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Tabagismo e Counseling.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it ) e di Giovanna Conforti  

5 marzo 2016



Se, per caso, si vuole smettere di fumare.


Mondo Counseling

Nel 1560, Jean Nicot, ambasciatore di Francia in Portogallo, inviò a Caterina dei Medici le foglie di una pianta proveniente dal Nuovo Mondo, da usare come rimedio contro le ulcere della pelle. Infatti, pestata e cotta insieme a grasso di maiale, guarì le ulcere di Francesco II figlio di Caterina. Da quel momento si ebbe il nome di Erba catarinaria.

Quella pianta non era che il Tabacco, così chiamato perché proveniente dall’isola di Tobaco in Messico. Già Padre Bartolomeo de las Casas, compagno di viaggio di Colombo, aveva notato che gli indigeni erano soliti fumare erbe essiccate. Amerigo Vespucci invece, si accorse che il tabacco veniva anche masticato ed che gli indigeni lo consideravano un rimedio contro la sete.

In Europa, così come negli Stati Uniti d’America, masticare tabacco, divenne un’usanza voluttuaria, presente in ogni fascia sociale (rimangono nella memoria collettiva, infatti, sia le tabacchiere che le sputacchiere!). Gli Spagnoli si dedicarono al commercio della pianta, economicamente sempre più vantaggioso. Importarono i semi di tabacco, e ne iniziarono la coltivazione.

Inizialmente il Tabacco fu considerato, addirittura come un medicinale e, perfino, un ottimo rimedio contro vari malanni, come la cefalea e l’asma: per un certo periodo, venne consigliato di fumare dal momento che si riteneva che l’aria calda, inspirata, riuscisse a disinfettare i bronchi. Nonostante ciò, comunque, se ne intravidero ben presto, anche gli effetti nocivi e, le classi nobili (più acculturate e informate), per un certo periodo si limitarono ad annusare solo la polvere.

Il tabacco ebbe diversi impieghi come erba medicinale, in impacchi, per curare la sifilide, per alleviare il mal di denti e, paradossalmente, per schiarire la voce!

Dagli indiani d’America il Tabacco era fumato insieme ad altre erbe medicinali (il Tasso, l’Uva ursina, il Lampone e la Salvia) nella pipa, nell’ambito dei loro rituali di preghiera durante i quali, il fumo prodotto, aveva come obiettivo, quello di condurre al Grande Manitou.

Nel 1828 si individuò nelle foglie del Tabacco la nicotina (il nome ricorda Jean Nicot) e, così, si cominciarono a scoprire le causa della sua tossicità.

Epidemiologia del fumo

Negli ultimi anni nei paesi "cosiddetti" più progrediti, i consumatori del fumo di sigaretta sono diminuiti, a seguito delle notizie riportate dal Surgeon General nel, 1964, di correlazione fra fumo e danno alla salute. La riduzione non fu poi così drastica: nel 2003, ad esempio, negli USA, il 22% degli uomini fumava regolarmente sigarette. Anche se, nel 2004, il Surgeon General ha evidenziato nuovi pericoli aggiuntivi per chi fa uso abitualmente di sigarette, il numero di consumatori non è diminuito ulteriormente. In Italia, tra il 2006 e il 2007, il numero complessivo di fumatori è leggermente aumentato. Il sesso maschile prevale e, per quanto riguarda l’età iniziale, si attesta intorno alla prima decade e, più del 30% dei fumatori, inizia prima del raggiungimento della maggiore età. Per quanto riguarda il sesso femminile, comporta il 17% di tutti i decessi negli USA; il fumo in generale avendo effetti anti-estrogenici, comporta nella donna cambiamenti ormonali come l’anticipazione della menopausa (Fonte Wikipedia)

Tossicologia del Fumo.

Nel fumo di sigaretta sono state individuate sostanze con proprietà chimicamente attive, antigeniche, citotossiche, mutagene e cancerogene, come:

  • NICOTINA: Sostanza che agisce sul sistema cardiovascolare (aumento pressione arteriosa sistolica diastolica, frequenza cardiaca, contrattilità miocardica, consumo di ossigeno miocardico, flusso coronarico, eccitabilità miocardica, vasocostrizione periferica)
  • MONOSSIDO DI CARBONIO: Gas tossico che interferisce con il trasporto e l’utilizzazione di ossigeno
  • IDROCARBURI AROMATICI POLICICLICI
  • AMINE AROMATICHE
  • NITROSAMINE: Cancerogeni per molte specie animali
  • CATECOLO: Cocancerogeno
  • altre sostanze che hanno effetto irritativo polmonare e ciliotossico.

L’assunzione costante e prolungata di tabacco è in grado di incidere sulla durata della vita media oltre che sulla qualità della stessa: 20 sigarette al giorno, in linea teorica, riducono di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. Ovvero per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita. Si stima, su basi statistiche, che di 1.000 maschi adulti che fumano, uno morirà di morte violenta, sei moriranno per incidente stradale, 250 saranno uccisi dal tabacco per patologie ad esso correlate.

Gli organi colpiti dal fumo di tabacco sono molteplici: l’apparato broncopolmonare e quello cardiovascolare sono i più bersagliati. Il "Center for Disease Control and Prevention" (CDC) degli U.S.A. ha identificato 27 malattie fumo-correlate. Ogni malattia ha un particolare rischio correlato al fumo. La gravità dei danni fisici dovuti all’esposizione (anche passiva) al fumo di tabacco, è direttamente proporzionale all’entità complessiva del suo abuso.

Più precisamente sono determinanti:

• età di inizio

• numero di sigarette giornaliere

• numero di anni di fumo

• inalazione più o meno profonda del fumo

Le patologie fumo-correlate

Tumore al polmone

Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità il 90-95% dei tumori polmonari, l’80-85% delle bronchiti croniche ed enfisema polmonare ed il 20-25% degli incidenti cardiovascolari, sono dovuti al fumo di tabacco.

In Italia si stima che il fumo sia responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone negli uomini e del 55% nelle donne, per un totale di circa 30.000 morti l’anno

Effetti del fumo sul sistema broncopolmonare

Il fumo è una principali cause di:

bronchite acuta e, alla lunga, di bronchite cronica (presenza di tosse ed escreato per almeno tre mesi all’anno per 2 anni consecutivi) ed enfisema (abnorme allargamento degli alveoli con distruzione delle loro pareti);

• aumentata incidenza e gravità di episodi asmatici ed infezioni respiratorie ricorrenti. Gli idrocarburi policiclici aromatici contenuti nel "catrame" e il Polonio 210 sono invece i principali responsabili dello sviluppo dei tumori, polmonari e non solo.

  • Infarto e cardiopatie ischemiche

Il fumo è la causa principale di infarto e di malattie coronariche in uomini e donne e si associa al 30% delle morti causate da malattie coronariche, ad un aumentato rischio di morte improvvisa, ad una aumentata mortalità perioperatoria in pazienti con by pass coronarico.

Infarto miocardio: si verifica quando l’irrorazione sanguigna del muscolo cardiaco diminuisce o viene a mancare in seguito all’occlusione di una o più arterie coronariche. Colpisce più di duecentomila italiani all’anno e in un caso su tre conduce alla morte. Il fumo di sigaretta aumenta il rischio di aterosclerosi e di infarto miocardico perché danneggia le cellule che rivestono internamente i vasi arteriosi, favorendo la formazione di placche ostruttive e di trombi.

Cardiopatia ischemica: La cardiopatia ischemica è causata dal monossido di carbonio e dalla nicotina, e’ una delle malattie più frequenti nei paesi progrediti. I fumatori corrono un rischio di ammalarsi che è più del doppio di quello dei non fumatori. Si stima che il 20-25% degli incidenti cardiovascolari siano legati al consumo di sigarette. Il fumo, poi, stimolando una parte del nostro sistema nervoso (adrenergico) può favorire la vasocostrizione o gli spasimi delle arterie (soprattutto delle coronarie).

Smettendo di fumare il rischio si riduce dopo solo un anno di astinenza.

Il fumo di sigaretta facilita non solo l’arteriosclerosi delle coronarie, ma di tutte le arterie. Questo provoca specialmente nei fumatori numerose malattie. Eccone alcune:

Stroke

Lo stroke (colpo apoplettico) si manifesta con perdita di conoscenza, perdita di feci e urine. Può portare alla morte o determinare la paralisi di una parte del corpo. Lo stroke è al terzo posto fra le cause di morte negli U.S.A. ed anche in Italia è molto frequente. Il rischio di incidenti di questo tipo aumenta del doppio o del quadruplo tra i fumatori.

Smettendo di fumare il rischio si riduce drasticamente già dopo un anno.

Dopo 5-10 anni diventa sovrapponibile a quello di chi non ha mai fumato.

Aneurisma aortico

L’aneurisma aortico è una dilatazione anormale di questa importantissima arteria. E’ pericoloso perchè può facilmente rompersi e la sua rottura provoca la morte immediata. Chi soffre di aneurisma aortico non dovrebbe fumare, perchè i decessi per rottura sono 6 volte più numerosi tra i fumatori che tra i non fumatori.

Danni del fumo sulla sessualità maschile

Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio importantissimo nello sviluppo sia dell’aterosclerosi che della disfunzione erettile del pene. In un importante Studio condotto in Massachusetts (Massachusetts Male Aging Study-MMAS) si è riscontrato che il fumo di sigaretta amplifica notevolmente il rischio di impotenza, specie quando associato a patologie cardiovascolari e relative terapie farmacologiche. Nei soggetti tra i 40 e i 70 anni l’incidenza di impotenza variava tra il 5% e il 15%.

Nei pazienti trattati per una patologia cardiaca la probabilità di una impotenza completa era del 56% tra i fumatori e del 21% tra i non fumatori. Tra i pazienti ipertesi in terapia medica, quelli che fumavano avevano una incidenza di impotenza completa del 20%, mentre i non-fumatori avevano un rischio di impotenza dell’8.5%, comparabile con quello della popolazione generale (9.6%).

Ovviamente però non tutti i fumatori sono impotenti, benché il tabacco sia nefasto sia per l’erezione che per la qualità del liquido seminale. Ma il tabacco non ha solo un effetto dannoso a livello vascolare, favorendo la formazione di ateromi in tutte le arterie, esso ha anche un ruolo diretto sul tessuto erettile del pene. L’elasticità del tessuto erettile e quindi la sua capacità di dilatarsi diminuisce nei forti fumatori, che spesso hanno una erezione molto meno duratura. Questo effetto negativo è stato verificato in numerosi studi sperimentali, che hanno mostrato come il fumo di una sola sigaretta sia in grado di danneggiare la qualità dell’erezione.

L’eliminazione del fumo di sigaretta (presente nel 75% dei soggetti giunti alla nostra osservazione per Disfunzione Erettile) in questa patologia deve quindi essere considerata la terapia di prima linea ("first-line therapy") della disfunzione erettile, oltreché una delle misure più importanti nella prevenzione dell’aterosclerosi.

Per il medico, inoltre, la terapia della disfunzione erettile del pene è l’argomentazione più importante per indurre un paziente a smettere di fumare. La prospettiva di migliorare le prestazioni sessuali costituisce una motivazione fortissima per far abbandonare al fumatore la sua tossicodipendenza.

Il fumo inoltre può ridurre la fertilità mediante riduzione della densità dello sperma, del numero e della mobilità degli spermatozoi (Fonte - Dr. Giuseppe Aquino - Medico Medicina Generale)

Invecchiamento della pelle

Il fumo accelera l’invecchiamento della pelle e provoca un aumento dell’irsutismo del volto e della raucedine con un rischio relativo per le forti fumatrici (+ di 10 sigg./die) di 5,6 per l’irsutismo del volto e di 14,2 per la raucedine.

Relazione tra fumo e demenza

Recenti studi, evidenziano che il tabagismo, con l’andare del tempo, aumenta il rischio di problemi mentali. Secondo un gruppo di ricercatori dell’Università di Londra il vizio del fumo, se protratto per lungo tempo (anche durante la cosiddetta "età d’argento"), aumenta notevolmente il rischio di un declino mentale. I risultati della ricerca, infatti, hanno evidenziato che i soggetti fumatori sono maggiormente soggetti ad un danneggiamento dei vasi sanguigni, compresi quelli cerebrali. Il fumo, una volta introdotto, causa un restringimento ed un indurimento delle arterie, compromettendo l’apporto di ossigeno al cervello. Il "vizio della sigaretta", pertanto, con il passare degli anni, non danneggia solo bronchi e polmoni; al contrario sembra colpire e deteriorare anche le funzioni cerebrali.

Effetti sul cavo orale e sull’estetica

Diminuisce le difese immunitarie nei confronti della placca batterica; Determina un ingiallimento della dentina; Aumenta il rischio di gengiviti; Promuove l’insorgenza del cancro della bocca;

Danni del fumo sulla gravidanza

Il fumo influisce negativamente sull’apparato riproduttivo femminile, provoca menopause più precoci di circa 2 anni rispetto alle non fumatrici in quanto il fumo altera la normale produzione di ormoni sessuali femminili.. Una donna gravida che fuma ha un aumentato rischio di aborti di bambini nati morti, e di avere neonati sottopeso (-200 g. in media). Il fumo durante la gravidanza può causare un ritardo di crescita e di sviluppo mentale oltre che polmonare (capacità respiratoria inferiore del 10%) del bambino.

Effetti su altri organi

Il fumo aumenta il rischio di cancro: della vescica, del fegato, della laringe, dell’esofago, del pancreas. Il fumo è inoltre un fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione di un precoce danno renale diabetico (albuminuria) e per il peggioramento della retinopatia nei giovani soggetti diabetici.

Effetti del fumo passivo sulla salute

Numerosi e rigorosi studi hanno dimostrato che l’inquinamento atmosferico è responsabile di 1/4 delle malattie respiratorie. E’ ormai ampiamente dimostrato che l’esposizione al fumo di tabacco ambientale (FTA) costituisce secondo la Enviromental Protectonio Agency (EPA) "uno dei più diffusi e pericolosi fattori inquinanti dell’aria degli ambienti confinanti" un rischio sanitario significativo per i non fumatori. Il Surgeon General del USA e la National Accademy of Sciences sono giunti alla conclusione che anche il fumo passivo è in grado di indurre il cancro polmonare nei fumatori e che i figli di genitori fumatori hanno una maggiore incidenza di polmoniti, di bronchiti e crisi asmatiche rispetto ai figli di genitori non fumatori. Secondo questi rapporti il fumo passivo provoca ogni anno negli USA quasi 5.000 decessi per cancro del polmone nei non fumatori. In Italia il fumo passivo sarebbe responsabile di un migliaio di morti l’anno. Anche gli studi epidemiologici più ottimisti valutano che il rischio cumulativo di morte per tumore polmonare sia di un morto ogni 1.000 persone esposte al fumo passivo. Questo rischio pur essendo enormemente inferiore a quello dei fumatori attivi (in cui è dell’ordine di 380 morti ogni 1.000 persone fumatrici). Tuttavia è decisamente poco accettabile. Recentemente si è vista una stretta correlazione tra fumo passivo e rinofaringiti con otiti purulenti dei bambini. I figli dei fumatori vanno incontro molto più frequentemente degli altri (38% in più). Oltre alle malattie respiratorie al fumo passivo si segnala anche per un aumentato rischio per le malattie coronariche e degli attacchi cardiaci del 20% (soprattutto a causa della nicotina e del monossido di carbonio).

(Fonte: Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche sociali)

Il tabacco, spesso, diventa una forma di tossicodipendenza

Infatti soddisfa i criteri tipici di una tossicodipendenza:

    • consumo obbligatorio
    • effetti psicoattivi
    • comportamento rinforzato dalla sostanza farmacologica
    • stimolo irresistibile a fumare
    • tolleranza e dipendenza fisica
    • sindrome da astinenza.

I fumatori regolano la loro "dose" in modo da ottenere gli effetti desiderati in modo da avere effetti positivi intrinseci (piacere, miglioramento delle prestazioni), e da evitare la sindrome da astinenza (irritazione, ansia, desiderio di prodotti a base di tabacco, irrequietezza, impazienza).

Il ruolo del Counseling nella disassuefazione da FUMO

PREMESSA - Cos’è il Counseling

In base alla bibliografia internazionale, la prima attestazione dell’uso del termine Counseling per indicare un’attività rivolta a problemi sociali o psicologici risale al 1908 da parte di Frank Parsons. Nel 1951, il termine Counseling è usato da Carl R. Rogers per indicare una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà, senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità. Negli Stati Uniti d’America, notizie su attività di Counseling si trovano fin dai primi anni del Novecento quando, alcuni operatori sociali adottano il termine per definire l’attività di orientamento professionale rivolta ai soldati che rientrano dalla guerra e che necessitano di una ricollocazione professionale.

Chi è il Counselor. Cosa fa in concreto?

Una figura professionale in grado di favorire la soluzione di disagi esistenziali di origine psichica che non richiedano una ristrutturazione profonda della personalità. In buona sostanza, un ottimizzatore di Risorse.

Il Counseling è un’applicazione, un atteggiamento, una forma professionale che serve a indurre la persona a capire come tirare fuori il meglio di sé, considerandosi nella norma anche quando è in difficoltà.

Osserviamo, in sintesi, i suoi ambiti operativi

Career Counseling: Aiutare le aziende nella gestione dei cambiamenti organizzativi (piani strategici, ricerca e sviluppo, razionalizzazione e organizzazione sostenibili; ridurre i tempi di ricollocazione della persona, supportandola con successo nella ricerca di nuove opportunità professionali (attitudini a confronto con le esigenze del Sociale, elaborazione curricula, aggiornamento su offerte di lavoro, business plan)

Counseling scolastico: motivazione allo studio, integrazione operativa scuola / lavoro finalizzata all’obiettivo realizzazione, riduzione "dispersione" scolastica, adattamento alle regole sociali;

Sollievo dal dolore sociale: colloqui peer to peer, counseling domiciliare, Counseling da strada; in ambito medico (Maggiore empatia nel rapporto col paziente al momento della diagnosi, della prognosi e della terapia, etc.)

In ambito giurisprudenziale (Separazioni, affido familiare, IVG per minorenni / maggiorenni, dipendenze, conciliazione, TSO, donazioni d’organi,etc.);

Efficacia dell’intervento di Counseling per smettere di fumare

Prima di pensare ad un intervento mirato alla disassuefazione dal fumo, bisogna domandarsi come e perché, si inizia a fumare. Ecco, quindi, che un qualsiasi trattamento non può prescindere dalla conoscenza e dalla considerazione di chi ci si trova di fronte.

Quale che sia stata la motivazione che abbia indotto ad iniziarsi sulla via del fumo, non si può negare che, un condizionamento ambientale abbia svolto un ruolo predominante, nel far credere al neofita della sigaretta (della pipa o del sigaro), la presenza di un certo numero di fattori di "utilità", ovviamente discutibili:

identificazione con modelli di appartenenza;

millantata azione ansiolitica;

aumento della peristalsi intestinale;

etc.

La reiterazione del comportamento "tabagistico " produce, nel tempo, il consolidarsi di un’abitudine gestuale che crea una dipendenza ben maggiore della "semplice" nicotina.

Un’azione di Counseling, deve prevedere una sommaria mappatura della personalità del fumatore che ha intenzione di dire "basta", per evidenziare i punti di forza su cui far leva, al fine di ottenere una implementazione delle gratificazioni, in maniera da compensare e saturare la frustrazione derivante dalla perdita, appunto, di un’abitudine che dura da tempo.

"Il trattamento della dipendenza da tabacco è uno degli ambiti in cui la letteratura internazionale fornisce una nutrita quantità di evidenze scientifiche. Tali dati mostrano non solo quali sono gli interventi di smoking cessation efficaci, ma sostengono anche che essi sono forniti di un rapporto costo/beneficio molto favorevole. Tale conclusione è tanto più valida se si pensa che le cure per il tabagismo superano addirittura i benefici di trattamenti, sia pur importanti, come l’uso di alcuni farmaci per le ipercolesterolemie o interventi di screening tumorali. Si rende necessario, perciò, orientare gli approcci sui modelli consolidati, i cui risultati sono stati ampiamente verificati e i cui modelli operativi sono facilmente trasferibili nelle varie realtà territoriali. Gli interventi sono classificabili in rapporto al livello di efficacia, così come viene mostrato da metanalisi e, in subordine, da studi ben condotti e sufficientemente ampi.

Elevata Efficacia

  • Le raccomandazioni a smettere di fumare effettuate dai medici e dal personale sanitario, anche in forma breve (minimal advice).
  • Il counselling individuale o di gruppo.
  • Il counselling rivolto a particolari sottogruppi di popolazione: donne gravide, pazienti con BPCO.
  • Il trattamento farmacologico

Moderata Efficacia

  • Materiale di self help per la cessazione dal fumo.
  • Interventi rivolti ai genitori per prevenire l’esposizione dei figli, al fumo passivo.
  • Interventi attraverso i mass media o nelle scuole per prevenire l’iniziazione al fumo".

(Fonte: Evidenze e raccomandazioni nel trattamento del tabagismo -R. Bertoletti , R. Boffi, M. Del Donno , A. Gamba , N. Pulerà , B. Tinghino, V. Zagà)

Il Counselling individuale

Il Counselor interviene per aiutare un individuo in difficoltà a capire quale senso compiuto dare alla propria esistenza, in termini di realizzazione e di (ri)costruzione della propria dignità e della propria stima interiore, anche quando ci si trova a dover affrontare momenti difficili, di qualsiasi natura

Quindi, con il termine di Counseling si intende un intervento, effettuato di un professionista specificamente formato, diretto a singoli individui o a gruppi, finalizzato al potenziamento delle risorse e delle capacità personali, attraverso la promozione di atteggiamenti attivi e propositivi, stimolando e migliorando le capacità decisionali e la propria autonomia riducendo, nel contempo, il rischio di dipendenze, anche da fumo.

E’ evidente la necessità di instaurare, con il soggetto, una relazione che deve riconoscere, come elementi fondamentali, l’attenzione, la partecipazione, l’interesse e l’empatia.

Linee guida

• Definizione dell’immagine che il fumatore ha di sé.

• Identificazione dei vantaggi della cessazione, fisici (miglioramento della salute,prevenzione di malattie gravi) e psicologici (controllo, autostima), a breve e a lungo termine

• Identificazione dei vantaggi economici della cessazione (utilizzo della cifra risparmiata per attività gratificanti).

• Potenziamento dell’autostima e dell’autoaffermazione (intesa come capacità di riuscire a godere di quanto si è scoperto di valere).

• Promozione della ricerca del sostegno sociale (identificare familiari e amici che possono dare sostegno e condivisione empatica sulla scelta dell’autonomia dal fumo)

• Sostegno, al soggetto, nel suo tentativo di smettere di fumare (incoraggiamento e aiuto nell’affrontare paure e preoccupazioni; valorizzazione dei risultati raggiunti)

Elementi da considerare come filo conduttore per la conquista di una identità più matura

  • Ricercare il senso dell’esistenza (Perché si deve vivere ?)
  • Migliorare lo standard qualitativo (Come si può "girare" al meglio ?)
  • Camminare verso la verità (In che modo si riesce a distinguere il reale dai falsi miti ?)

Obiettivi da proporre per utili riflessioni "autonomistiche"

  • Proteggersi dalle frustrazioni quotidiane (imparando ad assorbirle ed a metabolizzarle).
  • Applicare i concetti di adattamento ed integrazione nei confronti delle difficoltà del quotidiano, per vivere in assenza di conflitti permanenti.
  • Operare una gestione corretta del proprio tempo vitale.
  • Riuscire a donare e ricevere amore, nella giusta misura.
  • Adoperarsi per far valere i propri diritti e riducendo, comunque i rischi di collisioni interpersonali.
  • Costruire (compatibilmente con le possibilità reali) un lavoro che piace.
  • Approntare l’antiacido giusto per riuscire a digerire i fastidi lavorativi, quelli relativi al "gravame" familiare e tutto ciò che deriva dalla difficoltà di impegnare correttamente il proprio tempo libero.

Gli interventi di Counseling individuale dovrebbero essere proposti, con una distribuzione per cicli di 5 incontri (da 30 - 45 minuti, ciascuno), da ripetere, per accordo consensuale, proponendosi un risultato preventivo e valutandolo, con un apposito consuntivo. Per quanto concerne il Counseling di gruppo, la durata di ogni singolo incontro, dovrebbe oscillare intorno ai 60 - 90 minuti.

Il Counseling telefonico

Un’ulteriore modello di Counseling individuale è il Counseling telefonico. Il Counseling telefonico rappresenta un’alternativa meno costosa e più accessibile rispetto a quello individuale faccia a faccia e in alcuni casi lo può sostituire del tutto. Tuttavia la sua applicazione ideale è quella di affiancare e integrare l’intervento faccia a faccia, soprattutto in momenti particolarmente cruciali del percorso di cessazione, quali la pianificazione del tentativo di smettere e la prevenzione delle ricadute. Una valida via di convergenza fra counseling per to pear e approccio telefonico, è offerto dalla videoconferenza (modello Skype o similari)

In conclusione

Nessuna tecnica potrà mai funzionare se non si parte dal principio in base al quale, si vede avere una buona motivazione per sostituire il fumo (come qualsiasi altra dipendenza) con qualcosa di più equilibrato, gratificante e salutare. In questo, nessuno può negare il valore del Counseling Empowerment, ossia la possibilità di imparare (grazie all’aiuto di un counselor) a gestire le proprie capacità per agire, sia sul piano strettamente personale, che di conseguenza, nella Società, come esseri umani protagonisti e non spettatori della propria vita.

 

Giorgio Marchese - Medico Psicoterapeuta, Counselor - Presidente Neverland (Scarl - No Profit - ONLUS) - 4 gennaio 2013

Giovanna Conforti - Counselor -

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