
Qualcuno
sostiene che esistono “caduti” che non si alzano per non
tornare a cadere. Giovanni
Verga
ne “I
Malavoglia” addirittura
descrive
un tipo di umanità che, di fronte a ciò che riteneva
essere un destino ineluttabile, preferiva abbassarsi per essere
travolta, dalle onde delle difficoltà, il più
velocemente possibile. “Io
credo che se ci fosse
un po' più di silenzio, se tutti facessimo un po' di silenzio,
forse qualcosa potremmo capire.”
(La
voce della luna- Fellini,
1990).
Il
silenzio: condizione
di equilibrio necessaria indispensabile per poter vedere, finalmente,
se stessi come riflessi in un tranquillo specchio d'acqua. Eppure
ciascuno vacilla di fronte allo svanire di quelle certezze dettate
dall'abitudine a credere vero quello che, spesso, tale non è.
La Morte, ad esempio. Un'uscita di scena definitiva.
“All'inizio
della mia carriera si rivolgevano a me chiamandomi... a Pa'. Dopo i
miei primi successi... Sor Pa'. All'indomani della mia esperienza con
Federico Fellini... Maestro!”.
Ecco, il sapere che un'icona come quella di Paolo Villaggio non sia
più presente in carne e ossa, fa sì che le
emozioni si accavallino e la sua voce, i suoi personaggi comincino a
scorrere nella mente come fotogrammi di un film montato male che
riportano alla memoria le sue gag, il suo sorriso sarcastico, le sue
battute pungenti...
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Del
resto, è solo la curiosità che mi fa alzare la
mattina!”
Così il prefetto Gonnella,
nel film di Fellini descriveva la propria vita, così è
possibile immaginare la vita vissuta da Paolo Villaggio.
Dove
la curiosità verso i comportamenti umani certamente ha
contribuito a dare vita al suo personaggio più famoso :
Fantozzi Rag. Ugo, (come si legge sulla porta del suo appartamento
nei film che lo vedono protagonista), surreale impiegato. “Il
prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullità”,
come lo definì lo stesso Villaggio.
Eppure,
osservando fino in fondo l’anima dell’uomo in questione e analizzando
i suoi dolori, gli egoismi, le paure, la presunzione ma, anche, la
grande cultura, non possiamo notare uno stridore fra lo stato d’animo
che proviamo e il “supino” Fantozzi.
Forse
perchè il “ragioniere”, così passivo non
era... forse perchè incarnava le frustrazioni, reali o temute,
di tutti quanti noi. Ed è per questo che, quando osa definire
“la
corazzata Kotiomkin una cagata pazzesca”
ciascuno di noi ha fatto parte di quel pubblico che, assieme ai
colleghi di scena, gli ha tributato i simbolici "novantadue
minuti di applausi".
E,
soprattutto per questo, di applausi a teatro e al cinema l’attore
(e l’uomo) Paolo Villaggio ne ha avuti tanti nel corso della sua
carriera.
Da
ex impiegato dell’Italsider a interprete di ruoli
indimenticabili. Scrittore, autore, doppiatore, poliedrico, spietato,
ironico, con lo spessore attoriale di un uomo dotato di genio capace
di far ridere intere generazioni nei suoi ruoli più comici,
intenso e commovente nei ruoli drammatici, Villaggio ha saputo dare
ad ogni personaggio, ad ogni battuta quell’impronta geniale che
se pur non sempre risultava gradita, forse perché troppo
graffiante, o troppo sincera, rappresentava di certo un aspetto
imprescindibile del suo essere originale.
“Avete
mai chiesto a qualcuno per strada se è mai stato invidioso? Io
si. Ebbene, avendo capito benissimo la domanda, vi chiederà di
ripeterla per prender tempo e pensare a quella volta in cui è
stato invidioso. La risposta che vi darà, probabilmente, sarà
negativa…( con un tono beffardo) ma con la lente di
ingrandimento potreste vedere un rivolo di livore che scorre da un
lato della bocca”.
Come
amava spiegarci, la vita è come un
treno, sul quale saliamo e conosciamo la gente che, mano mano, sale
alle diverse stazioni intermedie. Quelli che scendono li salutiamo,
promettendo di rivederci, con quelle che salgono stringiamo nuovi
rapporti. Arriva un momento, però, in cui il treno accelera
sempre più, evitando la salita di nuovi passeggeri e
consentendo solo la discesa, repentina. Ad un certo punto alle nostre
spalle il macchinista grida che il viaggio è finito. Non
essendo rimasto nessun altro, capiamo che non può che
rivolgersi a noi. E’ lì che l’uomo scopre di
essere solo...
Triste,
beffardo, romanticamente disincantato eppure capace di sperare,
paternamente, in una “luce” migliore: “E’
quello che oggi manca alle generazioni, il credere, o meglio il
credere in qualcosa che non sia il denaro o il successo (elementi
fugaci)... ma in Dio”
Si
narra che. ad una festa di gala, un soldato di guardia si innamorò
della figlia del Re. Costei, impressionata dal suo coraggio e dal suo
animo nobile, gli chiese, come prova d’amore, di restare, a guardia,
cento giorni e cento notti sotto il proprio balcone, davanti al
palazzo reale. Alla fine, sarebbe stata sua. Lui ebbe modo di
dimostrare ciò che valeva e, imperterrito, rimase immobile
giorno dopo giorno, con ogni tempo e trovando la forza di vincere
fame, sete e sonno per novantanove giorni. Ma, giunti alla
novantanovesima notte, inaspettatamente, andò via.
La
morale di questa storia, probabilmente è che il coraggioso
soldato, decise di non correre il rischio di scoprire che la
Principessa avrebbe potuto non mantenere la parola data. In questo
modo, almeno per novantanove notti, visse nell’illusione che lei
fosse li, ad aspettarlo.
E
probabilmente allo stesso modo, il Maestro esce di scena un attimo
prima di mandare in onda la sua ultima fatica: “la
voce di Fantozzi”.
Forse per la paura di scoprire un’umanità non più
capace di capirlo. E incapace, quindi, di salvare se stessa.
Oggi
Paolo Villaggio non è più tra noi, forse è
insieme al suo grande amico Fabrizio de Andrè con il quale
scrisse Carlo
Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, forse
ora suonano insieme…magari un violino. “Ma
certo. Che ne potete sapere voi? Avete mai sentito il suono di un
violino? No. Perché se aveste ascoltato le voci dei violini
come le sentivamo noi, adesso stareste in silenzio…”
Quel
silenzio che (alla stregua del bianco, che contiene ogni colore
dell’arcobaleno), racchiude tutti i suoni dell’Universo.

Marilena
Dattis – Saggista,
Counselor

Giorgio
Marchese – Direttore
La Strad@
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