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Neuroscienze, Epigenetica e PNEI
Una
delle concause dell’Alzheimer è lo sviluppo di cellule
immunitarie anomale, che all’interno del cervello iniziano a
consumare in maniera abnorme l’arginina, un amminoacido che concorre
a una corretta espressione dei geni.
A
scoprirlo sono alcuni ricercatori della Duke
University,
che in un
articolo pubblicato sul “Journal of Neuroscience”
hanno
dimostrato che, bloccando l’azione di queste cellule si rallenta,
almeno nel modello animale, la progressione della malattia.
Praticamente,
cosa si è scoperto?
Che,
alcuni componenti della famiglia della nevroglia (la Microglia e gli
Astrociti che, come scoperto, nel 1194, dal Prof. Bongioanni della
Scuola
Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna di
Pisa,
al pari dei macrofagi, svolgono il ruolo di spazzino in grado di
eliminare detriti dall’area cerebrale in caso di lesioni o in
presenza di stati patologici, e sono capaci di ritrarre i filamenti e
diventare mobili, per intervenire nei processi di difesa
immunitaria), posti nelle aree responsabili della memoria, ad un
certo punto, possono alterarsi nel loro funzionamento e cominciano a
produrre in maniera abnorme un enzima (l’arginasi), in grado di
degradare l’aminoacido Arginina capace di contrastare la formazione
di placche amiloidi (responsabili della neurodegenerazione).
Questa
alterazione di presenza dell’Arginina svolge un’azione epigenetica
per cui, l’espressione genica viene modificata dando origine
all’innesco della patologia di Alzheimer.
Tenuto
conto dell’importanza che le cellule di nevroglia hanno nel ruolo
gestionale dei neuroni, si ipotizza da tempo che sia demandata a loro
la modulazione necessaria per l’attività mentale.
In
conclusione
Non
è affatto peregrino pensare che (accanto a tutte le terapie
che cercheranno con metodi più o meno “ortodossi”
di riconvertire l’azione della microglia) una corretta anamnesi
esistenziale e un riequilibrio dei parametri che allontanano da
corretti stili di vita, potranno “convincere” le cellule
nevrogliali, a fare retromarcia. Con ricadute positive, ancora una
volta, sul piano epigenetico.
Giorgio
Marchese – Medico
Psicoterapeuta, Docente di Psicologia Fisiologica,
Psiconeuroimmunoendocrinologia ed Epigenetica c/o la Scuola di
Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico SFPID (Roma,
Bari, Rimini)
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