"La
vita si misura dalle opere e non dai giorni", così
sosteneva Pietro Metastasio (al
secolo, Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi).
L’esperienza e la saggezza, infatti, hanno dimostrato che
l’umanità può imparare, volendo, ad appagare le
proprie necessità senza inibire i processi evolutivi di un
contesto proiettato verso traguardi sempre più iperbolicamente
tesi ad un miglioramento globale, della qualità della vita.
"Come
arrivano lontano i raggi di una piccola candela, così splende
una buona azione in un mondo ostile". (William
Shakespeare)
Solidarietà,
è un termine che deriva dal Latino “Solidus”
(Intero, pieno, non vulnerabile) e risponde ad una
sostanziale convergenza o identità di interessi, idee e
sentimenti sotto forma di impegno etico-sociale teso a venire
incontro alle esigenze e ai disagi di chi si trovi in una reale
condizione di necessità: sostanzialmente, appartiene ai
bisogni di ogni essere umano maturo, nel segno di un "egoismo
costruttivo".
Manifestare
un sentimento di fratellanza e di vicendevole aiuto, infatti,
determina una spinta a migliorare se stesso per potere offrire di più
e meglio ed ottenere, con l’instaurarsi di un circolo
"virtuoso", delle continue ricadute positive.
"Dai
un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare
e lo nutrirai per tutta la vita". (Proverbio
Cinese )
Con
molta probabilità, il vero vulnus delle ideologie socialiste,
è stato rappresentato dalla presunzione di voler realizzare
una Società basata su una equa distribuzione della ricchezza
prodotta. L’errore è consistito nel non capire che i
tempi non erano maturi. D’altronde, una simile ipotesi è
possibile prenderla in considerazione solo nel momento in cui
l’ambiente in cui si vive, è connotato da individui che
operano spinti dalla ricerca di una realizzazione personale che passa
attraverso l’Amore verso ciò che si fa. A prescindere da
ciò che si fa.
“Se
vi toccasse di fare gli spazzini, dovreste andare e spazzare le
strade nello stesso modo in cui Michelangelo dipingeva le sue figure;
dovreste spazzare le strade come Handel e Beethoven componevano la
loro musica. Dovreste spazzarle nello stesso modo in cui Shakespeare
scriveva le sue poesie. Dovreste insomma spazzarle talmente bene da
far fermare tutti gli abitanti del cielo e della terra per dire: "Qui
ha vissuto un grande spazzino che ha svolto bene il suo compito"
(Discorso di Martin Luther King nella New Covenant Baptist Church,
9/4/1967)
In
Natura, d’altronde, non abbiamo alcun esempio di condivisione
di risorse fine a se stessa. Assistiamo, semmai, a sinergie di vario
tipo, fondate sul motto in base al quale: “Nessuno si
salva da solo”!
E,
allora, più che distribuire risorse anche a rischio di creare
inutili parassiti, sarebbe necessario, creare le condizioni per
un’equa distribuzione di opportunità, così da
avere persone disponibili a mettersi in gioco estraendo, da sé,
il meglio possibile, al motto di: “Cresciamo e
condividiamo!”.
Questo,
sarebbe un esempio di autentico Socialismo!
“La
vera misericordia è più che gettare una moneta ad
un mendicante;
è arrivare a capire che, un edificio che produce mendicanti,
ha bisogno di ristrutturazioni.” (M.L.King)
Il
"voler dare", quindi, è bene che non venga inteso né
come "donazione" di sé né, tantomeno, come
"concessione" in camera charitatis. Annullarsi
nell’altro, infatti, è scorretto non solo secondo i
basilari principi naturali (per il principio dell’autoconservazione)
ma per il cattivo esempio fornito a chi osserva: la vita è
regolata da equilibri in cui compaiono rapporti di scambio corretto.
Ad ogni azione, infatti, deve corrispondere una reazione equivalente;
solo così, infatti, viene garantito il miglioramento
dell’ambiente in cui si vive: non ci deve essere qualcuno che
ci rimette ed altri che ci lucrano sopra. Allo stesso modo,
l’assistenzialismo mortifica le capacità del
beneficiario dei Piani Marshall di turno.
"La
generosità consiste meno nel dare molto che nel dare a
proposito". (Jean de La Bruyère)
La
solidarietà, quella vera, va intesa come punto di partenza per
la valorizzazione delle risorse umane (soprattutto delle persone in
difficoltà) per ridurre il fenomeno della dipendenza ed
aumentare l’autonomia propositiva e realizzativa. In ogni
organizzazione sociale, il "fattore umano" è sempre
più importante per determinare il successo. La qualità
delle risorse umane, la preparazione professionale e la motivazione,
portano ad un livello "di alto profilo", in termini di
risultati.
"Se
il tuo sguardo si ferma al di qua dello steccato del tuo podere,
semina del grano: ti sazierai per un anno. Se sei capace di pensare
un po’ più in là, pianta degli alberi: andrai più
lontano. Se, invece, chiudendo gli occhi, sei in grado di spaziare
verso ciò che è meglio per tutti, allora istruisci un
popolo: si sfamerà a vita!"
Proviamo
ad immaginare l’uso di quella parentela di intelligenza e
di cuore che si chiama “Amicizia” e che consente un
legame di ideali fra persone propense a “dare” per
divenire migliori con spirito di Servizio e guidati dalla Tolleranza
( che prevede rispetto, libertà e diversità) per
consentire la trasmissione del potere delle buone idee.
Tutto ciò, comporterà il mettere
al servizio di tutti le ricerche, le conoscenze e gli studi
realizzati da chi vuole contribuire al conseguimento di questi
risultati ed equivale a considerare l’individuo come protagonista
e risorsa, perché, ognuno ha il diritto di vivere ed operare al
meglio delle proprie possibilità.
"Nessun
vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che
sappiamo, anche la brezza sarà preziosa". (Rainer
Maria Rilke)
Sarà
bello vivere in una Società non condizionata dalla
paura, in cui i leader politici si preoccuperanno della formazione di
una classe dirigente in grado di individuare aree di effettivo
bisogno, da colmare attraverso interventi ad hoc e le banche
smetteranno di essere istituti di credito che ti prestano volentieri
del denaro se puoi dimostrare in modo convincente che, in fondo non
ne avresti bisogno.
Farà
piacere conoscere "amministratori dei destini del
mondo" non più convinti che le guerre servono per
imparare la geografia direttamente sul campo (di battaglia) e non più
terrorizzati dall’idea di dover passare il testimone a persone
più "fresche", più "attente" e più
innovative.
Non
ci si meraviglierà quando i popoli opulenti capiranno
che il fenomeno dell’immigrazione di massa rappresenta
un’occasione di scambio utile e costruttivo, attraverso
l’attuazione di un’integrazione concreta che induca i
poveri della nuova era a renderci partecipi delle loro conoscenze,
per crescere e migliorare insieme.
Bisognerà
spiegare agli egocentrici che i "portatori sani"
di ideali fuori dal comune rappresentano l’arma in più
per crescere e vivere "positivo".
Dovremo
preoccuparci di spiegare che la paura di non essere
all’altezza del compito, lo stress da ansia prestazionale,
l’invidia per i successi altrui, la carenza di sicurezza, la
crisi dell’autostima, possono essere affrontate e risolte
attraverso un processo di crescita maturativa che porta ad una
collaborazione, in un gruppo in cui ognuno è leader di sé,
ma pronto alla gregarietà per il raggiungimento di obiettivi
comuni e progetti mirati per vivere e lavorare in conciliazione e
benessere...nel rispetto di una solidale politica sociale ma,
soprattutto, di un pizzico di "sano" egoismo!
Non
ti verrà chiesto: “Perchè non sei stato Mosè
o Papa Francesco?” Ti verrà, piuttosto, domandato: “Ma
perchè non sei stato te stesso?” (don Fabio Pieroni –
Parroco)

Giorgio
Marchese - Direttore la
Strad@
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