Counseling, per una vita migliore
Esistono bugie accettabili?
"Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero". Partendo da questa riflessione di Oscar Wilde, possiamo arrivare a definire la bugia, un sistema per rendere credibile ciò che si sa non essere vero. Questo stato di cose spesso diventa una necessità fin da piccoli quando, per paura delle punizioni, si mettono in atto dei sistemi di protezione mediante i quali si cerca di scaricare le proprie responsabilità. Successivamente, nel corso della propria vita, si rinforza un simile modo di fare o si apprezza la possibilità di affermare con chiarezza ciò che si pensa, a seconda del grado di maturità e solidità personale e, fattore non trascurabile, dell’ambiente in cui si vive. "Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia" (Otto von Bismarck). Esistono diverse condizioni in base alle quali si decide di non dire la verità: alcune (quelle per difesa) sono necessarie (come, ad esempio, uno stato di necessità inderogabile), altre (quelle di "evitamento") sono temporaneamente accettabili (nel caso in cui, ad esempio, si cerchi di evitare lo scontro con una persona che, in un determinato momento, non è in grado di essere sufficientemente lucida e razionale). Sono da evitare, ovviamente, quelle il cui obiettivo è finalizzato all’inganno. Ovviamente, in un mondo migliore bisognerebbe insegnare a non aver paura di affermare cose vere. "Ama la verità ma perdona l’errore" (Voltaire)
G. M. - Medico Psicoterapeuta, Counselor (21 Settembre 2013)
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