LA
VOCE DEL GRILLO
Ogni
tanto si riaffaccia la teoria dell’insegnamento come una "vocazione".
A fasi alterne riemerge l’antica disputa tra chi reputa gli
insegnanti una sorta di "fannulloni" ed una categoria
privilegiata, e chi li concepisce come "missionari". Due
estremi antinomici, ma entrambi non rendono giustizia a noi docenti.
Per
cui c’è chi ha l’ardire di ipotizzare ulteriori incrementi
dell’orario di servizio, a parità di retribuzione salariale.
Sorvolo sul fatto (da molti ignorato) che un notevole carico di
lavoro e di studio è già sopportato ogni giorno da
qualsiasi insegnante scrupoloso, nei tempi extra-scolastici ed in
forma gratuita.
Mi
riferisco agli adempimenti individuali aggiuntivi e volontari, un
lavoro che si presenta oltre l’orario di lezione, necessario e
funzionale all’attività didattica quotidiana: preparazione
delle lezioni e correzione dei compiti, compilazione dei registri ed
altri documenti burocratici, cartacei e digitali, e via discorrendo.
Mi
preme evidenziare un aspetto essenziale della professione docente,
vilipesa da campagne ideologiche infamanti. In base alla mia memoria
ed alle mie esperienze professionali, ho avuto modo di riscontrare
come nella scuola italiana prevalga una corrente di pensiero e di
prassi clericaleggiante: è una visione quasi religiosa che,
con malcelata ipocrisia, concepisce la funzione pedagogica nei
termini di una "missione".
In
base ad una simile congettura, i docenti dovrebbero lavorare di più,
animati da una "vocazione", offrendo prestazioni di lavoro
a titolo gratuito. Ma quale strana e bizzarra visione, inerente solo
agli insegnanti, bensì non, ad esempio, ai presidi o ai
bidelli.
Pardon,
dirigenti e collaboratori scolastici. Idem per gli avvocati, i notai,
o i medici, e tutti gli altri professionisti. Insomma, a tutti i
lavoratori del comparto sia pubblico che privato, tranne gli
insegnanti, le ore eccedenti (gli straordinari) vengono retribuite in
modo decente.
Gli
unici ad essere offesi, bistrattati e derisi sono proprio i
"missionari" della scuola, che per altri sarebbero dei
"lavativi privilegiati". Ebbene, si mettano d’accordo tra
di loro: sono missionari o nullafacenti? Né l’uno, né
l’altro. Molto più laicamente, dovremmo essere qualificati
come professionisti, da onorare e retribuire in quanto tali, cioè
in termini più
dignitosi!
Lucio
Garofalo
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