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Abbiamo dimenticato, che cos’č la vita?
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

22 settembre 2017


Apro il computer.: razzi di Hamas contro Ashqelon. l'artiglieria israeliana riprende a sparare; il Presidente degli Stati Uniti d'America autorizza raid aerei in Medio Oriente; sfollati a centinaia di migliaia; due giovani donne italiane rapite in Siria; in Afghanistan gli ospedali di Emergency registrano tristi record di feriti; in Sierra Leone decretato il coprifuoco, un altro caso di Ebola nella capitale. in casa, ci diciamo "buongiorno?". (Cecilia Strada). Qualche anno fa, mio fratello, allora editorialista di questo Magazine, mi comunicò l'irrevocabile decisione di interrompere la collaborazione. "E' inutile continuare a denunciare e stimolare le coscienze: non cambierà mai nulla". Io stesso, con una lunga serie di articoli alle spalle, mi ero convinto del fatto che, ormai, poco o nulla, si potesse continuare a dire (senza ripetersi), per delineare l'analisi dei fatti del mondo. Durante il mio intervento, in un convegno - seminario su "Fobie e ossessioni" però, ho avuto modo di soffermarmi sull'importanza di recuperare il senso della vita, per andare "oltre" quello steccato fatto di paura, che ci costringe a rinchiuderci in sintomi e disturbi di vario genere. "Lo dobbiamo ricordare... glielo dobbiamo ricordare com'è bello!" - "cos'è bello, Leonard?" - "Leggi il giornale... ci sono solo notizie negative... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Hanno dimenticato che cos’è la vita! Hanno dimenticato cosa significa essere vivi! E c’è bisogno che qualcuno gli ricordi che cos’è che hanno e cos’è che potrebbero perdere! Io sento il dono della vita, la gioia della vita, la libertà della vita... la meraviglia della vita!" (Oliver Sacks - Risvegli). Abbiamo proprio dimenticato il piacere della vita che, in maniera innata, ci trovavamo dentro, da bambini. Con le cose più semplici. Qualche tempo fa, controllando quella porta di connessione universale che è la posta elettronica, ho avuto la piacevole sorpresa di leggere il messaggio del mio amico Maurizio che, sinteticamente, riporto:

Ho conosciuto un bimbo di 8 anni di nome Joseph V. il quale, dopo essere entrato in confidenza con me e con mio figlio, ha iniziato a raccontarci di un suo progetto di relativo ad un’era quadridimensionale che realizzerà un giorno, insieme ad un gruppo di suoi collaboratori. Quest’idea ha come scopo quello di spiegare ai bambini del pianeta terrestre la forte necessità di un mondo quadridimensionale NON VIOLENTO! Joseph, inoltre, è stato in grado di descrivermi, nero su bianco, la funzione di ogni singolo pianeta che circonda la Terra iniziando a spiegarmi che esiste una grande forza che si chiama ENERGIA ! Tutti i bambini, grazie alla loro energia, un giorno diventeranno astronauti e, per mezzo delle astronavi futuristiche quadridimensionali, potranno prendere l’energia sottratta ai vari pianeti del Sistema Solare e portarla ai bambini del pianeta terra così che tutta la cattiveria del mondo possa svanire!”

Noi vediamo, sentiamo, parliamo, ma non sappiamo quale energia ci fa vedere, sentire, parlare e pensare. E quel che è peggio, non ce ne importa nulla. Eppure noi siamo quell’energia. Questa è l’apoteosi dell’ignoranza umana. (Albert Einstein)

Cari lettori, è proprio vero, come diceva Jaroslaw Iwaszkiewicz: Il mondo fa paura ma, in esso, nuotano in un immenso acquario, betulle, volpi, torrenti di fiori, strade di campagna e case di legno. E, ancora, i concerti di Brahms e i valzer di Chopin.

Riflettendo su queste verità, mi è tornato in mente il filmato “internautico” che avevo avuto modo di studiare qualche anno fa (tramite un link specifico, inviatomi da una valente collaboratrice) certamente fuori dal comune che, a vederlo,..resti senza parole.

È tutto così vero, che non ci avevi pensato. È tutto così affascinante, che il resto, perde valore. Ripenso ad una riflessione del grande Einstein: "Cento volte al giorno, ricordo a me stesso che la mia vita (interiore ed esteriore) è basata sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti; per questo mi ripeto che, io stesso devo fare il massimo sforzo, per dare nella stessa misura, in cui ho molto ricevuto."

Mi approfondisco nella visione del filmato e giungo alla conclusione che non si deve, per forza, da giornalisti, porsi l’obbligo di informare solo su quello che non funziona.

Non di rado vivo la necessità di spiegare, alle persona a me più vicine, il motivo per cui più procedo sul mio cammino di vita e meno trovo interesse a confrontarmi col Sociale...

In realtà (contrariamente a quello che si possa pensare) non è affatto una rinuncia ma un modo di confrontarmi con il concetto, amato, di Libertà. Questo “concetto”, infatti, non è solo un valore risultante dalla possibilità di fare ciò che si vuole ma, piuttosto, nasce dal sottile piacere che si prova quando comprendi che, il motivo che ti porta a combattere in difesa della tua Identità, è quello di farti confluire all’interno di un “tutto”: l’intera comunità dei viventi, il complesso sistema (ad ingranaggi) che è, di fatto, l’Universo. Insomma, una sorta di “Principio Universale” (o di Libero arbitrio) declinabile in tanti modi apparentemente differenti.

Per cui, il mio concetto di Uomo Libero, è quello di colui che è capace di “sentire” l’Assoluto (pur nel relativo della nostra condizione) e i cui unici confini, sono quelli dettati dalle Leggi di Natura. Per poter dire all’Altro: “io sono Te. E, insieme, creiamo il Noi, per tendere all’armonia”.

L’Uomo nasce Libero ma, ovunque io volga il mio sguardo, io lo vedo in catene! (Jean Jacques Rousseau)

Non posso fare a meno di concordare sul fatto che ci sono scienziati a cui dobbiamo molto, che hanno posto le basi della Fisica contemporanea: grazie a loro, ora sappiamo che tutta la materia è energia. Einstein stesso, ad esempio, ci ha spiegato che, per scoprire quanta energia c’è, in una qualsiasi sostanza, basta moltiplicare il suo peso, per il quadrato della velocità della luce (cioè, 90 miliardi). In pratica, esiste, in ognuno di noi, un Universo di forza e di possibilità!

Gli sviluppi della Fisica quantistica, però, hanno stupito ancor di più, introducendo il concetto in base al quale, l’energia stessa, possa essere una sorta di "campo cosciente".

Al di là dei fenomeni visibili, è emersa una realtà che compenetra tutto e che obbedisce a Leggi, finora sconosciute, completamente diverse da quelle cui siamo abituati. È un Universo che ci comprende e che noi "conteniamo" interamente, in una dimensione talmente vasta, da essere definita, dai Fisici, "campo delle possibilità, o probabilità".

In questo mondo quantico, due particelle di energia, pur distanti migliaia di chilometri tra loro, finiscono col trovarsi comunque, in relazione, determinando fenomeni che condizioneranno, l’andamento delle cose circostanti.

Per semplificare (e di molto) il discorso, pensiamo alle maree (movimenti di masse d’acqua, composte da particelle subatomiche), influenzate dalla posizione della Luna (pianeta strutturato, ugualmente, da particelle, capaci di generare "campi di energia gravitazionale"). Addirittura, si arriva al punto da potere immaginare queste "due" particelle, come se fossero "una soltanto".

In effetti ogni particella, ne ha una gemella che porta, però, una carica elettrica opposta. È come se, entrambe fossero monche e fuori equilibrio. Infatti, si cercano, si incontrano... e raggiungono una sorta di equilibrio perfetto, scomparendo in un "lampo" di luce.

"Noi siamo Angeli con un’ala sola: possiamo volare soltanto abbracciati" (Luciano de Crescenzo)

Il funzionamento della PET (Tomografia ad emissione di Positroni), si basa su questa realtà. Pensate che, secondo questo principio, la vita e la morte di un qualunque individuo, rappresenterebbero, per costui, i due estremi che, ad un certo punto di congiungono, chiudendo il cerchio esperienzale "imperfetto" di quell’essere umano e consentendogli di equilibrarsi in una dimensione a noi sconosciuta ma che, certamente, consente (attraverso la liberazione di un’incredibile quantità di informazioni grazie a quel processo che, ignorantemente, chiamiamo, di decomposizione) la nascita di nuove forme e manifestazioni esistenziali.

La scienza, ogni giorno di più, infatti, dimostra che, noi e il Mondo che ci circonda, siamo un tutt’uno.

In pratica, un continuo flusso di particelle che trasmettono informazioni le quali, in funzione di un "progetto" specifico (è come se il pacchetto più piccolo di energia organizzata, chiamato "quanto", già sapesse cosa deve fare), attraverso le quattro interazioni, plasmano ogni forma conosciuta (o meno) e le danno vita.

Infatti, la materia non è affatto solida: così come un’immagine riprodotta su un monitor, è solo il risultato del posizionamento, nello spazio, di pixel (o bit) di informazioni.

Questo, è il MIRACOLO della vita! L’Universo è un’armonia, le sue manifestazioni... una rete di relazioni.

"In principio era il Verbo. E il Verbo era presso Dio. E il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio. Tutto, è stato fatto, per mezzo di lui. E, senza di lui, nulla è stato fatto, di ciò che esiste". (Giovanni, 1, 1-6)

Immaginiamo con il termine "Dio", quello che vogliamo: anche il "nulla" che, in quanto pensato, è pur sempre qualcosa. Da lì, origina il "codice sorgente" che, pare, sia contenuto nel Bosone di Higgs (la più piccola particella conosciuta).

Se posizioniamo, su una lastra, una polvere metallica (o del sale) e lo sottoponiamo (seguendo una certa procedura) ad una frequenza acustica (un suono), il materiale "inerte" costruisce disegni che cambiano man mano che modifichiamo la frequenza (e, quindi, il suono: cioè l’informazione energetica)!

Le neuroscienze, da tempo, hanno dimostrato che, il cervello, funziona come una radio, generando campi elettromagnetici (dentro gli Astrociti) che si propagano (mediante i neuroni e il liquor) trasportando idee ed emozioni in tutto l’organismo e, grazie ai "neuroni specchio", da un individuo all’altro. Non è strano ipotizzare, a questo punto, che, grazie ad una sorta di ponte radio, qualcuno, in qualche parte del Mondo, possa captare (magari in maniera inconsapevole) i nostri pensieri. E noi, i suoi.

In pratica, possiamo immaginarci come un violino che viene suonato dalle forze dell’Universo: noi però, abbiamo l’onore e l’onere, di potere accordare lo strumento.

Le correnti filosofiche orientali ritengono che, il pensiero (come espressione elettromagnetica determinata e organizzata), sia potente energia che crea e plasma tutto quello che sta intorno e che, comunemente, si chiama Mondo.

La scienza, moderna, attraverso altre terminologie, sta dimostrando che, siccome tutto è energia, siamo sottoposti a delle sceneggiature di cui possiamo, in modo o nell’altro, diventare i registi.

Cari lettori, dopo tutte queste osservazioni, ci interessa ancora tanto, arrabbiarci perché un’orda di maialozzi intonsi (politici corrotti, funzionari senza scrupoli, truffatori di ogni risma, etc.), si azzuffano nella porcilaia. dimentichi del destino che, comunque, li vuole cotechini?

Si, è vero, costoro ci rendono l’aria irrespirabile e ci consumano le risorse. Ma, per trovare una soluzione, disponiamo delle meraviglie di cui si è parlato finora. E, con quelle nella testa, il futuro non potrà portarcelo via nessuno! "Se uno sogna da solo, è solo un sogno. Se molti sognano insieme, è l’inizio di una nuova realtà." (Friedensreich Hundertwasser )

"Abbiamo avuto un’estate straordinaria, una stagione di rinascita e di innocenza: un miracolo, per 15 pazienti e per noi, i loro custodi! Ma ora, dobbiamo tornare alla realtà del miracolo. Potremmo dare la colpa alla scienza e dire che è stato il farmaco a fallire o che è stata la malattia a tornare. Oppure, che i pazienti non hanno resistito alla perdita di decenni delle loro vite. La verità è che non sappiamo che cosa è andato male o che cosa è andato bene. Noi sappiamo soltanto che, allo svanire della speranza farmacologica, è seguito un altro risveglio: abbiamo capito che lo spirito dell’uomo è più forte di qualsiasi farmaco e che questo spirito ha bisogno di essere nutrito! Il lavoro, il gioco, l’amicizia, la famiglia. Sono queste le cose che contano. E noi, l’avevamo dimenticato! Le cose più semplici..." (Oliver Sacks - Risvegli)

Giorgio Marchese - Direttore La Strad@



Si ringraziano Maurizio Gammarota per avermi raccontato la storia di un bambino fantastico ed Emanuela Governi, per gli spunti di riflessione che mi hanno aiutato ( e non poco) per la realizzazione di questo editoriale, pubblicato per la prima volta il 22 settembre 2014 e riproposto, oggi, con gli adattamenti dettati dall’esperienza.






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