MondoCounseling
Cari
Lettori, sovente mi trovo ad
ascoltare le paure degli altri, domandandomi se, per caso, non somiglino
alle mie (magari a quelle nascoste dai meandri dell’inconsapevole).
Quello
che noto, però, è che, sempre più spesso, la
preoccupazione di non essere in grado di affrontare i perigli del
Futuro, rende (in chi mi parla), sempre più incerto, il
presente.
Allora,
cerco di andare indietro con la memoria e provo a visualizzare le
immagini delle persone che ho incontrato lungo il percorso della mia
vita, fin dalla mia più tenera età…
Accanto
ad individui di cui avrei preferito evitare la frequentazione, mi
sovvengono immagini di persone “forti”, intrise di valori
semplici (elementari se vogliamo) ma ferrei, su cui poggiare la
credibilità in se stessi anche nei momenti più
difficili.
Professori
del Liceo (ma non solo), i mie genitori, mio nonno paterno, mio zio
(da parte di mamma), il mio allenatore di pugilato, i miei mentori
Giovanni e Sara Russo… l’elenco potrebbe continuare ma,
quello che mi preme affermare è che, tutti, erano (e sono
ancora oggi, per coloro che continuo ad incontrare) accumunati da una
condizione di forza di base, frutto di quella linearità che,
probabilmente, ha consentito loro di sopravvivere alle condizioni
disagiate delle seconda guerra mondiale.
Nela
scuola di specializzazione (e di vita) fondata da Giovanni Russo e
diretta, attualmente, da sua sorella Sara, ho avuto modo di imparare
tanto. Fra le cose che mi hanno colpito, c’è parte del
pensiero del compianto collega medico di medicina generale, Mario
Boni (Presidente
FIMMG, Vicepresidente Ordine Medici Roma Segretario FNOMCEO –
nel 1987).
Ad
esempio, la sua prefazione di uno dei libri di Giovanni Russo, più
o meno, suona così:
“Molti
di quelli che entrano nei nostri studi, più che di malattie
organiche soffrono di disturbi psicosomatici, per via del cambiamento
sociale che ha inciso sull’equilibrio di ognuno.
L’uomo di ieri, basava i
suoi sistemi di vita su valori che davano luce nei momenti difficili
e che, oggi, non ci sono più. Ed è per questo che, chi
soffre, cerca in noi quella figura su cui poter poggiare in maniera
altrettanto ferma”.
Ecco,
l’immagine rassicurante del “Buon Padre di Famiglia”
incarnata, in questo caso, da un
medico coscienzioso e onesto…
Ma,
come si fa a diventare così?
Al
di là dell’aspetto personale di ognuno, sul piano della
cultura e dei vissuti familiari, è innegabile concludere che,
di fronte ai momenti in cui prendere una decisione non è
affatto facile, si deve essere in grado di mettere (su quel tavolo di
Poker che, a volte, è la Vita) una personalità solida,
costruita su basi corrette, che privilegino la capacità di
riflettere, ragionare e migliorare il rapporto con la propria
identità.
Infatti,
ogniqualvolta qualcuno o qualcosa ci inducono a dubitare di ciò
che siamo o vorremmo fare, riemergono dal
nostro inconsapevole, dei ricordi
che, se per caso, sono portatori di conflitti non ancora risolti,
turbano (e non poco) il nostro umore e la nostra tranquillità.
In
quei momenti, mi è stato insegnato che bisogna saper poggiare
su alcune basi fondamentali,
costruite negli anni e che si chiamano: correttezza, linearità,
onestà, rispetto, ordine, abnegazione, amore verso ciò
che si fa, arguzia, determinazione, etc.
Tutto
ciò, come ho imparato durante il percorso formativo, per
diventare psicoterapeuta (e spiegato in pubblicazioni specialistiche
di Giovanni Russo), è in grado di produrre quell’equilibrio
interiore, capace di
determinare STABILITA’, COERENZA, SERENITA’, CALMA, SAGGEZZA, SOLIDITA’.
Questi
elementi generano la SICUREZZA,
la quale realizza una condizione di RESISTENZA (che
serve per sostenere il proprio equilibrio raggiunto e preservarlo
dagli attacchi dei problemi che, gli altri, ci riversano addosso), e
"consente", in conclusione, una condizione
di FORZA e INTENSITA’.
Cari
Lettori, quanto propostovi, rappresenta la base da cui partire per
futuri e più corposi articoli. Nel frattempo, vi
suggerisco di cercare il significato
di ogni termine elencato. Sarà di grande aiuto per iniziare a
dipanare ombre e schiarire l’orizzonte delle aspettative.
BUON
LAVORO.

G.
M. – Medico
Psicoterapeuta
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