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Personalità.
di Giovanna Conforti  

7 luglio 2006





Per capire il perché di certi comportamenti


Comprendere il comportamento di ogni singola persona, appartenente ad un’organizzazione, è di primaria importanza. Le differenze di personalità tra gli individui sono utili per afferrare aspetti dell’organizzazione e della gestione delle risorse umane, quali i processi di ricerca del personale, la formazione, la motivazione, la "valorizzazione dei collaboratori", il team working, la gestione dei conflitti. Da ciò si deduce quanto sia importante per un manager acquisire nozioni di psicologia e organizzazione del lavoro.

Per personalità s’intende l’insieme di aspetti psicologici (costanti nel tempo) che appartengono ad un individuo e che influenzano il suo comportamento con gli altri e con l’ambiente esterno.

Recentissime ricerche mostrano come la personalità sia determinata e da fattori genetici e dall’apprendimento, soprattutto dei primi anni di vita. Questi studi sono stati condotti su gemelli separati alla nascita e cresciuti in ambienti culturali completamente diversi, ed hanno rilevato come certuni fattori (come il valore del lavoro) siano spiegabili attraverso l’ereditarietà.

Ma quando si manifesta la personalità?

E’ arduo per un individuo esprimere la propria personalità in una " Situazione forte", ossia in un contesto dove vigono regole, costrizioni, divieti, con una gerarchia molto rigida. Al contrario, una

" Situazione debole", dove non esistono scale gerarchiche, prescrizioni e divieti, favorisce il rivelare della propria personalità.

La personalità è dunque il risultato di fattori genetici e di socializzazione (processo mediante il quale la persona apprende valori, norme, atteggiamenti di una cultura, gruppo, società). L’ereditarietà rappresenta la base della nostra personalità, la quale sarà ulteriormente plasmata e modellata dalle esperienze che l’individuo fa nel tempo.

Il concetto di apprendimento è dunque centrale!

Nel momento in cui si genera un variazione nel comportamento di un individuo, si ha l’apprendimento. Innanzi allo stesso stimolo la persona produce nuove risposte in una data situazione e le ripete quando si trova nella medesima condizione.

Esistono tre tipi d’apprendimento:

  1. Condizionamento classico( Pavloviano )
  2. Condizionamento strumentale (operante)
  3. Apprendimento mediante osservazione (modellamento).

Ivan Pavlovic Pavlov, scienziato russo, utilizzava dei cani per i propri esperimenti. I cani erano sottoposti a degli stimoli ai quali rispondevano mediante la salivazione. Utilizzando delle fistole salivari, creava un contatto del cavo orale con l’esterno e per mezzo di chirografi misurava la quantità di saliva prodotta, momento per momento.

Nell’istante in cui metteva il cibo in bocca al cane, questi rispondeva con la salivazione. Il cibo è lo stimolo incondizionato che causa una reazione all’interno di un organismo (risposta).

Ma lo studioso notò un fatto ancora più straordinario.... i cani salivavano anche quando sentivano il cameriere che giungeva per portar loro il cibo (stimolo condizionato).

Così furono fissati i principi del condizionamento classico.

Si ha un condizionamento classico quando uno stimolo incondizionato che provoca una risposta riflessa è associata ad uno stimolo (stimolo condizionato) che precedentemente non provocava tale risposta. La teoria di Pavlov non spiega molto dell’apprendimento, anche se fornisce delle spiegazioni utili per comprendere le risposte emotive. Per esempio, chi è stato coinvolto in un incidente automobilistico, potrebbe rivivere, anzi sicuramente li rivivrà, dei momenti di ansia quando sente uno stridio di gomme.

La teoria del condizionamento strumentale si basa sugli effetti dei "premi" e delle "punizioni" ed è detta strumentale perché il comportamento diviene il mezzo per riuscire ad avere il premio. Il modello stabilisce che "una risposta particolare allo stimolo è determinata dalla natura delle conseguenze che scaturiscono dalla reazione allo stimolo". L’apprendimento può anche essere apprendimento per "prova ed errori". Edward Lee Thorndike fece degli esperimenti su dei gatti che erano stati messi in una gabbia la cui porticina poteva essere aperta solo mediante una leva posta al soffitto della gabbia stessa. Il ricercatore notò che il gatto, dopo un certo numero di tentativi, riusciva ad aprire la porta per fuggire. Questo apprendimento procede in modo molto graduale per prove ed errori. All’interno del processo di apprendimento non esiste un insight, ovvero un momento preciso in cui il gatto sia consapevole di ciò che ha appreso. Ecco spiegato perché alcuni individui ripetono i comportamenti che sono stati premiati e non producono più quelli che sono stati puniti!!!!

Il modello dell’apprendimento sociale stabilisce che gli individui possono imparare anche osservando e imitando gli altri.

In questo modo, l’apprendimento può avvenire mediante l’interazione con gli altri, tramite la lettura di libri, giornali, riviste, pagine web, guardando la tv o ascoltando la radio.

Questa forma di apprendimento avviene in modo spontaneo sul lavoro....ed è fondamentale nella fase di inserimento, formazione e carriera.

 

Dr. Giovanna Conforti (esperta in Scienze della comunicazione, Marketing e risorse umane)

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