HOME - GLI AUTORI - LE SEZIONI - VIDEO - LINK
 

Inviaci un tuo articolo

Partecipa anche tu !
Scrivi un articolo

   Cerca nel nostro archivio:
Drogarsi...
di Vincenzo Andraous  ( vincenzo.andraous@cdg.it )

2 dicembre 2006






... non e' normale per niente!


 

LUCI NEL BUIO - 51

In questo periodo personaggi autorevoli si affannano e si infuriano per mettere in discussione la nuova normativa in materia di sostanze stupefacenti, che eleva la possibilità di detenere cannabis da 0,5 a 1 grammo, spostando il margine di contrasto dell’azione penale sullo spaccio e di quella amministrativa sull’uso personale.

Personaggi politici e non, rivendicano il concetto che ogni droga fa male, e nessuna droga è accettabile, bendando gli occhi del vicino sul problema del tabagismo, nonché su quello altrettanto allarmante dell’alcolismo, lo si fa con voce chiara, persino dagli scranni parlamentari protetti e adibiti a consumo quotidiano di ben altre e più deleterie sostanze.

Si va tutti in avanti, disperatamente, per tentare di arginare la deriva, quella amoralità di certe scelte definite irresponsabili, che coinvolgono il cuore impavido del mondo adulto, abbandonando ai vicoli ciechi i giovanissimi, sprovvisti di strumenti di difesa, ma ben imbottiti di tecnologie di offesa, prima di tutto verso se stessi, poi di quegli adulti improvvisamente battuti in ritirata.

In questo bailamme di buone intenzioni c’è chi ascolta e nulla intende, c’è chi osserva ma nulla vede, se non il rumore incessante di una socialità malata, di una politica perennemente tumulata dalle parole spese male. Non di rado le Istituzioni sono offese e mutilate, eppure per mantenere alta l’attenzione sul problema droga non c’è bisogno di trucchi sofisticati o di eccessi forcaioli, anzi in questa sovrapposizione di titoli altisonanti per creare giustizie ingiuste ed etiche crasse, c’è il rischio di schierarsi per partito preso, per spirito di contraddizione, non certamente per amore di conoscenza.

Persino chi scrive poco capisce dell’arrembaggio dialettico mediatico, poco riesce a dedurre dalle montagne di parole scagliate per opporre una resistenza a quel provvedimento che ne innalza la soglia di detenzione.

Forse è meglio rifugiarsi sul duro della realtà, quella almeno evita i fronzoli degli inganni, sta al petto di ognuno per richiamare dignità, soprattutto dove essa è stata perduta, e peggio, è stata rapinata.

Chi lavora in una comunità terapeutica e di servizio come la Casa del Giovane di don Franco Tassone a Pavia, ben sa cosa significa rimanere in vita dimenticandosi di esistere, ben sa quanta tristezza traspare da due occhi atterrati dalla resa, ben sa quale fatica c’è da incontrare per poter risalire dal baratro.

Chi lavora in comunità ed ha la fortuna di scrivere della propria vita personale, e di tante storie vissute, blindate, anonime, è privilegiato nell’apporre una negazione, che non è ottusa né conclusa, bensì convissuta.

Per l’ultimo libro che sto scrivendo sul disagio ho svolto una piccola ricerca, a circa 180 ragazzi e ragazze incontrati ho posto semplicemente una domanda: come è nata la scelta del vicolo cieco?

La risposta che ne è venuta ancora più semplice è stata: tutto è iniziato con qualche canna, tanto per fare gruppo e non essere da meno degli altri. Durante un incontro di formazione con alcuni allievi di un liceo, dibattendo sull’uso e l’abuso di sostanze, un ragazzo ebbe a dirmi che la mia avversità e il mio allarmismo nei riguardi della droga, tutta, erano inappropriati, infatti lui qualche spinello se lo faceva, ma non si considerava tossicodipendente, persino i suoi genitori che in gioventù avevano fatto qualche tiro, oggi sono dei professionisti affermati.

A quel ragazzo ho risposto che ero ben felice per i suoi genitori, un po’ meno per lui e per le troppe cose date per scontate, gli ho raccomandato di buttare un pensiero a tutti quei ragazzi che avevo intervistato, a quelli meno fortunati. Un po’ di cannabis non conduce alla dipendenza, eppure per me che osservo la capacità di metamorfosi e il mutamento esistenziale che può indurre, a dispetto degli opinion leaders del momento, di esponenti dei mass media e dello spettacolo, del mondo politico e istituzionale, per me il farsi una canna non è per niente normale, come non lo è picchiarci il grugno a tredici anni o giù di lì.

Effetti indotti, farmacologici e psicologici, sembrano risultanze incomprensibili, invece esprimono la pericolosità che sta a fronte della disattenzione e del disorientamento causati da una allucinazione consumata nella velocità più virtuale.......il più delle volte però, quella realtà prende il sopravvento, reclamando tutti i dazi da pagare, e tragicamente facciamo i conti con tante e troppe esistenze ridotte a miserie umane.

Vincenzo Andraous

Responsabile Centro Servizi Interni - Comunità Casa del Giovane - via Lomonaco 43 - Pavia 27100

 

SERVIZI
Home
Stampa questo lavoro
(per una stampa ottimale si consiglia di utilizzare Internet Explorer)

Segnala questo articolo
Introduci il tuo nome:
Introduci email destinatario:

STESSA CATEGORIA
Neppure come cattivo maestro...
Volti nuovi e abiti vecchi.
EROI DI VERGOGNA
Alle nove del mattino.
Riconciliazione.
A difesa della dignità personale.
Clemenza, per il popolo degli sconfitti.
Quest’anno il Bambino è nato a casa mia...
Morti di serie B.
La paura...
Aspiranti professionisti dell’ultima meta.
Giustizia...
Dal baratro alla rinascita.
Nel recinto chiuso.
Il sapore della responsabilità.
Famiglia... Scuola...
Spari...
Quel cappio al collo...
il raglio del mulo - 2.
Domanda di Grazia a Gesù.
DELLO STESSO AUTORE
Un video per un mondo di pace
I traditori e gli indifferenti.
Fuori dal coro.
Dalla famiglia, la sfida al rinnovamento.
Vergogna e speranza.
Intervista condannata all’ergastolo...
Il popolo del volontariato.
In ricordo di Fabrizio de André.
Domande, che salvano la vita, più delle risposte.
Parole in trappola...
Assalti...
Coma etilico a tredici anni.
Caro Presidente...
Il falco dagli occhi lucidi.
Un essere vivente davvero speciale.
Piove...
Fuori dal mal di vivere.
Il massacro degli innocenti.
Indulto o inganno?
Quel silenzio che fa rumore.
ARCHIVIO ARTICOLI
Rubriche
Settore Legale
Medicina, Psicologia, Neuroscienze e Counseling
Scienza & Medicina
Emozioni del mattino - Poesie
Economia, Finanza e Risorse Umane
Cultura
Parli la lingua? - DIZIONARI ON LINE
Proverbi e Aforismi
Al di là del muro! - Epistole dal carcere
Editoriali
Organizza il tuo tempo
PROGETTO SCUOLA
La Finestra sul cortile - Opinioni, racconti, sensazioni...
Legislazione su Internet
Psicologia della comunicazione
La voce dei Lettori .
Filosofia & Pedagogia
Motori
Spulciando qua e là - Curiosità
Amianto - Ieri, oggi, domani
MUSICA
Il mondo dei sapori
Spazio consumatori
Comunità e Diritto
Vorrei Vederci Chiaro!
News - Comunicati Stampa
Una vita controvento.

PROPRIETARIO Neverland Scarl
ISSN 2385-0876
Iscrizione Reg. Stampa (Trib. Cosenza ) n° 653 - 08.09.2000
Redazione via Puccini, 100 87040 Castrolibero(CS)
Tel. 0984852234 - Fax 0984854707
Direttore responsabile: Dr. Giorgio Marchese
Hosting fornito da: Aruba spa, p.zza Garibaldi 8, 52010 - Soci (Ar)
Tutti i diritti riservati


Statistiche Visite
Webmaster: Alessandro Granata


Neverland Scarl - Corso di formazione