Natale
è Natale, ci risiamo, le parole cadono una dietro l’altra,
fanno incetta di stupefazione, di sguardi estasiati.
Le
parole arrampicano, s’alzano al cielo, l’illusione di un
attimo, ridiscendono come rese.
Le
parole fanno corollario, circondario, confine, frontiera, stanno al
palo, attendono il segnale.
Il
tempo rifugio comodo e convenzionale, scarta di lato, rimanendo mai
fermo al centro della strada.
Il
tempo è compagno leale della parola, della sostanza, della
realtà di ogni giorno, il tempo accompagna, insegna, educa,
soprattutto, non bara né trucca la consegna di ritorno che
avverrà.
Ogni
anno è Natale, ogni dicembre è Natale, ogni bimbo che
nasce è Natale, ogni povero e ogni ultimo è orma di
Natale, perfino il ricco e il potente è traccia di Natale.
La
coscienza sbaragliata dagli eventi, incapace di reagire, subisce gli
impatti, le scosse, i tradimenti... eppure, a fare la differenza non
c’è la festa, nè il cibo donato a piene mani;
neppure le prevaricazioni, i soprusi e le offese, le ingiustizie e il
potere contrattuale nascosto agli occhi dei richiedenti, dei
bisognosi, di quegli innocenti che non hanno altro che la propria
dignità da offrire a quel bambino che verrà.
Ci
risiamo...
Natale
non è mai simile al precedente: è come il prima, il
durante e il dopo di ognuno, che appartiene per diritto e per dovere
a ciascuno, che avverrà perché costituisce
costitutivamente i ponti delle prossimità, per quanto infine
gli occhi vedranno e il cuore sentirà, cogliendo il bene, là,
dove la condivisione non potrà mai vestire gli abiti della
sottomissione.
Natale
e’ l’Avvento, non c’è strada diversamente
breve per conoscere, per comprendere, per intuire i percorsi ed i
vicoli ciechi, per fare un passo avanti, un passo in mezzo,
foss’anche un passo sghembo, affaticato, claudicante, un passo
con lo sguardo in alto.
Ci
risiamo...
Le
parole prendono il sopravvento, a grandi falcate raggiungono i posti
riservati, in prima fila, in bella mostra da tanto onore, parole di
benvenuto e di commiato, parole che destano attenzione, parole che
senza preavviso reclinano il capo, s’addormentano.
In
questa storia di umiliazioni e di fughe all’indietro, di uomini
in croce e popoli oppressi, di terre martoriate e acque avvelenate,
Natale non arretra, ci costringe a non arretrare, il tempo
d’Avvento non soccombe alle parole, trasforma il male ed i
silenzi protratti, Natale è risveglio e coraggio di chi
è ferito, Natale è speranza, non soltanto di
preghiera di qualcuno, Natale è davvero perdono e
giustizia alla vergogna e alla paura, perdono e giustizia
affinché nessuno rimanga a guardare.
Vincenzo Androus - Counselor, Tutor Comunità "Casa del Giovane" Pavia
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