...quello
che ci impone di dare un senso alle azioni frutto di quelle idee, che
altro non sono, se non agglomerati di pixel di vita che, all’interno
delle reti neurali, ci danno la misura del (relativo) libero
arbitrio, dal momento che ci costringono ad assumere le
responsabilità di ciò che abbiamo voluto. Magari
inconsapevolmente.
Quindi,
persi in quella dittatura “perfetta” che ci imprigiona
all’interno di muri fatti di vuoti a perdere mentali che
istupidiscono inesorabilmente anche se a dosi omeopatiche,
necessitiamo di scuotere il sistema neurovegetativo, per sentirci,
artificiosamente, vivi.
Dal
contrasto, nasce il movimento (di attrazione o repulsione) che, fin
dai più piccoli quark, genera vita. In
tal modo si vince l’Inerzia. Questa,
è Legge di Natura.
Cari
Lettori, i
filosofi dell’antica Grecia riuniti nella corrente degli “Scettici”
ma, anche, pensatori del calibro di Cartesio e Sant’Agostino, hanno
dato un grande valore all’essenza del Dubbio, inteso come base
fondamentale senza la quale, in sostanza, sarebbe inutile porsi
domande...
E,
in effetti, non a caso, la congiunzione “Se” (intesa come
particella capace di farci dubitare) la ritroviamo come parte
centrale del termine “Essere”. Quindi, se partiamo
dall’antico “Cogito
ergo sum”
(Alias “Penso,
dunque Sono”),
sapremo interpretare nella giusta maniera quella sorta di fastidio
interiore che funge da molla per smuoverci dall’inerzia in cui, a
volte, piombiamo, in assenza di obiettivi motivazionalmente validi.
In
assenza di questo fattore discriminante, per svegliarci dal “torpore”
o scaricare il “troppo pieno” emotivo (sul piano del
negativo spinto), possiamo dare la stura ad ogni tipo di nefandezza.
Non
esistono parole per descrivere lo stretto necessario, a coloro che
non sanno cosa significhi l’orrore...
(da Apocalipse
Now)
Orrore,
dal Latino, sensazione psicofisica che fa accapponare la pelle e
rizzare i capelli cagionata da cosa terribile o crudele...
Forse,
è a partire da questo concetto che, in un caldo pomeriggio di
Luglio 2016, sentirmi parte di un Unicum variegato che ( a Sangineto,
paesino alle falde del Pollino Cosentino), ha trasmesso parte di sè,
offrendolo come obolo al martirio del migliore amico dell’Uomo (e
della Donna), mi ha spinto fin dentro la nostra coscienza nucleare,
dove bene e male coesistono all’unisono e, da dove, diparte ciò
che saremo, al netto di rimpianti, rimorsi e sensi di colpa.
Angelo
è
un nome che viene da lontano e significa "Colui
che è mandato".
Chi crede in Dio, determina la convinzione che l’Angelo sia un messo,
inviato anche per redimere. Chi, come me, è un po’ più
agnostico, ritiene che, chiunque sia un elemento induttore di
trasformazioni (spesso, attraverso la sofferenza) possa essere
definito, appunto, un Angelo.
LA
CRONACA E’ TRISTEMENTE (E ORRENDAMENTE) NOTA:
4 assassini della porta accanto (?!) sotto le mentite spoglie di
ragazzi poco più che adolescenti, hanno deciso di dare un
senso al bisogno di eruttare deiezioni (comporta)mentali,
martirizzando colui che gli scodinzolava, Amico. Così, come
chi non ha più niente da perdere, nemmeno l’anima da vendere
al Demonio... nel tentativo di brutalizzare anche l’ultimo vagito di
una ricerca del Buono... e, quindi, per lasciare traccia e firma
(come il Faust di antica memoria) hanno filmato l’evento,
trasmettendolo sul canale della Vergogna, via Facebook.
LA
PREOCCUPAZIONE
di chi riflette a sufficienza, consiste nel timore che, altri
sbandati esistenziali, traggano spunto emulativo...
CHE
FARE?
In simili circostanze, mi sovviene l’esempio dell’Amico,Vincenzo
Andraous,
capace di trasformarsi da Killer professionista (condannato al "fine
pena mai") in Counselor pedagogico e Tutor per minori a rischio
concreto di devianza. Con tanto di compagna in dolce attesa. Così
come Tiziano Terzani, lui mi ha spiegato che, colpire un Tumore con
un Maglio, significa frammentarlo in una miriade di metastasi.
Educando l’organismo a saperlo "trattare" (anche molto
duramente, se è il caso) riusciamo ad avere, grazie ad un
miracoloso effetto epigenetico, l’eliminazione dell’irrecuperabile e
la "rieducazione" del recuperabile. Nel 1938, James
Cagney,
gira Angeli
dalla faccia sporca,
in cui interpreta il ruolo di un gangster condannato alla pena
capitale. La prova più difficile per lui, sarà quella
di accettare la richiesta del suo amico prete che gli chiede di non
spingere i ragazzi a lui affidati, ad un effetto emulazione. E così,
Rocky
Sullivan lo
spavaldo, morirà da vigliacco, per distruggere la propria
immagine, agli occhi di suggestionabili ragazzini.
L’AZIONE:
una Società condizionata da spinte distruttive può
essere rimessa in carreggiata solo attraverso opportune manovre di
correzione che evitino l’assenza di violenza solo per la paura della
punizione e portino, soprattutto, a potenziare il valore
dell’Empatia, insegnando il piacere di Amare, per essere RIAMATI. LA
CONCLUSIONE:
qualche sera fa, al ritorno di una cena di lavoro, lungo una strada
di montagna, subito dopo una curva ad angolo cieco, ho scorto un
capannello di randagi al centro della carreggiata, a proteggere un
compagno caduto, appena falciato dai tanti distratti che non si
soffermano a pensare che 21 grammi (tanto, pare, pesi l’anima di un
vivente) fanno la differenza fra un sorriso e una maschera informe,
buona per il banco macelleria. Dopo aver tentato di rianimarlo,
adattandogli alcune delle tecniche imparate durante la mia esperienza
di “Volontario del Soccorso” della Croce Rossa Italiana,
non ho potuto far altro che he chiudergli gli occhi (come gesto di
umana pietà) e adagiarlo sull’erba, immaginando i mille
papaveri rossi di De Andreiana memoria, a fargli veglia s un campo di
grano.
In
quell’istante si è risvegliato, nel mio animo, un sottofondo
di dolorosa angoscia: la stessa vissuta ogniqualvolta ho assistito
all’ultimo respiro dei pazienti “terminali”, durante i
miei primi anni di esperienza lavorativa.
Ciò
che cade sotto la nostra attenzione, risveglia contenuti emotivi:
episodi come questo, ci scuotono per due motivi:
la
percezione dell’oppressione dell’indifeso (che sia un animale
“offeso” da un umano, o un ammalato “ingiuriato”
dalla Vita, fa poca differenza);
la
violazione di quella parte più pura e indifesa che è
in ognuno di noi (di fronte ad un’evidente condizione di impotenza).
Cari
Lettori, pur
essendo abituato, vista la professione che svolgo, a calarmi nel buio
dell’Anima altrui, trovo impossibile dare un senso a un certo tipo di
Dolore, come quello che nasce quando perdi un figlio (magari avendo
sperato, inutilmente, di prendere il suo posto) o come quello che
provi, osservando lo sguardo deluso di Amico tradito, mentre muore
senza un gemito.
A
MENO CHE,
tutto ciò, non assuma il significato della Resurrezione: nuove
idee, nuove azioni, nuova VITA, che, a questo punto, nasce dalla vita
che si è spenta... NEL RICORDO DI.
Ecco,
cari
Lettori,
l’unione che, in questi giorni si è cementata dal Trentino
alla Sicilia tutta, diventa l’anticancro più efficace: idonea
a sorvegliare, tremendo deterrente ma, soprattutto, perfetto esempio
di come si ama l’altro, per riconoscere, in sé, quella
scintilla che, il buon Dio (o chi per lui), ha voluto donarci. NEL
RICORDO DI... ANGELO. A CUI, CHIEDENDO PERDONO PER QUELLO CHE SIAMO,
NON POSSO CHE DIRE G R A Z I E... PER AVERCI DATO LA POSSIBILITA’ DI
DIVENTARE MIGLIORI!

Giorgio
Marchese
(Medico Psicoterapeuta, Counselor) - Direttore "La Strad@"
Questo
editoriale è stato pubblicato l’otto Agosto del 2016. Ho
inteso riproporlo, quest’oggi, in occasione della prima udienza del
processo a carico di chi ha commesso il crimine nei confronti del
povero Angelo
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