Questo
articolo risulta da una intervista della giornalista Sofia
Guidetti e
pubblicato su Notiziariosalute.it
Dottore,
nella vostra attività sostenete molto i malati di Alzheimer.
Quali sono i migliori strumenti per affrontare la malattia e quali
le principali problematiche che deve affrontare chi assiste un malato
di Alzheimer ?
La
cosa peggiore inizia già con il termine “Alzheimer”…
una parola che evoca terrore nel cosiddetto immaginario collettivo.
Infatti, il maggior pregiudizio deriva dall’idea di “perdersi”
all’interno di un mondo in cui, nel tempo, nulla sarà
più riconosciuto come appartenenteci e, tutto, sarà
oscuro e ostile. Irrimediabilmente.
Nella
realtà, bisogna, come per ogni problema e/o patologia, aprire
la mente ad una visione scientifica, oggettiva e concreta.
Per
esempio, ci si renderà conto che, il mondo del decadimento
cognitivo è molto vasto e che non comporta, necessariamente,
il diventare una sorta di “alieno” da tutto e da tutti.
Andiamo
agli strumenti. Fondamentale
è la possibilità di confrontarsi con una equipe medica
adeguata al problema (in grado di comprenderne tutte le
sfaccettature) e con un caregiver (familiare e professionale) capace
di assorbire le tensioni e di trasmettere disponibilità,
tranquillità, stabilità e solidità.
Quando
è nato Telefono Amico Alzheimer. Cosa può dire di
questa importante iniziativa?
Il
Telefono
Amico Alzheimer
(www.telefonoamicoalzheimer.it)
nasce nel maggio del 2015 come evoluzione del precedente “Telefono
Amico” (aperto a problematiche che spaziano dal sociale, al
personale, passando per l’inserimento lavorativo e l’inclusione
scolastica) costituito al momento della nascita della nostra ONLUS di
riferimento “Neverland
Capelli d’argento”.
Questo punto di ascolto dà la possibilità a chi ha
bisogno di sfogarsi, di trasmettere le proprie angosce, di avere
consigli anche sul piano burocratico, di trovare un riferimento
costante.
Potendo
contare sulla disponibilità umana e professionale di Colleghi
medici e psicologi e formando Counselor nei nostri corsi
appositamente dedicati, ci siamo progressivamente addentrati nel
mondo del dolore sociale rendendoci conto che, tutto ciò che
girava intorno all’Alzheimer, determinava dolore e
disperazione, soprattutto per la difficoltà del trovare figure
d’aiuto autorevoli e disponibili. Mi piace ricordare che, noi,
non siamo dei volontari quanto, piuttosto, dei professionisti che,
volontariamente, prestano la propria opera a favore dei meno
fortunati. Ed è per questo che, concretizzando esperienza
(partendo dalle richieste giunte via telefono) abbiamo stretto un
protocollo d’intesa con la sezione di Cosenza della Federazione
Italiana dei Medici di Medicina Generale – FIMMG,
per recarci nelle case degli anziani in difficoltà
(soprattutto del centro storico di Cosenza) per, poi, approntare un
interessante progetto definito “SOS Alzheimer (Sostenere –
Orientare – Stimolare) con il quale, nella nostra sede di
Castrolibero, accogliamo le persone con decadimento cognitivo e i
loro familiari. Per i primi, abbiamo pensato ad una sorta di stimolo
della Reminiscenza realizzato mediante musicoterapia; ai secondi,
abbiamo dedicato un’area di gruppi di consulenza (medica,
legale e psicologica) e di auto aiuto.
Quanto
si può migliorare la qualità di vita del malato? Ad
esempio quanto è importante il tono di voce?
Partiamo
dal concetto che, chi vive il problema in prima persona:
Continua
a provare gioia, rabbia, paura
Continua
ad osservare il mondo
Continua
ad amare
Continua
a desiderare di essere amato
E’
ovvio che tutto ciò che possa evitare sconvolgimenti o cambi
repentini di situazioni, andrebbe evitato. Il tono di voce
appropriato (tranquillo e rassicurante) la disponibilità ad
osservarlo e a fargli capire che si trova in un ambiente accudente,
aiuta molto. Ogni persona è un universo a sé. E,
ognuno, necessita di cure e attenzioni personalizzate.
Ci
sono abitudini di vita associate al rischio
di demenza?
Le
ultime scoperte, mettono in evidenza il ruolo di alcune cellule
(quelle della microglia) che, nel cervello, svolgono ruoli
decisionali. Da ciò (ma non solo) ricaviamo che, uno stile di
vita il più possibile sano in senso lato, aiuterebbe
soprattutto in chiave preventiva.
Quali
sono le terapie per rallentare la progressione dell’Alzheimer?
Diagnosi precoce e trattamento tempestivo sono ancora le sole “armi”
per affrontarla?
Il
campo dell’Alzheimer è vasto. E molte, di conseguenza,
sono le “varietà” di causa del disturbo. Non è
possibile, quindi, ipotizzare una terapia unitaria. In alcune
situazioni, viene presa in considerazione anche la dopamina.
In
merito alla prevenzione, a parte il far caso a manifestazioni
psicologiche non appartenenti alle abitudini della persona, alcuni
ricercatori suggeriscono di controllare (come fattore predittivo) i
dosaggi di vitamina “D” e dei Folati.
Esistono,
inoltre, interessanti pubblicazioni scritte da parenti di persone
affette dal problema e, addirittura, alcune scritte proprio da chi
porta con sé, la problematica della demenza. Fra gli altri mi
permetto di segnalarne uno dal titolo “Io sono ancora qui:
il mio viaggio attraverso il mondo oscuro della demenza”
scritto da Antonio Candela, un nostro amico che ha
cominciato il duro confronto con questo difficile problema, da quando
aveva poco più di 50 anni.
Cosa
fa Neverland? In quali zone della Calabria siete più attivi?
Neverland
è un gruppo (con due ONLUS e una No Profit) specializzato
nell’area del Dolore Sociale e volge la sua attenzione
(partendo dalla formazione in Counseling) sia a bambini e genitori
“orfani” che agli anziani in difficoltà. La
maggior parte dei servizi offerti sono gratuiti in quanto erogati da
professionisti che non chiedono compenso o coperti da erogazioni
volontarie (5 per mille, etc.).
L’ultimo
progetto che sta per essere portato a termine (in collaborazione con
il “Comitato Piazza Piccola” del centro Storico di
Cosenza e dei colleghi dell’Auser di Cosenza) è la
realizzazione di un ambulatorio popolare situato in una zona
“critica” del Centro Storico della Città di
Cosenza, a disposizione (sul piano medico, psicologico e
sociosanitario) per chiunque si trovi in condizioni di necessità.
Il
nostro raggio di azione è orientato all’interno della
Provincia di Cosenza ma, con il Telefono
Amico Alzheimer” copriamo
l’intero territorio nazionale.
Giorgio
Marchese
– Medico Psicoterapeuta






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