Pubblicato
su Lo SciacquaLingua
Siamo
stati accusati, da un lettore di questo portale, di appartenere a
quella categoria di persone che - come recita il modo di dire -
predicano bene e razzolano male. Il nostro "mal razzolamento"
è consistito - secondo il lettore - nell’aver disatteso alcune
norme grammaticali. Il lettore non specifica, però, "quando",
"dove" e "come". Questo "rimprovero" ci
dà lo spunto, comunque, per trattare dell’origine della
locuzione che - come tutti sappiamo - si dice di colui che vorrebbe
"moralizzare" l’umanità facendo ottimi "proclami"
con i quali, però, non accorda le proprie azioni. Questo modo
di dire non è altro che la metafora di un notissimo proverbio:
"Fare come il gallo che canta bene e razzola male". La "piú
in gamba" ’razzolatrice’ del pollaio è, infatti, la
gallina che cerca nella terra sassolini e quanto altro può
essere utile per "costruire" il guscio delle uova; mentre
il gallo, l’ "ugola d’oro" del cortile, razzola molto di
rado e molto... male. Sarà utile ricordare, forse, che la
metafora, in linguistica, è una figura retorica che consiste
nell’attribuire a un termine un significato simbolico, diverso
dall’accezione propria. Il verbo razzolare, vale a dire raspare il
terreno, ci ha richiamato alla mente un’altra locuzione (che forse
sarebbe stata "piú propriamente" adatta a noi,
interpretando le intenzioni del
lettore che ci ha contestato): "Fare come padre Zappata, che
predicava bene e razzolava male". Si dice di persona "virtuosa"
solo a parole, perché nei fatti dà esempi tutt’altro
che... lodevoli.
A
cura di Fausto Raso
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