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Stati d’animo...
di Mariano Marchese  ( marianomarchese1@gmail.com )

25 novembre 2012

A volte capita di fermarsi un attimo per guardarsi intorno; quando lo facciamo ci rendiamo conto di quante cose che costituiscono il nostro quotidiano, la realtà che viviamo, proprio non vanno. Purtroppo (è il caso di dire in questa circostanza) la riflessione è figlia dell'osservazione e, allora, non possiamo fare a meno di valutare il mondo a cui apparteniamo. Ma, diversi, sono i modi di reazione a questo stato di cose davvero poco confortante, uno di questi, forse, il più utilizzato, è quello di nascondere a se stessi ciò che è sotto i propri occhi, ponendovi sopra le famose bistecche! Questo comporta uno stato di sofferenza passivo che conduce ad una condizione di spirito che si avvicina, in quanto ad effetti, alla depressione; ci si sente impotenti e, allo stesso tempo, incapaci di reagire a delle situazioni, introitando tutte le frustrazioni che, alla lunga, logorano le anime portando, quasi, con certezza matematica, a comportamenti difficili da comprendere, ma, che in fondo, proprio in questo trovano la loro genesi più profonda. E' per questo che, con sempre maggiore frequenza, si apprende dagli organi dei mass media di gesti di follia, apparentemente, ingiustificata, gesti inconsulti e gravi dovuti all'esasperazione, da un lato, e alla insoddisfazione, dall'altro. Oltre a questa categoria di persone, ve ne sono ancora altre... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



...tra le quali gli ignavi, le cosiddette esistenze bruciate, coloro che si adeguano a questo stato di cose per paura di essere considerati diversi se dovessero porsi al di là del coro; è anche colpa di questa species del genus essere umano, se le cose non subiscono un’inversione di tendenza, continuando una pericolosissima "picchiata" che potrebbe portare a risultati clamorosi.

Questi sono i soggetti che, pur constatando lo stato deprimente in cui si trovano a vivere, si sentono quasi obbligati a condividerlo, sono coloro i quali si autoconvincono, per una mera questione di comodo, che una sola voce fuori dal coro non servirebbe a modificare le cose, sono coloro che si stordiscono con tutto quello che la società moderna mette a disposizione, proprio per porsi in condizione di non riflettere, di non pensare...pur continuando ad osservare la realtà che li circonda con gli occhi di un miope senza, però, il supporto di occhiali adeguati.

Questi sono i soggetti più pericolosi perché si autoconvincono che tutto va bene. Questo per paura del giudizio degli altri; è molto triste quello che stiamo dicendo perché è come osservare un cesto di mele, nel quale i frutti vanno progressivamente tutti a male perché stanno a stretto contatto con una sola mela marcia; alla fine, senza i provvedimenti necessari, si avrà la logica conseguenza di un cesto stracolmo di frutti marci.

E’ quello che sta succedendo ad una Società malata, sempre più malata per una cronica assenza di valori che, invece, rappresentano componenti importanti di ogni essere umano; componenti che indirizzano verso una vita sana, che aiutano a non sbagliare, a camminare su un sentiero di onestà e rettitudine morale che, progressivamente, stiamo inserendo nel già lungo elenco degli oggetti smarriti.

Già, i valori che contano sono ben altri, è l’ambizione scorretta che produce prevaricazione, è contare sull’apparire piuttosto che sull’essere, è essere presuntuosi proprio perché si ha la coscienza, consapevole o inconsapevole, di non valere granché, è dimenticare di essere singoli individui pensanti per cominciare a pensare con la testa altrui, per adeguarsi alla mediocrità di chi, pur di essere primadonna, preferisce esibirsi in uno scantinato buio dove attenti spettatori sono soltanto massificazione e mancanza di personalità, piuttosto che nel teatro della realtà sito in via della verità angolo personalità; certamente il lettore penserà che siamo ormai pervasi da un pessimismo senza ritorno, ma le cose non stanno così, in quanto descrivere ciò che si vede non equivale a viverlo e comportarsi secondo un copione scritto da altri, infatti, abbiamo scelto di seguire un sentiero diverso rispetto a quello che vediamo intorno a noi che, proprio non ci piace; preferiamo andare oltre, e non fermarci alle apparenze di un mondo, molto spesso annebbiato e incapace di fare le sue scelte, noi preferiamo scegliere, preferiamo credere in qualcosa di diverso pur coscienti che tutto questo comporta un prezzo da pagare, come solitudine ed incomprensione e, perché no, discriminazione e giudizio, altri mali del nostro secolo; siamo coscienti di questo ma preferiamo fare nostro il pensiero di Ezra Pound e proseguire verso la concretizzazione dei nostri obbiettivi supportati dai nostri ideali frutto sano dei nostri apprendimenti.

Questo ci permette di vivere la realtà e di non essere da questa vissuti, ci permette il contatto con gli altri rimanendo comunque sani e puliti, ci permette di osservare e di non giudicare, ci permette di non discriminare chi è diverso da noi...vi sembra poco?

A noi, NO!

Mariano Marchese (18 settembre 2009)

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