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Al ritorno dalle vacanze...
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

7 settembre 2016


Perché, a volte, si è più stanchi di prima? Esiste una soluzione?


 

Mondocounseling.

Cari lettori, le vacanze sono, ormai, "ufficialmnete" terminate ma, sovente, accade una cosa strana: al pensiero di "ritornare" alla vita di tutti i giorni, ci si sente stanchi e spossati, come se non avessimo mai staccato la spina.

Come mai?

Per capire cosa possa essere accaduto, proviamo a domandarci, anzitutto come è andata la nostra vacanza e, se proprio vogliamo fare le cose per bene, chiediamoci: cosa possiamo intendere, realisticamente, per "vacanza"?

Partendo dal principio che "vacanza" e "divertimento" stanno in rapporto relativo (perché ci si può divertire anche lavorando, per esempio), i dizionari della lingua italiana parlano di vuoto, assenza di qualcosa.

Di cosa?

Della routine che, ognuno, porta avanti durante i mesi in cui non si è in vacanza.

Si deve andare "sempre" e "necessariamente" in vacanza?

Dipende. Ad esempio, nel caso in cui si riesca a stare sufficientemente bene (ritagliandosi uno spazio per stare con gli amici o, meglio ancora in un po’ di "sana" solitudine) quando si trascorre gran parte del proprio tempo lavorando, o dedicandosi alla famiglia... ecco che non si sente il bisogno di fuggire o di sfuggire se stessi o gli altri, andando alla ricerca dell’impossibile che, tra l’altro, non lo si troverà, dal momento che non si sa, con certezza, quello che si vuole. Infatti, si sa quello che non si vuole ma non si ha chiaro quello che servirà per star bene!).

E allora, perché, molte volte, al rientro dalle vacanze ci si sente meno in forma di prima?

Dipende da come si è vissuto il periodo di vacanza. "Lavorare è meno noioso che divertirsi" (Charles Baudelaire).

E allora, se durante il periodo della vacanza (che può essere a casa nostra, nello stesso ambiente in cui abbiamo vissuto tutto l’anno, o in un ambiente diverso), noi continuiamo a fare, mentalmente parlando, le stesse cose che abbiamo fatto durante l’anno, succede che trasportiamo i fastidi dell’anno all’interno di quel periodo che ci doveva allontanare da quel tipo di elaborato mentale.

Esiste lo stress da lavoro, lo stress da vacanza, lo stress da rientro. Ma perchè?

Per un’impostazione di vita. Lo stress cos’è? Un’accelerazione del nostro metabolismo nel momento in cui dobbiamo rispondere a delle esigenze che esulino dalla normale amministrazione. Ma siccome la normale amministrazione ci annoia perché crea delle abitudini (che sono utili perché ci fanno risparmiare energia, ma poi finiscono per limitarci), non ci apriamo a nuove esperienze e, quindi non cresciamo, umanamente parlando. E, allora, dobbiamo inventarci qualcosa per uscire da uno schema routinario. È come quando noi stessi facciamo danni o ascoltiamo altri che hanno fatto danni dire: "Se non ci sono problemi me li vado a cercare".

Ma domandiamoci perché.

Perché senza un problema il cervello finisce che, prima o poi, si annoia se non riusciamo a metterci alla prova per riuscire a dimostrare che siamo in grado, quanto meno, di affrontarlo.

Allora, in definitiva, la vita cos’è?

Una sequela di problemi al di fuori dei quali noi non riusciamo a darci un senso? Si e no. Problema è un quesito in attesa di soluzione. La parte positiva è tentare di riuscire a sbrogliare la matassa e godere il piacere di aver dimostrato a se stessi che si vale qualcosa.

In conclusione...

Partendo dal principio che, comunque vada, un po’ di stacco dalla routine è un toccasana, la vera vacanza, per quanto strano possa sembrare, dovremmo riuscire a costruirla dal primo giorno in cui finiscono le canoniche "ferie" (di solito estive) all’ultimo giorno in cui termina il lavoro e ricomincia il periodo festivo. Questo, perché siamo strutturati in maniera tale da doverci inventare la vita momento per momento e, allora, abbiamo bisogno (perché non siamo educati abbastanza) di qualcuno o qualcosa che ci guidi, che ci governi, che ci indichi, che ci suggerisca o che ci imponga un sistema, per lo più attraverso il lavoro, che è un grande escamotage anche quando il lavoro non piace.

Questa è la verità. Buona vita a tutti!

 

G. M. - Medico Psicoterapeuta, Counselor - Presidente Neverland (Scarl - No Profit - ONLUS)-

 

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