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La voce del padrone.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

4 ottobre 2018


Nipper (nato a Bristol nel 1884) è stato un cane di razza Jack Russell divenuto celebre per essere ritratto nel quadro His Master's Voice di Francis Barraud. La leggenda narra che il fratello di Francis (un signore molto vecchio che abitava in una soffitta londinese, sentendosi prossimo a morire, incise (di notte) un disco con la sua voce e lasciò in eredità sia Nipper che il proprio grammofono in modo che, di tanto in tanto, il cane lo potesse riascoltare. Da qui, il delicato dipinto che venne venduto, in un secondo momento, alla Grammophone Co. Ltd. che ne fece “La voce del Padrone”, uno dei Brand più famosi della Storia. Cari Lettori, se analizziamo il termine “Padrone”, scopriamo che nasce per indicare il protettore dei Liberti (gli schiavi affrancati dell'antica Roma) per connotare, nel tempo, la figura di chi “ha piena facoltà di fare quello che gli piace”. E allora,forte dell'osservazione di ciò che sta accadendo, mi sono chiesto: Che cosa fa crescere l'economia di una Nazione? Come mai la ripresa congiunturale, da molti auspicata come la pioggia sui campi aridi e desolati, non riesce a decollare e, anzi, lo spettro di una recessione sempre più radicale è dietro l'angolo come non mai? La tendenza depressiva non si inverte, perché gli indici di ripresa continuano ad essere basati non già sulla capacità di presentare prodotti e servizi utili al miglioramento della qualità della vita, ma sui consumi di un popolo che "a mente spenta", viene prima indotto a comprare l'effimero e il superfluo... e poi, bacchettato... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


...(con montagne di tasse e balzelli) per lo "scialo".

Il lupo non si preoccupa mai di quante siano le pecore (Virgilio).

Nella Società che potremmo definire "della globalizzazione del nulla" (vista la povertà di valori positivi che accomuna la popolosa confraternita), siamo costretti a subire, una volta di più, le decisioni di quelle poche persone che detengono (per delega!) le leve del potere. Non ci si venga a dire, ad esempio, che gli esperti di cui questi signori si avvalgono non erano in grado di prevedere l’alto grado di destabilizzazione in cui saremmo piombati a seguito di politiche speculative e dissennate o, peggio, di una recrudescenza di ottusa austerità...

"Dovunque e comunque si manifesti l’eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla" (Arthur Schopenhauer).

Una volta, di fronte a tali metodi di governo si rispondeva con le grandi mobilitazioni che consentivano di tastare il polso allo scontento dilagante. Oggi, ci si tuffa nell’oblio della precarietà mentale e di quella sorta di vagabondaggio morale che ci ha condotto ad un contesto "politico e sociale" irreparabile.

A queste condizioni, la ripresa “vera” non parte perché anche i capitani d’azienda più coraggiosi, sono condizionati dalla paura relativa alla sovrapproduzione rispetto alle richieste di un mercato divenuto più parsimonioso rispetto ai consumi da cicala, tipici della seconda metà del secolo scorso.

In che modo, leader politici e Banche centrali, cercano di spingere la loro economia?

Prevalentemente con il sostegno ad istituti di credito in difficoltà ma senza prevedere la formazione di una classe dirigente capace di agire per il bene e il progresso dell’Umanità e, al contempo, in grado di individuare aree di effettivo bisogno, da colmare attraverso linee di prodotti e servizi mirati. È evidente la paura di venire scalzati da persone più "fresche", più "attente" e maggiormente innovative.

Il protezionismo e la salvaguardia di privilegi, al riparo della ricerca del migliore e più onesto, non hanno mai contribuito alla crescita di un popolo.

"Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano, e se non le trovano le creano" (George Bernard Shaw).

In nome di quegli scampoli logici che, nonostante tutto, sono ancora presenti negli scaffali impolverati della nostra mente, mi sento di auspicare un maggior spirito di osservazione tendente al superamento dei propri limiti attuali, partendo dalla convinzione che, proporre ciò che serve per vivere (effettivamente) meglio, crei i presupposti per una richiesta potenzialmente illimitata. Nonostante questa crisi scellerata e (apparentemente) senza una fine certa.

A proposito, a tutti coloro i quali aspettano (e sperano!) che altri tutelino i propri diritti senza provare a farsi rispettare, mi permetto di far presente che, l’ingenuità di sperare di ascoltare la voce di un Padrone che si prenda cura di te, suscita la tenerezza della bella scena descritta all’inizio di questo editoriale; una volta nel gregge, è inutile abbaiare, puoi solo scodinzolare.


Giorgio Marchese (Medico Psicoterapeuta, Counselor) - Direttore "La Strad@"


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