
Pregiatissima
onorevole Jole Santelli, ho
apprezzato
la sua presenza nel mondo della rappresentanza politica, fin dagli
esordi. Sarà per via della sua prorompente vitalità nel
rappresentare la Regione in cui sono nato; sarà perchè
sono nipote di un grande Socialista; sarà perchè sono
molto legato ad un amico e collega che porta il suo stesso cognome;
sarà perchè, nel 1994 ho aderito alla richiesta di
Silvio Berlusconi di voler riunire le migliori menti del Paese,
partecipando ai “laboratori” nati dopo la creazione dei
Club di Forza Italia; sarà perchè, (per come risulta
dal suo CV) la sua ascesa, a Roma, ha coinciso con il periodo della
mia formazione specialistica, nella Capitale, in cui ho frequentato,
anche, Radicali del calibro del Prof. Luigi “Gigi” de
Marchi, che mi ha introdotto nel mondo affascinante della Psicologia
Politica; sarà perchè lei ha avuto la forza e il
coraggio di salire le scale dei Palazzi che contano, come
rappresentante del Popolo mentre, io, ho preferito confrontarmi col
dolore degli altri per trarre (attraverso il provare a lenirlo)
spunti per dare un senso alla mia vita da uomo. Mi
sono allietato
allorquando, il mio Sindaco, amico di lunga data e di mille avventure
adolescenziali, l'ha coinvolta per continuare l'opera di
ristrutturazione profonda della città in cui, in maniera
prevalente, abito.“È dolce e pio, morire per la Patria” (Orazio)...PER
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Sarà
perchè sono un uomo all’antica che crede nello Forza dello
Stato come Patria di tutti i suoi figli e
che la vede come rappresentante istituzionale “H 24”
(peraltro col prestigioso e, al tempo stesso, gravoso, incarico di
capogruppo della Commissione permanente “II
Giustizia”),
ho sofferto, come cittadino, nel momento in cui mi è stato
fatto notare, da amici comuni, la sua condivisione, su uno dei suoi
profili Facebook (
https://www.facebook.com/jaja.santelli/posts/981273758674627?pnref=story
), di un articolo che mi riguarda, pubblicato sul sito informativo di
Soverato
1 TV,
dal titolo: “Il
processo per la morte del piccolo Giancarlo: la difesa attacca un
teste. È lo psicoterapeuta che segue la famiglia Esposito”.
La
comunicazione scritta ha il limite di non riuscire a trasmettere il
significante temperamentale di chi verga il messaggio. Vorrei,
dunque, che le pervenisse la mia pacatezza (aliena da intenti
polemici) nel mentre evidenzio che, in assenza delle trascrizioni
relative alle
registrazioni effettuate all’udienza in questione, quanto
riportato non può essere considerato, oggettivamente, aderente
alla realtà dei fatti.
Ricordo
di aver letto un pensiero di Cesare
Cantù (letterato
e politico, Deputato, al Parlamento, dall’Unità d’Italia):
“Peste della patria è il giornalismo che accetta le
notizie senza vagliarle, quando pur non le inventa”.
Ma,
ove mai il contenuto riportato fosse vero, si sarebbe evidenziato, a
caratteri cubitali che, colui che aiuta
(e senza compenso alcuno, come dichiarato pubblicamente dagli stessi
interessati) chi
sta soffrendo per aver perso (comunque
siano andate le cose)
un figlio di soli 4 anni, è stato attaccato.
Mi
scusi, Onorevole, cosa c’è di bello, in tutto ciò, al
punto tale da meritare una sua autorevole condivisione?
Ovviamente,
nel suo privato, lei ha il sacrosanto diritto di esprimere ogni
azione ritenga opportuna ma, un social come Facebook, azzera la
distanza con la propria privacy e ci fa diventare un tutt’uno con il
ruolo che ricopriamo. Anche (e soprattutto) nella Società
nella quale ci relazioniamo.
La
prego di non intendere, quanto da me riportato finora, come un
attacco personale o politico o, peggio ancora, come una mancanza di
rispetto verso la sua persona.
La
consideri, piuttosto, per ciò che è: l’espressione di
una sofferenza che viene dal cuore perchè, parafrasando una
massima di Giuseppe Mazzini: “La Patria è la Famiglia
del Cuore”.
E
lei, Onorevole Santelli, per fatti e discendenza, della Patria è
illustre rappresentante.
La
saluto cordialmente

Giorgio
Marchese – Direttore
La Strad@
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