La
riflessione più significativa sul Capodanno la scrisse Antonio
Gramsci in giovane età, nel 1916, esattamente un secolo fa.
Gramsci aveva ragione quando scriveva che dovrebbe essere Capodanno
ogni giorno. Ma senza le stupide convenzioni sociali, gli stereotipi
ottusi, il falso perbenismo borghese, il moralismo ed il conformismo
ipocrita della società dei consumi di massa, senza i buoni
propositi di ogni inizio d’anno che fanno assomigliare la vita umana
ad un’azienda commerciale con i suoi consuntivi finali, bilanci e
preventivi. Il comunismo dovrà spazzare via anche le inutili e
sciocche convenzioni, le date e le ricorrenze vuote di senso. Questi
Capodanni, che rappresentano soltanto convenzioni rituali, inducono a
credere sul serio in una discontinuità della vita e della
storia umana. Mentre non è affatto vero. Sono altri i momenti
storici che hanno sancito un salto rivoluzionario, o una
discontinuità effettiva. Ad esempio, il 1789 o il 1917. Giusto
per intenderci.
Purtroppo,
la maggior parte della gente non si rende conto di inseguire chimere
ed illusioni. Ogni fine d’anno si ripete, puntualmente, lo stesso
meccanismo rituale, mentale, di massa. Una sorta di "droga
collettiva", di "oppio dei popoli" utile a
condizionare le classi popolari e mantenerle in uno stato di
subalternità, sotto il giogo delle élites dominanti.
Come
recitavano gli antichi latini: panem et circenses. Si dice "anno
nuovo, vita nuova", ma è solo una mera illusione. Nel
corso della storia umana si verifica assai raramente una soluzione di
continuità, una rottura o un trauma tali da generare mutamenti
radicali, tranne nei casi in cui si realizzi una rivoluzione epocale.
Neanche
nel caso delle più celebri date spartiacque, il 1492, anno
della scoperta dell’America, o il 476 d. C., che sancì
ufficialmente la deposizione dell’ultimo imperatore romano
d’Occidente. Queste date rappresentano convenzioni stabilite dagli
storici per segnare sulla linea del tempo eventi che separano due
epoche storiche, suscitando un’immagine di rinnovamento che è
puramente simbolico ed illusorio.
Solo
un’autentica rivoluzione avrà il potere di introdurre qualche
innovazione concreta e profonda nella vita quotidiana delle persone.
Per cui le vere date spartiacque della storia sono altre: il 1789,
anno della rivoluzione giacobina, il 1917, anno della rivoluzione
bolscevica. Tali eventi storici hanno fatto compiere all’umanità
uno straordinario balzo in avanti, innescando una soluzione di
continuità reale.
Ora,
tenendo conto che il pensiero di Gramsci è di un’intelligenza
inarrivabile, mi accontento di aggiungere riflessioni più
banali e modeste.
Come
già detto, a Capodanno si usa augurare "anno nuovo, vita
nuova". Un augurio che rivolgiamo a noi stessi e a chi amiamo.
Ma la verità è che, con il trascorrere degli anni, si
rischia di invecchiare. Per cui il miglior auspicio che mi viene in
mente, è di riuscire a conservare l’entusiasmo, la carica
vitale, le speranze e le energie giovanili.
Come
dicono nella capitale dello Stato Pontificio: "bonanotte ar
secchio, ormai ce semo". Il mio auspicio speciale è che i
bilanci sul passato siano sempre onesti, mentre i desideri e i
progetti per il futuro siano realizzabili.
Nel
contempo, non conviene mai precludersi la possibilità di
sognare e pensare in grande stile, di volare alto, affinché si
attui finalmente l’utopia di un’autentica rivoluzione palingenetica:
l’emancipazione del genere umano da ogni forma di oppressione,
politica, economica, religiosa. Pensare ed agire con coerenza, non
accettare supinamente le idee altrui: è questo, un augurio
davvero speciale.
Lucio
Garofalo
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