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La donazione degli organi.
di Giovanna Conforti  

23 marzo 2013


Per capire meglio la sua importanza. E il ruolo del Counseling.


Counseling, per una vita migliore

Cos’è la Donazione degli organi

"Senza donazione non esiste trapianto". Ma cosa vuol dire, donare? Donare vuol dire regalare, dare spontaneamente e senza ricompensa qualcosa che ci appartiene. Quando perdiamo una persona amata è difficile, in un momento di sofferenza così profonda, pensare agli altri, pensare a qualcuno che è malato e che, se non avrà un nuovo organo, molto difficilmente riuscirà a sopravvivere.

Non dare l’assenso alla donazione degli organi di un proprio familiare, che non ha espresso la propria volontà in merito alla donazione, non comporta un prolungamento delle cure intensive, perché quando viene diagnosticata la morte ormai non c’è più nulla da fare e gli organi che non vengono donati subiranno un destino fisiologico... ma, sul piano umano, si sarà persa l’opportunità di un’azione di concreta e indispensabile solidarietà.

Perché donare i propri organi e tessuti?

Decidere di donare i propri organi e tessuti dopo la morte è un gesto di grande generosità. Così facendo si dona ad uno o più pazienti, in molti casi in fin di vita, la possibilità di guarire e riprendere una vita normale.

Quali organi e tessuti possono essere donati dopo la morte?

ORGANI: cuore, reni, fegato, polmoni, pancreas e intestino.

TESSUTI: pelle, ossa , tendini, cartilagine, cornee, valvole cardiache e vasi sanguigni.

Un donatore unico può, quindi, aiutare più pazienti.

Quali organi e tessuti possono essere donati da donatore vivente?

ORGANI: rene e parte del fegato. TESSUTI: midollo osseo, cute, placenta, segmenti osteo-tendinei, cordone ombelicale.

Quando avviene la donazione di organi?

La donazione di organi e tessuti può avvenire soltanto in seguito a diagnosi di morte con criteri neurologici e se il defunto ha espresso in vita la volontà a diventare donatore. Può aver parlato con i famigliari, depositato la sua volontà presso gli sportelli ASL attivi per la registrazione delle dichiarazioni di volontà, oppure aver conservato tra i documenti che portava nel portafoglio una nota scritta. (...)

Fino a quale età si possono donare organi e tessuti?

Non esistono precisi limiti di età. In particolare le cornee e il fegato possono essere prelevati da donatori di età anche superiore a 80 anni.

Se si è portatori di epatite C o di altre patologie si possono donare lo stesso gli organi?

Vengono categoricamente esclusi da qualsiasi tipo di prelievo pazienti con:

  • sieropositività da HIV1 o 2 positività contemporanea ad epatite B e D;
  • tumori maligni in atto (tranne alcune precise eccezioni);
  • infezioni sistemiche sostenute da microorganismi per i quali non esistono opzioni terapeutiche praticabili;
  • malattie da prioni accertate. (fonte:Ministero della Salute)

Il Trapianto

Il trapianto è un intervento completamente gratuito per il paziente in quanto rientra nei livelli essenziali di assistenza (LEA), ossia le prestazioni e i servizi che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini. Alla base dei notevoli progressi compiuti negli ultimi anni in Italia, in materia di trapianti, vi sono un’organizzazione su scala nazionale, interregionale, regionale e locale sempre più efficiente, campagne di sensibilizzazione mirate ed efficaci e un livello di formazione dei medici eccellente.

Questi elementi contribuiscono a rendere il trapianto un intervento ragionevolmente sicuro e che garantisce il totale rispetto della volontà del donatore. Spesso costituisce, per il ricevente, l’unica opportunità di riprendere a vivere normalmente.

Normative e linee guida in costante evoluzione, collaborazioni scientifiche con i centri di ricerca d’eccellenza in Europa e la pubblicazione sempre aggiornata dei dati relativi a donazione, trapianto e liste d’attesa, concorrono ad assicurare al cittadino la doverosa qualità e trasparenza della rete dei trapianti in Italia. Tuttavia, sebbene le donazioni siano in aumento, esiste ancora un forte divario tra il numero di pazienti in lista di attesa e i trapianti effettuati per anno.

Il trapianto di organi è un intervento di forte impatto mediatico. Fanno notizia i trapianti multiorgano (due o più organi trapiantati sullo stesso paziente) particolarmente critici, oppure quelli d’avanguardia come quello di faccia, che apre la strada a dibattiti etici e filosofici. Tuttavia esistono anche altri tipi di trapianti che, pur non essendo dei "salvavita", sono utili per poter ripristinare la funzionalità di parti del corpo danneggiate da traumi o malattie. Si tratta di trapianti di tessuti e di cellule, questi ultimi in rapido e costante sviluppo.

Le cellule che possono essere trapiantate sono le staminali emopoietiche, mentre per quanto riguarda organi e tessuti si possono trapiantare:

ORGANI

  • cuore
  • fegato
  • intestino
  • pancreas
  • polmoni
  • reni

TESSUTI

  • cornea
  • cute
  • arterie, valvole cardiache, vene
  • ossa
  • muscoli
  • tendini
  • membrana amniotica (fonte:Ministero della salute)

Istituzioni e Centri

Il sistema trapianti in Italia prevede che il coordinamento dell’attività di donazione, prelievo e trapianto sia articolato su quattro livelli: nazionale (Centro Nazionale Trapianti), regionale e interregionale (Centri Regionali Trapianto e Centri interregionali Trapianto) e locale (Asl e Centri Trapianto).

Tale organizzazione ha permesso al sistema trapianti italiano di raggiungere livelli di eccellenza record negli ultimi anni sia per qualità dei trapianti effettuati che per condizioni dei pazienti trapiantati, due variabili strettamente legate. (fonte:Ministero della salute)

Qualità e risultati

La qualità dei trapianti effettuati in italia è migliorata notevolmente negli ultimi anni e anche nel 2010 l’outcome dei trapianti italiani è paragonabile o superiore ai principali Paesi europei, come evidenziato dai principali registri internazionali. Questo traguardo è frutto di un’analisi puntuale promossa dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che nel 2002 ha avviato un progetto di valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute, innalzare il grado di soddisfazione dei cittadini e offrire strumenti di trasparenza.Il Centro Nazionale Trapianti è stato il primo ad aderire al progetto dell’ISS sottoponendo l’attivita di trapianto a valutazione, attraverso l’individuazione di criteri condivisi ed il coinvolgimento di tutti i centri operativi e dei professionisti del settore.Per garantire la qualità dei dati trasmessi e l’attendibilità dei risultati presentati sono state avviate procedure di audit (verifica ispettiva) su ogni centro trapianto.

Un primo dato significativo viene illustrato di seguito.

Reinserimento nella normale vita sociale del paziente trapiantato (dati relativi al periodo 2000-2010)

Trapianto di cuore

Nel 90,1% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di cuore lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale.

Trapianto di fegato

Nel 75,1% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di fegato lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale.

Trapianto di rene

Nel 89,8% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di rene lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale. (fonte:Ministero della salute)

IL COUNSELING

In base alla bibliografia internazionale, la prima attestazione dell’uso del termine Counseling per indicare un’attività rivolta a problemi sociali o psicologici risale al 1908 da parte di Frank Parsons. Nel 1951, il termine Counseling è usato da Carl R. Rogers per indicare una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà, senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità. Negli Stati Uniti d’America, notizie su attività di Counseling si trovano fin dai primi anni del Novecento quando, alcuni operatori sociali adottano il termine per definire l’attività di orientamento professionale rivolta ai soldati che rientrano dalla guerra e che necessitano di una ricollocazione professionale.

Chi è il Counselor. Cosa fa in concreto?

Una figura professionale in grado di favorire la soluzione di disagi esistenziali di origine psichica che non richiedano una ristrutturazione profonda della personalità. In buona sostanza, un ottimizzatore di Risorse.

Il Counseling è un’applicazione, un atteggiamento, una forma professionale che serve a indurre la persona a capire come tirare fuori il meglio di sé, considerandosi nella norma anche quando è in difficoltà.

Fra gli ambiti operativi, quello più pertinente riguarda il sollievo dal dolore sociale per avere un adeguato onore delle armi o per render "lieve" la terra

IL COUNSELING E LA DONAZIONE DEGLI ORGANI

L’evoluzione della scienza e della medicina, nel campo della donazione del trapianto di organi, è stata molto celere negli ultimi anni anche se si riscontrano ancora difficoltà oggettive che limitano il numero dei trapianti e gli esiti positivi degli interventi.

Le criticità che si riscontrano riguardano non solo il numero non sufficiente di organi donati da cadavere e da vivente, ma soprattutto la gestione dell’intero percorso che, in molte realtà, viene trattato esclusivamente da un punto di vista medico, senza tener conto della psiche del paziente. Dati scientifici dimostrano che se viene dato sostegno psicologico al paziente in tutte le fasi del trapianto, il pericolo di rigetto è ridotto notevolmente.

L ’intervento di trapianto di organi consente di sostituire un organo compromesso nelle sue funzioni con un altro. Tutto ciò genera delle ripercussioni nel paziente ricevente, sia sul piano biologico (e in particolare immunologico) sia sul piano psicologico.

Se si considera il punto di vista psicologico, è importante sottolineare come l’ intervento di counseling, oltre ad essere pregnante nei confronti dei parenti del donatore al fine di sostenerli nella fase di elaborazione del lutto, diventi fondamentale nei confronti del paziente (prima e dopo il trapianto).

 

Cosa vive, interiormente, il paziente in attesa di un trapianto?

 

"Nel caso della donazione da cadavere, l’atto medico-chirurgico viene fortemente condizionato dalla morte di un altro essere umano; mentre nel caso della donazione da vivente viene condizionato dalla immaginaria predazione compiuta nei confronti della vittima-donatore e in tutti e due i casi la presenza di un organo estraneo può suscitare profondi sensi di colpa nei confronti del donatore che spesso ostacolano l’accettazione psichica dell’organo.

La prospettiva del trapianto viene vissuta con grande ambivalenza: se da un lato può suscitare sentimenti di speranza, dall’altro suscita sentimenti di profondo sconforto, se non di terrore, e tali momenti vengono spesso affrontati all’inizio con incredulità e con tentativi di negare la gravità della situazione. I pazienti sono angosciati soprattutto dall’idea di essere dimenticati come candidati al trapianto e ciò provoca in loro sentimenti di estrema insicurezza e paura. La precarietà e la fragilità delle condizioni cliniche impongono in questo momento al paziente e a chi gli è vicino un notevole sforzo di adattamento e minano nel primo il sentimento di integrità del proprio Sé con conseguente riduzione dell’autostima personale e dell’autonomia; il vissuto predominante è "la paura di non farcela in tempo" da cui scaturiscono ansia di separazione e paura di morire. Non raramente inoltre in questa fase compaiono i primi sentimenti di colpa nei confronti del possibile donatore, cioè la consapevolezza che il reperimento di un organo compatibile richiede la morte di un’altra persona e che quindi la possibilità di rinascita è legata alla generosità o alla morte di un altro individuo. (...)"http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/osservatorio/articoli/osserva1132.htm

 

Come interviene il counselor?

Il Counselor interviene per aiutare un individuo in difficoltà a capire quale senso compiuto dare alla propria esistenza, in termini di realizzazione e di ricostruzione della propria dignità e della propria stima interiore, anche quando ci si trova a dover affrontare momenti difficili, di qualsiasi natura

Quindi, con il termine "Counseling" si intende un intervento, effettuato da un professionista specificamente formato, diretto a singoli individui o a gruppi, finalizzato al potenziamento delle risorse e delle capacità personali, attraverso la promozione di atteggiamenti attivi e propositivi, stimolando e migliorando le capacità decisionali e riducendo i conflitti.

E’ evidente la necessità di instaurare, con il soggetto, una relazione che deve riconoscere, come elementi fondamentali, l’attenzione, la partecipazione, l’interesse e l’empatia.

L’azione di counseling deve prevedere una sommaria mappatura della personalità del paziente, che si ottiene attraverso l’ascolto attivo, al fine di conoscerlo e considerarlo meglio. Successivamente si stabilirà la strategia più adeguata per "attivare" la logica dell’individuo che lo accompagnerà lungo tutto il percorso di trapianto.

 

"Una prima osservazione empirica mi ha permesso di constatare che le persone che hanno avuto la possibilità di usufruire degli interventi di counselling centrato sulla persona e hanno potuto lavorare su tali aspetti della propria esperienza, hanno mostrato di avere un buon adattamento post-trapianto; la condizione di minore vulnerabilità e maggiore sicurezza ha consentito sia di rafforzare la motivazione a sostenere l’intervento e a sottoporsi ai controlli periodici richiesti, sia di accrescere la determinazione a collaborare con l’èquipe medica.

Da questa esperienza si può affermare che l’intervento centrato sulla persona si è rivelato inoltre di particolare efficacia nel permettere al trapiantato di affrontare tutte le difficoltà legate alle problematiche psicologiche, sociali e mediche conseguenti al trapianto.

Dopo il trapianto, infatti è necessario un processo di adattamento alla nuova condizione, che è un fatto dinamico, correlato a variabili non solo organiche, ma anche, se non prevalentemente, di tipo psico-sociale.

(...)"http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/osservatorio/articoli/osserva1132.htm

 

Giovanna Conforti, Counselor

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