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Usi e abusi.
di Mariano Marchese  ( marianomarchese1@gmail.com )

12 luglio 2005

E' amaro dover mortificare la propria libertà di pensiero su richiesta, più o meno gentile, di sconosciuti senza volto, ma la cosa non sarebbe meno amara se questi sconosciuti fossero, invece, conosciuti e con un volto ben delineato, non pare anche a te caro lettore? Il punto, in fondo, è che in questa terra maledetta bisogna ancora imparare a sentirsi veramente liberi, bisogna avere il coraggio di spezzare le catene di una paura, purtroppo, ancora sempre presente sul palcoscenico della nostra vita; il profumo della libertà è una cosa meravigliosa, essere liberi è una cosa meravigliosa e non avere padroni è fondamentale per poter anche solo immaginare di voler conseguire un risultato o inseguire un obiettivo, magari la propria chimera personale. E' bello poter inseguire i propri sogni, le proprie aspirazioni e sarebbe delittuoso verso se stessi sacrificarli in nome di un buco nero chiamato paura; per carità, non mi sento di condannare chi ha paura perché, da queste parti, è veramente difficile non averne; come difficile è pensare di avviare una semplice attività commerciale o professionale, infatti, in questi casi, tante sono le incognite di varia natura che portano alla titubanza se non, addirittura alla rinuncia supportata da un morticante "ma chi me lo fa fare". Però, un pensiero sconvolge la mia mente, ovvero, come si può pensare di crescere, come si può pensare di uscire dalla preoccupante situazione di stallo in cui ci troviamo se non si pensa anche al cambiamento? Cambiamento significa anche coraggio, coraggio di essere se stessi sempre anche quando sugli steli della nostra esistenza incontriamo le prime pungenti spine che fanno male, che pungono lacerando carni e pensieri; forse è proprio nei momenti più difficile che dovremmo far uscire tutto il nostro positivo ma la domanda è se, dopo tanta sofferenza, esista ancora dentro di noi quel positivo che apre il cuore alla speranza. Io penso di si, ho fiducia nel popolo calabrese, sono convinto che, prima o poi, saprà prendere coscienza dei propri mezzi in maniera consapevole, riuscendo, così, a riappropriarsi di ciò che gli appartiene, in primis coraggio e dignità, strumenti con i quali combattere omertà, paura e immobilismo. Voglio vederlo roseo il futuro che ci attende, voglio sentire viva la speranza nel cuore dei giovani che mi paiono poco interessati all'argomento; saranno loro, un giorno, a raccogliere il testimone e a dover preparare un futuro migliore alle generazioni che verranno per cui sveglia, suoniamola insieme la tromba che segnerà la riscossa di un popolo mortificato dagli eventi e dalla storia. Io ci credo e per questo ero, sono e rimarrò in prima linea contro il sopruso e l'abuso, una linea rovente e pericolosa ma so di non essere il solo, allora basta avere pazienza e costanza, basta saper attendere in trincea tra bombe e minacce perché un giorno da quella trincea usciremo a respirare la fresca aria pulita con il sapore della libertà.


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