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Politici. Gattopardi, leoni, iene e sciacalletti.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

29 marzo 2018


Cari Lettori, non so quante volte abbiate provato la strana sensazione che consegue allo scoprire di non avere più niente da dire su un argomento trovando, lo stesso, di scarsissimo valore sociale, etico e morale. A me, purtroppo, accade spesso. Ed è un guaio, perché, in questo modo, sono costretto ad ammettere che, quello che mi circonda, non esercita più alcuna attrattiva. Sarà il prezzo che si paga per aver capito che, in fondo, i "giochini" degli altri (quelli cui non ci fanno partecipare...) sono noiosi e insignificanti. È da diversi giorni che attendo lo spunto, l'idea "nuova" per riscoprire il piacere (ormai sopito) di riflettere sul panorama politico... e poi ritrovo una mail del lontano 2011, inviatomi da qualcuno che mi chiedeva un commento in merito alle determinazioni dell'era Berlusconi:"Questi qua, il 13 aprile hanno votato l'impunità per il loro capo facendoci credere di averlo fatto per il bene di tutti i cittadini. Noi ci becchiamo un'ipoteca sulla casa per una multa non pagata. Questi qua, hanno la pensione garantita, lavorando 30 mesi. Noi lavoreremo fino ai 65 anni per avere, forse, una pensione, al massimo pari a metà dello stipendio. Questi qua, beneficiano gratis di aereo, treno, autostrada, cinema, etc. Noi paghiamo anche la carta igienica dei figli a scuola. Questi qua, hanno la casa in affitto, in centro a Roma, a pochi spiccioli al mese. Noi, quando va bene, abbiamo un mutuo da pagare fino alla terza età"... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.



Cari Lettori ammetto di non essere andato a votare in questa ultima tornata elettorale perchè, partendo da una illuminata esternazione di Papa Giovanni Paolo Secondo (oggetto del Tema di Italiano da me redatto per gli esami di Stato, nel lontano 1982) sono più che convinto che, qualsiasi cambiamento, non possa che avvenire gradualmente nell’animo e nel cuore di ciascuno di noi, per poi diffondersi nell’Inconscio Collettivo che rappresenta (secondo C.G. Jung) la base comune che testimonia l’evoluzione dell’Umanità.

Sono, certamente, curioso rispetto a ciò che accadrà nell’apparente rivoluzionato panorama politico ma, al tempo stesso, non mi creo aspettative in merito, perchè non si cambia un sistema se il “popolo di riferimento” non è maturo abbastanza e si limita ad essere solo “stanco” del sistema precedente. Che, comunque, è stato l’espressione di coloro che sono stati delegati a rappresentare il Popolo stesso.

E in più, chiunque abbia una vaga idea delle regole che governano i posti dell’apparente Potere (perchè i “giochi” si fanno altrove) sa bene che, puoi colà accedere solo se, in un modo o nell’altro, risulti essere in linea con un’idea di affidabilità rispetto alle aspettative dei Buchi Neri da cui, volere o volare, dipendi (Parlamento Europeo, FMI, USA, Cina, Banche Internazionali, Fondi di Investimento Speculativi, etc.)


"A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?" (Totò).

Come ho avuto modo di dire in altre occasioni, a mio parere si può parlare di Politica, Morale e Società, cercando di armonizzare i tre elementi, soltanto se ci si riferisce all’elemento fondamentale che è l’essere umano il quale, nel corso della propria vita, fa politica e vive nella Società sulla base di leggi morali.

Infatti, il cittadino partecipa alla gestione (fa politica, quindi) della comunità in cui vive (la Società) sulla base di ciò che si riferisce ai costumi, agli atti, ai pensieri umani, considerati rispetto al bene ed al male (questa è la morale). L’impegno della politica e dei politici (i quali sono essere umani e quindi hanno necessità di conoscersi, ciascuno per se stesso, per essere quello di cui tutti noi abbiamo bisogno), "deve" (o "dovrebbe") essere quello di uscire da uno stato di freddo morale e conquistare posizioni più alte sul piano sociale per far sì che non esista una disarmonica distribuzione di risorse, fisiche e mentali.

Nel 1902, Papa Leone XIII proprio mentre rigettava e sconfessava il materialismo, non poteva fare a meno di soffermarsi su una più avveduta giustizia sociale, su un giusto riconoscimento da assegnare al lavoro ed ai lavoratori, per rendere possibile il determinarsi di un fraterno sentimento di intesa dal momento che, per sua natura, l’essere umano è proprio a ciascuno, ma simile a tutti. Ciascuno di noi quindi, nel rispetto di se stesso e degli altri, deve contribuire a migliorare la Società, se opportunamente preparato.

E qui nasce il vero problema, che si estrinseca attraverso l’analisi di due sagaci affermazioni.

La prima: "La politica è, forse, l’unica professione per la quale non si ritiene necessaria alcuna preparazione" (Robert Louis Stevenson).

La seconda: "Alla mia veneranda età, accade di dover essere alle prese con i medici. Ma la malattia finisce per essere una cosa bellissima, quando aiuta ad allontanare la tentazione della politica" (Francesco Cossiga).

Può essere utile sapere che Stevenson era, oltre che scrittore e poeta, anche un brillante ingegnere, specializzato nella costruzione di fari (e, quindi, di chiarezza, se ne intendeva!); per quanto riguarda il buon Cossiga (al netto dei segreti inconfessabili, relativi ad azioni turpi di cui era testimone diretto e indiretto), non si può negare la sua competenza specifica di un mondo (quello politico) abbastanza ingarbugliato.

Capita, a volte, di assistere a situazioni tanto grottesche, quanto paradossali, simili a quelle che colorano e compongono gli ospedali psichiatrici. Come quando, un oscuro sindaco di una mediocre cittadina di provincia (inutile fare nomi, perché sono condizioni che si replicano ovunque, alla stregua di un virus informatico), enuncia il consuntivo della sua gestione amministrativa, esaltato dalla pubblicazione di brochure (a spese del contribuente) in cui compaiono opere pubbliche e ristrutturazioni qualificanti... dalla platea, però, qualcuno fa notare che, molte delle magnificenze ostentate, di fatto non esistono nella realtà concreta (forse fanno parte di un’ipotesi virtuale!). E cosa risponde l’illuminato primo cittadino? "Il giorno del mio insediamento, cinque anni fa, viste le condizioni economiche di questa città, avrei potuto dichiarare lo stato di dissesto finanziario. Ma cosa volete di più?". Che poi, è come dire: "Ti chiedo delle patate e mi rispondi sui fagioli!".

"La caratteristica di un buon politico, deve consistere nel saper prendere in giro se stesso, prima che gli altri" (Giuseppe Tomasi di Lampedusa).

Mi sono domandato perché mai, un amministratore della cosa pubblica (quindi, di tutti) debba, molto spesso, essere così dotato di rara e spiccata ignoranza... la risposta la possiamo trovare, osservando chi manipola e gestisce (alla meno peggio) i fatti del mondo. Esistono Multinazionali che sfruttano e affamano i paesi dell’Africa i quali, grazie alle loro immense risorse minerarie e petrolifere, potrebbero diventare come la Svizzera; ci sono affaristi senza scrupoli che, per vendere mezzo chilo di gas nervino, o un po’ di uranio impoverito, organizzano guerre, ovunque sia possibile "forzare un po’ la mano".

E che dire di quelle super(pre)potenze militari che entrano nei confini geografici altrui, allo stregua del miliziano di regime che ti piomba in casa e ti stupra la moglie, magari colpevole di attività cospirativa? E poi, in ultimo, vogliamo non considerare i famosi "pezzotti" (alias capomafia) che affogano, sommersi dai rifiuti tossici che provvedono ad interrare in casa loro? Costoro, non rappresentano, certo, la Società intera ma, sicuramente, il suo zoccolo duro posizionato, stabilmente, nella mota deiettiva degli encefali atrofici contemporanei.

Chi li rappresenta?

I designati politici (per la maggiorparte, collocati dai segretari di partito e senza obbligo di mandato). Come dire: Ciascuno ha il capo che si merita! La politica è la sottile arte di prendere voti dai poveri e finanziamenti dai ricchi, promettendo di proteggere gli uni dagli altri. (Arthur Bloch). Sarà anche per questo che, molti giovani, pur di non vedere un simile squallido spettacolo, stanno sperimentando, fra l’altro, l’eyeballing, che consiste nel versare vodka sulle pupille, per provare un immediato effetto di "sballo", dal momento che l’alcol filtra attraverso le mucose ed entra velocemente nel flusso sanguigno (con tutti i danni collaterali per l’apparato visivo, ovviamente).

Come si migliora la Società?

Sembra ovvio ma, a distanza di millenni da quando si è arrivati a capirlo, ancora non si è trovata una risposta più adeguata... e cioè: "costruendo ciò che manca, cominciando dal singolo". Ognuno di noi necessita di conoscere il motivo per cui utilizza se stesso e il proprio tempo vitale. Questo significa avere una buona comunicazione con se stessi, anzitutto (cioè un corretto sviluppo della propria identità), altrimenti si vive sempre "col coltello nella schiena", in allarme continuo, in crisi perenne. Bisogna necessariamente ricondurre tutto alla migliore conoscenza dell’essere umano, perché:

  • La Società è l’insieme di tanti esseri umani;

  • la Morale è il prodotto della migliore efficienza espressa dagli esseri umani per convivere in una dimensione di equidistanza rispetto al positivo e al negativo;

  • la Politica è la gestione della conduzione degli esseri umani nella Società. Da qui la necessità di migliorare gli esseri umani, il che porta, logicamente, allo sviluppo positivo della Società attraverso una politica che tenga conto anche delle indicazioni morali.

Si... ma, nel frattempo?

Non possiamo che concludere come Tomasi di Lampedusa nel suo "Gattopardo"Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti e le iene. Tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra!

Giorgio Marchese, Direttore La Strad@

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