scantinati delle varie aziende... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Una su tre...
domenica 25 giugno 2006 di Mariano Marchese

Delle tante notizie apprese dagli organi di stampa nell’ultima settimana e riguardanti "il continente calabrese" tre su tutte hanno destato la mia attenzione; la prima e la seconda rappresentano una vergognosa recidiva già oggetto delle mie "attenzioni" mentre la terza è una piacevole conferma a testimonianza del fatto che quando si opera bene i risultati arrivano! Vorrei cominciare proprio da quest’ultima affinché possa essere di buon auspicio per i futuri accadimenti di Calabria... Secondo un recente rapporto del Censis - Repubblica l’ateneo calabrese per eccellenza (senza con ciò voler togliere alcunché agli altri atenei calabresi), quello di Cosenza, sarebbe tra i primi nel panorama nazionale soprattutto per quanto riguarda le facoltà di economia, scienze politiche e ingegneria; Il rapporto mette chiaramente in evidenza il miglioramento nei parametri riguardanti la didattica e lo standard dell’offerta, ma la notizia che a mio avviso lascia ben sperare per il futuro è che fra poco tempo saranno operativi alcuni accordi con università straniere, in particolare asiatiche, in un ottica di internazionalizzazione dell’ateneo calabrese che ha finalmente condotto alla stipula di accordi e convenzioni con università statunitensi e canadesi: insomma una bella pagina di un libro rovinato dall’incuria e rosicchiato dai topi. Sono queste le notizie che vorrei riportare nei miei scritti, intrisi invece, quasi sempre, di tristezza e delusione per le enormi potenzialità inespresse di un territorio ostaggio... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Buon governo?
lunedì 19 giugno 2006 di Mariano Marchese

C’è ancora qualcosa di buono anche in una terra dove, di solito, non c’è nulla di nuovo sotto il sole! Si, cari lettori finalmente posso raccontarvi una vicenda che fa onore alla categoria degli amministratori della "res publica"...non è certo cosa di tutti giorni. Spesso ci lamentiamo di essere governati da classi politiche inadeguate (qualcuno parla di incompetenza) ma non altrettanto spesso ce ne chiediamo i motivi. Sarebbe utile allora capire cosa spinge un essere umano a intraprendere la difficile scelta di entrare in politica, quali interessi interagiscono per determinare una simile scelta cercando, ovviamente, di non fare di tutta l’erba un fascio. Personalmente ritengo che, oggi, l’interesse principale sia da inquadrarsi nei lauti profitti che una simile scelta comporta a chi dovesse farla senza troppo interessarsi, poi, della reale gestione né dell’amministrazione della cosa pubblica. Prendiamo ad esempio il caso della Città di Cosenza dove in occasione delle ultime due tornate elettorali amministrative sono scesi in campo una miriade di candidati per contendersi un posto in consiglio comunale! I numeri sono di quelli altisonanti pertanto non posso non interrogarmi (altrimenti sarei un ipocrita) sui reali motivi che inducono tanti onesti cittadini, di cui buona parte non si è mai interessata di politica o elezioni, a contendersi lo scranno in consiglio; chi mi legge potrebbe mai pensare che il reale motivo di tanto interesse possa essere l’indennità... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Addio, bandiere blu!
domenica 11 giugno 2006 di Mariano Marchese

Qualche tempo fa ho scritto delle condizioni non proprio soddisfacenti in cui versano i mari italiani e quelli della Calabria, in particolare, specialmente il tirreno; quell’articolo scatenò le ire di coloro i quali ipocritamente, lasciatemi passare questo termine, sostenevano e, incredibilmente, continuano a sostenere il contrario! Recentemente i mass media locali hanno dedicato molto spazio alle affermazioni, in verità non troppo confortanti, rilasciate da Legambiente e Touring che hanno provveduto, senza mezzi termini, a declassare anche una delle poche isole felici da un punto di vista ambientale rimaste in Calabria, ovvero, Tropea, nel vibonese; insomma anche questa rinomata località balneare calabrese ha perso la propria bandiera blu di cui, fino a poco tempo fa, andava fiera; ancor più triste, per non dire altro, è il fatto che tutte le bandiere blu calabresi sono state melanconicamente ammainate! Ma come ha potuto permettere, una regione che ha speso e spende miliardi in pubblicità, in Italia e all’estero, infatti basta pensare al famoso slogan - Calabria, perla del Mediterraneo- che accadesse tutto ciò? Gli amministratori hanno riflettuto sui danni che notizie del genere comporteranno agli operatori turistici e all’immagine della Calabria intera una volta famosa proprio per la salubrità delle sue acque? Ma le risposte non hanno tardato ad arrivare, risposte avvilenti esattamente come le notizie diffuse dalla stampa... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Mare... d’amare?
sabato 3 giugno 2006 di Mariano Marchese

In genere con l’approssimarsi della bella stagione le amministrazioni serie e responsabili si prodigano per rendere accoglienti i propri litorali al fine di garantire ai turisti vacanze indimenticabili...In quasi tutte le province della Calabria, questo non accade ormai da anni! Riecheggiano ancora nei meandri della mia memoria le promesse fatte agli elettori nel corso delle ultime tornate elettorali riguardanti il rinnovo del consiglio Provinciale di Cosenza, prima, e del consiglio Regionale poi, quando i vari candidati, oggi presenti nelle stanze che contano ovvero quelle dei bottoni, avevano posto in primo piano l’impegno della tutela dell’ambiente e, quindi, dei mari che rendono questa terra, una penisola nella penisola. Come interpretare, allora, le parole dell’attuale presidente della Giunta provinciale di Cosenza, esternate nel corso di convegni e dibattiti sull’annoso problema dello stato di agonia in cui versano i nostri mari al pari dei nostri fiumi, come intendere le sue promesse circa l’impegno assunto di rendere le acque fruibili a tal punto da poterle addirittura bere? C’è solo un modo per poterle intendere al meglio: bugie, clamorose e ridicole bugie, viste le attuali condizioni (e sono trascorsi già due anni!)! Così, come altrettanto ridicole e menzognere appaiono oggi le scuse presentate ai turisti dal nostro attuale Presidente della Regione nel 2005, al culmine di una stagione che definire disastrosa appare riduttivo viste le pessime condizioni del mare e dei litorali; scuse fatte pervenire al popolo dei vacanzieri illusi e poi delusi attraverso le pagine dei principali quotidiani nazionali e regionali a cui però si aggiungeva l’impegno, (la Calabria è indubbiamente terra di continui impegni e... pegni)... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Mondo pallone!
sabato 27 maggio 2006 di Mariano Marchese

Da tempo, ormai, assistiamo allo scandalo che ha travolto il mondo del calcio svelando collusioni al limite dell’umana comprensione...calciatori, allenatori, presidenti e dirigenti di squadre blasonate e non, ( non dimenticando anche gli arbitri) tutti insieme nel calderone del malaffare; e pensare che questo è lo sport nazionale che entusiasma gli animi dei tanti tifosi sparsi lungo lo stivale: che delusione! Quel mondo sferico del calcio così ricco di lustrini e di paillettes oggi mostra il suo vero volto: una cloaca fetida e puzzolente dove si muovevano loschi figuri a caccia di imbrogli piuttosto che di risultati veri e onesti. Anche il saccente Aldo Biscardi, mattatore indiscusso della trasmissione televisiva "il processo" è finito, a sua volta, sotto processo per le clamorose collusioni con il direttore sportivo della Juventus, Luciano Moggi finalizzate a taroccare la verità: roba italiana, fenomeno tutto italiano quello dell’imbroglio; come si può giungere a tanto...come si può tradire la fiducia di chi crede in quello che fai? Il tifoso ora come si potrà sentire? Chi se ne frega...questo, probabilmente, era il motto dei signori del calcio quando allungavano i loro lunghi tentacoli su questo mondo dorato senza più dignità. Ma non è tutto perché, cari lettori, i signori calciatori, strapagati e straviziati, si permettevano anche il lusso di taroccare le partite alla ricerca di altri guadagni:vergogna! Come si fa ad essere schifosi fino a questo punto? Possibile che non si conosca un limite per le proprie nefandezze?... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Cose nostre...
domenica 21 maggio 2006 di Mariano Marchese

Dedico questo articolo a coloro i quali, ( pochi in verità e mai direttamente ma solo per "riporto", una delle tante usanze tipiche delle nostre parti) continuano a insistere sul mio eccessivo pessimismo nei confronti delle "cose" di Calabria! A lor signori questa volta rispondo in qualità di presidente nazionale del movimento per la tutela dei diritti umani e mi permetto di esternare il mio pensiero anche in virtù delle nove minacce di morte (alcune serie, altre un po’ meno) pendenti sul capo del sottoscritto e collezionate durante anni di militanza attiva nel campo della tutela dei diritti umani. Invito queste brave persone a seguirmi virtualmente (con un minimo di pazienza e di obiettività) nel breve viaggio tra le cose di Calabria che mi appartengono, che vi appartengono e che dovrebbero appartenere a tutti gli italiani! Iniziamo obbligatoriamente da una cancrena che, decennio dopo decennio, sta dilaniando la nostra terra: la "NDRANGHETA una cosa brutta almeno quanto il suo nome...allora ditemi faccio forse male a parlarne? Come potrei tacere dei tanti Consigli comunali sciolti nel corso degli anni proprio a causa delle ingerenze mafiose nella gestione della cosa pubblica o delle capillari infiltrazioni in tutti i settori del nostro vivere civile (definiamolo pure così, ma rappresenta una evidente forzatura)? Come tacere dei mille attentati, delle tante minacce e dei molteplici omicidi di cui si è resa protagonista conquistandosi... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Calabria ora...
lunedì 15 maggio 2006 di Mariano Marchese

Signore e signori ecco l’ennesimo scandalo che ha riportato alla ribalta della cronaca nazionale la terra calabra: ancora infiltrazioni mafiose, questa volta all’interno dell’Azienda Sanitaria di Locri, in provincia di Reggio Calabria, già tristemente famosa per fatti di questo genere e riconducibili alla stabile e ingombrante presenza della malavita organizzata; la "ndrangheta, perché sempre di questa maledetta piaga si tratta, è la maggiore responsabile della chiara agonia di una realtà che sta soffocando lentamente la classe imprenditoriale onesta che inutilmente cerca di investire sul territorio! E pensare che proprio da questo centro calabrese era partita una straordinaria iniziativa che ha visto un lodevole coinvolgimento popolare a tutti i livelli: proprio da Locri, infatti, si è tentato di gridare a voce alta e in piazza un secco "no" alla mafia e ai suoi squallidi derivati in modo tale da rompere il muro del silenzio che da queste parti, credetemi, avvolge tutto e tutti... per la prima volta nella storia di questa terra, il primo maggio scorso, in occasione della festa del lavoro, è stato organizzato un megaconcerto che avrebbe dovuto rappresentare l’inizio di una svolta verso l’affrancamento dal malaffare! Oggi, forse, abbiamo finalmente preso coscienza del fatto che la strada da percorrere è molto più ripida di quanto non si pensasse e che gli ostacoli da superare sono veramente difficili oltre che pericolosi... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Punti di vista?
domenica 7 maggio 2006 di Mariano Marchese

Coloro che mi conoscono sanno che ciò che scrivo della mia terra corrisponde al vero: un vero fatto di verità estrapolata dalla realtà, nulla di più e nulla di meno rispetto a ciò che vedo e a ciò che sento! Eppure a qualcuno questo proprio non piace, sostenendo che sarei un mistificatore fornendo della Calabria un’immagine distorta e allarmante! A tal proposito, come mi è già capitato di scrivere in altre occasioni, ribadisco che mi piacerebbe poter dare al lettore un’immagine positiva della mia terra ma proprio non posso: leggo i giornali, guardo i notiziari insomma vivo la realtà che mi circonda e osservo tante cose che proprio non mi piacciono e che non fanno onore al popolo calabrese in genere! Tra l’altro, forse qualcuno dimentica non so quanto inconsapevolmente, che il sottoscritto presiede il movimento per la tutela dei diritti umani e che la realtà, quella vera però, la vive anche attraverso gli sfoghi dei tanti che si rivolgono a noi per avere giustizia attraverso il nostro operato: poi sarei io a mistificare la realtà...ci vuole veramente un bel coraggio per affermare ciò; per farla breve, mi si rimprovera di essere onesto e realista: ci rendiamo conto della gravità della cosa? Tanto per continuare ad essere attinente con la realtà voglio riportare integralmente una notizia che hanno diffuso le agenzie di stampa il giorno 27 aprile di quest’anno... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Una rotta da invertire...
martedì 25 aprile 2006 di Mariano Marchese

E’ opinione comune che tutti siano desiderosi di parlare e di scrivere bene della propria terra, compreso chi scrive; però, per ovvi motivi, in questo momento, proprio non è facile, ovviamente, se ci si vuole attenere alla realtà "reale", quella di tutti i giorni quella, cioè, sotto gli occhi di tutti e non quella mistificata, alla quale (semptre più in affanno) ricorrono "volpi e gatti" per dimostrare il contrario di ciò che realmente, invece si determina nel tentativo (che, ormai, ha stancato) di rabbonire un popolo maledettamente strano, che ama vivere delle promesse altrui e osannare i potenti (o i santi) di turno salvo lamentarsi, poi, quando questi sono tanto lontani da non poterli ascoltare; per capire che non mento, bastano piccoli e semplici gesti quotidiani come ad esempio sfogliare le pagine dei quotidiani (locali e nazionali), ascoltare la radio oppure osservare qualche tg (regionale o nazionale) per rendersi conto che questa nazione, ormai, si è incamminata sulla strada dell’oblio dalla quale, purtroppo, sarà veramente difficile, tornare indietro! "Tu sei un pessimista" dice qualcuno, semmai realista rispondo io a quei troppi "qualcuno" che si affannano a screditare i miei "diari di bordo", che altro non sono se non semplici pensieri e amare riflessioni su quello che si vede, anzi, su quello che si vive, insieme agli altri troppo distratti per accorgersi di quello che hanno intorno... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Terra di Calabria...
sabato 15 aprile 2006 di Mariano Marchese

E’ davvero strana questa terra. Prima, tutti sono pronti a lamentarsi poi, nessuno muove un dito per cambiare le cose; dicono che questo accade perché la paura attanaglia l’animo dei calabresi, ma comincio a sospettare che, l’immobilismo bieco e ipocrita di cui scrivo, sia una bella posizione di comodo assunta da molti che, altrimenti, non saprebbero come condurre i propri loschi e miseri giochetti; insomma da queste parti si adotta l’antico adagio "armiamoci e partite" perché conviene, perché permette di non rischiare nulla e poi, sport da molti praticato, di stare con un piede in dieci scarpe: è questa la verità vera di Calabria, il resto non sono altro che chiacchiere, chiacchiere ipocrite e superflue appunto! A tal proposito dichiaro di non stupirmi più di fronte alle inutili richieste rivolte al mio indirizzo di smetterla di trattare argomenti scottanti come la mafia o il malaffare avanzate proprio da chi, in silenzio e al riparo da orecchie indiscrete, se ne lamenta paventando di abbandonare questa terra proprio perché diventata ormai invivibile; insomma un vecchio tormentone che ascolto da tempo, solo inutili parole che fomentano e alimentano il dissenso, ma che non trovano una soluzione al problema ormai nel pieno della sua metastasi virtuale, una metastasi che, a mio avviso, lascia ben poche speranze ad una terra ormai incancrenita e incapace di reagire ai violenti attacchi del malaffare: già ma da che parte sta il malaffare? ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Ad armi pari...
sabato 8 aprile 2006 di Mariano Marchese

Spesso mi è capitato di annoiarvi a causa dei miei tanti anatemi scagliati contro l’A.N.A.S. compartimentale della Calabria unica responsabile, non solo a parer mio, delle condizioni vergognose in cui versano le arterie principali e meno principali (ma non meno importanti) della regione; anatemi scagliati come ultima risorsa rimasta disponibile per chiedere giustizia e conto delle tante nefandezze compiute in questi anni e subite puntualmente quanto incolpevolmente dagli utenti della strada. Di eguale natura, poi, sono stati gli anatemi scagliati contro Trenitalia S.p.A. colpevole di prendere quotidianamente a calci nel fondoschiena gli utenti dell’alto ionio cosentino, sopprimendo utili fermate intermedie dei treni interregionali e chiudendo stazioni importanti per lo sviluppo di un turismo tanto paventato ma, a tutt’oggi, più che agonizzante; come se non bastasse, la disgraziata, forse meglio dire "onorata", società ha avuto il barbaro coraggio di andare oltre, superando, quindi, se stessa e spingendosi fino a sopprimere treni di vitale importanza per i tanti pendolari costretti a muoversi quotidianamente per lavoro o, in alcuni casi, modificandone gli orari in modo tale da arrecare agli stessi il maggior danno possibile in nome di un servizio su gomma che verrebbe garantito sul mitico (si fa per dire ovviamente) percorso della 106 ionica altrimenti detta, pensate un po’, la strada della morte, chissà poi perché... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Mondi paralleli.
giovedì 30 marzo 2006 di Mariano Marchese

In questo periodo (non solo in questo in verità) sfogliare un quotidiano locale (soprattutto del Sud Italia) è veramente mortificante! Da calabrese sono offeso e indignato di fronte ai titoli che campeggiano sulle prime pagine dei giornali perché comincio a ritenere che per la mia, anzi, per la nostra terra non ci sia più la speranza di un affrancamento dal malaffare, dalla delinquenza e dalla mala gestione della cosa pubblica. Insomma il vivere civile non potrà mai appartenerci fino a quando persisterà questo stato di cose anche perché abbiamo un’infinità di problematiche che, da soli, evidentemente, non riusciamo proprio a risolvere. I morti ammazzati ormai non si contano più e gli atti intimidatori sono all’ordine del giorno in una realtà fatta di disoccupazione, immobilismo e...omertà; certe cose bisogna avere il coraggio di denunciarle per come sono in realtà, non possono rimanere "cosa nostra" fingendo che tutto vada bene! Non si può più tacere di fronte ai mille soprusi che una terra come la Calabria ci riserva, ogni giorno, nel nostro piccolo fatto di niente e silenzio condito dal sangue innocente di coloro i quali sono stati sacrificati negli anni, immolati sull’altare puzzolente della mafia e del malaffare che (beati loro!) prolificano spavaldi in assenza di regole dettate da uno stato che dovrebbe essere presente e che, invece, risulta essere latitante proprio come i mafiosi. E già, cari lettori, diciamola tutta: da queste parti lo Stato è latitante proprio come... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


La lingua batte, dove il dente duole...
sabato 25 marzo 2006 di Mariano Marchese

Se è vero che la lingua batte dove il dente duole e che in Calabria sono davvero tanti, anzi meglio dire troppi, i denti che dolgono allora è altrettanto vero che la mia lingua batte a tal punto da essere diventata un tamburo impazzito! E’ proprio per questo che torno a parlare delle infrastrutture di una terra maledetta, soprattutto in un periodo in cui il dibattito intorno alla realizzazione del ponte sullo stretto si è riacceso fino a diventare una vera e propria farsa: infatti questo benedetto ponte, indifferente per i più, e, addirittura, non voluto dai siciliani (ho contezza di ciò che affermo) che perderebbero la loro caratterizzazione di isolani è, invece, fortemente desiderato da chi ha veramente interesse a realizzarlo, lascio a voi capire chi e perché! Farse su farse, bugie su bugie, una dietro l’altra che mortificano l’intelligenza di un popolo, quello calabrese, continuamente preso in giro da classi dirigenti sempre meno attente ai problemi reali di una terra che sprofonda lentamente nella dimensione del non ritorno...ma qualcuno afferma che tutto va bene, beato lui! Da calabrese, infatti, mi interrogo e vi domando come sia possibile pensare la realizzazione di una simile opera monumentale quando dalle nostre parti non funziona più nulla, dalle ferrovie alle infrastrutture primarie e secondarie tutte afflitte dal male incurabile dell’abbandono e dello sciacallaggio... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Ancora Leonardo, ancora il silenzio.
sabato 18 marzo 2006 di Mariano Marchese

E’ inutile nascondervi che ogni tanto mi piace riproporre argomenti dei quali ho già scritto per evidenziare la loro drammaticità; credo, infatti, che il ripetersi alcune volte non guasti, anzi! La riproposizione di argomenti scottanti dovrebbe toccare la sensibilità di chi legge e spronare gli animi più nobili alla risoluzione del problema (un semplice tentativo sarebbe bene accetto comunque), non sempre è così, purtroppo, ma io, indomito sognatore, ci provo lo stesso! Questa volta torno su un caso che ha contribuito a rendere amare le mie vacanze natalizie ovvero la triste vicenda che ha come protagonista principale un ragazzo di appena sedici anni scomparso nel nulla da oltre tre mesi; Leonardo Algieri (questo è il suo nome per chi ancora non conoscesse la sua storia) è un ragazzo dai difficili trascorsi consumati tutti ad Apollinara, nel cosentino, ovvero in una periferia di provincia a sua volta periferia d’Europa, dimenticata da Dio e dagli uomini... a rendere più complicato il tutto sono le sue precarie condizioni di salute che, ormai, fanno temere il peggio; Il piccolo Leonardo è un figlio incompreso del nostro tempo che pare avere spazio solo per nomi e imprese altisonanti, altrimenti...amen; non bisogna dimenticare, però, che, da queste parti, in questa terra maledetta, sono tanti i figli incompresi in una realtà di per sé difficile da comprendere, ma questo figlio, in particolare, ha una marcia ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Danni di guerra.
domenica 12 marzo 2006 di Mariano Marchese

Mi sarebbe piaciuto commentare l’assurda notizia apparsa qualche settimana fa su alcuni quotidiani Nazionali circa le minacce indirizzate al nostro paese dal Leader libico Moammar Gheddafi (sempre lui) e relative (ancora...!) al presunto mancato pagamento da parte del nostro governo dei danni di Guerra alla Libia; Il colonnello, infatti, avrebbe detto testualmente che " (...) in futuro non si possono escludere altre aggressioni nei confronti di obiettivi italiani (dopo quella subita dalla nostra ambasciata a Bengasi) se il Governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico per quanto commesso dal regime coloniale italiano in Libia, un regime sotto il quale migliaia di libici furono uccisi..." e via discorrendo sempre con il medesimo tono arrogante utilizzato dal leader libico per le sue cicliche rivendicazioni! Avrei voluto commentare l’ennesimo episodio di una farsa che va avanti, tra alti e bassi, da almeno trent’anni ma, scorrendo le pagine di alcuni quotidiani calabresi (del 3 marzo 2005), la mia attenzione è stata calamitata dalla notizia relativa al primo risarcimento in favore di Ugo Di Bennardo attuale capo compartimento dell’A.n.a.s. del Veneto e direttore dei lavori di ammodernamento per il cantiere a Nord di Cosenza, sulla Salerno Reggio Calabria, ai tempi in cui iniziò l’inchiesta della procura antimafia di Catanzaro che portò allo svolgimento del processo Tamburo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Il colore dell’abbandono.
sabato 4 marzo 2006 di Mariano Marchese

Sull’ultimo numero di Panorama, il 2061 per la precisione, l’ex "picconatore" della Repubblica, Francesco Cossiga, si è pronunciato sul solito, triste problema che da sempre affligge la Calabria: la mafia, una cancrena degenerante e contagiosa, mai curata veramente e che sta uccidendo un’intera regione con la complice negligenza di chi potrebbe...ma non fa! L’ex presidente della repubblica al suo intervistatore, che gli chiedeva abilmente spiegazioni sull’affermazione -"Lo Stato c’è!"- (in verità poco credibile) fatta dal Ministro dell’interno Pisanu subito dopo l’omicidio Fortugno, molto candidamente rispondeva: "voglio bene a Pisanu, ma se in Calabria lo stato c’è, evidentemente non si vede. Quando Loiero (l’attuale Governatore della Regione Calabria) denunciò il clima di intimidazione, in tanti fecero spallucce". Tale affermazione si ricollegava all’atto intimidatorio subito dallo stesso Loiero nel mese di giugno dello scorso anno (lo ricordo molto bene quel periodo in quanto anche al sottoscritto, come a tanti altri personaggi della mia terra, della nostra terra, giunse "un pensiero, poco gradito in verità, scritto da eguale squallido pugno e recante simile concetto di base") e mi lascia alquanto perplesso, infatti, combinando tale esternazione con un’altra - tanto incredibile, quanto vergognosa - fatta dallo stesso Cossiga... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


C’era una volta...
domenica 26 febbraio 2006 di Mariano Marchese

C’era una volta una terra senza troppe pretese...ma con molta dignità! Era una terra dove "la stretta di mano" tra uomini seri leali e sinceri valeva più di qualsiasi carta scritta e più di un volgare contratto: "onore" e "dignità", a quei tempi, erano elementi imprescindibili dalla vita di relazione ben e al di sopra di un "semplice" atto di compravendita; ricordo, con un velo di nostalgia, che in quella terra, non di rado, capitava di vedere automobili incustodite con le chiavi addirittura inserite nel quadro strumenti: nessuno, allora, temeva di non ritrovarla, si era tranquilli; tale oggettiva e diffusa serenità si rifletteva anche sulle abitazioni, all’interno delle quali non esistevano sistemi di allarme a protezione dei propri beni né, tanto meno, porte blindate o sistemi di telecamere a circuito chiuso; era una terra dove potevi passeggiare tranquillamente senza temere brutte sorprese, dove gli anziani non venivano scippati per strada, facile preda di delinquenti senza scrupoli; ricordo con una lagrima di commozione come a quei tempi "i nonni" ricoprissero il ruolo di guida all’interno della famiglia in cui trasferivano il loro bagaglio di esperienza anche attraverso racconti che tenevano uniti intorno ad un tavolo adulti e bambini lasciandoli con il fiato sospeso... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Chi voterò...
sabato 18 febbraio 2006 di Mariano Marchese

Cari lettori, sembra che il mondo della politica locale, trascinata da quella nazionale, non riesca a pensare ad altro che alle prossime due tornate elettorali: quella delle politiche (a livello nazionale) che si consumerà nel mese di aprile e quella delle amministrative per il rinnovo di alcuni Consigli Comunali. Le attenzioni sono tutte rivolte alle tematiche scaturenti da questi due avvenimenti che, per importanza, sembrano quasi aver superato il momento iniziale del "Big-Ben"! Tutti presi, tutti indaffarati a seguire le notizie dell’ultima ora che potrebbero sconvolgere gli equilibri in campo ed essere quindi determinanti per la conquista della torta (in realtà molto succulenta) in palio (o di una delle comode poltrone disponibili). Politica, politica ed ancora politica quindi, null’altro si ritiene importante in questi delicati frangenti, dimenticandosi che, nel frattempo, il mondo continua a girare; il mondo, cari signori, gira con tutte le sue problematiche legate alla nostra quotidianità...il resto, conta veramente poco! La mia mente vola ad un triste episodio verificatosi in Calabria (dove i contesti politici sono in subbuglio più che mai) per esattezza a Polia, in provincia di Vibo Valentia, poco prima delle recenti festività natalizie, episodio che ancora non ha avuto soluzione nonostante... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


ANAS e ananassi... di bugie.
domenica 12 febbraio 2006 di Mariano Marchese

Ci è capitato di leggere una comunicazione dell’Ufficio pubbliche Relazioni dell’A.n.a.s. con cui si intendeva dare notizia al mondo intero dell’acquisizione della certificazione di qualità Uni Iso 9001/2000. A tal proposito, vi chiediamo di analizzare insieme a noi e molto attentamente i motivi per i quali è stata acquisita: 1) sorveglianza stradale svolta da apposite squadre e capocantonieri e che attiene all’esecuzione di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria (a tal proposito, come dobbiamo considerare tale riconoscimento se lo valutassimo alla luce delle effettive pessime condizioni delle arterie gestite proprio A.n.a.s.? Possibile che solo in pochi si siano accorti della presenza sul manto stradale di buche grandi come caverne? Ci chiediamo, ancora, come sia possibile che nessuno, in questi anni, si sia accorto della presenza di numerosissimi detriti sulle nostre strade.... guarda caso controllate proprio dall’A.n.a.s., che vengono proiettati come proiettili sulle nostre autovetture da chi, incolpevole, ci precede?) 2) progettazione e direzione dei lavori stradali... (occorre dire ancora altro sulle condizioni di alcuni tratti ammodernati della Salerno- Reggio Calabria se non "vergogna"?)... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Elezioni ed elettorato.
lunedì 6 febbraio 2006 di Mariano Marchese

Ci avviciniamo al periodo elettorale, la febbre sale e le promesse fioccano! Come sempre accade in questi momenti pre-elettorali e di fibrillazione assoluta le debolezze e i problemi della povera gente diventano i punti di forza, le feroci tigri da cavalcare per alcuni politici senza scrupoli: le richieste di voto si sprecano e gli impegni (sul proprio onore) di risolvere le problematiche più disparate non si contano visto che, per l’occasione, vengono prese in considerazione proprio tutte, nessuna esclusa. Siamo alle solite perché ancora non vogliamo proprio capire che, ad elezioni concluse, i riflettori si spegneranno non solo su "tutti" ma anche su "tutto" e...buonanotte ai suonatori! Io, però, non mi sento di condannare quella categoria di politici scaltri e approfittatori anzi, il mio ditino indice lo punto, solo ed esclusivamente, su quella parte di elettorato che è sempre pronto ad inchinarsi davanti al politico di turno chiedendogli di tutto ben sapendo che ciò che gli verrà promesso, almeno nella maggior parte dei casi, non si realizzerà mai. Allora caro elettore mendicante, che senso ha sparlare di questo o quel politico dopo averne incassato consapevolmente l’ennesima bugia, forse, o anima candida, non sapevi che sarebbe finita così? Lo sai che così facendo le problematiche che...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Navi e veleni
sabato 28 gennaio 2006 di Mariano Marchese

All’orizzonte… sul fondo del mare.


Spigolature di fine anno...
mercoledì 28 dicembre 2005 di Mariano Marchese

Eccoci finalmente giunti alla fine di questo anno; fioccano i bilanci dentro ognuno di noi e, come sempre, qualcuno riderà e qualche altro s’imbroncerà. L’ultimo dell’anno è un giorno particolare in quanto, anche se per qualche istante, ed in maniera del tutto incontrollabile, le nostre vite, come in un film, saranno proiettate dai cinematografi delle nostre anime sui candidi schermi delle nostre coscienze; è su questi schermi che, soli con noi stessi, potremo tracciare i veri bilanci della nostra vita, senza maschere nè complessi. Questa, sarà la vera occasione, per poterci giudicare, avendone il coraggio; potremo valutare i nostri comportamenti, le nostre difficoltà, i nostri punti di forza, le nostre debolezze. Avremo, anche, facoltà di "portarci a verifica", una verifica molto personale, che sovrapporremo a quelle degli anni precedenti, così, da valutare i nostri miglioramenti o, gli eventuali, passi a ritroso. Sarà anche un giorno di profonda riflessione dove metteremo a confronto il nostro piccolo mondo interno con tutto quello che ci circonda; e sarà proprio in quel momento che considereremo i piccoli problemi del quotidiano che, per un anno ci sono sembrati insormontabili, come avvolti da un’aurea di semplicità ed estrema risolvibilità, se paragonati alle grandi piaghe che affliggono l’umanità nel macrocosmo e, magari il nostro vicino di casa o il collega di lavoro, nel microcosmo della nostra realtà. Ma, per realizzare questo "piatto di capodanno,"... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Tanti Auguri!
lunedì 26 dicembre 2005 di Mariano Marchese

Cimentarsi nella stesura di un editoriale, durante il periodo delle festività natalizie, comporta notevoli difficoltà perché si corre il rischio di risultare troppo qualunquisti. Però non si possono sottacere alcune riflessioni che assumono un valore particolare, visto il periodo che ci prepariamo a vivere. Vorremmo, allora, invitarvi a sfogliare il libro dei ricordi, che è in ognuno di noi, per rivedere e rivivere, con un pizzico di nostalgia, i giorni delle festività della nostra infanzia. Se li paragonassimo a quelli degli ultimi anni, salterebbe agli occhi la differenza di spirito con il quale ci apprestavamo a viverle. Fino a qualche anno fa, infatti, eravamo noi a vivere la festa, una festa interiore, esteriorizzata con estrema felicità; oggi, invece, è la festa a viverci con i ritmi frenetici di un consumismo in evidente crescita a caratterizzarle. Chi di noi non ricorda i profumi degli abeti che inondavano le nostre case, insieme all’odore dei dolci natalizi che ogni brava mamma si apprestava a preparare in cucina coadiuvata, magari, da nonne e zie? E sè, erano veramente altri tempi visto che, oggigiorno, i dolci si usa acquistarli nei negozi specializzati delle nostre città e gli abeti sembrano aver perso quel forte odore di resina che li caratterizzava. C’era una grande spontaneità nel vivere il Natale, c’erano le tombolate in famiglia, c’erano tante sedie occupate intorno a quei tavoli da gioco mentre si estraevano i numeri della tombola, mentre si chiamava il lattante o la paradisea...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Ricchezza effimera.
venerdì 18 novembre 2005 di Mariano Marchese

Cari e fedeli lettori, sapete cosa c’è? C’è che l’Italia e gli italiani non finiranno mai di stupirmi.

Non potrebbe essere altrimenti visto che, nonostante gli allarmismi lanciati dall’Unione Europea e alcune analisi redatte da pregevoli riviste americane come l’accreditatissimo "Economist", sulla grave recessione che imperversa sul nostro Paese, ci sia ancora qualcuno, che tenti di sconfessare tutto e tutti sostenendo il contrario, anzi, ostentando pure una preoccupante sicurezza; Ma la cosa più simpatica è rappresentata dal fatto che questo qualcuno fondi le sue dichiarazioni prendendo ad esempio il numero di beni voluttuari posseduti dai singoli o, addirittura sul numero di sms che i nostri figli inviano dai loro telefonini alle proprie fidanzate! Oggettivamente non so cosa pensare...sogno o son desto? Credo che ad ognuno di noi, anche incidentalmente, sia capitato di fare la spesa e di paragonare i prezzi attuali con quelli dello scorso anno; siccome sono convinto di si, allora, vi chiedo di calcolare l’aumento del costo della vita rispetto alla crescita del potere di acquisto dei salari: a conti fatti c’è da mettersi le mani nei capelli, guardandosi bene dal metterle nei portafogli, dal momento che sono sempre più vuoti. Ma come si fa, dico io, a basare la ricchezza degli italiani sui beni di consumo visto che, oggi, è possibile comprare tutto, o, quasi tutto grazie a finanziamenti d’ogni genere che, poi, però, bisogna pagare e, anche, con gli interessi... Se aggiungiamo che noi italiani ( e non celo devono dire gli altri), amiamo ostentare anche e soprattutto ciò che non abbiamo, ecco che la tesi di quel qualcuno è smontata prima ancora di poterne parlare; Ma c’è di più, quel qualcuno si è mai chiesto quanto caviale del Volga si riesca a comprare con duemila euro al mese? E quanti telefonini? Per non parlare, poi, delle costose autovetture o di lussuose barche da diporto il tutto, ovviamente in contanti? Perché i ricchi, quelli veri, quelli che i soldi li sperperano tra bagordi e champagne, pagano, quando pagano, sempre in contanti! Lo stesso discorso vale per chi di euro ne guadagna duemila e cinquecento; e quel qualcuno si è mai chiesto quante siano le persone che guadagnano le somme appena menzionate? In genere ci si attesta intorno ai mille, al massimo, mille e cinquecento euro mensili! Allora, verrebbe da chiedersi cosa, di lussuoso, si riesca ad acquistare con tali somme dopo aver provveduto a pagare la spesa settimanale o quotidiana, le rate dei mutui, le bollette, le tasse(vere e proprie sanguisughe dei tempi moderni), i "bolli" per la circolazione della propria autovettura che comporta anche il pagamento dell’assicurazione oltre alle somme da investire in combustibile che permette loro di muoversi? Ditemi, allora, a che tipo di ricchezza ci troviamo di fronte: vera o effimera? Propenderei per la seconda; la verità è che il ceto medio è in via d’estinzione e la forbice ricchezza-povertà si fa sempre più preoccupante, ATTENZIONE!


Come mai...
giovedì 10 novembre 2005 di Mariano Marchese

Ogni tanto mi piacerebbe sfogliare le prime pagine dei quotidiani locali e nazionali e leggere parole d’encomio per questa nostra martoriata regione...ogni volta, invece, sfogliare quelle pagine equivale a darsi un pugno nello stomaco; ma perché i figli di questa terra, una volta faro di cultura, sono ridotti così?. Perché non riescono a voltare pagina indirizzando la propria storia, la propria cultura, verso altre direzioni? E’ amaro, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, apprendere ancora di inchieste, indagini e arresti di esponenti del passato governo regionale; se fosse vero tutto quello che trapela dal mondo della giustizia intorno alla delicata vicenda che vede coinvolti nomi noti e meno noti, ebbene, allora sarebbe veramente un disastro, dovremmo sentirci tutti, nessuno escluso, feriti nell’orgoglio e orfani, ognuno, della propria dignità. Il tutto, mentre a livello locale, provinciale e regionale si discute su come captare le risorse necessarie per liberare i nostri mari e i nostri fiumi dalla piaga dell’inquinamento sempre più incancrenita...già, chiedo scusa, non si tratterebbe di inquinamento, bensì, di sporcizia, per come mi è capitato di leggere e ascoltare lo scorso anno; per favore, qualcuno mi spiega la differenza? I risultati di questa sporcizia, invece, sono sotto gli occhi di tutti, anzi, a ben guardare proprio di tutti no, magari sotto gli occhi di chi non li tiene ben celati sotto la sabbia; concedetemi, però, un’osservazione, che, per carità, non vuol essere una critica: ma perché, se vi erano tali certezze, non si è proceduto prima in questa direzione, magari quando ognuno era saldamente al suo posto...un posto di comando e di potere? Questo, per me, rimarrà un mistero anche perché sembra di leggere un copione già scritto: una, dieci, cento volte. Confidando nella magistratura rimango in attesa dell’evolversi degli eventi speriamo, solo, che la verità, quella vera però, possa emergere dalle paludi dei sospetti, degli indizi e dei reati. Credetemi, mi sento male a scrivere sempre di queste cose, aiutatemi a vedere dell’altro, io, purtroppo, da solo, perché mi sento solo, proprio non ci riesco. In effetti, a ben guardare, qualcosa in "odore" di primato in Calabria esiste veramente e, a momenti, me ne dimenticavo, la ndrangheta! È notizia di questi giorni, infatti, che questa "sana"organizzazione abbia, finalmente, ed era ora aggiungo io, scalato la vetta della classifica del malaffare collocandosi al primo posto nel mondo; ma che bella soddisfazione, ora da calabrese verace potrò sbandierarlo con estrema fierezza ovunque mi capiterà di andare...e poi dicono che siamo sempre ultimi! Signori miei è veramente triste osservare quei pochi imprenditori di coraggio essere strangolati, uno per volta e in maniera lenta e angosciante, da questa anaconda assassina che si muove nel sottobosco dell’omertà, della vigliaccheria e della violenza; Se non fossi così convinto che le cose un giorno potrebbero cambiare a patto che ognuno prenda coscienza dei propri mezzi...farei la mia brava valigia di cartone per emigrare dove cultura, educazione, orgoglio e serietà non siano così sconosciuti come da queste parti.


Quanti avvisi!
giovedì 20 ottobre 2005 di Mariano Marchese

Quanti avvisi di garanzia, quante parole, quanto tempo, quanto denaro dei contribuenti...quante assoluzioni! Mi riferisco alla vicenda legata al Processo "Tamburo" che ha visto coinvolti personaggi noti e meno noti, inizialmente ritenuti responsabili dello scempio perpetrato ai danni dell’autostrada A3 (insomma la Salerno -Reggio Calabria) che poi, invece, a fine processo sono risultati tutti o quasi tutti innocenti perché non responsabili di quanto era stato loro contestato: insomma tutta brava gente! Intendiamoci, non voglio certo sindacare l’operato dei magistrati che si sono occupati dell’intera vicenda giungendo a ben quarantuno assoluzioni e sette condanne ma, permettetemi qualche riflessione a "rigo scritto" piuttosto che a voce alta...ad esempio non andiamo lontani dal vero se affermiamo che, evidentemente, la giustizia non sempre ha i mezzi necessari per individuare gli autori dei reati e per assicurarli alle patrie galere; il caso in questione rafforza quanto da me asserito, infatti, ci troviamo di fronte ad un’infrastruttura realizzata con i piedi, per non dire altro, che, per la sua riconosciuta pericolosità, ha cagionato numerosi incidenti alcuni dei quali mortali falciando povere anime innocenti ree solo del fatto di essersi trovate nel posto sbagliato (dalle nostre parti è sempre il posto sbagliato) nel momento sbagliato, per non parlare poi della lungaggine dei lavori di ammodernamento (e chiamiamolo pure ammodernamento) che dilatano cronicamente i tempi di consegna dell’intera arteria prevista inizialmente per il 2006! E del denaro pubblico ne vogliamo parlare? Bene parliamone, l’intera somma stanziata per la realizzazione della stessa è già stata spesa per intero mentre i lavori realizzati coprono appena il cinquanta per cento! Ma dove sono finiti tutti quei soldi? Nessuno lo sa perché sono tutti innocenti. Ebbene i responsabili di tutto questo scorazzano ancora liberi alla facciaccia mia e vostra, anzi sorridono allegri trascorrendo il loro tempo a contare i proventi del malaffare in cui sguazzano beati; aggiungo ancora qualcosina, così, tanto per gradire...ricordate il tratto di autostrada compreso tra Tarsia e Cosenza? Bene, allora, ricorderete anche che quello stesso tratto è stato sotto sequestro per anni proprio a causa della sua pericolosità derivante da lavori eseguiti non proprio a perfetta regola d’arte per non dire altro! Ebbene, la sentenza di cui ci occupiamo in questa sede comporta il dissequestro dell’intero tratto, come a dire che da oggi, pur senza interventi migliorativi ciò che era pericoloso non risulta esserlo più...e buonanotte ai suonatori; Non voglio condannare chi è stato ritenuto innocente, però chiedo che i colpevoli siano individuati e puniti per i danni arrecati...è chiedere troppo?


Calcio e follia.
martedì 20 settembre 2005 di Mariano Marchese

Credevo di non dover parlare mai più di calcio e invece eccomi qua a raccontarvi scene di ordinaria follia che offendono una città incredula oltre che l’intero mondo di uno sport che ormai è diventato altro...Si, cari lettori credevo di non dover parlare mai più di calcio dopo ciò che avevo visto a Cosenza in occasione di un derby con il Catanzaro prima e nella tranquilla Monopoli, in terra di Lucania, poi per una partita che doveva essere di commiato al campionato e che invece si trasformò in vera e propria inspiegabile guerriglia. A Cosenza ci furono gravissime responsabilità delle forze dell’ordine ( i cosiddetti celerini) che provenivano da altri centri della regione; ricordo con terrore quella che doveva essere una semplice partita di calcio e che invece fu occasione di scontro ad altissimi livelli tra una cittadinanza che ancora oggi, dopo quasi venti anni, s’interroga sui motivi di tanta violenza e quei signori in divisa antisommossa che si lasciarono andare a gesti che offendono la dignità di un corpo di polizia; ricordo gli inseguimenti di quei signori tra le vie attigue allo stadio S.Vito fin dentro le abitazioni di privati che si sono visti sfondare le porte d’ingresso senza un valido motivo e le botte, botte da orbi tante quante non ne avevo mai viste fino a quel tragico momento, io stesso fui aggredito durante una carica di lor signori reo solo di essermi letteralmente accartocciato su una signora in stato interessante nel tentativo di proteggerla dalle manganellate! A Monopoli fu ancora più assurdo perché la nostra squadra era stata matematicamente promossa mentre quella locale era praticamente salva; nonostante ciò si scatenò l’inferno , autovetture capovolte alcune delle quali furono bruciate, vetri infranti, grida, botte, sirene e chi più ne ha più ne metta....quella fu la goccia che fece traboccare il mio personalissimo vaso! Da allora le scene di violenza che meriterebbero pene severissime oltre che provvedimenti d’altra natura si sono susseguite fino a farne perdere il conto e domenica 18 settembre a Eboli è accaduto l’rreparabile, un episodio che mi auguro faccia finalmente riflettere il tifoso sul proprio ruolo di dodicesimo uomo in campo: vergogna! A tal proposito sono contento di aver appreso che Presidente e allenatore del Cosenza calcio si dimetteranno solidalmente dai rispettivi incarichi, entrambi delusi e disgustati dalla scene alle quali sono stati costretti ad assistere oltre che a viverle di persona; Vergogna, vergogna e ancora vergogna questo mi sento di dire nei confronti di quanti tentano di dipingere la propria violenza con i colori della propria squadra di appartenenza facendo del male ad uno sport già agonizzante che non è neanche lontanamente paragonabile a quello dei tempi di Sivori, Mazzola, Rivera, Pelè e Platinì; credo che una sospensione di tutti i campionati farebbe bene a questo sport rappresentando anche un momento di riflessione per quei tifosi che tali non sono ma comuni delinquenti.


Due pesi...
giovedì 8 settembre 2005 di Mariano Marchese

In questi ultimi tempi mi capita spesso di andare in Sicilia, per la precisione a Palermo, e altrettanto spesso mi capita di paragonare due realtà che dovrebbero essere simili ma che invece sono distanti anni luce... le realtà di cui parlo sono la Calabria e la Sicilia, così vicine ma così lontane...lontane molto di più rispetto al breve tratto di mare che le separa geograficamente. Allora io mi domando perché... perché ogni volta che sono al di la dello stretto debbo avvertire un profondo senso di rabbia che attanaglia la mia anima; la rabbia cresce dentro man mano che mi inoltro nel ventre verde e pacioso dell’isola sicula, un’isola che ha saputo trovare il bandolo della matassa per spiccare quel salto di qualità che, purtroppo, la nostra regione non riesce a fare. Poi, però, mi chiedo quanta volontà ci sia, dalle nostre parti, di volerlo fare, quel salto: la risposta, ovvia, la trovo tra mie riflessioni! Quanta voglia di cambiamento può esserci in una terra legata alla lamentela piuttosto che alla fattiva operosità, fatte salve, ovviamente, le dovute eccezioni? Quanta voglia di cambiare può esserci in quegli operatori che non vedono l’ora che la bella stagione finisca perché... "sti turisti mo c’hannu proprio siccatu, ma picchì u ssi nni vannu ara casa loro"? Passato lo stretto, però, le cose cambiano e anche tanto! In Sicilia ciò che ti colpisce è la disponibilità della gente, anche l’educazione, perché no, e la voglia di cambiamento che traspare da quello che ti circonda; posso affermare ciò in virtù di un’assidua frequentazione dell’isola, che mi permette di verificare le mutazioni verificatesi negli anni; poi esistono i denigratori che, nella nostra terra, non mancano mai...ma si sa che dalle nostre parti quando qualcuno è meglio di noi, allora... non vale niente e che i risultati ottenuti (magari migliori dei nostri) sono solo il frutto maturo delle pesanti raccomandazioni! Perché non dovrei scrivere ciò che vedo? Perché, ad esempio, non dovrei raccontare che a Palermo su cento volte che capita di attraversare sulle strisce pedonali almeno novanta gli automobilisti si fermano rispettosamente per cedere il passo ai pedoni? A Cosenza, invece, per cento volte che mi è capitato di attraversare le strade della città (ovviamente sulle strisce pedonali) non riesco a contare le volte in cui ho rischiato l’arrotamento! E i commercianti? Be, in Sicilia entri in un negozio e le commesse sono capaci di smontartelo pur di soddisfare le tue richieste, dalle nostre parti...tranne le dovute eccezioni (che però confermano la regola) meglio non soffermarsi sull’argomento. Poi capita di voler fare un bagno a mare e... lascio a voi concludere la frase per come sentite in cuor vostro di volerla completare! Non è solo questo, parliamo di infrastrutture, di economia, di voglia fattiva di riscatto...e tanto altro; lasciatemi dire che anche la mafia è più intelligente della nostra...proprio non pensavo che un giorno avrei usato queste parole!


Mare da bere?
domenica 4 settembre 2005 di Mariano Marchese

Ci approssimiamo all’ autunno, ma consentitemi di fare una riflessione che poco c’entra con questo periodo. Per qualche strana alchimia, in Calabria, alla fine della stagione estiva, il mare diventa cristallino, non rimanendo traccia alcuna, (almeno apparente) di quell’inquinamento che ha riempito gli ospedali di mezza costa tirrenica a causa delle tante infezioni verificatesi ai danni dei bagnanti. Cari lettori la questione è molto seria, in quanto, dalle nostre parti, le cose evidentemente, funzionano alla rovescia. Mi spiego meglio, perché vorrei cercare di capire insieme a voi il motivo di tanta dabbenaggine. Durante tutto l’arco del periodo estivo, appena trascorso, abbiamo assistito ad uno spettacolo veramente offensivo: il mare, o, per meglio dire i nostri due mari, si sono presentati all’appuntamento con i bagnanti in condizioni vergognose e al limite della balneabilità; dallo ionio al tirreno sono piovute le più varie lamentele e, per così dire, alcune irripetibili e intense "maledizioni", da fare sentire ogni vero calabrese veramente mortificato. Quello che, però, dovrebbe infastidirci maggiormente è rappresentato dal fatto che, come ogni anno, sempre le solite isole felici risultino esenti da tali problematiche; mi riferisco ad esempio, alla zona compresa tra le località di Pizzo e Capo Vaticano, per quanto concerne il tirreno, mentre quella tra Botricello e Copanello, per quanto riguarda lo Ionio. Penso venga spontaneo domandarsi il perché di una tale curiosa situazione, o no? Ma la problematica più affascinante rimane quella che nel pieno della stagione estiva che, poi, dalle nostre parti, si riduce a soli venti giorni, il mare diventi, fino a prova del contrario, impraticabile mentre, a stagione finita, cioè dai primi di settembre, verrebbe voglia di berla quell’acqua...eppure trattasi dello stesso mare! Non definitemi pesante ma, proprio, non riesco a spiegarmelo! A questo punto se da un certo periodo dell’anno, stando a quello che vediamo con i nostri occhi, il mare può essere pulito, anzi, cristallino, evidentemente esistono gravissime responsabilità da parte di qualcuno che avrebbe dovuto fare qualcosa che, chiaramente, non ha fatto. Certo, non è nostro onere quello di rintracciare i colpevoli di tale situazione bensì delle autorità competenti alle quali giriamo queste nostre ultime osservazioni, al fine di fare la chiarezza necessaria su questo strano mistero che, forse, tanto misterioso non è! La cosa più vergognosa è rappresentata dal fatto che qualcuno si ostina a fornire dati che vorrebbero confutare, senza però riuscirci, ciò che abbiamo davanti agli occhi; del resto si è arrivati a sbandierare dati entusiasmanti in merito alla presenza di turisti in Calabria quando sappiamo bene che la realtà alberga in altro luogo...se è così che si vuole far decollare una Regione in crisi d’identità non mi resta che chiudere con una frase mutuata da una canzone di Daniele Silvestri che recita testualmente : " più in basso di così non ci resta che scavare"


Passato il Santo...
venerdì 2 settembre 2005 di Mariano Marchese

Passato il santo... passata la festa! Questo sembra essere il motto che troneggia nella nostra terra...e non solo; mi spiego meglio..."un mare da bere" era (sarebbe scorretto usare il presente) lo slogan-tormentone urlato con forza e spavalderia dalla nuova giunta di centro sinistra e dal suo Presidente appena insediati sugli scranni dell’ente Provincia di Cosenza...poi a qualcuno è capitato di berlo davvero ed è successo che è finito in ospedale per farsi curare! Altrettanto clamorosa è stata la posizione assunta dalla nuova Giunta di centro-sinistra insediatasi alla Regione Calabria: aveva promesso, urlandolo al mondo intero, un’estate all’insegna del mare pulito, insomma la doppia perla di un mediterraneo, in realtà ormai agonizzante, più volte reclamizzata in tv... è finita poi con le scuse del super-Presidente Loiero a tutti quegli italiani che, nella passata stagione turistica, hanno deciso di trascorrere le proprie ferie nella nostra regione. Il motivo delle scuse? Indovinate un po’...proprio le pessime condizioni del "mare nostrum". Con le precedenti giunte di centro-destra, bisogna dirlo, non è che le cose andavano meglio anzi...qualche passato Assessore, di fronte alle giuste lamentele dei turisti (calabresi e non) è arrivato a negare clamorosamente (leggi sfacciatamente) la verità, sostenendo la purezza delle acque quando, invece, il mare faceva letteralmente schifo e le sue azzurre acque, piuttosto che da impavidi bagnanti, erano solcate ciclicamente da chiazze di immondizia puzzolente oltre che da una strana schiuma deprimente. Ai limiti del ridicolo o del drammatico, fate un po’ voi, sono state, poi, le dichiarazioni di qualcun altro, che è arrivato al punto di affermare, quasi con soddisfazione (la soddisfazione degli incoscienti) che il mare non era inquinato bensì sporco(??) ( chissà a quale differenza voleva far riferimento!) Da esseri pensanti e mediamente intelligenti, cosa si dovrebbe rispondere a lor signori quando propinano simili affermazioni? Meglio tacere... Comunque, e torno all’argomento principale di questo editoriale, da un po’ di tempo non si parla più d’inquinamento né di interventi risanatori in grado di assicurarci un bagno ristoratore durante il prossimo periodo estivo che, nel frattempo, si avvicina. E’ giusto o no, parlare di Santi e di feste passati? L’associazione Neutrergon, (movimento per la tutela dei diritti umani) di cui mi onoro di esserne il presidente, aveva lanciato delle proposte, addirittura partendo dai fiumi, principale fonte d’inquinamento del mare. Si parlava di creare un corpo di polizia fluviale, di valorizzare il fiume Crati rendendolo navigabile in alcuni tratti, magari aggiungendo la creazione di parchi fluviali a tema archeologico nel tratto ionico. Si sono avanzate mille proposte sino a giungere alla creazione della figura del Magistrato delle acque anche nella nostra regione; tutti erano d’accordo, qualcuno ne ha fatto la bandiera per la propria campagna elettorale...poi il silenzio!


Dolce estate.
venerdì 2 settembre 2005 di Mariano Marchese

Da molti anni, di questi periodi, mi pongo sempre la stessa domanda e la cosa mi avvilisce perché significa che non trovo la risposta che cerco; mi domando perché, in Calabria, soprattutto in provincia di Cosenza, la stagione estiva, turisticamente parlando, cominci intorno alla prima settimana di agosto per concludersi verso la fine dello stesso mese. Certo, si parla di crisi economica (in verità ormai da tempo immemorabile) e l’argomento viene, puntualmente, liquidato adducendo, proprio, tale motivazione. Se ciò fosse vero, però, un’altra domanda nascerebbe spontanea, ovvero, questa benedetta crisi economica non dovrebbe coinvolgere tutto il nostro paese comprese le altre province calabresi?A ben guardare le cose non stanno proprio così, infatti, in altre regioni del bel paese, sin dal mese di giugno, gli stabilimenti balneari al pari dei tratti di spiaggia considerata "libera", sono popolati da vacanzieri che, oltretutto, muovono l’economia di quelle zone turistiche. Dalle nostre parti, se vogliamo veramente intraprendere un cammino di verità, le spiagge vivono, eccezion fatta per i week-end, periodi di beata solitudine...ma fosse solo questo, in realtà c’è di più; per esperienza personale, infatti, posso affermare che, nei giorni infrasettimanali, se si volesse decidere di sfuggire alla calura estiva e di andare a dormire baciati dalla fresca brezza marina, l’indomani, quando si sarebbe pronti ad affrontare una nuova giornata di lavoro, alle ore otto della mattina, prima di ripartire, saremmo costretti a lunghi giri prima di trovare un bar aperto per poter gustare un buon caffè ristoratore; la cosa più simpatica da un lato ma, angosciante dall’altro, è la risposta che, purtroppo, viene fornita per dare una spiegazione più o meno plausibile a questa imbarazzante situazione, che è la seguente: -"olla, ma chini na fa fa a ni risbiglià priastu pi rapa su barru si pu u’ nn’ c’è nissunu ca si piglia nenti?"- che tradotto in italiano corrente significherebbe -"ma chi ce la fa fare a svegliarci in orario per aprire il nostro bar se poi non viene nessun turista a consumare?" - ecco, signori miei, è questa la tragicomica realtà che affligge il tirreno casentino, fatte le dovute eccezioni. Un dato è certo, il turismo vive e neanche tanto bene solo a cavallo di ferragosto per poi scemare miseramente subito dopo. A pensarci bene, però, bisognerebbe chiedersi perché il turista dovrebbe fare tappa proprio dalle nostre parti? In fondo, cosa offriamo per calamitare la sua attenzione? E, piano piano, siamo giunti al capolinea! Il nulla più assoluto se leviamo alcune manifestazioni distribuite lungo i paesi della costa come, ad esempio, la sagra della melanzana, il concorso fotografico, alcune feste religiose senza tradizione e la mostra di prodotti tipici con degustazione quando e dove è prevista...Se poi ci soffermassimo un solo attimo a valutare le infrastrutture che conducono in Calabria...ecco, perché non lo facciamo veramente?


Ferie e intemperie.
lunedì 8 agosto 2005 di Mariano Marchese

Cari lettori, siamo finalmente giunti alle tanto agognate ferie estive, pertanto, ci rivedremo fra un po’ di tempo sempre su questa rubrica. Alcune riflessioni, però! Partendo, infatti, dalla comune e assodata opinione che la realtà calabrese non brilla per efficienza e lungimiranza ( fatte le dovute, solite eccezioni) ci si è trovati in palese disaccordo su quale delle due realtà espresse dalla provincia di Cosenza, quella tirrenica e quella jonica, prevalga per efficienza e lungimiranza -ovviamente di misura- l’una sull’altra: da qui le due verità soggettive emerse di cui parlavo in precedenza! Infatti, da un lato il caro Emilio ha impalmato la costa tirrenica perché meglio organizzata e, di conseguenza, più efficiente, ovviamente tenendo sempre in considerazione il punto di partenza rappresentato dalla tristezza della nostra terra, dall’altro, il sottoscritto che ha assegnato, molto di misura, la palma della vittoria alla costa jonica perchè più fruibile nel suo complesso, almeno per potenzialità oggettive. Vorrei coinvolgere anche voi, cari lettori, sull’argomento invitandovi a visitare personalmente queste due realtà anche alla luce degli ultimi avvenimenti che, definire vergognosi, è veramente poco. Infatti, a stagione iniziata, le condizioni di fruibilità del mare, lungo l’intero arco della cosa tirrenica sono al limite del collasso, anzi, dell’infarto! Enormi chiazze di sporcizia,di natura non meglio identificata, cavalcano, con mortificante quotidianità, le onde al posto dei soliti turisti che, dal canto loro, mestamente, rimangono sulle spiagge delle varie località balneari in attesa di tempi migliori che,nel frattempo, tardano ad arrivare. Ma c’è di più, infatti, conti alle mani e portafogli ben celati in tasca, il costo di un’abitazione decente (a volte nemmeno quello)si aggira tra i duemila e i duemila e cinquecento euro per il mese di agosto! Follia? NO, Realtà! Realtà amara per quanti quelle cifre le hanno dovute sborsare per rimanere sul bagnasciuga a scrutare le condizioni di fruibilità del tirreno casentino, magari recitando a memoria la lista dei santi contenuta sui moderni calendari. Per alleviare tali condizioni di inopinabile fastidio la Regione Calabria ha inteso, allora, mandare in scena una striscia quotidiana, rigorosamente dal vivo, di comicità fuori dal comune. Infatti, delle piccole imbarcazioni, in verità, soltanto una, pilotata da un improbabile capitano senza fronzoli né orpelli, sfida le chiazze di liquame marrone che minaccia il turismo locale ponendosi sulle loro tracce, raggiungendole, tentando, quindi, di ripulirle... ma lo spettacolo dove sarebbe chiederete voi? Eccovi serviti, dopo il passaggio della potente barca, come per comica magia, le chiazze risucchiate all’interno del natante ricompaiono più consistenti di prima! Giudicate voi...


Questione di fede?
domenica 24 luglio 2005 di Mariano Marchese

Erano ancora impresse nei nostri occhi e nei nostri cuori le immagini di morte che provenivano dalla civilissima city londinese ed ecco che quegli stessi occhi sono stati costretti ad osservare ancora altro orrore, altro sangue, altra sofferenza...la nostra dignità di uomini liberi, secondo il concetto di universalità senza confini, è stata sepolta sotto cumuli di macerie fumanti, è stata macchiata dal sangue delle vittime che, ancora una volta, sono state immolate in nome di un qualcosa che non ci appartiene ovvero la violenza. I bastardi che hanno rivendicato i vili attentati, evidentemente, non si sono resi conto del grave errore che hanno commesso nei confronti degli uomini, della storia e, perché no anche nei confronti del mondo islamico che trova il suo riferimento più importante nel profeta Maometto! Già, perché adesso, con l’attentato, anzi, con gli attentati vili e disumani perpetrati in un paese islamico qual è l’Egitto, seppur moderato in quanto a politica e religione, non potranno più nascondersi dietro la causa che conosciamo tutti; no, oggi non più perché hanno versato anche sangue islamico e lo hanno fatto senza pensarci su due volte; è vero anche che, purtroppo, sono stati immolati molti occidentali, ma, di contro, nel bazar preso di mira in quella parte d’Egitto tanto amata dal turismo mondiale c’erano solo egiziani, quegli stessi figli di Maometto che, fino a ieri, questi bastardi di kamikaze dichiaravano di difendere dai figli di satana, ovvero, noi occidentali! Da oggi i figli sanguinari di satana sono diventati proprio loro e le conferme, in tal senso, non sono mancate; le prime reazioni del mondo arabo, infatti, non sono tardate ad arrivare, dure reazioni di condanna che confermano l’estraneità del mondo islamico con i vili attentati che si stanno verificando in molti paesi del mondo; tali reazioni contengono impliciti inviti a tutte le nazioni allo scopo di rimanere tutti uniti, senza distinzioni di razze e religioni, contro queste vili forme di terrorismo che stanno insanguinando un mondo attonito e triste nel bieco tentativo di avviare la nuova jhihad; cari senza fede nè Dio, siete giunti al capolinea! Finalmente vi siete tirati la cosiddetta zappa sui piedi, avete commesso l’imperdonabile errore di cui pagherete le dovute conseguenze! Però, noi occidentali sarebbe ora che cominciassimo a porci delle domande come, ad esempio, se invece di armi, strategia politica, prodotti di largo consumo avessimo esportato cultura le cose sarebbero potute andare diversamente? Io dico di si, infatti la politica della violenza senza dialogo può attecchire solo laddove c’è ignoranza e la storia è piena di esempi in tal senso; come dice un vecchio adagio non è mai troppo tardi e allora proviamo a cambiare le cose esportando cultura e smettendo di sostenere questa o quella fazione che, un giorno ci si ritorcerà contro com’è già accaduto...la cultura non può essere estirpata né presta il fianco alla violenza.


Usi e abusi.
martedì 12 luglio 2005 di Mariano Marchese

E’ amaro dover mortificare la propria libertà di pensiero su richiesta, più o meno gentile, di sconosciuti senza volto, ma la cosa non sarebbe meno amara se questi sconosciuti fossero, invece, conosciuti e con un volto ben delineato, non pare anche a te caro lettore? Il punto, in fondo, è che in questa terra maledetta bisogna ancora imparare a sentirsi veramente liberi, bisogna avere il coraggio di spezzare le catene di una paura, purtroppo, ancora sempre presente sul palcoscenico della nostra vita; il profumo della libertà è una cosa meravigliosa, essere liberi è una cosa meravigliosa e non avere padroni è fondamentale per poter anche solo immaginare di voler conseguire un risultato o inseguire un obiettivo, magari la propria chimera personale. E’ bello poter inseguire i propri sogni, le proprie aspirazioni e sarebbe delittuoso verso se stessi sacrificarli in nome di un buco nero chiamato paura; per carità, non mi sento di condannare chi ha paura perché, da queste parti, è veramente difficile non averne; come difficile è pensare di avviare una semplice attività commerciale o professionale, infatti, in questi casi, tante sono le incognite di varia natura che portano alla titubanza se non, addirittura alla rinuncia supportata da un morticante "ma chi me lo fa fare". Però, un pensiero sconvolge la mia mente, ovvero, come si può pensare di crescere, come si può pensare di uscire dalla preoccupante situazione di stallo in cui ci troviamo se non si pensa anche al cambiamento? Cambiamento significa anche coraggio, coraggio di essere se stessi sempre anche quando sugli steli della nostra esistenza incontriamo le prime pungenti spine che fanno male, che pungono lacerando carni e pensieri; forse è proprio nei momenti più difficile che dovremmo far uscire tutto il nostro positivo ma la domanda è se, dopo tanta sofferenza, esista ancora dentro di noi quel positivo che apre il cuore alla speranza. Io penso di si, ho fiducia nel popolo calabrese, sono convinto che, prima o poi, saprà prendere coscienza dei propri mezzi in maniera consapevole, riuscendo, così, a riappropriarsi di ciò che gli appartiene, in primis coraggio e dignità, strumenti con i quali combattere omertà, paura e immobilismo. Voglio vederlo roseo il futuro che ci attende, voglio sentire viva la speranza nel cuore dei giovani che mi paiono poco interessati all’argomento; saranno loro, un giorno, a raccogliere il testimone e a dover preparare un futuro migliore alle generazioni che verranno per cui sveglia, suoniamola insieme la tromba che segnerà la riscossa di un popolo mortificato dagli eventi e dalla storia. Io ci credo e per questo ero, sono e rimarrò in prima linea contro il sopruso e l’abuso, una linea rovente e pericolosa ma so di non essere il solo, allora basta avere pazienza e costanza, basta saper attendere in trincea tra bombe e minacce perché un giorno da quella trincea usciremo a respirare la fresca aria pulita con il sapore della libertà.


Ndrangheta.
domenica 10 luglio 2005 di Mariano Marchese

Ancora un segnale, un segnale forte di quelli destinati a lasciare il segno...di chi stiamo parlando? ma della ndrangheta e di chi senno? L’ennesimo avvertimento è giunto a destinazione, l’ennesimo messaggio ha centrato il bersaglio e la magistratura è avvisata: non rompete le scatole altrimenti...che ognuno completi la frase a modo suo, tanto questo è un argomento che conosciamo tutti no? Che schifo, mi rifiuto di aderire a questa logica del sopruso, anzi proporrei a questi signori di trovarci su un campo per regolarcela con i vecchi metodi ad armi pari e con eguale numero di persone sia da una parte che dall’altra, insomma all’antica: io sono pronto e voi? Alla fine, valuteremo nella sede, a questo punto, più opportuna chi impone la legge del più forte! E’ troppo semplice, infatti, far parlare le canne dei fucili e delle pistole contro della gente inerme e impaurita benché maledettamente, ancora, troppo omertosa; ma si sa che l’omertà, nella maggior parte dei casi, è figlia della paura e di paura, da queste parti, ce n’è davvero tanta! Vi rendete conto, e mi rivolgo alle poche categorie che producono oggi nella nostra terra, che, con il silenzio, lavorate anche per loro? Per questa massa di vigliacchi che non usa le braccia o il cervello per industriarsi operosamente per portare a casa onestamente il pane quotidiano, ma solo per pretendere il denaro dagli altri disonestamente, del resto è semplice no? Tu lavori e Io sperpero,Tu lavori e mi dai parte dei tuoi guadagni perché Io non ho voglia di lavorare...e se non Ti sta bene: "boom"! Ma che cacchio di schifo è, di quale logica perversa, riluttante e inaccettabile si tratta? Alla luce di tutto questo schifo, allora, non posso che condividere le scelte fatte, in illo tempore, dal tanto vituperato Benito Mussolini, quando decise di sbattere questi sporchi parassiti sulle varie isole disseminate nel mare nostrum...poi sappiamo tutti com’è andata a finire e cioè che aiutarono gli alleati ad abbattere l’aquila nazista e...il resto è storia, il cancro mafioso degenerò in una metastasi mondiale. Poi, ogni tanto, un giudice leva gli scudi a protezione della giustizia e, anche in questo caso...sappiamo tutti come va a finire; se non lo sapete, provate a cercare qualche medium di comprovata esperienza e fatevelo spiegare dai vari Imposimato, Borsellino, Falcone e via discorrendo...magari chiedete loro anche che tipo di commistioni avevano scoperto, ma, soprattutto, tra quali poteri; poi, con calma e attenzione, rivedetevi i filmati dei loro funerali e allora si che potrete sganasciarvi dalle risate; perché? Voi fatelo e capirete! Sono triste ma non mollo, non sono Masaniello ma ne ho lo stesso furore e non smetterò mai di lottare contro chi tiene il sud in catene tra paure e minacce; Caro Stato fai anche tu la tua parte, non latitare, io sto con Facciola, magistrato integerrimo, perché lui sta, a mio avviso, dalla parte GIUSTA e tu...tu con chi stai? Allora inviaci l’esercito, cosa aspetti, con tanto di napalm e di lanciafiamme così...senza pietà per chi di pietà non ne avrà mai per nessuno.


La nuova provincia.
lunedì 27 giugno 2005 di Mariano Marchese

In Calabria, c’era una volta un sogno...quello di realizzare la sesta provincia: la Sibaritide. Un’intera popolazione da anni culla quel sogno, un sogno che sa di libertà e di affrancazione.A volte, lasciatemelo dire, quel sogno è come un destriero impazzito cavalcato da qualcuno in cerca solo di gloria. Ora, che un figlio, legittimo o adottivo, della sibaritide, politico o meno, ne possa parlare, in un bar come nelle stanze dei bottoni, nulla quaestio, anzi mi sembra doveroso; ma, che altri possano farne strumento da utilizzare per tornaconti personali questo no, non riesco proprio a tollerarlo. Chi volesse affrontare la questione della provincia della sibaritide, dovrà prima interessarsi delle innumerevoli problematiche che affliggono questo comprensorio, problemi per i quali da anni ci battiamo nel tentativo di risolverli. Problemi spinosi che bloccano lo sviluppo di un territorio schiaffeggiato e insultato da una politica fatta di abbandono e sfruttamento. Problemi che a volerne compilare una lista non basterebbe un’intera agenda. A mio modesto parere bisogna avere il buon gusto di conoscere a fondo un argomento prima di avere la presunzione di poterlo affrontare. A coloro i quali dovessero cominciare ad affrontarlo in vista di importanti scadenze elettorali inserendo questa delicata vicenda nel proprio eventuale programma con il solo scopo di calamitare il voto della gens sibarita ricordo che interverremo perché questo non accada. Di parole ne abbiamo sentite tante e le promesse di aiuto esterno sono rimaste sempre inevase. E poi, mi domando, dove erano lor signori quando si lottava per la sibaritide? Forse impegnati a cercare voti altrove, lontano da questa terra che allora non serviva e i cui voti oggi o domani potrebbero tornare utili? Hanno mai sposato la lotta contro Trenitalia rea di considerare come ultimi gli utenti della tratta ionica del cosentino? Sanno che si muore sulla 106? Se si, perché nulla hanno fatto per sensibilizzare chi di dovere? Sanno che il problema amianto, da queste parti, rappresenta una pericolosa realtà al pari delle tante discariche contro le quali la gente sibarita si organizza e scende in piazza? Sanno che la gens sibarita ha bisogno di tutelare la propria dignità? La stessa istituzione della Provincia rappresenterebbe una forma di tutela della dignità di un’ intera popolazione mortificata e abbandonata a se stessa, da qui nasce l’esigenza di autonomia; troppo semplice appellarsi alla storia come radice su cui fare attecchire questo sogno; l’oggi rappresenta, forse il motivo più forte per pretendere l’affrancazione e l’autodeterminazione, proprio alla luce delle condizioni di abbandono e sfruttamento in cui versa questo territorio. Voglio sperare che la gens sibarita sappia capire quanti veramente hanno a cuore i loro problemi e quanti invece...lascio al lettore concludere il senso della frase.


Ancora promesse...
mercoledì 8 giugno 2005 di Mariano Marchese

Che strana realtà quella della Calabria, vero mezzogiorno d’Italia (per meglio dire vera mezzanotte d’Italia!)... tutti predicano di voler cambiare le cose ma le cose, in realtà, non cambiano mai! Dopo l’ennesimo, sfrontato, omicidio mafioso, infatti, il popolo di Calabria è sceso ancora una volta nelle piazze, ancora una volta, capeggiato da una folta schiera di rappresentanti istituzionali che, ovviamente, non hanno perso l’occasione di condannare quel vile gesto (fin qui nulla da eccepire) e per promettere, quindi, interventi risolutori contro quella cancrena che sta dilaniando, giorno dopo giorno, questa terra (a parer mio e con i mezzi a disposizione, cosa molto ma molto improbabile). Una scena che ho visto tante altre volte e che, se non ricordo male, non ha mai portato i risultati promessi con l’apparente sicurezza di chi sa cosa sta dicendo; insomma, quella tanto paventata estirpazione della ndrangheta dalla Calabria non è mai avvenuta, anzi, attentato dopo attentato, bomba dopo bomba, omicidio dopo omicidio, la stessa ha addirittura imposto la propria leadership in campo locale, nazionale e mondiale: questo si che può definirsi un risultato concreto! Ai limiti del ridicolo, poi, è stata l’affermazione di Prodi quando, con piglio deciso, ha affermato che -"I voti della mafia noi non li vogliamo!"Io mi chiedo, ma come farà il centrosinistra a selezionare i voti? Interrogheranno gli elettori con le schede in mano ad un passo dall’urna sui loro trascorsi o sulle loro attuali collusioni e invitandoli, se mafiosi, a votare per il centrodestra? Questo non è dato saperlo...però di una cosa sono assolutamente certo, in una terra che trasuda mafia non ottenere anche i cosiddetti voti sporchi sarebbe auspicabile quanto impossibile; forse la frase giusta sarebbe dovuta essere: -" lotterò contro la ndrangheta per evitare alla politica ancora infiltrazioni mafiose"- Il signor Prodi questo si è ben guardato dall’affermarlo perché, forse, si è reso conto che non potrà mai essere così, almeno in questa terra maledetta di Calabria. Se è vero, infatti, che zero per zero è uguale a zero è altrettanto vero che promessa per promessa è uguale a tutto come prima e buonanotte ai suonatori!. Come non andare, allora, con la nostra mente agli esiti del processo Tamburo, celebrato proprio per punire gli eventuali autori dei tanti scempi realizzati o, per meglio dire, in corso d’opera, sulla Salerno-Reggio Calabria altrimenti detta A3? E si, cari signori, in Calabria si cambia: vi assicuro che quando lo si decide veramente, si cambia velocissimamente! Un esempio? Fino al giorno precedente la lettura della sentenza del processo Tamburo, infatti, la A3 veniva considerata ai limiti della Praticabilità tanto da decidere il sequestro di alcuni tratti e imporre limiti di velocità assurdi, poi, miracolo, l’autostrada è a perfetta regola d’arte, quindi, non è stato commesso nessun reato tanto da revocarne il sequestro! Ma, dico io, può essere possibile una cosa del genere nel secondo millennio? Ma l’avete vista l’autostrada? Erano meglio le barzellette raccontate dal povero Macario, facevano più ridere, mentre quelle attuali fanno piangere.


A volte succede...
lunedì 30 maggio 2005 di Mariano Marchese

A volte capita che qualcuno, nel corso di accese discussioni intorno alle mille problematiche che affliggono la nostra terra, si lasci andare a delle riflessioni che mi lasciano, a dir poco perplesso; riflessioni che non ti aspetteresti mai come, ad esempio, "è così che vanno le cose qui da noi, non te la prendere più di tanto perché è impossibile risolvere tutto quello che non quadra, l’essenziale è comportarsi bene perché potrebbe essere che, tale comportamento, venga visto, a sua volta, come esempio da seguire" A tali osservazioni, rispondo che il buon esempio, da solo, non basta. Infatti, penso che in questa terra ciò che manca è la fattività; cioè al pensiero troppo spesso non segue l’azione. A cosa serve, infatti, rilevare la presenza di una problematica se, poi, non si ha il coraggio di denunciarla? E a cosa serve denunciare se poi non si tenta di studiare un rimedio per risolverla? Capisco che i passaggi siano tanti ed estenuanti ma se mai si comincia mai potranno cambiare le cose. Penso, inoltre, che se nella nostra terra cominciassimo a mettere da parte campanilismi, individualismi, interessi personali e omertà forse le cose potrebbero veramente cominciare a cambiare. Riconosco che, a volte, sono troppo estremista nelle soluzioni proposte ma, ritengo che l’arma della deterrenza sia importante in un momento delicato come quello che stiamo vivendo; non lo credete anche voi? Per intenderci, non la stessa utilizzata da qualcuno che invece di tutelarci viola apertamente i nostri diritti attentando alla nostra sicurezza con comportamenti a dir poco scorretti. Un esempio servirà, forse, a chiarirci meglio il concetto: risulta, infatti, che l’organo della Polizia municipale dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini e fin qui ci siamo, poi capita di osservare alcuni zelanti rappresentanti, quando capita di vederli, che sulle nostre strade compiono dei veri e propri agguati agli automobilisti usufruendo dello strumento dell’autovelox! Ecco, mi sapete dire a che tipo di tutela ci troviamo di fronte? Credo che si tratti di tutela delle casse comunali troppo spesso vuote e, quindi, da rimpinguare. Ma che tipo di prevenzione può praticare chi nasconde questo maledetto strumento sotto i guard rail o in posti assurdi e, soprattutto, invisibili agli occhi degli automobilisti? Allora qualche provvedimento dovrebbe essere adottato per arginare questo strano fenomeno, non lo credete anche voi? Una soluzione, ad esempio, potrebbe essere rappresentata dal rendere partecipi di tale incresciosa situazione, rispettivamente, i Sigg.ri Prefetti e Procuratori della Repubblica di competenza, ovviamente con le prove di quanto denunciato, magari una bella fotografia "artigianale" per verificare l’attinenza di simili atteggiamenti con il disposto delle leggi in materia e chissà che qualcosa non cambi veramente....del resto "audax fortuna iuvat", lo dicevano anche gli antichi e, allora, facciamolo!


A proposito di terrorismo...
lunedì 23 maggio 2005 di Mariano Marchese

Una notizia sconvolgente ha fatto il giro del mondo; parrebbe, infatti, secondo fonti bene informate, che l’introvabile Bin Laden sarebbe in possesso di due ordigni ad elevatissimo potenziale distruttivo, insomma Al Quaeda disporrebbe di due superbombe in grado di attuare quella famosa distruzione di massa tanto paventata dall’ormai inerme Saddam Ussein. Un’altra notizia, altrettanto sconvolgente e scaturita nel corso di un’intervista esclusiva rilasciata da "el lobo", nome di battaglia di un personaggio dei servizi segreti spagnoli, ha gettato il mondo civile in una dimensione di dolore, sgomento e tristezza; sembrerebbe, infatti, almeno stando alle parole di "el lobo" che i morti negli attentati compiuti a Londra nei giorni scorsi sarebbero molti di più rispetto al numero fornito dalle autorità britanniche; tale, sconvolgente, rivelazione scaturirebbe da un attenta analisi dei servizi segreti spagnoli che hanno accertato la natura del materiale con il quale sarebbero stati confezionati gli ordigni della morte; insomma, quel tipo di esplosivo sarebbe devastante in maniera esponenziale rispetto al "semtex", ovvero il tipo di esplosivo utilizzato fino a ieri da queste bestie senz’anima! Se tale notizia corrispondesse al vero bisognerebbe moltiplicare il numero di vittime comunicato dalle autorità Londinesi almeno per dieci....un disastro vero e proprio. Come voi, cari lettori, sono rimasto senza parole di fronte a quanto vi sto comunicando! Mille pensieri sono sfrecciati nella mia mente e mille preoccupazioni albergano nel mio cuore e nella mia coscienza...provate ad immaginare le dimensioni catastrofiche che un altro, l’ennesimo, attentato potrebbe causare se solo quel gran figlio de puta di Bin Laden desse l’ordine di impiegare il materiale esplosivo in suo possesso; occorrerebbe la collaborazione dei servizi segreti di tutto il mondo per sperare di annullare il pericolo di una nuova strage di innocenti e, invece, cosa si viene a sapere? Semplice, che anche tra i servizi segreti dei vari Paesi esisterebbe l’invidia, quella maledetta invidia che, ormai, siamo tanto abituati a ritrovare anche nella nostra quotidianità. Infatti, stando ad altre rivelazioni shock, le operazioni antiterrorismo contro la maledetta organizzazione di Al Quaeda verrebbero spesso gonfiate attraverso i media, in pratica, si utilizzerebbero i media per mandare messaggi ai Ministeri; vengono anche riportati degli esempi a suggello di quanto affermato in tal senso, infatti, sembrerebbe che in Spagna, dove c’è molta informazione sul terrorismo di matrice islamica, si fanno molti arresti ma giusto per qualche giorno poi, tutti allegramente in libertà! Nella realtà dei fatti sarebbe solo una falsa dimostrazione di efficienza dei servizi di quel Paese nei confronti degli altri ma, di notizie veramente attendibili ce ne sarebbero ben poche; insomma la solita porcheria rivestita con il candido vello della collaborazione...questa è la nostra armata contro il terrorismo:giudicate voi!


Perchè?
sabato 21 maggio 2005 di Mariano Marchese

Ogni tanto mi piacerebbe sfogliare le prime pagine dei quotidiani locali e nazionali e leggere parole d’encomio per questa nostra martoriata regione!Ogni volta, invece, sfogliare quelle pagine equivale a darsi un pugno nello stomaco; ma perchè i figli di questa terra, una volta faro di cultura, sono ridotti così? Perchè non riescono a voltare pagina indirizzando la propria storia, la propria cultura, verso altre direzioni? E’ amaro, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, apprendere ancora di inchieste, indagini e arresti di esponenti del passato governo regionale; se fosse vero tutto quello che trapela dal mondo della giustizia intorno alla delicata vicenda che vede coinvolti nomi noti e meno noti, ebbene, allora sarebbe veramente un disastro, dovremmo sentirci tutti, nessuno escluso, feriti nell’orgoglio e orfani, ognuno, della propria dignità. Il tutto, mentre a livello locale, provinciale e regionale si discute su come captare le risorse necessarie per liberare i nostri mari e i nostri fiumi dalla piaga dell’inquinamento sempre più incancrenita? Già, chiedo scusa, non si tratterebbe di inquinamento, bensì, di sporcizia, per come mi è capitato di leggere e ascoltare lo scorso anno; per favore, qualcuno mi spiega la differenza? I risultati di questa sporcizia... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Come Tollerare...
domenica 15 maggio 2005 di Mariano Marchese

Sin da bambini ci hanno insegnato alcuni principi e valori fondamentali che avrebbero dovuto accompagnarci nel corso della nostra vita, parliamo, ad esempio, del rispetto, della tolleranza e dell’educazione; viene spontaneo, allora, porsi delle giuste domande come, ad esempio, se tali principi siano stati inculcati proprio a tutti o se a qualcuno siano stati, per qualche sconosciuto motivo, taciuti. La risposta non pare che possa innescare dubbi, in quanto, a prima e a seconda vista, pare che qualcuno proprio non sappia cosa siano nè dove si trovino! Sia chiaro, questo editoriale non vuole avere il crisma di una lezione sulla sfera dei valori, anche se, forse, ce ne sarebbe bisogno, sebbene, chi scrive non ne sarebbe stato, certamente, all’altezza, il solo scopo è quello di innescare il meccanismo della riflessione in chi lo legge. Mi vado subito a spiegare, come si può, infatti, rimanere impassibili, di fronte ad alcune pubblicità che, da qualche anno, ci vengono propinate, aggiungerei, dai principali mezzi di comunicazione? Cominciamo, ad esempio, dall’ultima panzanata propinata dal più grande gruppo automobilistico italiano, ora in evidente stato di difficoltà economica; mi riferisco allo spot televisivo in cui persone di altra nazionalità, tedeschi e giapponesi, ringraziano noi italiani per aver acquistato un loro prodotto?PER CONTINUARE IL LAVORO, CLICCARE SUL TITOLO.


Panzane?
martedì 10 maggio 2005 di Mariano Marchese

Sin da bambini ci hanno insegnato alcuni principi e valori fondamentali che avrebbero dovuto accompagnarci nel corso della nostra vita, parliamo, ad esempio, del rispetto, della tolleranza e dell’educazione; viene spontaneo, allora, porsi delle giuste domande come, ad esempio, se tali principi siano stati inculcati proprio a tutti o se a qualcuno siano stati, per qualche sconosciuto motivo, taciuti. La risposta non pare che possa innescare dubbi, in quanto, a prima e a seconda vista, pare che qualcuno proprio non sappia cosa siano né dove si trovino! Sia chiaro, questo editoriale non vuole avere il crisma di una lezione sulla sfera dei valori, anche se, forse, ce ne sarebbe bisogno, sebbene, chi scrive non ne sarebbe stato, certamente, all’altezza, il solo scopo è quello di innescare il meccanismo della riflessione in chi lo legge. Mi vado subito a spiegare, come si può, infatti, rimanere impassibili, di fronte ad alcune pubblicità che, da qualche anno, ci vengono propinate, aggiungerei, dai principali mezzi di comunicazione? Cominciamo, ad esempio, dall’ultima panzanata propinata dal più grande gruppo automobilistico italiano, ora in evidente stato di difficoltà economica; mi riferisco allo spot televisivo in cui persone di altra nazionalità, tedeschi e giapponesi, ringraziano noi italiani per aver acquistato un loro prodotto. A questo punto, il lettore si starà già chiedendo dove starebbe la panzana colossale, allora continuo nella descrizione dello spot dove una persona fuori campo, dopo aver spiegato il motivo dei ringraziamenti nei nostri confronti, invita a comprare italiano; in fine lo spot si conclude con una grande scritta che invita a mettere alla prova il prodotto italiano...probabilmente perché giudicato, dallo stesso costruttore, come migliore rispetto a quello straniero! Il tutto, ovviamente, quando le officine ufficiali risultano essere strapiene di vetture afflitte da svariati problemi benché siano ancora nuove e le statistiche, a livello mondiale, collochino le vetture italiane agli ultimi posti per livello di qualità del prodotto, sebbene ai primi posti per validità di progetto! Ma perché non investire nella ricerca e nel miglioramento del prodotto esistente piuttosto che in pubblicità? E non finisce qui, infatti, altre menzogne ci sono state propinate dalla società autostrade quando, attraverso degli spots assillanti ci illustravano percorsi alternativi, in previsione dell’estate, nel nostro e vostro meridione d’Italia martoriato da lavori in corso senza fine per l’intero tratto della A3, altrimenti detta fabbrica di San Pietro:ma dov’erano quelle segnaletiche e perché non sono stati chiusi i cantieri di lavoro,(di lavoro si fa per dire ovviamente) in quei periodi: al solito sono stati bugiardi; come bugiardi sono stati i signori di trenitalia che per molto trempo ci hanno bombardato con spots raffiguranti il famoso piccione viaggiatore che, invece di usare le ali, per raggiungere la propria destinazione, usufruiva di brillanti vagoni e comode quanto pulite poltrone...ma per cortesia, rido per non piangere comunque mi viene da aggiungere che se continuiamo a subire senza lamentarci evidentemente ci meritiamo di essere trattati in questo modo:BUONE RIFLESSIONI!


Una croce sulla libertà.
martedì 10 maggio 2005 di Mariano Marchese

Una croce, una croce nera e foriera di cattivi auspici su di una fotografia scattata, invece, in un momento lieto per suggellare gli articoli di un uomo libero e indipendente...una x sulle sue parole, sui suoi pensieri, una busta candida ma anonima recapitata all’ignaro destinatario...un freddo contenitore metallico con inneschi visibili e minacciosi posizionato "casualmente" sotto la sua abitazione...il sinistro trillo di un telefono che squarcia la quiete della notte, le tetre parole nascoste dietro il solito, vile, anonimato, condito da pesanti atti vandalici contro autovetture ree solo di averlo accompagnato nelle battaglie a tutela della dignità di un popolo mortificato dalla storia e dagli eventi... questo strano percorso è, forse, parte della sceneggiatura di uno dei tanti film sulla mafia? No, raccontiamo soltanto alcuni risvolti della vita di un uomo che, ad un certo punto della sua esistenza, ha deciso di combattere contro i tanti mulini a vento di cui è costellata la sua terra, una terra benedetta dalle cartine geografiche ma condannata dalla malvagità di uomini senza scrupoli! Raccontiamo la vita di un uomo che, nonostante tutto, continua a crederci ...raccontiamo la mia vita, molto simile a quella dei tanti che, per un verso o per l’altro, compiono un eguale percorso e che, alla fine, finiscono per impattare contro la violenza e la malvagità di chi rema in opposta direzione, ovvero, verso l’immobilismo, la paura, l’ignoranza e l’omertà, perché è proprio questo il panorama deprimente che abbiamo innanzi a noi, un panorama dove paura e omertà si alternano come il sole alla luna...Viene da chiedersi, allora, perché continuare a lottare contro questi mulini a vento recintati da insormontabili muri di gomma, a pensarci bene, però, di uomini simili la Calabria credo che ne abbia bisogno proprio per gettare le basi di un futuro nuovo, quel futuro pulito che, ognuno di voi, cari lettori, auspica ai propri figli. Alla luce delle ultime intimidazioni, alcune delle quali mi vedono coinvolto in prima persona, e che si sono verificate in tutta la Calabria negli ultimi tempi non si può che rimanere sconcertati e io lo sono, ve lo assicuro; il messaggio è chiaro, sin troppo forse, qualcuno vuole che le cose, da queste parti, non cambino mai e, allora, cosa escogita costui? Semplice, attua una politica di deterrenza preventiva, la solita deprecabile e vomitevole strategia della paura; il messaggio che io lancio, proprio in questo momento, è esattamente all’opposto, ovvero, non cediamo alla tracotante forza di questo potere invisibile, siamo gli ultimi custodi di valori in via di estinzione, valori tesi a concretizzare la novità e la pulizia in un mondo sporco e corrotto dove la malavita organizzata in molteplici forme, la fa, ormai da padrona. Ringrazio di cuore le forze dell’ordine, le istituzioni tutte e la gente cosiddetta comune per la solidarietà dimostrata in un difficile momento in cui ti chiedi se stai facendo la cosa giusta, adesso ho la risposta:si!


(Ri)prenditi l’anima!
sabato 30 aprile 2005 di Mariano Marchese

Sarebbe auspicabile che i calabresi si fermassero un attimo a riflettere sulle condizioni in cui versa la propria regione visto che, ormai, è assodato, che la Calabria rappresenta l’ultima realtà d’Europa, una triste realtà che, mi chiedo con sempre maggiore convinzione, quanto, nelle stanze dei bottoni, e, cioè, quelle che contano veramente, si voglia cambiarla in meglio. La storia, con tutti i chiaroscuri che l’hanno contraddistinta, ci insegna come i problemi rappresentino un valido strumento di controllo delle masse, una leva su cui agire per crearsi una clientela redditizia su cui fondare le proprie fortune. Rifacendomi a questi postulati che ci vengono da un saggio passato invito i calabresi a prendere atto di questa situazione, infatti, ritengo che sia veramente giunto il momento di rimboccarsi le maniche e di fare qualcosa, magari, cominciando a rialzare il capo con fierezza e caparbietà, visto che per troppo tempo, lo si è tenuto sotto la sabbia al pari degli struzzi. Fare qualcosa quindi, ma cosa? Innanzitutto, smettere di credere sempre alle storielle che ci vengono propinate, sebbene ricche di buone intenzioni, a cui, però, non hanno mai fatto seguito i fatti. Una delle storielle più proposte è rappresentata dalla chimera del colpo di spugna sul Governo precedente, un pò come accade a livello nazionale dove tutti? PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Potere e volere....
domenica 17 aprile 2005 di Mariano Marchese

Un giorno, un capo di Stato chiese al suo segretario se il Papa, Giovanni Paolo II, per intenderci, fosse da annoverare tra i potenti della terra; alla risposta affermativa del segretario, il capo di Stato, molto preoccupato, chiese, allora, di quante divisioni, quel Papa, potesse disporre e la risposta che gli fu data lo turbò non poco: nessuna! Il "presunto" grande della Terra si lasciò andare ad una risata liberatoria condita da un’affermazione che avrebbe dovuto rivedere qualche tempo più tardi, ovvero: un uomo senza eserciti non può essere considerato un pericolo nè un problema per la stabilità delle cose; quell’uomo altri non era che uno degli ultimi "capi" dell’U.R.S.S. che avrebbe dovuto assistere da impotente spettatore, poco alla volta, alla scomparsa del comunismo, al crollo del famoso muro di Berlino, e, in fine, allo smembramento di quella che, dalla storia e dagli uomini, era ritenuta la Repubblica socialista dove non avrebbe mai potuto tramontare il sole per la sua vastità assicurata da un’incrollabile stabilità; scusate se è poco! Quel piccolo uomo di nome Karol, vestito di bianco e già compromesso da quella malattia che lo costrinse ad una lunga ma fiera agonia, dimostrò all’intera umanità composta da tanti piccoli uomini... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Gli occhi di Karol.
sabato 9 aprile 2005 di Mariano Marchese

La semplice bara di cipresso recante uno stemma che trasuda umiltà e devozione ha confermato, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, l’imprimatur di eccezionalità che ha contraddistinto il percorso terreno di Papa Giovanni Paolo II “il grande”. Papa, è vero, ma soprattutto uomo con mille pregi e, scusate la mia eventuale cecità o parzialità, senza alcun difetto, almeno visibile; un uomo coraggioso e umile che ha saputo aprire il cuore degli uomini a qualcosa di nuovo, qualcosa che in tanti, compreso me, non riescono ad esprimere con le dovute parole, sebbene si sia riuscito, insieme, ad avvertirlo ognuno nel proprio io più profondo. Oggi, provo un’emozione incontenibile nell’affermare che gli occhi di Karol rappresentavano la porta d’ingresso di un viaggionell’universo del bene ancora, così, poco conosciuto a buona parte degli esseri umani; è quasi come se avesse voluto immolarsi, tra mille sofferenze, per dimostrare che solo attraverso la parolae, quindi, con il dialogo, con il calore del contatto fisico, un abbraccio o una carezza, si può tentare di unire volti, caratteri, pensieri e religioni...prova ne è l’immensa folla di credenti e non credenti che hanno invaso, pacificamente e compostamente... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Un uomo di bianco vestito...
sabato 2 aprile 2005 di Mariano Marchese

Avrei voluto parlare di autostrada e menzogne, avrei voluto denunciarvi l’ennesima clamorosa bugia perpetrata ai danni dell’utente da parte dell’ente proprietario della Salerno- Reggio che aveva promesso per le festività pasquali la riduzione dei cantieri di lavoro e lacreazione di punti di assistenza lungo tutto il percorso, o meglio, il campo di battaglia della A3 per garantire gli automobilisti da qualsiasi problematica, avrei voluto raccontarvi ciò che invece ho personalmente verificato lungo il tratto che va da Cosenza a Villa San Giovanni e, cioè, un dedalo mostruoso di cantieri senza operai, asfalto irregolare con pietrisco annesso per la gioia dei cofani delle nostre autovetture colpiti ripetutamente dalle pietruzze scagliate da chi precedeva pur se incolpevole; avrei voluto raccontarvi di quanta pazienza occorrerebbe a quanti si accingessero a percorrere quel tratto; avrei voluto confrontarmi con voi su quanto dannosa sia, per il turismo calabrese, questa intollerabile situazione, ma qualcosa di più importante credo debba essere, oggi, menzionata. Mi riferisco alla persona del Santo Padre, le cui condizioni di salute, purtroppo, sono peggiorate tanto da aver già ricevuto l’estrema unzione. Al momento in cui scrivo è ancora in vita, e vorrei tanto, quando queste riflessioni saranno lette, che lo sia altrettanto... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Scaricabarile...
mercoledì 23 marzo 2005 di Mariano Marchese

Cari lettori, sempre più numerosi e interessati, voglio parteciparvi tutto il mio stupore, condito da profondo disgusto, nell’apprendere che, l’Anas, ovvero, l’Ente proprietario della nostra autostrada interpoderale definita A3, ha affidato al collega Ripamonti il compito di presentare alla Procura della Repubblica di Cosenza un esposto-denuncia al fine di accertare e valutare (questi sono precisamente i termini dell’esposto) il comportamento dei conducenti dei mezzi pesanti che nella giornata del 25 gennaio ( e in quelle successive) scorso avrebbero causato,(solo loro ovviamente) in vari tratti della menzionata mulattiera, la tragica situazione che noi tutti ricordiamo dopo le abbondanti nevicate che hanno interessato tutto il centro sud. Bisogna doverosamente precisare che altrove, i candidi fiocchi di neve avrebbero costituito certamente un volano economico e che, invece, qui da noi, hanno rappresentato, rappresentano e, a mio parere, rappresenteranno una iattura per una terra che, per due terzi, pensate un pò, è costituita proprio da colline e montagne e che, si presume molto erroneamente, dovrebbe essere preparata a simili emergenze che poi, emergenze non dovrebbero essere! Ma valutiamo insieme, perché stimo ogni singolo lettore di questo giornale, la faccia di bronzo dell’Anas che... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Dialogando...
martedì 1 marzo 2005 di Mariano Marchese

Nel corso di un convegno organizzato dalla casa delle libertà, uno dei candidati alla Presidenza della Regione Calabria, rivolgendosi ad un’attenta platea e con molto coraggio, si è espresso, più o meno, in questi termini: " Non ho un programma da sottoporvi, non ho bacchette magiche da esibire per la risoluzione di tutti i problemi che affliggono questa nostra terra, non ho promesse da farvi nè posti di lavoro da distribuirvi, posso solo manifestare il mio impegno nella ricerca di soluzioni pratiche per tentare di cambiare le cose che, allo stato attuale, proprio, non vanno". Credo che questa affermazione abbia manifestato tutto il disagio di un uomo, o meglio, di un candidato che tentava di convincere un uditorio stanco delle solite promesse, di soluzioni miracolose che lasciano il tempo che trovano, un uditorio che, forse, per la prima volta e finalmente, vorrebbe fatti e non parole! Alla fine, il lungo applauso della platea ha sottolineato l’esigenza dei presenti e della gente in generale, di credere in qualcuno, un qualcuno che possa finalmente restituire dignità ad un popolo, quello calabrese, per troppo tempo mortificato da una politica diciamo così, un pò troppo distratta, almeno stando a quanto afferma il calabrese comune. Vedremo, qualora dovesse vincere lo schieramento di centro- destra, quali... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Regole d’oro.
lunedì 14 febbraio 2005 di Mariano Marchese

Con l’approssimarsi della nuova tornata elettorale assistiamo alla solita battaglia senza quartiere dei tanti candidati che, ancora una volta, si sfidano a colpi di "buone intenzioni! A tale proposito l’editoriale di oggi, vuole indurre il paziente lettore-elettore a riflettere su alcune valutazioni che dovrebbe fare nella cabina elettorale prima di accordare la sua fiducia a questo o quel candidato; innanzitutto, bisognerebbe tassativamente valutarne la rettitudine morale, e, questo, al fine di preservare la politica da arruffoni di vario genere. Come dire "prevenire piuttosto che curare"! La seconda valutazione che un buon elettore dovrebbe fare riguarda il percorso politico del candidato, verificare con cura il numero di "casacche" indossate dallo stesso nel corso degli anni per valutarne il grado di coerenza; come si può accordare, infatti, la propria fiducia ad un soggetto politico che "salta lo steccato" dopo essersi proposto come baluardo insormontabile di uno schieramento per anni, contraddicendo, in questo modo, il suo elettorato, se stesso, i propri ideali, che finiscono, inevitabilmente, per diventare quelli contro i quali, a torto o a ragione, ha combattuto, e, in ultimo la propria coscienza politica. A proposito di coscienza, quale e come potrebbe classificarsi quella di un elettore che dovesse votare proprio quel personaggio politico, dopo avergli accordato la sua fiducia allorquando militava sotto una certa bandiera politica? Ecco, cari lettori, è successo di tutto fino ad oggi, facciamo in modo di avercela una coscienza, perché proprio questa potrà permetterci di esprimere, a testa alta, ognuno il proprio parere... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




Arrestiamone uno...
venerdì 4 febbraio 2005 di Mariano Marchese

Cari lettori, siamo giunti veramente alla frutta... e attendiamo il dessert! Sono appena trascorsi i giorni della memoria, della Shoah, giorni densi di commemorazioni per non dimenticare gli scempi della seconda guerra mondiale. Aggiungo, però, che bisognerebbe cominciare a commemorare i tanti scempi perpretati negli ultimi cinquant’anni nei confronti degli italiani in generale e dei meridionali in particolare. Avevamo, infatti, dimenticato le centinaia di automobilisti che, lo scorso inverno, rimasero intrappolati lungo la mulattiera, com’è stata giustamente definita dal presidentissimo Luca Cordero di Montezemolo, rappresentata dalla Salerno-Reggio Calabria, per via delle avverse condizioni climatiche che avevano portato sul meridione d’Italia vento, pioggia e neve, tanta neve. Molti automobilisti, infatti, in quei terribili giorni, rimasero bloccati nel tratto della disgraziata A3, compreso tra Pontecagnano e Lauria, bloccati nelle proprie autovetture senza aiuti immediati, prigionieri dell’incapacità di chi avrebbe dovuto provvedere a tutelarli da tutto quello che, invece, furono spudoratamente costretti a subire: vergogna. Arrivarono, allora, le prime giustificazioni, ovvero, che l’evento era stato di natura eccezionale e che, comunque, presto, ci si sarebbe attrezzati per il futuro, proprio per prevenire eventuali altre, simili, situazioni di disagio per gli automobilisti in transito sulla maledetta arteria in questione; passato il Santo, passata la festa! PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Ah, la coscienza!
giovedì 27 gennaio 2005 di Mariano Marchese

Carissimi lettori, mi piacerebbe smuovere le vostre coscienze attraverso un breve "excursus" di problematiche ad ampio respiro che affliggono, ormai cronicamente, il nostro quotidiano e di cui, come sempre, mi assumo ogni tipo di responsabilità sia civile che penale; il mio pensiero va alle migliaia di docenti ancora senza una cattedra che attendono invano l’assegnazione di un posto di lavoro che dovrebbe essere garantito dallo Stato, che invece, al solito, nicchia, senza pudore, da destra, da sinistra e dal centro, mentre cerca di prendere tempo attraverso un cumulo di umilianti bugie condite da mille inutili promesse; e come non pensare alla categoria dei pensionati, sempre più nutrita, che stenta ad arrivare, nella maggioranza dei casi, alla fine del mese per l’esiguità delle somme percepite; questo fa da contraltare, ad esempio, alla ristretta cerchia dei super fortunati che percepiscono le famose pensioni d’oro di centinaia di migliaia di Euro all’anno, e me ne domando il perché, quale la differenza tra i soggetti in questione; a tal proposito come non accennare agli incentivi sullo stipendio che sono stati garantiti a coloro i quali, nella pubblica amministrazione, sarebbero in età pensionabile, per indurli a rimanere ancora qualche anno in attività, il tutto al fine di preservare le casse dello stato che, però, vengono svuotate in altro modo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Anno nuovo, speranze antiche.
mercoledì 12 gennaio 2005 di Mariano Marchese

Cari lettori abbiamo appena fatto l’ennesimo balzo in avanti in questo nuovo millennio; eccoci finalmente giunti nella casella 2005! Ricordo quel lontano primo gennaio dell’anno 2000 quando tuonavano le promesse e si sbandieravano programmi per il millennio che avrebbe dovuto portare gioia, felicità, lavoro e sicurezza per tutti gli italiani e, soprattutto per noi calabresi e sappiamo tutti com’è andata a finire! Lasciamo quindi la casella numero 2004 in cui abbiamo trovato ancora morti sulla statale ionica 106 ma non i soldi per renderla quantomeno sicura; sempre nella stessa casella abbiamo trovato gli interminabili lavori del tratto calabrese dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria che in 365 giorni hanno certosinamente scippato la pazienza degli automobilisti oltre a innumerevoli vite umane colpevoli solo di aver deciso di usufruire di tale vergognosa arteria, non abbiamo, però, ancora trovato (dubito seriamente che li troveremo mai) i responsabili di un simile scempio che è innanzi ai nostri occhi e dentro le coscienze di noi tutti solo "assoluzioni" per il momento; rovistando ancora tra i regali che i calabresi hanno avuto modo di trovare nella casella di vita numero 2004 troviamo i cadaveri cagionati dalla Ndrangheta, che ci ha garantito le prime pagine dei quotidiani con i morti ammazzati...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


... E guardiamo avanti, nonostante tutto.
sabato 1 gennaio 2005 di Mariano Marchese

A ben riflettere su quest’anno che se ne va, possiamo concludere che, come al solito, tra tutte le cancrene di cui è vittima la nostra Società ve n’è una che spicca su tutte, ovvero quella rappresentata dalla mafia. Questa piaga sta lentamente stroncando il decollo di un’economia che, già di suo, è oramai al collasso. Questa mafia che risponde al nome di "ndrangheta", camorra, etc. ha ormai scalato i vertici del malaffare mondiale occupando di diritto le prime posizioni. Ma come può essere possibile che non la si riesca a debellare? Ci si sente in difficoltà al pensiero che undicimila lavoratori dell’A.F.O.R. (forestazione calabrese) sfidino pioggia e freddo in difesa del proprio posto di lavoro, molti dei quali padri di famiglia che vivono di pochi Euro pur lavorando le canoniche otto ore al giorno, mentre i cosiddetti mafiosi, proprio nel momento in cui mi accingo a scrivere queste mie riflessioni, stano contando fiumi di denaro frutto di proventi illeciti: questo proprio non riesco a sopportarlo. Vengono in mente i loro volti maledetti mentre scelgono il locale al quale andare a riscuotere il "pizzo", mentre si affannano nella ricerca di acquirenti per una nuova partita di coca o di altre sostanze stupefacenti fatta pervenire illecitamente dall’estero e da piazzare sul nostro mercato sempre più esigente, sempre più marcio; E poi si resta allibiti quando si apprende dai giornali che il vice presidente della commissione antimafia è sospettata di collidere proprio con questa... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


BUON NATALE E BUON ANNO!
venerdì 31 dicembre 2004 di Mariano Marchese

Come si può, di questi tempi, non parlare delle festività natalizie. Questo, forse, rappresenta il periodo più atteso dell’anno, perché oltre alle festività regnano delle atmosfere particolari, atmosfere pregne di significati profondi che richiamano in noi valori troppo spesso dimenticati. La gente sembra essere più buona, ed, apparentemente, vige una maggiore propensione verso l’altro...si è forse più sereni con se stessi o ci si mente credendolo? E’ questo il concetto su cui riflettere profondamente...infatti il Santo Natale viene vissuto, oggi, come momento in cui cercare di essere più sereni e, di conseguenza, ci si sente ( forse è meglio dire che ci si vuol sentire a tutti i costi) più buoni..... In questo periodo, infatti, le visite ai malati si moltiplicano, quelle ai detenuti non si contano e, molti, vengono contagiati dalla frenesia di dover aiutare un bisognoso...ma durante tutto l’arco dell’anno siamo sicuri di aver fatto altrettanto? Eppure i malati erano "al loro posto" anche prima, così come lo erano i detenuti ed i bisognosi ed allora che umanità può risiedere in chi si interessa dell’altro solo a Pasqua ed a Natale? Ci siamo mai chiesti quante promesse fatte in questi periodi, proprio perché falsamente più buoni e disponibili, siano poi state effettivamente mantenute? Ed ancora, come si può rimanere ciechi di fronte allo spreco di denaro pubblico, investito malamente in spettacoli e cerimonie, quando si è coscienti di emergenze primarie che vengono posposte proprio perché mancano i fondi necessari a risolverle... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Nonostante tutto...
lunedì 6 dicembre 2004 di Mariano Marchese

Dallo Ionio al tirreno la paura è tanta e le coscienze dei cittadini si sono svegliate di botto da quando le vergogne dei veleni sotterrati e affondati, comunque nascosti stanno riemergendo dall’oblio dell’incoscienza e dell’omertà. Giorno dopo giorno, infatti, la problematica sta assumendo tinte sempre più fosche e risvolti sempre più inquietanti. Tante erano le voci che circolavano da anni sulla possibilità che in Calabria potessero trovare "ultima dimora" rifiuti di dubbia o meglio di indubbia provenienza; si parlava di mare e di monti meglio individuati come Sila e Tirreno. Tante le parole, tanti i dubbi, molti i sospetti ai quali hanno fatto eco solo cecità, sordità e omertà da parte di chi avrebbe potuto fare e non ha fatto; poi, d’un tratto il caso della nave "Jolly Rosso" da un lato e quello delle polveri di ferriti di zinco "dormienti" nelle campagne intorno alla località di Cerchiara dall’altro, hanno riportato l’opinione pubblica alla realtà e, cioè, a dover fare i conti con una problematica di estrema e preoccupante attualità ovvero quella dell’illecito smaltimento di rifiuti altamente pericolosi per la nostra salute sotto la nostra terra e negli abissi del nostro mare. Forse poca attenzione è stata dedicata a questo problema che sta assumendo proporzioni preoccupanti e, forse, meno che meno nella nostra Regione, oggetto di ripetute "attenzioni" di questo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Come è difficile vivere bene!
lunedì 8 novembre 2004 di Mariano Marchese

Come è difficile ai nostri tempi riuscire a vivere bene.. questa affermazione presta il fianco a molteplici riflessioni, infatti, nel leggerla, tornano in mente le tante frustrazioni subite nel corso della nostra esistenza. Dopo questo volo a ritroso e, cioè, dopo aver ripercorso il tracciato delle frustrazioni, come per magia, ecco subentrare la paura insita in ognuno di noi che si palesa nella domanda che sorge spontanea: a cosa vado incontro?cosa mi riserverà il domani? Come si può notare, la realtà che ci troviamo a vivere nel quotidiano è ricca di difficoltà, dalle più pregnanti, come quella di soddisfare i propri bisogni primari necessari indispensabili, a quelle meno importanti ma, altrettanto presenti. Ecco, allora, generarsi la paura di non farcela, di non essere all’altezza che, spesso, viene palesata attraverso un atteggiamento spavaldo e sicuro nei confronti della vita; ed a tal proposito , quante volte ci è capitato di discorrere con un conoscente, che la società riteneva essere un modello da imitare e di vederlo, invece, crollare sotto il peso della paura, della insoddisfazione e della insicurezza? I modelli e gli esempi da imitare che ci vengono propinati ogni giorno, spesso, sono sbagliati per non dire pericolosi. Le sicurezze ed i punti fermi dobbiamo trovarli dentro di noi, non dovremmo permettere che altri ce li propinino e la presenza dell’altro, in questa fase, sarebbe giustificata se servisse ad aiutarci in questo lavoro di ricerca dentro di noi! Ma siamo maturi abbastanza da riconoscere di essere in difficoltà? Siamo umili abbastanza per ammettere gli errori? PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Non si finisce mai d’imparare...
martedì 12 ottobre 2004 di Mariano Marchese

almeno dovrebbe essere così per ognuno di noi; infatti non dovrebbe mancarci mai la disponibilità ad apprendere le continue lezioni che la vita ci impartisce, o che tenta di impartirci. Occorre fare tesoro di tutto ciò anche perché, questo, rappresenta un momento di crescita interiore non indifferente per quanti sanno coglierlo. Solo così, infatti, si potrà capire che il mondo che ci circonda, al pari di quello che serbiamo dentro di noi, è in continuo divenire e che rimanere statici ci porrebbe al di fuori della realtà. Solo così potremo riconoscere ognuno i nostri errori, ognuno le proprie responsabilità; solo così riusciremo a non scaricare le nostre colpe sugli altri, cosa, questa, che accade troppo di frequente...per continuare la lettura, cliccare sul titolo .


Mare... d’amare?
sabato 18 settembre 2004 di Mariano Marchese

Lasciamo l’estate alle spalle e ci incamminiamo lungo le fresche e ramate fronde autunnali, ma consentitemi di fare una riflessione che richiama il caldo, i bagni... e i disagi, in una regione, la Calabria, un tempo regina nell’offerta di Natura incontaminata. Per qualche strana alchimia, in Calabria, alla fine della stagione estiva, il mare diventa cristallino, non rimanendo traccia alcuna, (almeno apparente) di quell’inquinamento che ha riempito gli ospedali di mezza costa tirrenica a causa delle tante infezioni verificatesi ai danni dei bagnanti. Cari lettori la questione è molto seria, in quanto, dalle nostre parti, le cose evidentemente, funzionano alla rovescia. Mi spiego meglio, perché vorrei cercare di capire insieme a voi il motivo di tanta dabbenaggine. Durante tutto l’arco del periodo estivo, appena trascorso, abbiamo assistito ad uno spettacolo veramente offensivo: il mare, o, per meglio dire i nostri due mari, si sono presentati all’appuntamento con i bagnanti in condizioni vergognose e al limite della balneabilità; dallo ionio al tirreno sono piovute le più varie lamentele e, per così dire, alcune irripetibili e intense "maledizioni", da fare sentire ogni vero calabrese veramente mortificato. Quello che, però, dovrebbe infastidirci maggiormente è rappresentato dal fatto che, come ogni anno, sempre le solite isole felici risultino esenti da tali problematiche; mi riferisco...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Che ne sarà di noi?
martedì 7 settembre 2004 di Mariano Marchese

Questa la domanda che una società civile dovrebbe porsi alla luce degli ultimi avvenimenti in Cecenia. Inoltre viene da chiedersi se esista ancora una società civile o se sia mai esistita; a questo punto, forse, ci si dovrebbe domandare, con umiliante coscienza, se non sia giunto il momento di iniziare una profonda opera di civilizzazione attraverso la reintroduzione globalizzata di quei valori palesemente estinti da tempo. Certo è che l’intera umanità vive uno dei momenti più bui della sua millenaria storia. Siamo a settembre, e, stringendoci ancora una volta intorno al popolo americano, ci stavamo preparando alla commemorazione di quel famoso undici settembre 2001, giorno in cui la follia umana si rese follemente protagonista di un clamoroso gesto omicida, mietendo circa duemilacinquecento vittime colpevoli solo di essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato.Penso che ognuno di noi serbi ancora, impresse indelebilmente nella sua memoria, le incredibili scene dei due aerei impazziti mentre impattavano sulle strutture delle twin towers, le torri gemelle! Abbiamo assistito, quasi in diretta, alla lenta agonia di quelle torri, definite indistruttibili, mentre, al pari di costruzioni in plastica, si ripiegavano su se stesse in una nuvola di fumo, tra carte svolazzanti ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


La vita è bella...
sabato 3 luglio 2004 di Mariano Marchese

...questo è il titolo dell’opera da Oscar del noto attore regista Roberto Benigni. Il film mette in evidenza come, nonostante le terribili angherie subite e patite in un campo di concentramento, un giovane ebreo, catturato dalle spietata e sanguinaria polizia nazista, abbia scelto per sè e per il figlio, prigioniero anche lui, di lottare per la sopravvivenza, piuttosto che di lasciarsi morire, come, purtroppo è successo, nella realtà, a migliaia di prigionieri nei famigerati lager del Reich. Quello che stupisce e commuove, allo stesso tempo, è che il prigioniero ebreo sia riuscito a trasformare la dura prigionia del campo, in un candido gioco nel quale coinvolgere proprio il figlio nel tentativo di proteggerlo dalle orrende barbarie di un periodo, forse il più buio, della storia dell’umanità... e di come, alla fine, ci sia riuscito. Il film contiene una morale molto profonda che andrebbe fatta propria e non dimenticata subito dopo aver varcato l’uscita del cinema. Come non apprezzare, quindi, il messaggio di Benigni il cui intento era proprio quello di far capire allo spettatore che la vita deve essere presa con allegria prima ancora che con filosofia! Se ognuno di noi, infatti, si interrogasse sul proprio rapporto con la vita, si renderebbe conto di quanto non riesca ad apprezzarla fino in fondo; a quanti, in questo momento, stanno storcendo il naso, ricordo che la maggior parte degli esseri umani dedica il proprio tempo a correre dietro alle ineffabili cose da cui è circondato piuttosto che ad imparare a gustare la vita in modo pieno... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




Buon viaggio!
martedì 22 giugno 2004 di Mariano Marchese

Siamo prossimi alle ferie estive, la nostra testa comincia ad assaporare momenti di pre-vacanza durante i week-end, anche grazie alla clemenza del tempo; inizia, quindi, il conto alla rovescia, sebbene, un vecchio detto calabrese reciti " a cuda è a chiù brutta a ra scurcià" che tradotto testualmente significa " la coda, è la parte più dura da scorticare"; di questi tempi molta gente affolla le agenzie di viaggio e le mete da prendere in considerazione sono le più disparate. Ma ci siamo mai chiesti che cosa rappresenta un viaggio per ciascuno di noi? Se potessimo pubblicare le risposte ci renderemmo conto che sarebbero molteplici e, ognuna, diversa dall’altra, lo storico Strabone riteneva che "viaggiare rappresenta la liberazione della propria anima dalle catene della quotidianità che impedisce ai nostri occhi di vedere oltre il nostro confinato orizzonte"; concordiamo con il pensiero di Strabone aggiungendo che un viaggio può dare molto alla nostra interiorità, a patto che venga vissuto con la necessaria profondità; ovviamente dipende dalla meta prescelta. Potrebbe rappresentare, infatti, un’occasione per incontrare nuove culture, un’occasione che potrebbe permetterci un "salto" nel passato così come nel futuro. Insomma un viaggio rappresenta molte cose ma, una in particolare, merita la nostra attenzione: l’arricchimento interiore... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Election Day.
domenica 13 giugno 2004 di Mariano Marchese

Anche questa tornata elettorale è volata via... del fragoroso clamore di una dura e sfiancante campagna elettorale, ora rimangono solo dei cartelloni con impressi volti e parole in grado di convincere anche i più restii. I giochi sono ormai fatti, la realizzazione dei propri sogni ha fatto da contraltare alla solita, profonda, delusione di speranze infrante. Alcuni sono andati via altri occupano ancora saldamente la stanza dei bottoni, altri ancora vi entrano per la prima volta speriamo solo che sappiano premere quelli giusti. Auspico veramente che l’elettore, nella solitudine "controllata" della cabina, prima di distribuire i vari nominativi sulle schede dai mille colori di questa tornata elettorale, abbia passato una mano sulla propria coscienza; questa volta non ci sarebbero scusanti, per anni, infatti, abbiamo pazientemente ascoltato, (condividendole) le lamentele dei tanti che non credevano nella politica, dei molti che giuravano l’astensionismo più sfrenato: ecco, caro elettore ti è stata data l’occasione che aspettavi, anzi, le occasioni per dare alla tua coscienza un motivo di soddisfazione; l’occasione per cambiare le cose e dare vita ad una classe politica veramente attenta ai bisogni del cittadino, una classe politica saggia, in grado di tutelare l’ambiente violentato da anni, una classe politica che sappia pensare allo sviluppo di un territorio mortificato da "disattenzioni", soprusi e abusi;... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Le stranezze della vita
lunedì 24 maggio 2004 di Mariano Marchese

A volte la vita è proprio strana, ti succedono cose che ti capita di vivere, come lontane emozioni, solo attraverso lo schermo di un televisore o, al massimo, di un cinema. Capita di commuoverti per una scena triste ma poi ti tranquillizzi perché, tutto sommato, si tratta solo di un film. Ma quando il film si materializza nel tuo quotidiano catapultandoti in una realtà che non vorresti mai che ti appartenesse, allora per te inizia un brutto incubo dal quale non basta aprire gli occhi per potergli sfuggire. E’ in questi momenti di vera difficoltà che ti rendi conto di come il tarlo della paura si insinui, lento ma costante, nelle anime di familiari e amici devastandole; e ti accorgi di non poter fare nulla per loro perché devi fare ricorso ad ogni energia sparsa nel tuo corpo e nella tua anima; tu hai veramente altro a cui pensare, infatti, devi recuperare tutte le tue forze per superare quel brutto incubo, per tentare di scorgere la luce alla fine di un lungo e buio tunnel, al fine di determinare, ancora una volta, il tuo futuro, quel futuro che senti sfuggire piano piano e che tenti di riprenderti perché ti appartiene, è tuo! A volte però dell’incubo non ne sei il protagonista ma semplice spettatore! Mors tua vita mea, verrebbe da pensare, la realtà, invece, sta proprio da un’altra parte; se ad essere infelice protagonista di quel brutto incubo è un familiare molto stretto, mettiamo un fratello, allora l’incubo diventa dramma; dentro di te si innescano dinamiche indescrivibili che ti conducono sul sentiero della paura. In quel momento hai due possibilità...Per continuare a leggere cliccare sul titolo


Fermiamoci un momento a riflettere!
sabato 8 maggio 2004 di Mariano Marchese

Proviamo a ricordare quante volte ci sia capitato di farlo realmente; a conti fatti, forse, a qualcuno di noi, nel corso della vita, non è mai capitato. Eppure fermarsi a riflettere rappresenta un momento importante nelle nostre esistenze perché ci fornisce l’opportunità di rivedere tutto quello che abbiamo fatto per poi sottoporlo al vaglio delle nostre coscienze; tutto questo, al fine di tracciare una bozza di bilancio su cui costruire la prossima tappa del nostro futuro. Infatti, per poter ben costruire è necessario saper programmare e verificare, tappa per tappa, il nostro operato; questo, al fine di correggere eventuali errori di programmazione o di valutazione e per rimetterci, finalmente, in carreggiata; ma, senza un momento di chiara riflessione come si ritiene di poter svolgere questa opera di valutazione e di eventuale riprogrammazione. Riteniamo, a questo punto, che, per potersi esaminare attraverso lo strumento della verifica, è necessaria una buona dose di umiltà, quindi sincerità verso se stessi e un minimo di disponibilità a farlo; queste sembrano cose scontate ma, a ben vedere, tanto scontate non sono! Forse il nostro vero problema è rappresentato dal fatto che, a volte, non vogliamo riconoscere a noi stessi i nostri errori, perché,...per continuare a leggere cliccare sul titolo


Vivere
sabato 8 maggio 2004 di Mariano Marchese

Vi è mai capitato di valutare quante persone, intorno a noi, si lascino vivere piuttosto che tentare di attivarsi a vivere? Sembra di trovarsi in un’epoca in cui lottare è una cosa che appartiene ad un passato ormai lontano. La natura, maestra indiscussa di vita, avrebbe tanto da insegnarci se solo noi avessimo l’umiltà e la pazienza di apprendere, infatti, sin dalla notte dei tempi ogni creatura appartenente al mondo animale o a quello vegetale ha dovuto sempre lottare per conquistare i suoi spazi, non si capisce, allora, come mai oggi la musica debba cambiare. I sociologi e gli psicologi hanno utilizzato fiumi di parole per riempire migliaia di pagine sull’argomento, nel tentativo di offrire le proprie conoscenze in tale direzione. Le conclusioni a cui si è pervenuti francamente ci lasciano un pò perplessi, infatti, si è attribuita questa passività dell’individuo ad un fenomeno socio culturale postmoderno! Pensiamo, forse peccando di presunzione, che la nostra epoca offra lo smarrimento più assoluto dovuto all’appannamento del ruolo di centralità dell’essere umano. A riprova di quanto asseriamo rimane il fatto che l’uomo ha imparato a cercare fuori dal sè, attraverso l’identificazione e l’emulazione, che non conducono, a parer nostro, ad una giusta crescita attraverso una corretta ricerca e, perché no, ad un convincimento dei propri mezzi: insomma, consapevolmente o inconsapevolmente troppo spesso si giunge all’erronea conclusione che l’altro è meglio di noi! ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Emendamenti pasquali...
domenica 11 aprile 2004 di Mariano Marchese

Vorremmo cominciare questo editoriale con i canonici auguri di buona Pasqua, visto il periodo. E’ nostro desiderio ricordare a tutti che Pasqua vuol dire rinascita che, mentre per il Cristo ha significato resurrezione, per l’uomo comune e mortale potrebbe e dovrebbe significare emendamento. Ma perché parliamo di emendamento? Forse bisogna ricordare quello che l’uomo è riuscito a fare nei confronti del Cristo (almeno stando a quanto la tradizione cristiana ci ha tramandato nei secoli) che, in fondo, era sceso sulla terra per fare un favore al genere umano il quale, per ringraziarlo, ha ritenuto opportuno crocifiggerlo senza troppi complimenti. Una volta crocifisso il Redentore, l’uomo ha pensato bene di sconvolgere e deturpare tutto quello che lo circondava natura in primis. Poi si è accanito contro i suoi simili dando origine ad un lungo periodo di guerre, che dura tuttora ( avvalorando la tesi che vede il terzo millennio come l’epopea della civiltà più avanzata), e che ha prodotto una scia infinita di sangue versato, secondo i fomentatori, per una giusta causa. Fatto fuori il Redentore, occorreva dare un senso a quel malsano gesto e allora l’uomo ha pensato bene di estirpare quella radice faticosamente piantata dallo stesso Cristo, sempre secondo la tradizione cristiana, la radice del bene per seminare un terreno ancora vergine con delle colture pregiate quali quelle dell’odio, della cattiveria, dell’invidia e quant altro di così pregiato potesse durare nei secoli; ma l’uomo ha saputo superare se stesso, camuffando... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Il male di vivere
martedì 6 aprile 2004 di Mariano Marchese

Durante il medio evo una malattia, allora sconosciuta quanto temuta, ha mietuto milioni di vite umane, dalle verdi praterie irlandesi alle sponde del Volga eguale era il rischio di contrarla: si trattava della peste, un morbo che non guardava in faccia nessuno e non risparmiava nessuno tra mille sofferenze ed atroci dolori! Ai nostri giorni, invece, si vive di paura a causa di un altro terribile quanto oscuro male: "il male di vivere". E mentre la prima straziava i corpi, il secondo annichilisce le anime siamo nel terzo millennio, il millennio della civiltà eppure si muore di questo: si muore di angoscia e paura! Paura dell’oggi ma, soprattutto, del domani che, inesorabile giunge per riproporci un oggi collocato diversamente solo in termini temporali. E’, in effetti, triste la realtà del quotidiano: siamo accerchiati dall’insoddisfazione permanente di quanti non hanno il posto di lavoro agognato, seppure, e sono pochi, abbiano faticato per ottenerlo. Siamo circondati dall’insoddisfazione di chi, pur tra mille raccomandazioni e senza stenti occupa un posto immeritato e non sudato, pretende di più perché reca seco un cognome altisonante. Siamo accerchiati da servizi che non funzionano e per i quali ci tassano puntualmente in nome di una presunta efficienza crescente. Siamo accerchiati da uomini che hanno unilateralmente deciso che il loro unico e redditizio lavoro debba essere... quello degli altri!Quello di colui il quale se, malauguratamente, dovesse rifiutarsi, verrebbe inesorabilmente colpito da una mentalità e da una mano mafiosa.
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Tempi moderni...
giovedì 1 aprile 2004 di Mariano Marchese

Spesso si criticano i tempi andati e le tradizioni di cui erano portatori; si pensa al progresso, alle innovazioni e si dimenticano i valori, quei valori che hanno caratterizzato la storia durante tutto l’arco del suo lento divenire. Sfogliando le pagine di una storia fatta di luci e ombre ritroviamo la fierezza delle prime, grandi, civiltà che costituiscono le fondamenta del nostro presente; rispolveriamo l’illuminante cultura dell’oriente che ha rappresentato un faro per gli altri popoli denominati, a torto o a ragione, barbari. Ritroviamo la saggezza della filosofia applicata al vivere quotidiano e che rappresentava un vero e proprio derivato delle leggi naturali, quelle stesse leggi naturali oggi cadute nel dimenticatoio; in quelle pagine ritroviamo, poi, i valori, di altissimo contenuto etico, dei cavalieri medievali, leggiamo di regole non scritte protese verso la lealtà, l’onestà e la devozione; come non soffermarsi, allora, sulla grande lezione di civiltà impartita dalla simbolica tavola rotonda di re Artù. Già, una tavola rotonda, dove non esisteva un capotavola ecco uno splendido esempio di pari condizione e di rispetto per l’altrui essere umano: nel 2004, ovvero nel pieno del terzo millennio, si osannano le commissioni per le pari opportunità; vigeva una pari dignità intorno a quella tavola, si decideva insieme, si aveva libertà di pensiero e, quindi, di parola; ci si confrontava oltre che su problematiche inerenti i territori amministrati, anche sui grandi misteri all’uomo per tentare una crescita profondamente spirituale che innalzasse la soglia delle proprie qualità morali... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


8 Marzo, gioie e dolori!
lunedì 8 marzo 2004 di Mariano Marchese

Il giorno otto marzo ricorre la festa delle donne e la maggioranza di queste lo "commemora" con fiumi di parole che vengono versati sull’argomento....già fiumi di parole si dicono l’otto marzo, e tante sono le riflessioni stimolate attraverso convegni, dibattiti e conferenze....ma trascorso questo fatidico giorno cosa rimane? Niente, a ben sentire si odono solo i lamenti degli alberi di mimosa che vengono "spogliati" senza ritegno in nome del Dio denaro, infatti si spengono i riflettori e tutto torna come prima. Ognuno a recitare la sua parte sul palcoscenico della vita, di una vita che di distinzioni, discriminazioni e predilezioni, di per sè, ne fa già abbastanza e di più dannose! Ma quale può essere l’importanza di una ricorrenza come questa e per chi, se non per ristoratori e venditori ambulanti di mimose a prezzi assurdià Ritengo che l’essere umano femminile debba essere preso in considerazione sempre e le vada riconosciuta l’importanza che merita in qualsiasi giorno dell’anno solare e non, come oggi succede, solo l’otto di marzo. La rivincita sociale e culturale della donna è un fenomeno che è andato affermandosi nel tempo, con sacrifici costanza e coerenza, per cui non può essere commemorata al pari della presa della Bastiglia come avviene in Francia o al giorno del ringraziamento negli Stati Uniti o, altresì, al pari della giornata contro il fumo o contro il cancro. No! Non può essere così riduttiva, non può essere considerata come un affrancamento dall’essere umano maschile! PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Africa, bel suol d’amore...
lunedì 1 marzo 2004 di Mariano Marchese

Scrivere dello Ionio cosentino, equivale a narrare la storia di un decollo mancato e di tante potenzialità inespresse! C’è da chiedersi quanta umana e volontaria responsabilità vi sia in tutto questo ma, soprattutto, bisogna domandarsene il perché? Perché, infatti, qualcuno ha lasciato deliberatamente che la zona ionica cosentina vivesse una cosi lenta agonia? Eppure, questo territorio potrebbe rappresentare, a ben vedere, il fiore all’occhiello della Provincia di Cosenza e dell’intera Calabria con i suoi tesori artistici fin troppo nascosti, con il suo mare in alcuni tratti, addirittura cristallino, con i suoi chilometri di spiaggia continua e sfruttabile turisticamente in un susseguirsi di incantevoli paesaggi e che, forse, rappresenta un "unicum" nell’intero meridione d’Italia in quanto ad estensione balneabile. Non occorre riflettere più di tanto per capire che bisognerebbe puntare tutto sullo sviluppo turistico di queste zone, ma per realizzare ciò occorrerebbe organizzarsi seriamente, al fine di offrire dei servizi adeguati e, soprattutto, degni di questo nome, per quanti volessero usufruire dell’ospitalità di questa terra. Ma come si può pensare ad un decollo economico di questa zona della Calabria se le sue arterie principali e cioè la SS 106 e la tratta ferroviaria la collocano in pieno Medio Evo? Per i pochi che ancora non volessero riconoscere questo stato di cose, ricordiamo che la SS 106 è, "honoris causa", definita la strada della morte, e la linea ferrata è continuamente sotto accusa per la sua vetustà ed inefficienza. Si promettono industrie e posti di lavoro ma non si riesce a far combaciare sviluppo e salvaguardia del territorio, che rappresenta il vero patrimonio da tutelare ed il volano per un decollo verticale ed inarrestabile di questa zona! PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Guardarsi dentro...
venerdì 13 febbraio 2004 di Mariano Marchese

Avete mai provato ad andare a ritroso con la memoria e ripercorrere, ognuno, le tappe della propria vita? E’ un’operazione interessante dal momento che si potrebbe esaminare la propria crescita alla luce delle varie esperienze che ci hanno visti protagonisti nel bene e nel male. E’ bello, ogni tanto, rituffarsi in un passato che, forse si vorrebbe come presente solitamente si è abituati a farlo nei momenti di sconforto, quasi a volerli esorcizzare, altre volte per recuperare un proprio spazio interiore troppo spesso violato da una quotidianità fatta di niente e di vacuo ma invadente, troppo invadente; però, a parer nostro, dovrebbe rappresentare un’abitudine, una sana abitudine tesa a verificarci in ogni momento della nostra vita vissuta, per proiettarci nel futuro consapevoli delle nostre capacità effettive. La filosofia "zen" invita a rileggere con estrema attenzione e ciclicamente le "pagine della nostra memoria" per fare tesoro dell’esperienza accumulata. Spesso ci si lascia andare a frasi quali "se potessi tornare indietro non lo rifarei", poi, a ben vedere, trovandosi nella medesima situazione, si commette lo stesso sbaglio; ecco, rivisitare l’enciclopedia della nostra vita, esaminandone tutte le voci, dovrebbe servire proprio a questo, ad evitare gli stessi errori così come a verificare la propria crescita, al fine di vivere il presente in modo più sereno e prepararsi, così, ad affrontare il futuro con minori preoccupazioni e maggiori certezze. Uno degli strumenti indispensabili, per potere svolgere questa operazione è, senza ombra di dubbio, l’umiltà al pari della disponibilità al cambiamento e... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


L’interiorità del macrocosmo...
giovedì 29 gennaio 2004 di Mariano Marchese

L’essere umano ha il dovere di evolversi in quanto la staticità non gli giova; questa affermazione potrebbe fare storcere il naso a qualcuno, eppure se noi imparassimo ad intendere l’uomo come un microcosmo contenuto in un macrocosmo, ecco che questa affermazione acquisterebbe la giusta e dovuta pregnanza. Infatti, al pari del macrocosmo, l’essere umano è in continuo divenire per cui la fossilizzazione non è prevista anzi, risulta essere addirittura contro natura; ma cosa vogliamo intendere per evoluzione? Questo concetto è da intendersi come evoluzione interiore, insomma come crescita interiore. Ai giorni nostri risulta essere inevitabile lasciarsi prendere, chi più chi meno, dal vortice del quotidiano che lascia poco tempo alla riflessione. E’ strano come il dedicare del tempo a se stessi debba essere inteso solo come cura del proprio aspetto esteriore:...e l’interiorità? Questo rimane un argomento tabù, addirittura, in alcuni casi, da evitare; ma ci si chiede il perchè di tutto ciò? La nostra cultura, oggi, non prevede il confronto ma l’imposizione di un’idea, e, questo, dal mondo della politica a quello del lavoro così come in quello delle relazioni sociali, da quelle di amicizia a quelle sentimentali. Viene lecito affermare che stiamo vivendo un’epoca di chiusura che trova la sua genesi nelle nostre paure interiori... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



Scioperi...
giovedì 22 gennaio 2004 di Mariano Marchese

L’Italia non vive uno dei momenti migliori della sua lunga storia dal mondo della scuola a quello dei trasporti si scende in piazza per protestare; probabilmente è vero che molti conti non tornano, ma è altresì vero che, considerati i molteplici disagi che tali atteggiamenti stanno comportando alle varie utenze, si sta abusando dello strumento dello sciopero. Qualsiasi mezzo, quando lecito, se viene utilizzato in maniera corretta risulta essere efficace, in caso contrario, non porta ai risultati sperati. Insomma è giusto scioperare ed è anche garantito dall’art 40 della nostra Costituzione, ma non è altrettanto giusto quello che stiamo vedendo e vivendo in questi giorni. Abbiamo appena citato l’art. 40 della Costituzione che tutela il diritto di sciopero e vorremmo esporvi il contenuto, in grandi linee, per capirne, insieme, l’essenza. Come prima cosa si pone in evidenza il passaggio essenziale, e cioè che tale disposto costituzionale "riconosce il diritto di sciopero consentendone l’esercizio nell’ambito delle leggi che lo regolano" e, prendendo in considerazione quello che sta succedendo nel mondo dei trasporti, valutiamo insieme se, alla luce delle leggi che disciplinano questa materia, il comportamento dei lavoratori stia seguendo la linea della correttezza o meno. A tal proposito, stando al combinato disposto delle leggi 146... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Il grande Erg.
domenica 11 gennaio 2004 di Mariano Marchese

Ci permettiamo di suggerirvi un’esperienza fantastica, un viaggio nel deserto del Maghreb. Questa esperienza segnerà le vostre anime ed illuminerà le vostre coscienze. Il grande Erg, come viene definita sulle mappe questa vasta porzione di mondo, rappresenta un universo a parte che è molto difficile da spigare nei canonici trenta righi di un editoriale. Il deserto non è uno spazio sconfinato fatto di sabbia e sole cocente, ma è di più, molto di più; a noi è capitato di giungere in questo posto fantastico, attraversando l’intero territorio tunisino, da nord a sud; è in questi posti che abbiamo avuto modo di capire quanto sia errata la tipica espressione, tutta italiana, "roba da terzo mondo", utilizzata, unicamente, nell’accezione dispregiativa. La realtà che abbiamo incontrato e vissuto, infatti, si è rivelata del tutto diversa da quella che avevamo appreso dai testi scolastici o che avevamo mutuato dai racconti di presunti viaggiatori; ci siamo trovati di fronte ad un popolo che, della civiltà e delle proprie tradizioni, ne ha fatto una bandiera. Abbiamo avuto modo di confrontarci con i mercanti delle Medine, con la gente comune e con le tribù berbere del nord e del sud, costatando che più ci si allontana dalla, cosiddetta, civiltà più si respira il profumo, ormai dimenticato, della vera civiltà fatta di valori, fatta di solidarietà, fatta di sorrisi e di serenità. Abbiamo verificato quanto lo Stato centrale sia vicino alla sua gente, quanto investa perché questo rimanga vicino alle sue tradizioni, quanto assista le famiglie di coloro i quali sono stati costretti ad emigrare nel tempo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Professori di musica!
sabato 3 gennaio 2004 di Mariano Marchese

Con questo epiteto, il grande Totò, nei suoi films, apostrofava quanti ritenevano di essere i depositari della verità rivelata! Se ci soffermassimo per un solo momento ad osservare il mondo che ci circonda, troveremmo che tantissimi sono i professori di musica (e ci scusiamo con gli autentici diplomati al Conservatorio musicale!) con cui siamo costretti a condividere molti dei nostri spazi vitali e, forse, senza volerlo, avremo trovato la risposta esatta alla domanda da un milione di Euro sul perché, nei vari settori in cui si articola il nostro quotidiano, le cose, proprio, non si può dire che vadano per il verso giusto! Per esempio, a quanti non è capitato di trovare, lungo il proprio percorso di vita, un altro essere umano con l’inflazionato privilegio di volergli indicare " la strada" per molteplici motivazioni, o perché più grande di noi, o perché con più esperienza di noi, o perché più saggio di noi (chissà poi perché) o perché più maturo di noi eccetera eccetera, comunque un invadente ed irrispettoso "più" di noi c’è sempre a giustificare un loro intervento ; però c’è un piccolo particolare, non proprio di poco conto, che troppo spesso sfugge ai professori di musica, e cioè che viene discussa la nostra vita che a sua volta è basata su personali apprendimenti che hanno, nel bene o nel male, costruito la nostra personalità per cui ciascuno ha la sua con delle precise peculiarità ed aggiungerei... da rispettare. Tra i professori di musica, la peggiore branca è rappresentata da quelli che, per aver letto o studiato qualche nozione di psicologia, ritengono di potere consigliare... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO




Ah, scellerati!
lunedì 15 dicembre 2003 di Mariano Marchese

Questa settimana vorremmo dire la nostra su un argomento che sta tenendo con il fiato sospeso l’Italia intera, ovvero, il caso, cosiddetto, "acquabomber". Ormai, non si tratta più solo di psicosi collettiva, in quanto, le segnalazioni inerenti bottiglie di acqua minerale contaminate, sono decine su tutto il territorio nazionale. Infatti, in Lombardia, Piemonte, Toscana, Campania, Calabria, Puglia, ci sono casi di persone ricoverate d’urgenza, nei relativi ospedali, per casi di intossicazione dopo aver bevuto acqua minerale imbottigliata nelle confezioni di plastica. La spiegazione fornita agli inquirenti dalle ignare ed innocenti vittime, risulta essere sempre la stessa dalle alpi all’Etna e, cioè, l’aver accusato forti dolori addominali, accompagnati da bruciori insopportabili alla gola; il tutto, solo dopo aver ingerito il prezioso liquido contenuto all’interno delle bottiglie di plastica, senza distinzione di marca. Come dire, quasi che questi sabotatori abbiano voluto dispensare, con estrema uguaglianza, una comune disgrazia. Il dato, già di per sè è molto preoccupante ma, risulterebbe esserlo ancor di più se ci soffermassimo a riflettere, un solo istante, su quanto siamo esposti alla follia altrui nel nostro quotidiano. A riprova di ciò, immaginiamo per un momento cosa potrebbe accadere se, in virtù di deplorevole ricatto, qualcuno decidesse di avvelenare l’acqua degli acquedotti: sarebbe una strage. Nel caso in esame, le cose non stanno, evidentemente, così; è chiaro che, gli ignoti sabotatori, non vogliono cagionare... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


I falsi ideali del Terrorismo.
lunedì 8 dicembre 2003 di Mariano Marchese

La paura di nuovi attentati si allarga a macchia d’olio nel mondo intero creando un allarme generale. A Nairobi, l’Intelligence americana, consiglia la massima allerta per ambasciate e uffici economici americani ed europei, così come in Arabia dopo i due ultimi, sanguinosi, attacchi subiti. La situazione che si profila per le imminenti festività natalizie non è delle migliori perché le solite schegge impazzite del terrorismo internazionale minacciano azioni clamorose che tengono milioni di esseri umani incolpevoli con il fiato sospeso. Come non giustificare, allora, la durezza di quanti si stanno adoperando per combattere questi delinquenti senza nome nè bandiera nè, tanto meno, credo religioso? Riteniamo, infatti, inammissibile che qualcuno si arroghi il diritto di credere che le stragi di innocenti siano l’unica forma possibile di azione al fine di attirare l’attenzione di un mondo sempre più sgomento su questioni che potrebbero essere risolte mediante l’utilizzo della parola e della trattativa. Il Creatore, a qualsiasi nome esso risponda, ci ha dotati dell’intelletto per utilizzarlo al meglio delle nostre capacità quindi, chi non dovesse farlo, partendo dal presupposto che tutti abbiamo eguali capacità, risulterebbe, certamente, consapevole delle proprie azioni; da quanto scritto, si evince facilmente che coloro che fanno saltare in aria le mosche e uccidono senza pietà persone innocenti e, per giunta, completamente allo scuro delle vicende politiche dietro le quali si nascondono queste bestie senza cuore nè cervello... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Scorie meridionali...
venerdì 28 novembre 2003 di Mariano Marchese

Ma il Governo c’è o ci fa? Questa è la legittima domanda che viene da porsi alla luce di quanto di scellerato si sta perpetrando nei confronti del meridione d’Italia; stiamo parlando di scorie nucleari, e più precisamente, di un deposito unico da realizzare proprio in un sito individuato, guarda caso, in quella zona dello stivale dove le uniche cose che forse non mancano sono i problemi a breve, medio e lungo termine. La notizia che il Consiglio dei Ministri si fosse impegnato a rivedere attraverso alcuni emendamenti, il decreto n. 314 riguardante lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi al fine di depennare il nome della località di Scanzano Ionico (come unico rimedio alle coraggiose barricate erte dai cittadini lucani a difesa della dignità del comprensorio oltre che a quella di un intero sud ormai stanco di abbassare la testa) sembrava aver cominciato a placare gli animi dei caparbi manifestanti sulla delicata questione?ma, purtroppo, altre nubi si addensano da Napoli in Giù. Infatti dal dossier presentato alla Commissione ambiente della Camera dei Deputati dal generale Jean, presidente della Sogin, sembrerebbe che di siti presi in considerazione per la realizzazione del deposito per lo stoccaggio delle scorie radioattive ce ne fossero addirittura cinque, e tutti e cinque localizzati nella terra di nessuno, ovvero, nel meridione! Viene da prendere in considerazione l’idea di sentirsi considerati al pari di una grande pattumiera ed ecco, forse, la risposta all’inquietante interrogativo sulle motivazioni dei tanti disservizi, di ogni genere e luogo, in questo nostro sud sempre più profondo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Basta!
mercoledì 19 novembre 2003 di Mariano Marchese

Diciannove persone non rispondono all’appello chiamato tra le macerie della caserma dei carabinieri di stanza a Nassirya in Irak; oltre venti persone non rivedranno più la luce del sole e ben duecentoquaranta hanno visto le loro vite tingersi del rosso del caldo sangue che gli scorreva addosso così come dal rosso del fuoco dal quale sono state investite nei pressi delle due sinagoghe di Istanbul in Turchia, almeno loro, per un puro caso del destino, riusciranno a rivedere il rosso- arancio del sole che, da oggi, tramonterà mestamente, quasi offeso da tanta barbarie, sui verdi tetti delle moschee della città posta a cavallo tra due continenti, quello europeo e quello asiatico; una persona, che risponde al nome di Saddam Hussein, urla al mondo attonito che - altri soldati stranieri moriranno se gli invasori americani non lasceranno il suolo iracheno -. Tre situazioni lontane geograficamente ma tristemente legate tra loro da un unico filo conduttore, quello ignobile e vigliacco del terrorismo. Diciannove carabinieri, infatti, sono morti per aver assolto in modo encomiabile il loro dovere; per un beffardo destino, hanno trovato la morte proprio laddove si erano recati per portare la pace, un intero popolo, riscopertosi tale, li piange; un intero popolo si è stretto in un caloroso abbraccio attorno alla "Benemerita", ferita da una bestia inferocita, capace di nutrirsi solo del sangue di vittime innocenti ma di fuggire, poi, sul campo di battaglia. Una sola definizione può essere data a chi nasconde eccidi di innocenti dietro una guerra santa, la Jihad, che nessun musulmano vuole, la definizione è quella di vigliacchi ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Autostrada a canne mozze!
venerdì 14 novembre 2003 di Mariano Marchese

Sembra quasi che il mondo della giustizia abbia ascoltato le nostre rimostranze in merito al muro di gomma eretto intorno alla vicenda inerente i lavori per l’ammodernamento dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria! Caro lettore, parliamo di infiltrazioni mafiose nel sistema degli appalti, ennesima vergogna di questo ultimo lembo di territorio italiano che risponde al nome di Calabria. Oramai la regione dell’estremo sud baciata dal sole e tinta dal colore rosso vivo del sangue che la mafia ha fatto scorrere lungo il corso degli anni, deve la sua notorietà solo ed esclusivamente a questo fenomeno che ha generato due figlie: paura e omertà! La mafia non si vede, la mafia non si sente eppure tutti sappiamo che c’è, si avverte nell’aria, resa putrida dalla paura come dall’odore intenso e fastidioso della polvere da sparo; una paura che potrebbe dissolversi come neve al sole se solo le istituzioni e, quindi, lo Stato facessero avvertire la loro presenza costante e rassicurante, tanto da spingere i cittadini verso una forte collaborazione che contribuirebbe a debellare questo male che sta divorando, irrimediabilmente, la dignità dei calabresi. Ma torniamo all’argomento principale di questo editoriale, e cioè, la vergogna delle ingerenze mafiose nei cantieri (e non solo) aperti per il riammodernamento dell’autostrada A3. Finalmente saranno processati i settantadue indagati tra cui spiccano nomi eccellenti di funzionari, dirigenti, responsabili delle varie ditte aggiudicatrici delle "ormai famose" gare d’appalto, oltre a tecnici dell’ANAS e personaggi di spicco della malavita organizzata... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Infanzia venduta.
domenica 9 novembre 2003 di Mariano Marchese

E’ nostra ferma intenzione, con questo editoriale, ritornare sull’infame commercio di bambini "importati" dai paesi dell’est europeo. Tale nostra intenzione trova la sua genesi negli ultimi accadimenti a tal proposito. E’ infatti recentissima la notizia del ritrovamento, da parte del nucleo mobile della polizia di Pescara, del piccolo Admiral, di undici anni e fratello maggiore del bimbo acquistato dai coniugi calabresi Borelli nel 1999, di cui abbiamo trattato ampiamente nel corso di un altro editoriale. Molto scalpore ha suscitato proprio il nostro editoriale, per il semplice fatto che invitavamo il lettore ad una attenta valutazione della situazione scabrosa determinata dal turpe commercio di bambini e per le situazioni di sfruttamento che da questo derivavano ad opera di gangs specializzate che sono arrivate a barattare l’infanzia per qualche spicciolo, rivendendo bimbi a peso d’oro ovunque ce ne fosse richiesta nel mondo. Si vuole premettere al lettore che, proprio mentre si stanno battendo queste righe l’abominevole commercio viene perpetrato con maggiore impegno e costanza fruttando agli autori dello stesso enormi guadagni. Nostro unico intento, quindi, e’ quello di fornire la massima chiarezza sull’argomento a quelle coppie giovani e meno giovani che volessero rivolgersi a questi loschi figuri senza scrupoli per avverare il sogno di poter essere genitori. A queste persone ricordiamo che la loro volontà, seppur comprensibile dal lato umano, determinerà condizioni di sfruttamento e lucro attraverso veri e propri rastrellamenti minorili... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


L’Onorata Società.
giovedì 30 ottobre 2003 di Mariano Marchese

Un nuovo allarme mafia scuote la dignità del popolo calabrese.. è di questi giorni, infatti, la notizia che il Consiglio dei Ministri ha deciso lo scioglimento dei consigli dei Comuni di Africo, Monasterace e Roccaforte del Greco, in provincia di Reggio Calabria. Il motivo di questa decisione a livello centrale, è purtroppo sempre lo stesso, ingerenze mafiose all’interno dell’attività di amministrazione e gestione della cosa pubblica. Ancora una volta, quindi, la Calabria conquista il titolo sulle cronache e, ancora una volta, purtroppo, in negativo! Forse è giunto il momento di interrogarsi seriamente sulle motivazioni che permettono alla mafia di essere sempre presente nella cosa pubblica. Tale notizia acquista un peso importante perchè si aggiunge ad un’altra, diffusa negli ultimi giorni, secondo la quale la Ndrangheta avrebbe conquistato il primato mondiale all’interno della complessa realtà del malaffare. In parole povere tutto l’illecito passerebbe sotto il controllo inderogabile di questa terribile piramide delinquenziale. Ma perchè la malavita riesce ad infiltrarsi all’interno della cosa pubblica riuscendo, il più delle volte, a condizionarne l’andamento? La risposta ci viene dal pensiero espresso qualche anno fa, con grande coraggio, da Indro Montanelli, secondo il quale, - l’attività del buon mafioso verrebbe tutelata dal garantismo dello stato italiano... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Lamerica.
martedì 21 ottobre 2003 di Mariano Marchese

Quante vite umane costa il miraggio di una vita migliore? Sembrerebbe il titolo di un film, invece altro non è se non la realtà del quotidiano che apprendiamo sfogliando le pagine dei giornali o ascoltando un qualsiasi telegiornale. Assistiamo impotenti alla tragedia che si consuma ogni giorno nei mari italiani, vite bruciate che giungono ad un mortale capolinea tra l’indifferenza dei tanti che potrebbero fare e che, purtroppo, non fanno. Vite bruciate tra l’indifferenza della gente quindi, ma il colmo è rappresentato dal fatto che questi uomini pagano un prezzo, un prezzo molto alto colmato con una serie infinita di sacrifici, in fondo solo per andare a morire in una terra straniera! Nell’immaginario collettivo l’Italia è vista come la terra del sole e dell’Eldorado ma per questa povera gente, il "bel paese" rappresenta la terra del non ritorno, la terra dove il loro sole tramonterà per sempre nei flutti di un mare che, a volte, non restituisce i loro corpi, quasi a volerli custodire per sempre dopo tanta sofferenza. Il tributo da pagare è davvero pesante per una speranza che, per qualcuno di questi disgraziati, si trasforma in una terribile realtà fatta di stenti, sofferenza e sfruttamento, addirittura superiori rispetto a quelli sopportati nei rispettivi Paesi d’origine. Le immagini dei disperati del mare, come oggi vengono definiti i nuovi emigranti del terzo millennio...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


W l’Italia!
mercoledì 15 ottobre 2003 di Mariano Marchese

Sul palcoscenico del teatro Italia si consuma l’ennesima replica dello spettacolo "separati in casa" per la sapiente regia di Umberto Bossi. Lo spettacolo è incentrato sull’enorme divario che esiste tra un nord, sempre più proiettato verso il pianeta Europa, e un sud allo sbaraglio che vede in Masaniello l’ultimo baluardo prima del baratro senza ritorno. La vicenda narra la storia di un popolo che non riesce a riconoscersi, nei fatti, in quell’unitù proclamata nel lontano 1871; la coreografia è molto bella perché curata dalla famosa artista "madre natura" che si è prodotta in un lodevole sforzo per realizzare meravigliosi paesaggi di bucolica memoria che, nel corso della rappresentazione, degradano sempre di più fino ad apparire quasi senza forma per opera della mano dell’uomo, che molto "sapientemente", ha provveduto a distruggere piuttosto che a preservare. Ma procediamo con ordine, la vicenda si snoda sul sentiero di una storia che si perde nella notte dei tempi, quando un popolo, quello dei gloriosi romani, aveva realizzato un impero ove riuscivano a convivere più culture, sebbene in un’armonia a dir poco forzata, per arrivare, dopo aver sfogliato le pagine del libro di una storia fatta di alti e bassi, fino ai giorni nostri per evidenziare come non solo quell’impero si sia disgregato tra bagordi, gozzovigli, tradimenti e inerzia ma che, addirittura, quello stesso popolo che, nel frattempo ha cambiato denominazione chiamandosi Italiano, non riesca più a trovare la sua unità di pensiero pur se avvolti dalla stessa bandiera... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO



Vuoti a perdere...
mercoledì 8 ottobre 2003 di Mariano Marchese

Ma come si fa a comprare un bambino di tre anni e pagarlo dieci milioni? E’ assurdo ma è proprio così, questo è quanto è accaduto nel mese di aprile in Calabria dove il "lupo perde il pelo ma non il vizio". Infatti, anni addietro, un’inchiesta svolta da solerti rappresentanti delle forze dell’ordine portò alla scoperta di un imponente traffico di bambini che travolse nomi eccellenti così come gente comune. Chi si rivolgeva a codesti "signori dei bimbi" (come vengono definiti questi infami trafficanti) infatti, lo faceva con il preciso scopo di "velocizzare" un iter che, altrimenti, sarebbe stato troppo lento a causa della solita burocrazia (almeno così dicevano loro, sarà stata, poi, una semplice giustificazione? Mah chi lo sa..). Ciò che lascia perplessi, però, e che stimola profonde riflessioni, è il fatto che nessuno di coloro i quali commettono questo illecito, perché di illecito si tratta, si preoccupa di sapere "l’iter" alternativo che il bambino è costretto a subire per giungere nei loro rispettivi stati di famiglia! Nel caso di specie, i coniugi catanzaresi hanno acquistato, per dieci milioni delle vecchie lire (circa cinquemila Euro) un essere umano che una gang di albanesi, sempre loro, aveva a sua volta "rilevato" al modico prezzo di un televisore. La vita di un bambino di tre anni in Albania vale quanto un televisore! E’ amaro constatarlo, è sconvolgente verificarlo, è, però, terribile viverlo! A tal proposito, infatti, saremmo curiosi di sapere quante persone, responsabili di simili adozioni, ha avuto o avrà il coraggio di raccontare la verità ai loro figli. Ci incuriosisce ancor di più sapere se la novella "mamma"...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




Associazionismo...
mercoledì 1 ottobre 2003 di Mariano Marchese

Ma quando un cittadino si rivolge ad un’associazione cosa si aspetta? Questa è una bella domanda, a cui tentiamo di dare una risposta. Una premessa, però, è d’obbligo e cioè che anche in questo campo esiste una forte divisione tra nord e sud! Il cittadino del Nord, infatti, è attento al mondo dell’associazionismo, lo sostiene, contribuisce alla sua crescita, insomma, gli da la forza necessaria a curare, nel migliore dei modi, gli interessi collettivi. In questo modo, le associazioni possono agire con la forza dei numeri al costo della modica cifra dell’adesione. Nel Sud, invece, e siamo alle solite, il cittadino, forse per antiche abitudini, vede nell’associazionismo un grande insieme di crocerossine pronto ad agire ad ogni suo comando e gratuitamente, non tenendo minimamente in conto che per esistere, le associazioni hanno bisogno del sostegno dei fruitori. Senza questo muoiono. A volte, poi, le associazioni rappresentano il classico dito dietro il quale nascondersi, un po’ della serie armiamoci e partite, ma non deve essere così perché associazionismo è sinonimo di collaborazionismo! Ad aggravare questa situazione c’è il fatto che al Sud il mondo dell’associazionismo è diviso e in forte competizione con se stesso, come se l’obiettivo da raggiungere non sia poi il medesimo. Il cittadino deve, necessariamente, sapere che il mondo dell’associazionismo è regolato da Statuti che ne limitano, a seconda dei casi, il raggio d’azione. Capita, a volte, che qualcuno chieda cose impossibili, denigrando poi l’associazione di turno se questa non riesce a soddisfare la sua richiesta. Altre volte il cittadino, magari esasperato da tante angherie subite chiede alle associazioni di marciare contro l’ordine costituito, la qual cosa, è di difficile realizzazione...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Ave... Caesar!
martedì 23 settembre 2003 di Mariano Marchese

E’ strano come la gente si lamenti ma, poi, non faccia nulla per cambiare le cose! Questa è una delle tante riflessioni che attanagliano la nostra mente nel momento in cui abbiamo l’occasione di dare una rapida lettura alle testate giornalistiche, sia nazionali, che locali, spesso, infatti, troviamo numerosi articoli riguardanti varie problematiche che diventano veri e propri cavalli di battaglia per molti esponenti politici i quali, eccetto qualche mosca bianca, altro non fanno che cavalcare il malumore della gente, ergo, degli elettori! Forse, questo è il modo più bieco di comportarsi ma, certamente, quello più rapido per ottenere il consenso. Prendiamo, ad esempio quello che sta succedendo in Italia, attualmente, infatti, tutta la sinistra che conta, è schierata contro una maggioranza in evidente difficoltà, anzi, decisamente in affanno; si spende troppo spesso il termine, forse poco conosciuto, di opposizione costruttiva, ma ci siamo domandati quanti propositi costruttivi ci siano nell’attuale minoranza di Governo? Forse, allora, sarebbe il caso di coniare un nuovo termine politico e cioè quello di opposizione distruttiva! Certo non si può dire che la nave Italia proceda spedita nei mari dell’ottimismo, però crediamo di potere affermare che, se al posto dei tremendi siluri e delle cannonate di un opposizione sempre all’erta, ci fossero delle scialuppe di salvataggio, rappresentate da proposte valide, concrete e alternative allora si potrebbe sperare di far rotta verso un risanamento globale e, di conseguenza, verso la stima e la considerazione delle altre nazioni europee che, al momento, non fanno altro se non deriderci e, forse, a ragion veduta... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


I Diritti Umani
mercoledì 20 agosto 2003 di Mariano Marchese

"Tutti gli esseri umani, senza distinzione alcuna di sesso, razza, nazionalità e religione, sono titolari di diritti fondamentali riconosciuti da leggi internazionali. Ciò ha portato all’affermazione di un nuovo concetto di cittadinanza, che non è più soltanto anagrafica, o nazionale, ma che diventa planetaria e quindi universale". Questa è una delle tracce assegnate, quest’anno, agli studenti che hanno sostenuto la prova scritta, di italiano, agli esami di Stato. Questo argomento, a nostro parere, è uno dei più importanti mai trattati nel corso della tradizione scolastica, in quanto è di estrema attualità oltre che di notevole pregnanza etico morale. Sarebbe stato utile fornire agli studenti anche la definizione di diritti umani, per rendergli più agevole il percorso di orientamento in un settore così ampio e dispersivo, a volte, trattato con estrema superficialità! Per diritti umani si intendono, infatti, tutti quei diritti connessi alla natura stessa della persona umana; essi rinviano al concetto di identità universale dell’uomo secondo cui la persona umana ha gli stessi diritti ed aspira alle stesse libertà quali che siano la razza, l’etnia, il sesso, le opinioni, la nazionalità. Benché, in linea di principio i diritti umani debbano essere considerati indivisibili la distinzione più utile nella quale ci si può avventurare, senza tema di essere smentiti, è la seguente.... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


A proposito di PIL...
martedì 12 agosto 2003 di Mariano Marchese

Nel periodo in cui la maggioranza degli italiani sta vivendo le tanto agognate ferie estive, ecco giungere una notizia, diramata dall’ISTAT, secondo cui il P.I.L., ovvero il prodotto interno lordo, anche nel secondo trimestre è in calo, ma la notizia più preoccupante è rappresentata dal fatto che ciò non accadeva dal lontano 1992, ovvero più di dieci anni or sono! Ciò, in parole povere significa che l’economia italiana è veramente in affanno, per non dire in difficoltà; e, mentre gli analisti ritengono, crediamo a ragion veduta , ( e per il fatto che questo è, o, almeno, dovrebbe essere il loro mestiere), che si possa utilizzare il tanto temuto termine di "recessione", l’ISTAT parla di "stagnazione" gettando la "solita" acqua sul "solito" fuoco delle polemiche che l’opposizione alimenta al pari dei drammatici incendi che stanno affliggendo mezza Europa! Riteniamo che in questo, cosi come in altri casi, la polemiche aventi ad oggetto esclusivamente il discredito e, quindi, senza alternative propositive valide, in grado di invertire il trend negativo della nostra economia siano veramente ridicole, ma ridicole sono anche le minimizzazioni del problema, infatti, qualche economista, con "posto sicuro" all’interno del Governo, ribaltando le posizioni degli analisti, rassicura tutti sostenendo che poi la situazione non è così drammatica come si vuol fare credere, perché, in fondo, (ma molto in fondo aggiungiamo noi) il P.I.L. sarebbe diminuito dello 0,1 % rispetto al trimestre precedente del 2003 e... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Pontifichiamo?
venerdì 8 agosto 2003 di Mariano Marchese

"Il ponte sullo stretto diventa una realtà"...con questa frase Rocco Buttiglione, Ministro delle politiche comunitarie, ha annunciato che i lavori per la realizzazione di quella che viene definita "un’opera storica, epocale "e cio? il ponte sullo stretto di Messina non tarderanno a cominciare. Il gaudio con il quale viene data la notizia, si trasforma in sconcerto per chi l’ascolta! No, non si tratta di disfattismo ideologico, come viene definito da qualcuno, ma di semplice constatazione della realtà, diciamo noi. Ma come possono i cittadini, calabresi e siciliani, sopportare l’ennesimo , doloroso schiaffo, quando a livello infrastrutturale vivono una realtà fatta di perenni lavori, carenza di servizi, assenza di infrastrutture degne di questo nome e mancanza di fondi (almeno così ci viene dato di sapere) per porre rimedio a tale, fastidiosa, situazione? A quanti storcono il naso di fronte a queste affermazioni dedichiamo la spiegazione di quanto scritto! Procediamo con ordine partendo dalla prima "verità rivelata" quella dei perenni lavori; è presto detto, ci riferiamo alla insostenibile situazione derivante dalla mega truffa perpetrata, al solito, ai danni dell’utenza autostradale in Calabria; ma come si può affermare, da parte dell’A.N.A.S., attraverso costosissimi spot pubblicitari, mandati in onda dalle più note televisioni nazionali, che "si stia lavorando per noi"per garantirci una maggiore fruibilità del tratto Salerno-Reggio Calabria, mostrando volti di automobilisti sorridenti e tracciati autostradali paradisiaci, quando quella che siamo costretti a vivere...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


L’Unione Europea.
venerdì 1 agosto 2003 di Mariano Marchese

In un periodo in cui si parla spesso di costituzione europea e di Europa unita, ci sembra doveroso chiarire il percorso compiuto per arrivare alla nascita dell’U.E. o Unione Europea che poco piace alla superpotenza americana! Innanzitutto è essenziale, come introduzione, spiegare in cosa consiste questo "esperimento istituzionale" per capire di cosa si parla; L’U.E. nasce negli anni ’50 su impulso di alcune nazioni quali la Francia, La Germania occidentale, l’Italia, l’Olanda, il Belgio ed il Lussemburgo con il fine, per un verso, di allontanare, le contrapposizioni di diversa natura che avevano trascinato gli stati Europei in due, disastrosi, conflitti, per l’altro, di porre in essere un sistema di difesa comune. Ma nel concreto cosa rappresenta? Al momento rappresenta un’unione di 15 Paesi Europei ( da cui la denominazione di U.E.) che ha ritenuto di delegare alcuni poteri interni propri di ciascuna Nazione aderente (tra cui quelli economici e politici) alle Istituzioni centrali dell’Unione; tale operazione ha permesso alla stessa Unione di affermarsi come maggiore potenza commerciale del mondo! Quale lo scopo che il soggetto politico-istituzionale U.E. vuole ottenere? Come vedremo, questo è veramente importante ed impegnativo infatti, si lavora alacremente per il raggiungimento finale di un’unità sostanziale, come viene definita da noti politologi di livello mondiale, ma, per ottenere questo risultato, sarebbe auspicabile che si realizzassero prima la cittadinanza europea, così come una sempre maggiore collaborazione degli stati aderenti sia per quanto riguarda la politica estera...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Giù la testa?
mercoledì 23 luglio 2003 di Mariano Marchese

La nostra attenzione deve, ancora una volta, soffermarsi sull’ennesimo bluff perpetrato ai danni della gens di Calabria e, più precisamente ai danni dei cittadini della parte ionica, che sta occupando la ribalta delle cronache nazionali per i mille soprusi che è costretta a subire nell’indifferenza di quanti dovrebbero fare e che, invece, purtroppo, non fanno. A sentire le dichiarazioni dei tanti politici che, a turno, riempiono le pagine dei giornali, cosiddetti "a tiratura nazionale", di buone intenzioni verso una terra che, a sentir loro, meriterebbe le attenzioni maggiori per favorirne lo sviluppo economico, verrebbe spontaneo di sentirsi soddisfatti, perché tranquilli e speranzosi, ma, poi, alla luce dei risultati concreti, che sono fin troppo tangibili, non ci viene altro da dire se non che di buone intenzioni sono lastricate le vie del Paradiso! Che la Calabria sia terra di nessuno e che somigli sempre di più al far West di "Leoniana" memoria, dove il sibilo dei proiettili si sovrapponeva a quello, un po’ più naturale, del vento, questo lo si sapeva ma, che si debbano sopportare notizie positive sulle sue condizioni quando ciò non corrisponde, poi, al vero, proprio non lo si può tollerare! E’ il caso del litorale ionico calabrese, definito e pubblicizzato ( spacciato diremmo noi!), a livello nazionale, come uno tra i più puliti e balneabili d’Europa, (ma chi avrà fornito mai questi dati menzogneri?)! I recentissimi monitoraggi effettuati nelle acque delle coste ioniche calabresi, e, più precisamente, nel tratto ricompreso tra Bovalino, nella provincia di, e Marina di Amendolara, in provincia di Cosenza, smentiscono quanti... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICARE SUL TITOLO


L’oblio iraniano...
mercoledì 16 luglio 2003 di Mariano Marchese

Uno scenario preoccupante si sta delineando nella regione mediorientale, dopo la questione irachena (che non può certo considerarsi chiusa alla luce degli episodi di violenza verificatisi negli ultimi giorni) e dopo la "sempreverde" vicenda israelo-palestinese che sta tenendo il mondo con il fiato sospeso, ecco diffondersi la preoccupante notizia di scontri tra studenti iraniani e gruppi di sostenitori del clero conservatore, appoggiati dalle forze dell’ordine del governo islamico; Teheran, antica e gloriosa capitale persiana, è sconvolta da sanguinosi scontri fratricidi! Il 9 luglio sono stati consumati gli ultimi tristi episodi di violenza, la miccia esplosiva è stata innescata dalla celebrazione del quarto anniversario della rivolta studentesca del 9 luglio 1999; il governo islamico aveva proibito, categoricamente, che tale celebrazione avesse luogo ma, le piazze si sono progressivamente riempite di aderenti al "movimento studentesco" sin dal tardo pomeriggio, fino ad estendersi in ogni quartiere della città di Teheran, soprattutto nel quartiere popolare di "Teheran Pars"; il braccio di ferro tra studenti e governo centrale è sfociato in vero e proprio scontro armato quando, dopo una animata conferenza stampa, tre esponenti di rilievo del movimento sono stati tratti in arresto dalle forze dell’ordine, perché rei di avere espresso, liberamente, che "le riforme di Khatami sono finite" alla notizia dell’arresto, che ha rappresentato una negazione della libertà di pensiero che dovrebbe appartenere ad ogni popolo civile, sono scoppiati gli scontri con l’epilogo che ci è stato palesato, molto chiaramente, dai mass-media internazionali! PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Niente di nuovo...sotto il sole del Sud!
mercoledì 9 luglio 2003 di Mariano Marchese

Avevamo appena finito di denunciare lo scandaloso comportamento tenuto da Trenitalia S.P.A. nei confronti degli utenti della zona dell’alto ionio cosentino, con atteggiamenti impositivi e mafiosi come la chiusura di stazioni ferroviarie strategiche per il comprensorio, soppressione di treni a lunga percorrenza modifiche assurde degli orari dei treni, tutto questo in nome di un miglioramento complessivo del servizio offerto ed ecco che Trenitalia s.p.a. dimostra, ancora una volta la sua noncuranza verso la propria utenza, almeno quella della provincia cosentina (ma è del tutto casuale ci chiediamo?) minacciando di sopprimere(temporaneamente) la linea di collegamento Cosenza - Paola per paventati lavori di manutenzione in una galleria, più precisamente la galleria Santomarco. Spieghiamo subito, per i tanti lettori che non conoscono la realtà infrastrutturale dei luoghi, che tale tratta funge da raccordo, tra la città di Cosenza e la costa tirrenica e che questa, ogni fine settimana permette ad un gran numero di utenti di potersi godere qualche ora di sole, dopo una settimana di stressante lavoro sulle spiagge della costa tirrenica, quella inferiore come quella superiore. La mancanza di rispetto di trenitalia si concretizza nel fatto che, ad oggi, si sono avuti circa 7 mesi per poter effettuare i lavori di manutenzione ordinaria de quo e che si sia deciso di farli solo ora, e cioè nel periodo di massimo traffico di passeggeri. Chi pensa ai pendolari, chi al fatto che, di questi tempi la statale 107, unica alternativa alla linea ferrata per quanti volessero recarsi da Cosenza sulla costa tirrenica... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




Ah...Trenitalia!
martedì 1 luglio 2003 di Mariano Marchese

Correva l’anno 2001, più precisamente il 14 luglio, quando, a Marina di Sibari, rinomata località turistica calabrese che si affaccia sul mar ionio, si verificava un evento straordinario, un’assise generale di particolare rilevanza: lo ionio cosentino, infatti, si radunava per lanciare una controffensiva istituzional-popolare ai danni di Trenitalia S.p.A., rea di aver abusato della nota pazienza degli abitanti di quelle zone, provvedendo a sopprimere, con estrema non chalances, numerose stazioni ferroviarie, cancellare treni a lunga percorrenza e cambiare gli orari in modo da arrecare ai tanti pendolari che, quotidianamente ne usufruivano, notevoli disagi. Da quell’assise, emergeva, forte, da parte delle Istituzioni e della gente dello ionio, la voglia di riscatto dopo l’ennesimo schiaffo subito! In quell’occasione furono dette tante parole e gli impegni assunti non si riusciva più a contarli, l’on. Geraci si fece portavoce del malcontento generale portando la vicenda in Parlamento, attraverso lo strumento dell’interrogazione Parlamentare, le premesse c’erano tutte per permettere a qualcuno di credere, e non solo di sperare, che le cose potessero cambiare. Ma Trenitalia, con la sua logica manageriale che non può sposare le esigenze senza portafoglio, provvedeva, con tempestività, a disilludere tutti, tenendo un atteggiamento di distacco in merito all’intera vicenda se il cittadino utente doveva affrontare un viaggio alla ricerca di una stazione ancora funzionante, levandosi alle 5 del mattino per poter salire su un treno e, magari, per potersi recare sul posto di lavoro, questo, in fondo, ma molto in fondo, rappresentava solo il "piccolo sacrificio" chiestogli in nome di una ristrutturazione e di una paventata efficienza di cui, ancora oggi... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




E’ utile piangere sull’acqua versata?
martedì 24 giugno 2003 di Mariano Marchese

Come ci ricorda Corbellini in un suo articolo pubblicato dal SOLE 24 ORE, Il 2003 è l’anno mondiale dell’acqua, elemento indispensabile per la vita sulla terra; ma, nel 2003, ricorre anche il cinquantenario della scoperta della struttura a doppia elica del D.N.A, si tratta, senza alcun dubbio, di una coincidenza, sebbene le due cose, siano accomunate, nell’immaginario collettivo, dal significato simbolico che esse contengono: entrambi, infatti significano vita, l’acqua ne è il presupposto naturale, mentre il D.N.A. lo è dal punto di vista biologico; già, nell’antichità, si era intuito come dall’acqua avesse avuto origine la vita sulla terra, e, a conferma di ciò, riportiamo un passo contenuto nella Sacro testo della Bibbia -" lo spirito di Dio aleggiava sulle acque"-; allo stesso modo si evidenzia l’importanza attribuita a questo preziosissimo liquido, nel "Regveda" quando troviamo scritto -"tutto, in origine, era acqua indistinta"-, senza dimenticare, poi, Talete, il primo grande filosofo naturalista, che, intuì, magistralmente, il rapporto tra acqua e vita, così come era stato vissuto in maniera simbiotica da tutte quelle civiltà che, nel corso dei secoli, si sono sviluppate sulle sponde dei grandi fiumi e, quindi, in continua relazione con essi. L’acqua rappresenta una grande risorsa naturale di cui dispone l’intera umanità, senza la quale, questa, scomparirebbe in brevissimo tempo, eppure, per ironia della sorte, proprio l’umanità sta dissipando questo bene preziosissimo, forse, perché la società contemporanea si è abituata all’idea che tale risorsa essenziale per la vita e per le attività economiche e produttive, sia inesauribile e sempre disponibile...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



...E Tre !
martedì 17 giugno 2003 di Mariano Marchese

Ed eccoci giunti alla terza puntata della nostra trilogia incentrata sulla crisi israelo -palestinese in principio ci si era illusi che il nuovo progetto di pace o "Road Map", come viene definito dagli esperti del settore, avesse potuto "traghettare" questa martoriata area del mondo verso una auspicabile pacificazione, ma, stando alle notizie che rimbalzano da un’agenzia all’altra e osservando le immagini che ci vengono sottoposte dai canali di informazione, l’illusione sta progressivamente, lasciando il posto ad una realtà molto diversa da quella che tutti avremmo voluto vivere! IL mondo, ora, si interroga se il fiore della pace colto, speranzosamente, a Gerusalemme nel mese di maggio, stia appassendo velocemente nella canna di quei fucili che avrebbero dovuto tacere per sempre ma che, invece, hanno ripreso a tuonare con sempre maggiore violenza! La situazione sta progressivamente degenerando e le speranze di una pace che sembrava così vicina, quasi ed insperabilmente, dietro l’angolo, vanno dissolvendosi, attimo per attimo, sotto le macerie fumanti dei molteplici e sanguinosi attentati di Hamas, come sotto la pioggia di missili con la stella di Davide che, oltre al cemento, cancella, per sempre, le vite umane, che, nella maggior parte dei casi, sono del tutto estranee al terrorismo e alla violenza, benché, da queste parti, l’integralismo regni sovrano. Gli ultimi avvenimenti, che hanno sconvolto il mondo per l’odio e la ferocia con i quali sono stati compiuti (da una parte e dall’altra),hanno spinto il portavoce della casa Bianca ad esternare l’esigenza di un immediato invio di truppe di pace...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Quel pasticcio chiamato QMO...
lunedì 9 giugno 2003 di Mariano Marchese

Il mondo si augurava che dall’incontro di Aqaba, in Egitto, la crisi israelo - palestinese uscisse minata nei suoi presupposti, ma, purtroppo, non è stato così! Infatti, dopo lo storico avvenimento di Gerusalemme tra il premier israeliano Sharon ed il nuovo leader (fortemente voluto dagli Stati Uniti) Abu Mazen, in cui si gettavano le basi per la concretizzazione effettiva del nuovo, l’ennesimo, piano di pace tra Israeliani e palestinesi, da più parti ci si sentiva autorizzati a pensare ad un’area mediorientale più tranquilla ma, nessuno, poteva immaginare che il vecchio leone palestinese, Yasser Arafat, potesse creare ancora complicazioni, nessuno, infatti, riteneva che il fondatore di "Al fatah" potesse avere ancora la forza politica di poter imporre il suo pensiero, al contrario di ogni previsione è stato così! L’anziano leader palestinese, indiscusso protagonista della politica mediorientale degli ultimi quarant’anni, non ha tardato a dare la sua zampata sul processo di pace ed a tuonare contro le offerte di Sharon. Infatti, il leone di Palestina, come viene, da sempre, definito Arafat dalla sua gente, ha manifestato scetticismo nei confronti dell’impegno del leader israeliano di smantellare i cosiddetti "avamposti illegali" creati dai coloni ebrei sul sacro suolo di Palestina, ed ha invitato i palestinesi, prima, ed il mondo intero, poi, a diffidare della "volpe israeliana", come Yasser definisce il primo ministro Sharon! Infatti, a supporto di questa sua posizione, il presidente palestinese ha manifestato il seguente pensiero... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.





Speriamo nelle colombe!
lunedì 2 giugno 2003 di Mariano Marchese

Giovedì 22 maggio 2003, ha costituito, per gli equilibri politici mediorientali, una data molto importante ..di quelle da ricordare! Infatti, proprio quel giorno, si è verificato lo storico incontro tra il leader israeliano Sharon ed il nuovo rappresentante palestinese Abu Mazen. Il luogo prescelto per l’incontro è stato la città di Gerusalemme (anche questo rappresenta un fattore molto importante, in quanto, fino a qualche tempo prima, era ritenuta una cosa improponibile, per una serie di motivazioni.). In effetti, questo, in ordine cronologico - temporale, non è stato il primo incontro tra i due leader, perchè in precedenza si erano già visti e, precisamente, il 17 maggio, cioè, qualche giorno prima; ma, per i contenuti e per la conseguente rilevanza storico - politica, il 22 maggio 2003 è da considerarsi come "posa della prima pietra " o "inizio dei lavori", per la costruzione di una "struttura" (di natura politico - istituzionale) in cui, si spera, dovrà trovare stabile dimora la pace in medio oriente! L’evento è di notevole rilevanza perché segna l’inizio di un dialogo concreto tra i massimi rappresentanti istituzionali di due popoli che hanno immolato migliaia di vittime a sostegno ognuno della propria causa, l’incognita drammatica, è rappresentata, però, dal fatto che gli interessi in gioco sono stati sempre contrapposti, mai collimanti tra loro e che un nonnulla potrebbe innescare la scintilla che porterebbe, inevitabilmente, ad una nuova escalation della crisi! Quello che fa rabbrividire, stando a quanto hanno evidenziato le cronache di tutto il mondo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Occasioni perdute...
domenica 25 maggio 2003 di Mariano Marchese

E’ strano come la solidarietà, nel terzo millennio, si debba riscontrare solo nei momenti di calamità, un esempio è rappresentato dal disastroso evento naturale che ha sconvolto l’Algeria. Come si sa, questo Paese dell’area nordafricana che si affaccia sul bacino del mediterraneo, ha sempre manifestato una certa riluttanza nei confronti di un occidente che viene apostrofato come "spregiudicato imperialista che, con lo strumento del capitalismo e, attraverso il progetto della globalizzazione, vuole conquistare il mondo, col mero fine di aggiungere virtualmente il maggior numero di stelle alla bandiera del grande satana: gli Stati Uniti" Questo è il clima con cui si vive la quotidianità in Algeria, sebbene ad onor del vero, vengano sottaciuti dai governanti la maggior parte degli accordi di sottobanco proprio con quei Paesi per lo sfruttamento delle proprie risorse... ma si sa, stando al pensiero di Malthus, "la fede è cieca e l’unica ad avere gli occhi bene aperti è quella nel Dio denaro"; e dire che molte stragi, per quanto deprecabili possano essere, vengono compiute proprio da quanti, accecati dai messaggi di odio sposano la causa, arrivando ad immolarsi per essa! In un istante, la violenza di un evento tellurico che non ama fare distinzioni tra capitalisti e non, tra appartenenti ad una fede religiosa piuttosto che ad un’altra, tra ricchi e poveri riporta tutti alla realtà, ad una dura realtà fatta di sofferenza, morte e distruzione! Oltre 6000, al momento, il numero delle vittime del sisma in Algeria, e più di 8000 risultano essere i feriti, e, di fronte a queste cifre e alle immagini di sofferenza di un popolo che... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Verba volant...
mercoledì 14 maggio 2003 di Mariano Marchese

L’importanza della comunicazione, in una realtà caotica qual è quella che ci troviamo a vivere, viene, troppo spesso, sottovalutata, anzi, oseremmo dire, fin troppo scontata e poco curata!. Per affrontare questo tema così delicato non possiamo non ricorrere alle nozioni che uno studioso, il dott. Giovanni Russo, medico psicoterapeuta, ci ha tramandato attraverso le sue opere dedicate alla conoscenza del complesso pianeta chiamato essere umano. Lo studioso siciliano, che ha immolato la propria vita alla Dea della ricerca, riteneva che la comunicazione consterebbe di tre momenti ben distinti tra loro e cioè identità, individualità e collettività; nel primo si materializza il rapporto che ogni singolo individuo ha con se stesso quindi con la propria personalità che rappresenta il suo mondo interno; attraverso il secondo si concretizza la relazione tra l’individuo e gli altri; mediante il terzo si estrinseca, invece, il rapporto dell’individuo in funzione degli altri. Alla domanda " con chi si comunica?" si è abilitati a rispondere: in primis con proprio il mondo interno ovvero con se stessi, poi con il mondo esterno, in tutte le sue molteplici manifestazioni; risulta chiaro, a questo punto, quanto sia importante il primo rispetto al secondo, in quanto a questo propedeutico. Infatti l’essere umano è sempre in comunicazione con se stesso prima di esserlo con l’altro che lo circonda ed a volte lo assilla! Bisognerebbe tener presente che la comunicazione non si esaurisce nel momento dell’esternazione, che, di contro, rappresenta, solo, la punta di un iceberg di un lungo procedimento di acquisizione, filtraggio, elaborazione e verifica. E’, poi, importante ricordare che si è sempre in comunicazione, anche quando non vorremmo farlo o, addirittura... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Un tram chiamato desiderio....
sabato 10 maggio 2003 di Mariano Marchese

Un progetto concreto, fattivo, nel buio delle opportunità nel meridione d’Italia... se qualcuno non farà lo "sgambetto"!


Non c’è pace fra gli ulivi!
domenica 4 maggio 2003 di Mariano Marchese

Avrei voluto trattare altri argomenti, ma gli ultimi avvenimenti che stanno catalizzando l’attenzione del mondo intero mi impongono di scrivere su quanto la cosiddetta ragione sia ancora così assente dalle coscienze del terzo millennio . Signori siamo in guerra, e la cosa più triste è rappresentata dal fatto che questo conflitto, prima ancora di iniziare, abbia già procurato le prime due vittime illustri e cioè, da un lato la ragione nella mediazione, che dovrebbero sempre prevalere in ogni tipo di decisione, dall’altro un’Istituzione internazionale istituita nel 1945 con il precipuo scopo di assicurare il mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo (l’O.N.U.) entrambe sepolte sotto le macerie dei palazzi di Baghdad in Irak, ed entrambe già ferite a morte l’undici settembre del 2001 a New York, città simbolo degli Stati Uniti d’America. "Mai più guerra" ha invano esclamato Papa Giovanni Paolo II durante tutti i suoi molteplici sforzi tesi a preservare la pace in un mondo già saturo di problemi, "mai più guerra" disse, prima di lui, Paolo VI all’indomani della fine del secondo, tragico conflitto mondiale, ed invece eccoci a scrivere e commentare una guerra che sembrava essere osteggiata da tutti e con la quale, oggi, tutti si trovano a convivere. E’ una guerra che ci coinvolge e che ci fa paura, perché dentro ognuno di noi si rafforza, purtroppo, la convinzione che dal 1945 ad oggi niente sia cambiato e che le proprie ragioni, oggi come allora, vengono fatte valere con le armi piuttosto che con la diplomazia come ci eravamo illusi che fosse...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Buona Pasqua...
sabato 19 aprile 2003 di Mariano Marchese

Auguri a tutti da parte della redazione: questo augurio lo inoltriamo agli esseri umani di tutto il mondo perché riteniamo che i momenti di gioia, di festività e di riflessione vadano condivisi senza distinzione di razza o religione, in quanto, determinati momenti, a parer nostro, debbono rappresentare, necessariamente, un motivo di aggregazione e non di divisione. Questo augurio collettivo, lo porgiamo con maggiore intensità proprio in un momento storico molto difficile, caratterizzato da forti tensioni in varie zone del mondo, che, qualcuno, vorrebbe sfociassero in conflitti di religione. Ricordiamo che la Pasqua rappresenta, per il mondo cristiano, la più significativa festività, in quanto esprime la rinascita proprio attraverso la resurrezione di Cristo dopo la sua Passione, vissuta come catarsi interiore per mezzo del dolore fisico, e questo è sottolineato da un pregnante simbolismo di cui le uova pasquali di cioccolata, così come i dolci rappresentanti le bianche colombe, di cui si è impossessato il pagano Dio del consumismo, ne vorrebbero rappresentare la massima espressione sin dai tempi più antichi, anche se ognuno con una propria valenza, fortemente, caratterizzante. E se le prime esprimono nuova vita, esattamente come quella serbata nelle uova reali, le seconde devono intendersi come dolce messaggio di pace, quella pace di cui ogni essere umano e, di conseguenza, ogni popolo hanno bisogno per esprimersi al meglio delle loro potenzialità! PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Il caos della democrazia!
martedì 15 aprile 2003 di Mariano Marchese

E ritorniamo a parlare di guerra ma non per le nefandezze che questa comporta, bensì per le problematiche che questa, inevitabilmente, produce, una volta che le armi, progressivamente, cominciano a tacere. Inizia, infatti, la fase del caos più completo e, stando alle immagini che ci vengono propinate dai media, in Iraq si vive proprio questo momento drammatico; sempre attraverso le immagini, infatti, si coglie lo smarrimento della popolazione civile che s’interroga su quale sarà il destino che li attende e diversi, risultano essere gli atteggiamenti nei confronti delle truppe anglo-americane che vengono considerate da taluni "invasori" da altri "liberatori"; a conferma di ciò osserviamo la gens irachena ora disperarsi, preoccupata di non avere più una patria protetta dalle insegne irachene, bensì soffocata dallo stendardo dello "Zio Sam", ora gioire per la libertà ritrovata dopo 35 anni di tirannia "consumata" da un sanguinario Saddam Hussein. La anarchia di questa delicatissima fase di transizione, è rafforzata dalle razzie che si stanno moltiplicando giorno dopo giorno nelle città cadute sotto il controllo (che controllo non è) degli alleati, ottenuto bomba dopo bomba. I saccheggi delle ultime ore non risparmiano niente e nessuno, rappresentano, quasi, una rivalsa nei confronti dei simboli del potere iracheno, quel potere sempre più ricco e contrastante con la povertà di quanti, costretti nell’ignoranza, non hanno mai osato ribellarsi per quel sentimento di paura che una tirannia, in ogni dove, diffonde tra i sudditi-schiavi il cui pensiero non ha mai contato più di tanto...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Paure contemporanee
giovedì 10 aprile 2003 di Mariano Marchese

Per quanto accade nel mondo, emergono, con prepotenza, sentimenti di paura, di ansia e di insicurezza sentimenti, questi, concatenati tra di loro, e che troppo spesso tentiamo di nascondere dietro false sicurezze, piuttosto che provare ad affrontarli a viso aperto con il proposito di risolverli attraverso la consapevolizzazione e la relativa metabolizzazione. E’ la società in genere a far paura, una società dove le certezze sono svanite da tempo! C’è allora da chiedersi se si è in possesso dei mezzi necessari a neutralizzare queste paure che, giorno dopo giorno, vengono alimentate dal sacro fuoco dell’incertezza! La nostra società è intrisa di falsi miti dietro ai quali, i più, si perdono irrimediabilmente, uno fra i tanti è rappresentato dal Dio denaro per il quale, spesso, si è disposti a fare di tutto; veniamo costantemente bombardati da messaggi che trasmettono una verità non vera, secondo la quale chi più ne ha maggiormente viene preso in considerazione dal mondo che lo circonda! Ed ecco, allora che ci si affanna in molteplici modi per tentare di accumularne il più possibile, trascurando così noi stessi, le nostre reali esigenze, i nostri bisogni primari. In nome del Dio denaro vengono, anche, commessi crimini efferati che vanno dalle estorsioni, ai rapimenti, alle rapine.. fino alle guerre(di cui l’odierna crisi del Golfo ne rappresenta un tragico quanto magnifico e calzante esempio). Bisognerebbe, forse, prestare meno importanza all’apparenza per privilegiare la sostanza, ma cosa importa se non si riesce ad acquistare un telefonino di ultima generazione... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO



Bush Vs Saddam.
lunedì 31 marzo 2003 di Mariano Marchese

Alla luce di quanto sta accadendo in quella zona del mondo che, a ragione, viene, unanimemente, definita la polveriera più a rischio del pianeta, possiamo rilevare una sacrosanta verità e cioè che esistono tante verità quanti sono gli individui che le propongono! Questo assunto, forse un po’ presuntuoso, è dimostrato dalle mille versioni che scaturiscono dai tanti opinionisti che in ogni momento della giornata compaiono in tv o dagli articoli che, quotidianamente, possiamo leggere sulle testate giornalistiche nazionali e locali. Ma partiamo da quelli che possiamo definire i protagonisti dell’intera vicenda bellica che rispondono al nome di George Bush da una parte, Saddam Hussein dall’altra; entrambi, infatti, forniscono due versioni diverse per giustificare una tragedia bellica che sta tenendo il mondo intero con il fiato sospeso a causa dei mille, drammatici risvolti che questo conflitto potrebbe assumere! Il primo sostiene di essere giunto a questa inevitabile conclusione a causa delle tante aggressioni subite, in questi ultimi anni ed in tutte le zone del mondo, dai cittadini e dalle istituzioni americane; e come non ricordare gli attentati alle ambasciate americane di Kenya e Tanzania in cui trovarono la morte centinaia di persone.. come dimenticare quelle drammatiche immagini degli aerei di linea che si schiantavano sui simboli di un’America forse troppo sicura di se stessa e che da quei giorni è costretta a fare i conti con una realtà che rappresenta una nuova verità, verità fatta di paura e presa di coscienza... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Vizi privati... pubbliche virtù!
sabato 15 marzo 2003 di Mariano Marchese

In un momento in cui tutti sono con il fiato sospeso per via dei venti di guerra che spirano minacciosi sul mondo, a causa dell’ormai imminente conflitto USA - Iraq, nascono in me delle doverose riflessioni. Vedo in televisione e sulla carta stampata, la catena di solidarietà che si stringe, ogni giorno di più, intorno al popolo iracheno che altra colpa non ha se non quella di dover tollerare, forzatamente, l’ingombrante quanto stritolante presenza di un dittatore al potere che risponde al nome di Saddam Hussein! Tutti, o quasi, condannano gli Stati Uniti d’America per il dichiarato intento di voler intervenire militarmente, anche senza il consenso dell’O.N.U., in territori che vengono definiti "culla e arido covo del terrorismo islamico". Viene condannata, dai più, l’arroganza con cui si muove il più potente Presidente del mondo libero George w. Bush e viene condannata perché intesa come sopruso del più forte ai danni del più debole! Tutto questo ci dovrebbe far riflettere sul fatto che si è sempre propensi a catalizzare l’attenzione sulle nefandezze ed i soprusi altrui finendo, inevitabilmente, per coprirsi gli occhi ed aggiungerei di turarsi il naso, su quello che di altrettanto grave, anche se per motivi diversi, si verifica dalle nostre parti, forse con il precipuo scopo di allentare la tensione con lo specifico intento di riprendere fiato è se solo ci soffermassimo ad osservare la situazione italiana non credo esistano dei margini per poterci definire soddisfatti. Il nostro problema, a mio avviso, consiste nel quotidiano, martoriato da mille problematiche e difficoltà, per le quali è ben lontana una risoluzione definitiva...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




Impariamo a saper chiedere aiuto...
mercoledì 26 febbraio 2003 di Mariano Marchese

La propria vita è un bene prezioso ..il più grande ed intenso che possiamo custodire, ci tocca, quindi, di proteggerlo, salvaguardarlo come meglio possiamo, dal momento che, una volta intaccato o profuso malamente, nessuno è in grado di potercene fornire un altro, anche avendo a disposizione cifre da capogiro, la vita è, quindi, un patrimonio inalienabile ed inacquisibile che occorre amministrare saggiamente! Troppo spesso, invece, lasciamo che altri lo amministrino per conto nostro, non valutando l’ipotesi, non troppo remota, che, in caso di errore, lieve o insanabile che possa essere, a scontarlo saremo solo ed esclusivamente noi! Alla luce di tali riflessioni, siamo in grado di comprendere quanto sia importante gestire la propria vita, ma proprio in questo consiste la difficoltà maggiore e, cioè, nel saperla impostare correttamente per poterla, poi, gestire nella maniera migliore. Dovremmo affrontare, allora, un altro problema dal quale, chi per un motivo chi per un altro, rifugge rimandando la sua risoluzione fino al giorno in cui diventerà inutile affrontarlo dal momento che sarà troppo tardi. Il problema è il seguente: siamo in grado di saper stare, al pari di un esperto nocchiero, al timone della nostra vita? Sapremo tracciare le rotte giuste, sulle mappe della nostra vita, che possano consentirci una navigazione sicura? Occorrerebbe, inoltre, chiedersi se abbiamo la strumentazione necessaria alla navigazione ed uno scafo utile allo scopo?PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Autostima, paura, rinunce ... e contropartite.
martedì 18 febbraio 2003 di Mariano Marchese

Ma come si fa a decidere cosa è bene o cosa è male quando si tratta di fare delle scelte che potrebbero influenzare il corso della nostra vita? Questa è la famosa domanda da un miliardo di Euro (che oggi vale più del dollaro ) che ognuno di noi si pone quando è in evidente difficoltà! E’ in questi momenti che si potrebbero verificare vere e proprie crisi della nostra identità dovute proprio alla sua carenza di sviluppo. Ma, dopo questa breve divagazione, torniamo ad affrontare la domanda che ci siamo posti all’inizio delle nostre odierne riflessioni.. partendo dalle parole contenute in un testo scritto dalla cantautrice siciliana Carmen Consoli, secondo le quali "(?)ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita"; il senso di queste parole dovrebbe indurci a riflettere sul nostro vero grado di sviluppo dal quale scaturisce naturalmente l’intensità della nostra autostima! A questo punto, vi starete chiedendo quali attinenze possano esserci tra la nostra autostima e la capacità di decidere correttamente nella nostra vita: è presto detto! Spesso, troppo spesso, pur sapendo nel nostro io più profondo per quale decisione optare, si finisce poi con il valutare e scegliere l’altra perché questa la riteniamo più sicura, forse più scontata, comunque la meno traumatica; ed il nesso che dapprima non risultava evidente, lentamente viene a delinearsi nella sua chiarezza! Infatti le scelte meno traumatiche vengono fatte perché dettate, nella maggior parte dei casi, dalla paura e questa risulta essere inversamente proporzionale.... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


è difficile mentire a se stessi... quando si è soli con se stessi!
lunedì 3 febbraio 2003 di Mariano Marchese

Nella vita ci è capitato e ci capiterà sempre di dover fare i conti con la realtà. Infatti, operiamo e ci affanniamo cercando di realizzare quello che riteniamo possa rappresentare il meglio per noi, accorgendoci il più delle volte, di aver inseguito delle chimere o meglio, dei miraggi che svaniscono non appena siamo nelle immediate vicinanze per poi ricomparire in un altro posto lontano dal nostro. Ci si domanda, allora, quale possa essere la direzione da seguire, la rotta da tenere per non sbagliare ancora... ed intanto il tempo passa inesorabile. Ed è a questo punto che non bisogna demoralizzarsi, è proprio a questo punto che bisogna insistere e perché no continuare a cercare! Chi non ricorda, infatti, le parole di Diogene Laerzio il quale con la lanterna in mano continuava a cercare,"non bisogna mai smettere - diceva Diogene- di cercare tutto ciò che la vita potrà riservarci di positivo come di negativo perché tutto serve di quello che troviamo lungo il nostro percorso, tutto è esperienza e l’esperienza spesso dimentichiamo che contribuisce ad accrescere la nostra maturità, la nostra forza interiore". L’esperienza è ciò che viviamo al di fuori di noi stessi, ma vi è una cosa molto più importante che dimentichiamo di cercare e che invece rappresenta un elemento cardine della nostra esistenza ed alla quale non diamo l’importanza che, invece, dovrebbe avere: la conoscenza di se stessi, quel "conosci te stesso" a cui esortavano con insistenza i classici...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Semplicemente... Giovanni.
martedì 28 gennaio 2003 di Mariano Marchese

E’ ormai "consumata" la notizia della scomparsa di un personaggio che ha contribuito alla crescita economica e, quindi, allo sviluppo industriale del nostro Paese si parla, come il lettore potrà facilmente immaginare, del Senatore a vita Giovanni Agnelli, presidente onorario della più grossa azienda privata italiana: la FIAT. Nelle ultime ore, questo rappresenta l’argomento principe dei dibattiti televisivi, dei forum su Internet, della gente per strada e della carta stampata, per cui vorrei commemorare l’avvocato per eccellenza, attraverso una serie di riflessioni che sono maturate mentre, attraverso le parole di una giornalista, apprendevo la notizia della sua scomparsa. Infatti, mentre sul televisore scorrevano le immagini dell’avvocato esaltando le sue doti di potente uomo d’affari che, nella sua vita, ha saputo creare un impero economico, tra me e me riflettevo su come doveva essere il signor Giovanni Agnelli nella sua vita privata.. in una vita lontana dai riflettori, quali fossero le sue emozioni, quali le sue paure, le sue ansie di comune mortale. Mi sono anche tornate in mente le parole del grande Totò, quando recitava "a livella" in cui traspariva la profondità dell’attore nel mentre affermava che nella vita si può essere chi si vuole ma che la morte livella, appunto, tutte le anime, azzerando titoli nobiliari, cariche istituzionali, rilevanza sociale fama e notorietà. Ebbene, l’attore napoletano aveva profondamente centrato il problema, ed a riprova di ciò, come non ricordare il dialogo che avveniva all’interno di un cimitero tra un nobiluomo ed un umile spazzino il quale, alla richiesta del primo di spostare le proprie ossa lontano da lui perché il fatto di essere stati tumulati vicini offendeva il suo lignaggio, questi gli rispondeva invitandolo a guardarsi intorno ed a constatare di persona il sentore dell’uguaglianza...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Nè rimorsi, nè rimpianti!
domenica 12 gennaio 2003 di Mariano Marchese

A volte ci si domanda se, nella vita sia meglio vivere di rimorsi piuttosto che di rimpianti. Partendo dal presupposto che forse sarebbe meglio vivere senza nessuno dei due, ho trovato che la domanda potesse servire da stimolo per molteplici e realistiche riflessioni. Comunque nell’affrontare l’argomento in oggetto ho ritenuto necessario chiarire il significato dei due termini con l’ausilio dei dizionari più utilizzati: per rimorso si intende il dolore che si prova per la coscienza di aver fatto del male, mentre del rimpianto viene fornita la seguente definizione: desiderio per un qualcosa che non si ha più! Tengo a precisare che in tutte le mie dissertazioni parto sempre dall’elemento che considero più importante e cioè l’essere umano. Infatti, troppo spesso, nel guidare la nostra quotidianità sui binari della vita, ci si dimentica delle nostre esigenze, non rispettando se stessi, in nome di falsi valori e false "etichette" imposteci da una società che è sempre più demenziale e, consequenzialmente, sempre meno concreta ma, in compenso, sempre più effimera! Detto ciò, il dilemma tra una vita di rimorsi ed una di rimpianti dovrebbe, a mio parere, essere inquadrato in termini soggettivi prima, per vederlo nei termini della sua oggettività poi. Osservando il problema dal punto di vista soggettivo, noteremo che lo stesso andrebbe collocato, assumendo così varie sfaccettature e significati, nei molteplici momenti storici che attraversiamo nella nostra vita, i quali sono sempre diversi e carichi di nuove esperienze che, nel bene o nel male, ci aiutano a cambiare e, quindi, a vedere le cose in modo diverso e, forse, più maturo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Triste e amaro...questo calice beviamo!
lunedì 16 dicembre 2002 di Mariano Marchese

Com’è triste osservare un numero sulla propria rubrica telefonica e pensare di non doverlo comporre mai più perché mai più avrai la possibilità di contattare quella persona questa amara riflessione ha attanagliato, quanti di noi negli ultimi giorni hanno subito la perdita di una cara persona, scomparsa per colpa di un sentimento che troppo spesso offusca la mente umana al punto tale da renderla irrazionale, totalmente irrazionale fino, come in questo caso, alla follia. Ed allora, mille dubbi ti assalgono, tanti pensieri invadono la tua mente e senti crescere dentro, straripante ed incontenibile, un profondo sentimento che si chiama odio, che altra cosa non è se non il rovescio di una medaglia rosa che si identifica con un altro sentimento: l’amore. E’ quasi invisibile il confine tra questi due sentimenti sebbene siano intrisi di valenze marcatamente diverse, di contenuti estremamente differenti e questo confine è stato abbondantemente varcato da chi ha osato ritenersi legittimo proprietario di una vita umana, a tal punto da decidere di troncarla così di netto con la fredda lama di un coltello in una buia, fredda e piovosa notte d’autunno! Così infatti è stata recisa la vita di chi non ha avuto il tempo di viverla, di chi non è riuscita a godere i frutti di tanti sacrifici fatti in nome di un obiettivo che stava preparandosi a centrare con l’entusiasmo di chi a soli 27 anni si sente su di un trampolino di lancio ed invece del grande, sospirato e meritato balzo, ecco il baratro , il freddo buio di una morte giunta troppo presto. 27 anni, aveva Maria Rosaria... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


La giustezza della norma...
domenica 10 novembre 2002 di Mariano Marchese

A distanza di qualche giorno dalla tremenda scossa che ha sconvolto il Molise, ci si interroga sulle responsabilità di chi doveva fare e non ha fatto. La nostra mente, non può fare a meno di ricordare le 26 vittime della scuola di S. Giuliano di Puglia di cui ben 24 erano bambini che altra colpa non avevano se non quella di essere felici e spensierati! Ciascuno di noi vorrebbe spiegarsi come possa accadere, per tragica fatalità o colpevole responsabilità che l’ultimo edificio che sarebbe dovuto crollare si sia, invece sfaldato, sotto i colpi di quel terribile sisma che ha lasciato dietro di sé, non solo macerie lutti disperazione ma anche, a sorpresa, tanta voglia di ricominciare. Sono d’accordo con Gaspare Barbiellini Amidei quando afferma che in Italia vige la regola della "prorogatio" secondo la quale, legalmente, si annullano i rischi rinviando obblighi e sanzioni. E’ stato così per alcuni centri della nostra Italia "garantista" e "liberista" quando si è dovuto far fronte al problema dell’inquinamento delle falde acquifere per le quali fu trovato un rimedio all’italiana: se le acque contengono una quantità eccessiva di sostanze inquinanti secondo quanto previsto dalla norma, niente di più semplice che elevare il limite di tolleranza delle stesse con un’altra norma che annulla il disposto precedente! Risultato? Presto detto, molte falde sono di fatto inquinate ma la norma le considera tollerabili. E come non ricordarsi del risveglio dell’Etna, vulcano che tiene in apprensione i centri abitati del catanese? Vi domanderete cosa c’entra, ebbene il passo dall’Etna al Vesuvio è breve... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


MA PERCHE’ LAMENTARSI? IN FONDO...
lunedì 4 novembre 2002 di Mariano Marchese

Ma perché lamentarsi sempre dei nostri Governanti quando siamo noi che gli permettiamo di tirare le leve del potere? Se ci trovassimo di fronte ad uno specchio, potremmo dire a noi stessi: io non c’entro nulla? E’ di moda gridare al voto di scambio subito dopo il periodo elettorale, anzi, ben oltre la promulgazione degli eletti; perché non farlo prima proprio nel mentre ci viene proposto questo benedetto scambio? Abbiamo la coscienza di chiederci quante sono le persone che non hanno ricevuto, in cambio del proprio voto assicurato, delle promesse mirabilanti relative a posti di lavoro (la cui latitanza è arcinota) o piaceri palesemente irrealizzabili? Egregio lettore, nel periodo elettorale tutto si chiede perché tutto diventa possibile, ma poi cosa succede? Esattamente quello che viviamo ogni giorno e cioè il malcontento, scaturito dall’immobilismo di maggioranza ed opposizione in relazione ai problemi annosi quanto seri, di quanti, puntualmente, si lasciano abbindolare dalla solita marea di promesse. Che senso ha allora denunciare i mille problemi che attanagliano il nostro quotidiano se non si è in grado di tentare di proporre qualcosa di concreto nella speranza di risolverli? Abbiamo provato a guardarci intorno e ad osservare quante Associazioni, Comitati, Club esistenti possono riconoscersi in quello che auspichiamo? Perché allora i cittadini suddivisi per ordini e professioni non si riuniscono per creare dei Comitati di studio e ricerca spontanei al fine di proporre, piuttosto che sbraitare, progetti per ogni tipo di problematica? PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



La politica e gli ordinamenti umani
venerdì 17 maggio 2002 di Mariano Marchese

Perché puntare l’indice sulla politica definendola sporca ed amorale, quando la stessa è il prodotto di un dato momento storico ed il risultato di un operato molte volte scorretto di menti pensanti che la utilizzano a proprio uso e consumo? La politica, infatti, originariamente era nata per "disciplinare gli ordinamenti umani" , come sosteneva il grande Filottete, per cui era al servizio dell’intera umanità al fine di migliorarne la qualità della vita. La politica era fatta da "grandi uomini e da grandi menti che lavoravano per gli uomini e per la loro libertà", questo era il pensiero di Astianatte in tal senso, un pensiero che è ben lontano dal nostro quotidiano..... dal nostro vivere sociale. Ai nostri giorni, infatti, parlare della politica equivale a parlare del grande mostro che tutto inghiotte e che nessuno riesce a fermare e per il quale molte vittime sono state immolate! A questo punto una riflessione è doverosa....se è così facile puntare il dito o sparare nel mucchio, altrettanto non è guardarsi dentro per capire quanto si è contribuito e quanto contribuiamo al persistere di una situazione così...Per leggere tutto l’editoriale, cliccate sul titolo.


Immigrazione e problematiche sociali
domenica 2 dicembre 2001 di Mariano Marchese
Spesso, nel prendere in considerazione il fenomeno immigrazione non si tiene conto della figura dell’immigrato come essere umano; infatti, per lo più, l’immigrazione viene considerata al pari di un Flagello, senza valutare i risvolti umani la caratterizzano.

Neutrergon Onlus e l’affaire Trenitalia.
mercoledì 14 novembre 2001 di Mariano Marchese
In questa dichiarazione programmatica, il Movimento per la Tutela dei Diritti Umani - Neutrergon ONLUS, prende ufficialmente posizione, a tutto campo, sui programmi "soppressivi" di Trenitalia S.p.A.

Privilegi ai Parlamentari:
mercoledì 14 novembre 2001 di Mariano Marchese
In un periodo in cui i Parlamentari intervistati dai Mass Media azzardano probabili ipotesi sui guadagni che percepiranno grazie al loro mandato, ci sono stati comunicati dei dati con la preghiera di diffonderli, dal momento che, molti organi di informazione si sono rifiutati di renderli pubblici!

Interrogazione Parlamentare dell’Onorevole Geraci
mercoledì 14 novembre 2001 di Mariano Marchese
Prendendo spunto da quanto riportato dai giornali a proposito dell’interrogazione parlamentare presentata dall’Onorevole Giuseppe Geraci alla Camera dei Deputati, rendiamo noti i contenuti di un colloquio intercorso fra lo stesso onorevole e il responsabile nazionale di Neutrergon ONLUS - Movimento per la Tutela dei Diritti Umani, Mariano Marchese.

Cara Trenitalia, che tratto ferroviario vergognoso!
mercoledì 14 novembre 2001 di Mariano Marchese
Appello (evidenziato da "la Provincia cosentina" del 18.06.01)all’amministratore delegato di Trenitalia S.p.A. da parte del responsabile nazionale (per il sociale) del Movimento per la Tutela dei Diritti Umani - Neutrergon ONLUS contro la soppressione di fermate riguardanti la fascia jonica calabrese

Autunno ed immigrazione
mercoledì 14 novembre 2001 di Mariano Marchese
Siamo in autunno, le ferie estive, così tanto agognate, sono ormai terminate ed i problemi che affliggono la nostra città invece, sono esattamente dove li abbiamo lasciati...prima di partire per le vacanze! Fra i mille, uno, in particolare, colpisce l’interesse e la coscienza collettiva: “il fenomeno immigrati".

A proposito di Provincia...
mercoledì 14 novembre 2001 di Mariano Marchese
Ci corre l’obbligo di ritornare sull’argomento, per chiarire la nostra posizione in merito alla possibilità di creare una nuova provincia, nell’alto Jonio calabrese.

Caro Presidente, AIUTO!
mercoledì 14 novembre 2001 di Mariano Marchese
Un accorato appello di Neutrergon Onlus - Movimento per la Tutela dei diritti Umani, inviato al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su viabilità (autostrada Sa - Rc) e salute pubblica (il pericolo "ETERNIT") in Calabria.

Alto Jonio calabrese: a proposito di Provincia...
mercoledì 14 novembre 2001 di Mariano Marchese
L’estate 2001 è stata vivacizzata dal dibat:tito sulla istituzione o meno della sesta provincia calabrese, quella della sibaritide. Abbiamo notato come i toni si siano fatti sempre più accesi fino a sconfinare nella polemica fra opposte fazioni: riteniamo che, oramai, a sesta provincia sia in fase di decollo visto che, come si sostiene da più parti, il momento sembra essere davvero propizio per la concretizzazione di un’idea che, fino a qualche tempo fa, sembrava irrealizzabile per svariate ragioni.

Il ministro degli Interni fermi il crimine in Calabria!
sabato 23 giugno 2001 di Mariano Marchese
Appello (evidenziato da "la Provincia cosentina" del 18.06.01) lanciato dal responsabile nazionale (per il sociale)del Movimento per la Tutela dei Diritti Umani - Neutrergon ONLUS al ministro Castelli per chiedere un intervento deciso e risoluto dello Stato contro la criminalità dilagante in Calabria


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