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Sei ore per cancellare le fobie...
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

11 dicembre 2009



Si. Ma con l'elettroshock!


News Neuroscienze

Sei ore per cancellare i ricordi della paura e dire addio all’aracnofobia, agorafobia e tutte quelle ansie che non ci fanno vivere sereni. Una nuove terapia sperimentata negli Stati Uniti si basa sul tempo e consiste nel dare un piccolo elettroshock ai pazienti, a cui viene chiesto di ripensare al ricordo "fobico" e si lasceranno alle spalle le loro fobie, per sempre. Nature ha appena pubblicato questo studio del Us National Istitute of Mental Health, basato sull’idea che bisogna lavorare sul tempo in cui lo spavento si sedimenta nel cervello. Secondo gli scienziati della New York University, che hanno testano la loro tesi su 19 volontari, un leggero elettroshock entro le sei ore dall’evento fobico o dalla sua rievocazione, cancella la memoria della paura e il paziente guarisce per sempre. "La nostra memoria riflette l’ultima proiezione piuttosto che l’evento originale, ed è su quella che bisogna lavorare", sostiene la curatrice dello studio Elisabeth Phelps, docente di psicologia e neurologia alla New York University

La notizia, di per sé, è molto interessante ma nasconde dei risvolti preoccupanti.

Anzitutto, dopo anni di utilizzo, ancora non si conoscono gli effetti a lungo termine della terapia elettroconvulsivante.

Inoltre, analizziamo per un attimo, gli elementi tecnici della metodica in questione. La corrente elettrica esterna, applicata al cervello, con molta probabilità andrà a disgregare le proteine all’interno delle quali sono contenuti gli engrammi mnemonici che, una volta elaborati dall’attività di pensiero, daranno origine a paure e fobie. Ma, insieme a quegli elementi specifici, quali altri pezzi della nostra memoria (e, quindi della nostra vita) potrebbero andare perditi o, comunque, compromessi? E in aggiunta, tutto ciò che ci fa paura, o serve per evitare il reiterare di cattive esperienze, oppure nasconde (attraverso le fobie) motivazioni ben più gravi e complesse.

Non sarebbe meglio applicare sistemi in grado di ricondurci al dialogo con noi stessi per provare ad eliminare gli intralci verso una vita migliore?

Probabilmente, al di là della presunzione che ci porta a giocare con la vita degli altri come se fossimo Dio in persona, esiste un’atavica indisponibilità all’impegno per risolvere alcunché.

Infatti, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, insieme al prossimo responsabile per la Salute Ferruccio Fazio, ha presentato la Relazione sullo stato sanitario dell’Italia per il 2007-2008. Se da una parte è vero che aumenta l’aspettativa di vita e diminuisce la mortalità infantile, dall’altra la Relazione descrive un popolo di pigri e sedentari. Un pessimo stile di vita generalizzato, pochissimo sport e attività fisiche, che comportano 28 mila morti all’anno.

G. M. - Medico Psicoterapeuta

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