
La
proteina "anti-stress" heat shock protein (HSP) H1/105,
molecola prodotta dal nostro organismo per permettere alle cellule di
sopravvivere in caso di stress mantenendo la corretta struttura delle
proteine cellulari che altrimenti verrebbero danneggiate, nel caso
dei linfomi non Hodgkin aggressivi a cellule B (B-NHL) può
trasformare il suo effetto positivo in una minaccia per il malato.
Secondo un recente studio, condotto dal gruppo di ricerca guidato da
Massimo Di Nicola, responsabile dell’Unità di Immunoterapia
clinica e terapie innovative del Dipartimento di Oncologica Medica
della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano,
l’inibizione di questa proteina provocherebbe infatti un sostanziale
rallentamento della crescita delle cellule tumorali, permettendo
quindi di ridurre i livelli di oncoproteine (cioè le proteine
codificate da un gene alterato, causa della trasformazione delle
cellule tumorali), alla base di questo tipo di tumore. Nello studio
pubblicato su Blood i ricercatori milanesi hanno dimostrato che la
proteina HSPH1/105 interagisce fisicamente con i geni c-Myc e Bcl-6
favorendo cosi l’espressione di due oncoproteine responsabili dello
sviluppo del linfoma.
Le
cellule tumorali producono le molecole "anti-stress" con
l’obiettivo di garantire un vantaggio alla propria sopravvivenza. Lo
studio ha però dimostrato che inibendo l’espressione di
HSPH1/105 si è osservata una significativa riduzione della
proliferazione delle cellule di linfoma in vitro e dello sviluppo dei
tumori in vivo.
Fin
qui la notizia scientifica apparsa sulle riviste specializzate
Ora
vediamo cosa, questo, significhi esattamente.
in
pratica, si è osservato che, quando l’organismo si stressa,
viene prodotta una proteina che serve a garantire il mantenimento di
una corretta struttura cellulare dell’organismo, anche quando, questo
si trova sotto pressione.
Le
cellule tumorali si”appropriano” di questa proteina per
mantenersi “belle efficienti” nonostante la loro crescita
tumultuosa, quindi “stressante”.
L’importanza
della notizia, non consiste nel concludere, superficialmente, che il
sistema di protezione antistress sia una iattura (perchè,
allora, anche l’enzima Telomerasi che mantiene efficienti i cromosomi
e che sfruttano i tumori per vivere in eterno sarebbe un’altra
“sventura”!) ma che, semmai, è necessario (e, a
volte, indispensabile) rispettare uno stile di vita che propone uno
stress gestibile, in maniera da non andare in crisi e, poi, produrre
sostanze (come le proteine antistress) che possono essere usate
contro di noi.

E,
comunque, abbiamo una dimostrazione in più del rapporto fra
vita “incongrua” e sviluppo dei tumori!
Fonte
edott.it
G.
M. -
Medico Psicoterapeuta - Docente di Psicologia Fisiologica c/o la
Scuola di specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Dinamico
(SFPID) – ROMA 2015
|