“Ho
un quesito da porle. Lavoro come commessa in un negozio di
abbigliamento per teen-ager dove, da alcuni mesi, il proprietario ha
deciso di diffondere musica a volume così alto da farla
sentire anche fuori. Io ho 47 anni e sto avendo distubi (mal di
testa, tachicardia, stordimento....) a causa di questa musica
assordante e continua: l’ho detto al mio datore di lavoro, ma lui mi
ha risposto che quel tipo di musica, a quel volume, serve per
attirare i ragazzi e, quindi, aumentare le vendite, come già
sperimentato in negozi analoghi. Cosa devo fare? Lasciare il lavoro,come dice il proprietario del negozio, o posso pretendere che sia eliminata la musica? Grazie per l’attenzione.”
Il
nostro legislatore ha previsto una specifica disposizione, l’art.
2087 codice civile, che impone al datore di lavoro di adottare le
misure le necessarie a tutelare l’integrità fisica e la
personalità morale dei dipendenti, secondo la particolarità
del lavoro, l’esperienza e la tecnica.
Ciò
vuol dire che l’imprenditore nello scegliere le strategie commerciali
più convenienti, è tenuto comunque a porre in essere
tutti i sistemi e i controlli idonei a neutralizzare i rischi per la
salute dei lavoratori, secondo criteri di ragionevolezza e
prevedibilità.
Pertanto,
nel caso in esame, la lavoratrice, che lamenta la nocività
dell’ambiente di lavoro a causa della diffusione costante di musica
ad alto volume – è scientificamente provato che la
musica assordante è fonte di numerosi disturbi alla salute -,
può giustamente pretendere che il datore di lavoro adotti
tutte le cautele necessarie per eliminare lo stato di nocività,
che potrebbero concretarsi nella riduzione del volume della musica e
nella trasmissione della stessa non di continuo, ma ad intervalli.
Erminia
Acri-Avvocato
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