 Cari
Lettori,
qualche giorno fa, la banca presso cui ho i conti correnti, mi ha
erogato un mutuo di 80.000 euro per l'acquisto di una porzione di
immobile di cui l'altra metà, era già mia, per lascito
ereditario. Premessa: a causa dello smarrimento (da parte del Comune)
della documentazione presentata da mio padre per il condono
edilizio per migliorare qualcosa che, al momento dell'acquisto (nel
1980) era poco più di un rudere (con una multa non
indifferente, già pagata), ho dovuto rifare tutta la procedura
con un costo di quasi 12.000 Euro. Torniamo
al punto di partenza:
gli 80.000 Euro... ho scoperto che, lo Stato, per l'erogazione di
tale somma, ha preteso il pagamento di “una tassa di
concessione governativa” di 2400 Euro (comprensiva dei costi
della Banca). Ma non finisce qui. E
no!
Perchè, lo Stato, sempre lui, ha preteso, sugli stessi soldi,
un'altra tassa di 3600 euro nel momento in cui li ho usati per
l'acquisizione della parte dell'immobile in questione. A cui
aggiungere 1900 Euro di onorario notarile (che, a ben riflettere, è
un'altra tassa imposta dallo Stato). Quindi, in conclusione, per dei
soldi chiesti in prestito (quindi, in teoria, che non ho, altrimenti,
perchè avrei dovuto stipulare un mutuo?) ha posto una
tassazione nel momento in cui li ho ricevuti e, un'altra, quando li
ho utilizzati per lo scopo per cui li avevo chiesti. Ma scusa, Stato, a questo punto, come faccio a pagarti, se questi soldi erano tutti destinati ad un obiettivo specifico?PER
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È
come se, a un individuo bisognoso di una trasfusione ematica, noi
domandassimo, in cambio della disponibilità a fornire ciò
che chiede, non solo la restituzione (con gli interessi) di quanto
ricevuto ma, anche, di rinunciare ad un terzo della “sacca”,
come tassa per usufruire dei due terzi restanti!
Cari
lettori, a
questo punto, concludo con me stesso, che è decisamente meglio
evitare di danneggiarmi il fegato e, decido, con il mio, onesto,
lavoro, di determinare ciò che serve, al pagamento di questo,
che ritengo un balzello partorito dalla mente di un FOLLE... ma non
di quelli che incontro nelle case di cura psichiatriche...
No,
proprio uno senza speranza!
Ebbene,
scopro che, sui miei guadagni (che in parte serviranno a pagare
questo taglieggiamento) lo Stato, sempre Lui, mi chiederà
(come fa con qualsiasi possessore di Partita Iva) il 65% in tasse,
dirette e indirette...
Un’altra
modesta riflessione: quando lavoro come consulente nominato dal
Giudice e faccio risparmiare all’INPS (quindi, sempre allo Stato)
decine di migliaia di Euro per richieste di prestazioni (invalidità
di vario genere) non spettanti, sapete come mi ringrazia colui che ha
tratto grande beneficio?
Con
290 Euro (lorde) a pratica, che mi verranno pagati “a babbo
morto”, visti i tempi della burocrazia.
Cari
Lettori,
a questo punto, comincia a non essere più strano che, chi è
preposto al controllo sul corretto andamento della Cosa Pubblica (e
Privata), scopra, ogni giorno di più, che non esiste limite
all’industrializzazione della disonestà, anche come forma di
compensazione e ribellione ad uno Stato vessatore...
Mi
permetto, a questo punto, di riportare questa mia riflessione, già
proposta altrove ma, molto opportuna, visto quello di cui stiamo
parlando...
Affermare,
prima dell’avvento dell’era Fascista, che i politici
fossero dei ladri era, senz’altro, una verità ipotetica.
Sostenere
la stessa tesi, intorno agli anni 70 - 80 del secolo scorso (prima
dell’era "tangentopoli" e "mani pulite"),
diventa una dichiarazione assertiva.
Proporlo,
alla luce dello schifo che, senza ritegno, la gentaglia nominata al
Parlamento ci costringe ad assistere, quotidianamente, diventa
decisamente "apodittico".
Potrei
aggiungere che siamo avviati verso un Tempo in cui, la stessa
proposizione si sta trasformando in qualcosa di pleonastico, cioè
ridondante. In parole povere, troppo scontata!
Le
cose che potrei “fare”, nella mia professione...
Una
volta ci si ispirava a giganti come Ippocrate, Galeno di Priamo o,
più recentemente, al dottor Albert Schweitzer... ora,
più modestamente (ma più concretamente), i riferimenti
riguardano i tanti camici bianchi (infangati) che lucrano sul dolore
e speculano senza alcuna pietà.
Avere
un cuore da bambino non è una vergogna. È un onore. Un
uomo deve comportarsi da uomo. Deve sempre combattere,
preferibilmente e saggiamente, con le probabilità a suo
favore, ma in caso di necessità deve combattere anche contro
qualunque probabilità e senza preoccuparsi dell’esito.
Deve seguire i propri usi e le proprie leggi tribali, e quando non
può, deve accettare la punizione prevista da queste leggi. Ma
non gli si deve dire come un rimprovero che ha conservato un cuore da
bambino, un’onestà da bambino, una freschezza e una
nobiltà da bambino. (Ernesty Hemingway)
E,
questo, è il mio problema...
Avere
paura di lordare la mia coscienza nucleare, quella che dovrò
restituire nel momento in cui chiuderò gli occhi su questa
forma di vita “terrena”...
Ma
non è, propriamente, bontà... è, piuttosto una
saggia manifestazione di egoismo.
Si,
perchè, resto sempre convinto del fatto che, se voglio
scoprire e capire come tirar fuori il meglio da me (come prototipo di
essere umano), devo evitare di contaminarmi. D’altronde, chi volesse
ascoltare dell’ottima musica da Camera, riprodotta su Vinile,
eviterebbe, senz’altro, di utilizzare uno strumento dozzinale ma
sceglierebbe un complesso stereofonico di alto pregio e valore.
"Le
persone più felici non sono necessariamente quelli che hanno
il meglio di tutto ma, coloro che traggono il meglio da ciò
che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere
alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!" (Kahlil
Gibran)
Il
valore...
L’unica
unità di misura che crea ricchezza partendo dalle materie
prime: gli esseri umani. Ecco, il mio obiettivo è quello di
diventare una persona sempre più seria, per provare a
meritarmi le opportunità offertemi da Madre Natura.
Come
ho già scritto, a ben riflettere, riusciamo a renderci conto
del fatto che, in fondo in fondo, i cosiddetti furbi sono dei “fessi”
privi del coraggio necessario ad affrontare la vita, rimboccandosi le
maniche e senza sgambetti perchè, come sostiene Vincenzo
Andraous, “Alla fine della corsa, è sempre il
più furbo che pagherà per tutti invecchiando, dentro,
come il pezzo di Carcere che lo ha sepolto.”
La
vita ci insegna che possiamo essere in testa o restare indietro
nell’agone esistenziale. Ma, questa corsa, ci si augura sia
lunga e, alla fine, è solo con noi stessi. Capirlo, crea
momenti “che non sottraggono mai tempo, rimanendo un passo
avanti, per tutta la vita.” (Vincenzo Andraous)
BUONE
RIFLESSIONI
"Buon
giorno" - disse il piccolo principe. "Buon giorno" -
disse il mercante. Era un mercante di pillole perfezionate che
calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si
sentiva più il bisogno di bere. "Perché vendi
questa roba?" - chiese il piccolo principe. "È una
grossa economia di tempo"- rispose il mercante - "gli
esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatré
minuti alla settimana". "E che cosa se ne fa di questi
cinquantatré minuti?" "Se ne fa quel che si
vuole..." "Io" - disse il piccolo principe - "se
avessi cinquantatré minuti da spendere, camminerei adagio
adagio verso una fontana..." (Antoine de Saint-Exupéry)

Giorgio
Marchese (Medico
Psicoterapeuta, Counselor) - Direttore "La Strad@"
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