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su Lo SciacquaLingua
Chi
non conosce questo modo di dire che vale "grossolanamente", "alla
buona", "senza cura", "in modo trasandato"?
Fare una cosa, insomma, senza impegno, approssimativamente, come
viene: lavorare alla carlona, vestire alla carlona, studiare alla
carlona. Pochi, forse, ne conoscono l’origine. Vediamola assieme.
"Carlona", innanzi tutto, è l’adattamento italiano
del francese "Charlon", nome dato al re Carlomagno, detto,
per l’appunto, re Carlone . Con "carlona" si intendeva
"all’antica", "alla patriarcale", "alla
buona" in quanto Carlomagno veniva descritto, nei tardi poemi
cavallereschi, come un uomo molto semplice, alla buona, quasi
"rustico". Un aneddoto spiega magnificamente l’origine
dell’espressione. Una mattina Carlomagno aveva invitato a una battuta
di caccia - che amava moltissimo - il "gotha"
dell’aristocrazia. All’ora convenuta tutti i nobili si presentarono
agghindati di tutto punto, con completi appena usciti dalle piú note
sartorie francesi; tutti, insomma, erano vestiti "all’ultima
moda". Tra la sorpresa degli astanti, il buon Carlone si
presentò, invece, vestito di un abito di taglio contadinesco e
di stoffa molto rozza. Da quel momento si disse "vestire alla
carlona", per vestire alla buona e, in seguito, per estensione,
nacque l’espressione "fare le cose alla carlona", alla
buona, appunto, senza il minimo impegno.
A
cura di Fausto Raso
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