L’aspro
conflitto sociale in atto in Francia avrà una rilevanza
cruciale per le sorti dell’Europa sociale (un’Europa dei popoli e non
dei padroni), per le condizioni di vita dei lavoratori, degli operai,
dei pensionati e delle categorie più deboli ed indifese tra i
cittadini, per il futuro dei servizi pubblici e dei beni comuni.
Soltanto
una generale mobilitazione europea, coordinata da coloro che
ritengono possibile un mondo non fondato sul profitto privato, sulla
mercificazione globale, stringendo un’alleanza tra tutte le forze
sindacali, sociali e politiche alternative ed antagoniste allo
strapotere del "dio mercato", potrebbe modificare il corso
degli eventi futuri.
Servirebbe
promuovere una manifestazione a livello sovranazionale, in grado di
coinvolgere le strutture sindacali, sociali e politiche che si
battono contro le ricette rovinose di "fuoriuscita dalla crisi"
prescritte delle élites finanziarie che pretendono che la
crisi sia pagata dai lavoratoti e non da chi l’ha provocata.
Solo
così si potrà elevare il livello dello scontro da un
piano solo nazionale ad uno internazionale, per impedire il massacro
sociale dei popoli europei. Massacro che significa, in termini più
semplici: libertà di licenziamento, attacco alla spesa sociale
ed ai lavoratori pubblici, e via discorrendo.
Contro
le ricette neoliberiste volute dalla trojka, occorre rivendicare con
forza maggiori tutele a favore dei pensionati, dei precari e dei
disoccupati, ma anche la tassazione dei grandi patrimoni e delle
operazioni finanziarie.
Non
bisogna concedere nemmeno un Euro, né un posto di lavoro per
salvare le banche, i finanzieri ed i padroni. È necessario
respingere il feroce attacco al diritto di sciopero, ai diritti
sindacali e dei lavoratori, ai contratti collettivi, alle pensioni,
ai beni comuni. Occorre uno schieramento massiccio al fianco dei
lavoratori francesi che lottano non solo per i propri diritti, bensì
per quelli di tutti gli europei.
Lucio
Garofalo
|