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Ma...se si migliora, si finisce col restare da soli?
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it ) e di Alessia Manes  

20 ottobre 2002

Vediamo di capovolgere la convinzione di coloro i quali ritengono che i saggi, alla lunga, restano soli e gli "ignavi", in compagnia!


 

Continua l’interessante colloquio fra uno psicoterapeuta e la sua amica Alessia, sulle sfaccettature dell’amore. Buon "ascolto".

Il fatto che, grazie a questi nostri incontri, io stia diventando un’esperta di rapporti di coppia sotto i vari aspetti (affettivo, sessuale, ecc.), mi pone sicuramente in una posizione che ritengo "di forza" perché so, che sarà difficile che io faccia un passo che si possa definire "definitivo", per il quale io possa dire: "ho sbagliato di nuovo"; d’altro canto c’è però che, se io mi guardo intorno, pur incrociando con lo sguardo (e solo con quello!) una persona che potrebbe in qualche modo incuriosirmi, mi rendo conto presto, dopo un minimo di conoscenza, dei problemi che ci sono e che riesco a leggere tra le righe di quello che questa persona dice e che fa, per cui concludo: "Bene! Cara Alessia ti eviti un problema! Però, a causa di questa tua migliore visione delle cose, avrai mai modo di incontrare qualcuno che abbia le caratteristiche che sono necessarie per stare con una persona come te?"

Non si può escludere un’eventualità del genere! E’ necessario che tu, continuando a migliorare te stessa, migliori anche il tipo di lavoro che fai, costruendo pian piano un’attività che ti consenta di incontrare persone sempre diverse, in ambiti sociali differenti e, in questo modo, fra l’altro, con pazienza, ti troverai di fronte uomini sempre più differenti rispetto al concetto che hai costruito quando eri bambina; aumenterai, in tal modo, la possibilità di conoscere esseri umani più maturi di quelli che fino ad oggi hai incontrato. Sappi, però, che non esiste la donna o l’uomo "chiavi in mano", cioè già pronto all’uso; esistono esseri umani più o meno maturi, più o meno cresciuti, ma difficilmente potrai incontrare una persona che corrisponda in toto alle tue esigenze e difficilmente una persona che ti incontra troverà che tu corrisponda, completamente, alle sue esigenze. L’importante è scambiare con un essere umano disponibile a verificare se ci si può migliorare; in più, almeno nei primi periodi, è importante individuare gli ambiti di scambio, i settori su cui scambiare e creare un rapporto anche "compartimentato"; vale a dire che non è detto che si debba accettare tutto di un partner, altrimenti poi si andrebbe ad omologarsi: due teste ed una sola idea... Però, di un partner, ci possono interessare alcuni aspetti neutrergici, alcuni modi di vivere la vita e non condividerne altri. Un partner può fare l’avvocato penalista e trattare con i delinquenti, ma se poi quando ti frequenta è dolce, premuroso e corretto ...Che ti importa? Non si può essere prevenuti! Allo stesso modo, se per protezione personale, nei confronti dei clienti, o del mondo esterno, attua un tipo di dialogo aggressivo o affettivo negativo prevalentemente, l’importante è che poi con te abbia le idee chiare e quindi, non dovendo tu collaborare nell’attività del tuo partner, la cosa non dico che deve lasciarti indifferente, ma neanche allarmarti più di tanto... nel tempo, più si costruisce un rapporto maturo, più il tuo partner cambierà atteggiamento perchè migliorerà la gestione di sé e di conseguenza anche la qualità del suo lavoro; però è una cosa che avverrà nel tempo pian piano... ma se cerchi, fin da ora, una persona che abbia le tue stesse idee, la tua stessa chiarezza sul rapporto di coppia, resterai sola molto probabilmente... Quindi devi individuare dei settori su cui scambiare, pulstimolando l’eventuale partner a darti il meglio, poi sarà lui che, rendendosi conto che frequentandoti ci guadagna, migliorerà e sarà soddisfatto, sarà lui a doversi mettere in condizioni di saperne almeno quanto te.

Ma.. io... diciamo che le difficoltà che noto, sono dei problemi che individuo nelle persone i quali trovano origine al di fuori del rapporto di coppia e che poi si riflettono sul rapporto di coppia...

Non vale il discorso che ti ho fatto prima perchè eventuali atteggiamenti all’esterno del rapporto che ti coinvolge, non devono riflettersi sul rapporto di coppia altrimenti non ci sono i presupposti, per ciò che concerne l’identità del partner, per costruire un rapporto di coppia.

Comunque la cosa che noto di più, e forse per motivazioni diverse, è una immaturità di fondo nella maggior parte degli uomini.

Di quelli che hai conosciuto!

Sì, salvo te che sei un uomo che stimo tantissimo, io non posso dire di aver conosciuto un uomo maturo... non posso dirlo neanche di mio padre... che ha 75 anni!

Ma la maturità non si determina con l’incremento anagrafico; però non puoi concludere che non esistono uomini maturi perchè probabilmente, in altre zone geografiche (diverse da quelle in cui viviamo noi) esistono uomini maturi... Come fai ad escluderlo? Tu hai frequentato ambienti artistici, ma sappiamo che l’artista è "strano"... non perchè geneticamente determinato ad essere un artista, ma perchè, avendo coltivato alcuni aspetti della personalità, ne ha trascurato altri e, in più, c’è l’errata convinzione che l’artista è genio e sregolatezza ed altre... scorrettezze!

Oltre all’ambiente artistico hai frequentato altri settori in cui hai incontrato persone che effettivamente non avevano raggiunto un equilibrio, ma ne esistono altre che sono riuscite a diventare equilibrate.

Sei molto giovane quindi non hai potuto fare molte esperienze.....

Anche perchè mi è stato anche abbastanza impedito.....

Mah... Ti è stato impedito da una situazione costruita anche da te: un matrimonio, tutto sommato, in giovane età con anni che hai dedicato alla famiglia, condizionata da apprendimenti morali, religiosi eccetera per cui non ti sei guardata intorno.....

Sarebbe utile avere comunque dei parametri di riferimento diversi per concludere: "il mio partner effettivamente è il meglio che c’è in circolazione" oppure "esistono partner migliori".

Ah, sicuramente rispetto al mio ultimo partner ne esistono molti da considerarsi migliori!

I due partner "impegnativi" che hai avuto fino ad oggi (quindi anche quello attuale) non hanno brillato per coerenza, per maturità, per capacità personali, per essersi realizzati in qualcosa di specifico... quindi tu hai incontrato persone anche con uno sviluppo dell’affettività che possiamo considerare buono, ma che, a livello neutrergico, erano veramente carenti.

Una tragedia....

.....chi più e chi meno sono bambini camuffati da adulti... che non sanno di essere bambini perchè il bambino che si camuffa da adulto, poi sa, in realtà, di essere un bambino...

Sì, se glielo dici si offendono...

E’ un loro problema... Facciamo "spallucce"!!!

Soprattutto tra due esseri umani che compongono una coppia, si sentono pronunciare frasi tipo "L’ho fatto solo per te!" E’ capitato anche a me di sentirmelo dire e quando ho risposto "E’ vero, io posso trarne giovamento e te ne ringrazio, ma tu l’hai fatto per te!", vedo che c’è risentimento da parte del’altro... Tu sai a cosa mi riferisco... all’egoismo positivo....che non viene mai preso in considerazione.... viene ignorato, si parla sempre e solo dell’egoismo negativo poiché di quello positivo, spesso, si ignora addirittura l’esistenza...

Vediamo di inquadrare prima il concetto di egoismo e quello di egocentrismo per poter poi dare alla tua domanda una risposta corretta.

L’egoismo prevede l’interessarsi a se stesso ed è di due tipi: quello negativo e quello positivo.

Quello positivo consente di pensare a sé senza danneggiare gli altri; anzi, siccome, vivendo in un ambiente positivo, si sta meglio, per star bene con se stessi, si cerca anche di rendere l’ambiente intorno positivo con un corretto rapporto di scambio, da non intendere come bieco scambio tangentistico, ma come corretto rapporto di riconoscenza e disponibilità nei confronti di chi ci è utile, di chi è disponibile con noi, riconoscendo un principio basilare: noi abbiamo bisogno di tutti, ma è bene imparare a non dipendere da nessuno. Questo è l’egoismo positivo e non c’è nulla di sbagliato.

L’egoismo negativo prevede l’utilizzo dell’altro, anche a danno dell’altro per un fine personale; chi è egoista negativo sa di esserlo, ma si ritiene più furbo degli altri per cui gode anche di questa maggiore "capacità" rispetto ad altri... e il mondo è pieno di queste persone; questo è da condannare come manifestazione e come sistema di pensiero prima che di comportamento.

L’egocentrismo invece prevede che l’essere umano usi tutti senza rendersi conto che ciò è sbagliato perchè questo è il tipico meccanismo del bambino, il quale mette tutti al proprio servizio perchè, altrimenti, non riuscirebbe a sopravvivere. Il bambino ha bisogno di stare al centro dell’attenzione da quando è neonato fino a quando poi potrebbe (dico potrebbe perchè pochi genitori gli insegnano a diventare effettivamente autonomo) cominciare a badare a se stesso (dai 12-14 anni in poi).

L’egocentrico si meraviglia del fatto che qualcuno si lamenti di essere strumentalizzato da lui. Potremmo dire, usando un linguaggio corrente, che l’egocentrico sfrutta gli altri in buona fede, l’egoista negativo sfrutta gli altri in malafede.

Torniamo alla tua domanda...

Effettivamente, quando una persona afferma di aver fatto qualcosa solo per l’altro non è esattamente così. Ognuno di noi può essere spinto a fare qualcosa, "soprattutto" per l’altro (se vuole bene all’altro), ma non "solo" per l’altro perchè c’è una compartecipazione emozionale personale che ci spinge a farlo quindi lo facciamo, a volte, soprattutto per il nostro partner, ma soltanto perchè altrimenti finiremmo con lo star male, sapendo di non essere stati disponibili.

Quindi possiamo concludere che ci fa piacere comportarci così anche se, per alcuni aspetti, a volte, ci muoviamo di malavoglia.

Sono condizioni - limite... altre volte lo si fa prevalentemente per se stessi, poi si fa pensare all’altro l’esatto contrario....

Come quando un marito regala alla moglie l’aggeggio particolare di cucina che serve a preparare ciò che piace a lui...

Quello è proprio di una evidenza incredibile!...Come quando si regala un battitappeto, uno stiracamicie, insomma... è proprio evidente!!!

Tornando al discorso di prima. Noi, alle volte, ci rendiamo disponibili anche danneggiandoci (tutti lo facciamo, anche a te è capitato) a fare qualcosa per un partner, per un figlio, un genitore... però poi non possiamo rinfacciarglielo perchè noi avevamo il diritto e il dovere (innanzitutto!) di proteggere la nostra integrità psicofisica; se non l’abbiamo fatto, non possiamo lamentarci più di tanto. Certo, ci aspetteremmo riconoscenza quindi, quando ciò non accade, ci sentiamo male, ma non regge da nessuna parte l’affermazione "l’ho fatto solo per te"... a meno che, chi ci ha chiesto il favore, non ci minacciasse con un’arma.... ma anche in quel caso l’avremmo fatto per salvarci la vita... e quindi sempre per noi!

E’ qui che viene fuori l’assenza di una validità del termine altruismo che deriva da alius (altri); noi non ci muoviamo "per" gli altri, ma "a favore" degli altri perchè ne sentiamo la necessità (altrimenti non lo faremmo!). Tutti noi abbiamo acquisito, durante gli anni, i nostri bravi algoritmi (cioè delle spiegazioni e degli apprendimenti) per cui abbiamo sviluppato il concetto di solidarietà e, in forza di questo, ci muoviamo a favore degli altri, ma solo per rispondere ad una esigenza che nasce dentro di noi e diventa in alcuni momenti prorompente causando sensi di colpa e conflitti vari in genere e quindi, alla fine, decidiamo di agire in quel senso.

Vivendo un rapporto d’amore, ci si scambia molte informazioni su se stessi, sul passato, sui propri genitori, sul rapporto con loro, sui loro difetti i quali vengono ampiamente illustrati e criticati proprio dal figlio che, tutto sommato tende a mettere in guardia il partner... Poi si continua a frequentare questa persona e... orrore!!!... si scopre che ha gli stessi aspetti caratteriali negativi dei genitori.... e spesso la persona in questione si giustifica: "non posso farci niente! Tutto questo è scritto nel mio DNA!" Be’ io non credo sia così, credo sia una convinzione sbagliata... Tu che ne dici?

Non è strano scoprire nel partner elementi caratteriali simili a quelli dei genitori perchè abbiamo già discusso del fatto che noi siamo alla ricerca inconsapevole di modelli che ci ricordino qualcuno (figure di riferimento). Il partner non può però imporre il suo sistema attraverso frasi del tipo "io sono fatto così, se ti piace.... se no mi puoi anche lasciare!" perchè, se è vero, da una parte, che noi dobbiamo accettare il partner per quello che è, è anche vero che il partner deve darsi da fare per migliorarsi perchè altrimenti il suo atteggiamento finisce col diventare un’imposizione scorretta egoistica negativa oppure egocentrica. Per quanto concerne il fatto che il DNA sia già "scritto" , questo possiamo definirlo ingenuo (oltre che ridicolo!) perchè nessuno, che abbia un minimo di disponibilità a studiare come vanno le cose all’interno dell’essere umano, potrebbe sostenere che i nostri comportamenti sono pre-scritti cioè già scritti nel DNA... altrimenti personaggi come Diego Maradona sarebbero potuti nascere nel 1100, nel 1200... oppure astrofisici, di quelli che prendono i premi Nobel contemporanei, sarebbero potuti nascere nel 2000 avanti Cristo... con le idee di oggi però!

Se le nostre idee nascessero insieme a noi, già pronte, allora spiegami come mai i nostri comportamenti sono influenzati dal periodo storico in cui viviamo... Ma questo te lo sto enunciando per evidenziarti degli aspetti macroscopici perchè poi, se entriamo nello scientifico, è dimostrabile che noi viviamo sulla base dei dati che acquisiamo e delle esperienze che acquisiamo. Questo l’ho spiegato nel mio articolo, sul nostro giornale, intitolato "Geni si nasce o si diventa?"

Sulla scorta di quanto dimostro in quell’articolo, si può concludere che il DNA è un contenitore dentro cui si scrivono informazioni che provengono dal mondo esterno, e si scrivono informazioni che produciamo noi, in maniera endogena, sulla base dei dati acquisiti, ma si scrivono e si ri-scrivono... SI POSSONO MODIFICARE!...con una facilità inversamente proporzionale alla "rigidità" della persona, ma anche la rigidità può essere affrontata e superata solo che si voglia....

Ma anche la rigidità è un apprendimento!

Anche la rigidità è il risultato di acquisizioni comportamentali dal mondo esterno, di tipo inconsapevole, perché, siccome quasi nessuno prende in considerazione l’aspetto del mondo inconsapevole, in cui i pensieri vengono elaborati ad una velocità prossima a quella della luce, si ritiene che dire che tutto sia frutto dell’apprendimento equivalga a immaginare che, se noi volessimo impegnarci, anche in maniera superficiale, a diventare Albert Einstein, ci riusciremmo in pochi giorni.

Un conto è il mondo inconsapevole, un conto è il mondo consapevole, un conto è essere fortemente motivati, un conto è essere superficiali.

Se qualcuno non ci crede, mandalo da me così lo metto a studiare e gli farò capire dove sta la differenza...

Al mio partner ho dato da leggere questo tuo articolo prima di salutarlo, l’ultima volta che l’ho visto....

Probabilmente lo userà per farsi una "canna" .... lo puoi scrivere!

Ti faccio una domanda che potrebbe (forse!) riguardarmi da vicino. Come ci si prepara ad una convivenza di coppia?

Intanto non dire "forse" con quell’aria di scetticismo, non lo puoi escludere!!!

Ad una convivenza ci si prepara limando l’egocentrismo che ci portiamo da bambini e migliorando e aumentando l’aspetto dell’egoismo positivo, il che comporta una disponibilità interiore inconsapevole (per cui ci viene facile metterla in atto) ad accettare l’idea di condividere gli spazi, di cambiare delle abitudini... perché se da una parte perdiamo qualcosa, da un’altra acquisiamo tanto altro.

Tutto questo per differenziare la convivenza dalla coabitazione.

Molte coppie coabitano, dividono degli spazi, ma non dividono delle emozioni, interessi e non sono disponibili a rinunciare a qualcosa non solo per l’altro, ma soprattutto per se stessi.

Convivere è il risultato della costruzione di una coppia di cui, fino ad oggi, abbiamo tanto parlato.

Molto frequentemente, col mio partner, riesco a mantenere un atteggiamento neutrergico per cui cerco di parlare (anche di discutere!) con una certa calma, ma alle volte, i suoi atteggiamenti, che spesso sono provocatori anche in maniera velata, mi fanno davvero "uscire di testa".

Come posso regolarmi per evitare che ciò accada o per limitare i danni?

Essendo molto chiara col partner: o cresce o va ramingo!... perchè so che avete già tanto discusso!!!

Un’altra cosa che mi dà fastidio nel mio attuale compagno è che lui si dichiara "contro"!...Lo è stato da ragazzo: contro il padre, contro le istituzioni, contro uno studio corretto e proficuo, contro la destra (politicamente), contro tendenza. Questo mi infastidisce molto, ne ha fatto il suo "credo". Lui non ascolta la radio perchè mandano musica "di merda", la ascolta solo quando va a Firenze perchè c’è Controradio che manda musica diversa, però poi, per lavorare, fa il piano-bar e canta la musica "di merda". Gli ho spiegato che questa è un’incongruenza, ma le sue risposte hanno solo il potere di irritarmi. Mi aiuti a capire questa cosa?

E’ semplice! Ogni essere umano, quando passa dall’infanzia alla adolescenza, comincia a contestare l’ambiente esterno per affermare inconsapevolmente la propria personalità, però, prima di costruirla, comincia a contestare tutto ciò che non gli va bene. Il tuo partner è rimasto fermo in quella fase, contesta senza costruire nulla.

Ho una figlia che cresce, arriverà anche per lei questo momento perchè arriva per tutti. Qual è il comportamento di un genitore nei confronti di un figlio/a che si trova a vivere questa fase?

Non contestare il figlio che contesta.

Lasciarlo fare?

In maniera costruttiva! Dopo che si sarà sfogata (nel tuo caso), darle ragione per tutto quello che effettivamente non funziona e invitarla a riflettere su come si potrebbe fare per migliorare la società, spiegarle che non basta distruggere senza poi pensare di edificare qualcosa altrimenti poi vivremmo in assenza di regole, il che sarebbe ancora peggio! Infatti io ho conosciuto molte persone che si definiscono anarchiche e che, però, non hanno mai studiato il concetto anarchia perchè Michael Backounin era contro il sistema organizzato, ma non contro le leggi, tant’è che propugnava delle convinzioni molto simili alla ricerca delle leggi di natura... quindi, l’anarchia non è contro le leggi, ma verso leggi migliori! Effettivamente non è possibile vivere in assenza di regole o di leggi, l’essere umano è sottoposto a delle leggi di natura da cui non si deroga... non possiamo fare a meno di respirare, di dormine, di mangiare, bere ecc. ecc.

Allora, seguendo queste tue indicazioni in maniera affettivo-neutrergica, tua figlia imparerà che ha ragione a contestare, ma che è bene prendere in considerazione anche aspetti costruttivi... Crescerà meglio di tanti altri, meglio del tuo partner... sicuramente!

Sto davvero imparando troppo... la mia storia d’amore(?) sta per finire, ne so troppo e lui non fa proprio al caso mio... ti aggiornerò la prossima volta.... e magari anche i nostri lettori saranno curiosi!

E’ strano sapere che tutti sanno di me, della mia vita ed è... stimolante sapere che aspettano di conoscere "cosa farà adesso Alessia?"

Be’, lo sapranno presto.. ed anche tu!

Ah, a proposito!

So che qualcuno ti ha chiesto se io esisto davvero....

Be, tranquillizziamoli!

Io esisto davvero, non sono un personaggio inventato, sono una persona come tutti che ha deciso di diventare migliore, grazie al lavoro che fa con te, e di renderne partecipe tutti cosicché capiscano che chiunque può farlo... anche seguendo il nostro percorso.

Ciao doc, sono sempre più soddisfatta, grazie!

 

Con la collaborazione di Stefania Labate

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