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Pubblicata sul Journal of Neurophysiology una ricerca condotta dall’University of New York e dalla Rutgers University del New Jersey e che equipara la reazione biologica del drogato in astinenza con quella dell’innamorato che ha perso la sua dolce metà.
Nel cervello di chi è stato lasciato dal suo oggetto d’amore si attivano le stesse aree cerebrali coinvolte nella sindrome di astinenza dalla droga. Per lo studio è stata utilizzata la risonanza magnetica funzionale in dieci uomini e cinque donne fra i 18 e 21 anni, single da due mesi, dopo un rapporto che durava da un paio d’anni.
Quando ai soggetti dello studio venivano mostrate le fotografie degli ex fidanzati si accendevano a lungo le aree del cervello notoriamente correlate con il guadagno, perdita economica, desiderio intenso ed irrefrenabile, anche conosciuto come craving. Queste aree sono il tegmento e lo striato ventrale, la corteccia prefrontale e orbitofrontale e il giro cingolato.
L’amante rifiutato vede il suo ex come la ricompensa al suo amore ma, poiché questa ricompensa non arriva, i neuroni sensibili a questo sistema (gli stessi del cibo, della droga e delle sigarette), restano attivi molto a lungo.
Sembrerebbe, a questo punto che, rispetto a determinate stimolazioni, reagiamo tutti in maniera stereotipata.
In realtà, è bene non dimenticare che esiste, nel nostro cervello, "un’unità centrale" che coordina, valuta e decide, in funzione di chi siamo in quel determinato momento, del nostro livello di maturazione e, soprattutto, del nostro grado di equilibrio nel rapporto fra frustrazioni e gratificazioni e fra costi e benefici.
In conclusione, esiste, si un sistema cerebrale che induce gli stati d’animo... ma dobbiamo, comunque, attivarlo!
Fonti
Giorgio Marchese - Medico Psicoterapeuta - docente di Psicologia fisiologica c/o la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico (SFPID) - ROMA
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