Pubblicato
su Lo SciacquaLingua
Alcuni
amici ci hanno chiesto di "spiegare " la differenza che
intercorre tra i complementi di compagnia, di unione e di mezzo e
come si riconoscono perché i loro "pargoletti" si
trovano in difficoltà quando devono fare l’analisi logica.
L’argomento, forse, è stato già trattato,
comunque... Il
complemento di compagnia è facilmente riconoscibile perché
risponde alle domande sottintese "con chi?", "in
compagnia di chi?" ed è introdotto dalla preposizione
"con" o dalle locuzioni "assieme a", "insieme
con", "unitamente a", "in compagnia di":
sono stato al mare con mia
moglie e i miei figli. La domanda sottintesa che dobbiamo porci è
"con chi sono stato al mare?". Con mia moglie e
i miei figli, la risposta. Mia moglie e i miei figli sono, dunque,
complementi di compagnia. Questo complemento si "trasforma"
in complemento di unione quando non si tratta di "esseri
animati", ma di cose: siamo usciti con l’ombrello.
Non possiamo dire, ci sembra evidente, "siamo usciti in
compagnia dell’ombrello"; l’ombrello, quindi, è un
complemento di unione. Il complemento di mezzo, infine, indica lo
"strumento", "il mezzo" mediante il quale si
compie l’azione: Giovanni scrive
sempre con la
penna stilografica. Con quale strumento scrive Giovanni? Con la penna
stilografica. Ricapitoliamo. Il complemento di mezzo indica lo
strumento con il quale si compie l’azione; quello di compagnia o
unione, invece, designa
la persona o la cosa "assieme" alla quale l’azione si
compie: Giovanni esce sempre con la
borsa (complemento di unione); Giovanni scrive con la
stilografica (complemento di mezzo); Giovanni passeggia con gli
amici (complemento di compagnia). Come si evince
dagli esempi tutti
i complementi sono introdotti dalla preposizione con,
solo la "logica" e le risposte alle domande sottintese ci
permettono di "individuarli" correttamente.
A
cura di Fausto Raso
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