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Africa, bel suol d’amore...
di Mariano Marchese  ( marianomarchese1@gmail.com )

1 marzo 2004

Scrivere dello Ionio cosentino, equivale a narrare la storia di un decollo mancato e di tante potenzialità inespresse! C'è da chiedersi quanta umana e volontaria responsabilità vi sia in tutto questo ma, soprattutto, bisogna domandarsene il perché? Perché, infatti, qualcuno ha lasciato deliberatamente che la zona ionica cosentina vivesse una cosi lenta agonia? Eppure, questo territorio potrebbe rappresentare, a ben vedere, il fiore all'occhiello della Provincia di Cosenza e dell'intera Calabria con i suoi tesori artistici fin troppo nascosti, con il suo mare in alcuni tratti, addirittura cristallino, con i suoi chilometri di spiaggia continua e sfruttabile turisticamente in un susseguirsi di incantevoli paesaggi e che, forse, rappresenta un "unicum" nell'intero meridione d'Italia in quanto ad estensione balneabile. Non occorre riflettere più di tanto per capire che bisognerebbe puntare tutto sullo sviluppo turistico di queste zone, ma per realizzare ciò occorrerebbe organizzarsi seriamente, al fine di offrire dei servizi adeguati e, soprattutto, degni di questo nome, per quanti volessero usufruire dell'ospitalità di questa terra. Ma come si può pensare ad un decollo economico di questa zona della Calabria se le sue arterie principali e cioè la SS 106 e la tratta ferroviaria la collocano in pieno Medio Evo? Per i pochi che ancora non volessero riconoscere questo stato di cose, ricordiamo che la SS 106 è, "honoris causa", definita la strada della morte, e la linea ferrata è continuamente sotto accusa per la sua vetustà ed inefficienza. Si promettono industrie e posti di lavoro ma non si riesce a far combaciare sviluppo e salvaguardia del territorio, che rappresenta il vero patrimonio da tutelare ed il volano per un decollo verticale ed inarrestabile di questa zona! PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


A riprova di quanto appena scritto, infatti, si propongono cementifici, centrali a carbone, gassifici, si autorizzano discariche che, benché garantite da mille permessi, rendono l’aria irrespirabile e la vita di quanti abitano nelle vicinanze impossibile...mai nessuno che incentivi lo sviluppo di un industria collaterale al turismo che ne incrementi la crescita senza mortificare l’ambiente. Si potrebbe pensare alla creazione di aziende nautiche, industrie tese alla realizzazione di articoli da spiaggia come ombrelloni o sedie a sdraio; questi vogliono essere solo esempi, ma vorremmo che, in tempi brevi si potesse realizzare qualcosa di valido che rappresenti un’inversione di rotta per lo Ionio cosentino, un’inversione protesa verso uno sviluppo concreto di questo territorio nelle sue molteplici manifestazioni perché crediamo che la gente sia stanca di ascoltare promesse, apporre il proprio autografo sulle schede elettorali e di deambulare in una realtà immobile fatta essenzialmente di problemi ed inefficienze... Devolution a parte, è proprio il caso di sospirare (a denti stretti): "Africa", bel suol d’amore... molti doveri e nessun diritto!

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