Le manie di persecuzione rappresentano un modo di rispondere a sollecitazioni dal mondo esterno (eventi, affermazioni, proposte, etc.), manifestando un atteggiamento di sospetto verso tutto ciò che gli altri dicono o fanno, con tendenza a considerare ostili persone e situazioni che, in realtà, non lo sono.

Ognuno di noi, sottoposto a lunghi periodi di stress, può manifestare questo sistema alterato di percepire la realtà. Se, invece, la cosa costituisce una precisa disposizione caratteriale allora, il tutto, è legato a difficoltà di crescita e maturazione, che hanno portato il soggetto in questione, a diffidare il più possibile, in quanto incapace di saper effettuare corrette valutazioni.

Effettivamente, questa problematica è legata ad una carenza di autostima, che impedisce di apprezzarsi correttamente, di sentirsi sicuri di sé, di considerarsi "solidi", di realizzarsi nel lavoro prescelto e di potersi integrare adeguatamente nella Società in cui si vive. In pratica, non si riesce ad esprimere una valutazione positiva generale di sé.

Non esistendo un farmaco "intelligente" in grado di dialogare con la nostra psiche e spiegarle come si diventa migliore, bisogna rimboccarsi le maniche ed imparare a crescere e maturare, cercando di trovare una strada corretta, che può essere rappresentata, elettivamente, da acquisizioni teoriche (leggi "studio" adeguato e calibrato) e applicazioni pratiche, mediante costruttive esperienze di vita.

In questo modo, si impara a sviluppare, giorno dopo giorno, la propria autostima, adoperandosi con serietà al proprio lavoro e riconoscendo la validità del proprio operato, all’interno del proprio ambito sociale.

Solo così si riuscirà a proteggere se stessi in maniera corretta, si imparerà il valore di tutto ciò che abbiamo disposizione (e che non sappiamo apprezzare a sufficienza) divenendo capaci, alfine, di credere in se stessi e nelle proprie capacità.

G. M. - Medico Psicoterapeuta, Counselor