"Gentilissima
Avv.Erminia Acri, vorrei porle un quesito. Io ho un’appartamento
affittato e sto pagando al condominio, per lavori di ristrutturazione
del palazzo, già da due anni delle rate, prima di acconto e poi
di seguito, a lavori in corso, che dureranno ancora a lungo. La mia
domanda é: quanto e quando posso chiedere all’inquilino
l’aumento del canone, in relazione alla spesa che sto sostenendo per
questa ristrutturazione del palazzo? Come devo fare il calcolo? La
percentuale che posso chiedere ? La ringrazio anticipatamente e resto
in attesa di un suo cortese cenno di riscontro M. G.”
La
disciplina civilistica (art. 1576 cod. civ.) stabilisce, come
criterio generale, che spettano al proprietario tutte le riparazioni
necessarie, ad eccezione di quelle di piccola manutenzione, che sono
invece a carico dell’inquilino.
Quindi,
le spese ordinarie sono a carico dell’inquilino, mentre il
proprietario deve provvedere agli interventi di manutenzione
straordinaria.
L’art.23
della legge n. 392/78 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani)
consentiva l’aumento di canone di locazione nel caso di riparazioni
straordinarie (anche se eseguite su parti comuni dell’edificio) in
misura “non superiore all’interesse legale sul capitale
impiegato nelle opere e nei lavori effettuati”, però
tale disposizione, limitatamente alle locazioni abitative, è
stata abrogata dalla legge n. 431/1998. Tuttavia, spesso, nei
contratti di locazione di 4+4 anni a canone libero, viene inserita
un’apposita clausola che attribuisce all’inquilino anche le
spese di manutenzione straordinaria, col criterio di cui alla
predetta norma abrogata.
Conseguentemente,
in deroga alla normativa attuale, un aumento del canone in relazione
ai costi di ristrutturazione dell’edifico, è possibile solo se
espressamente previsto nel contratto.
Erminia
Acri-Avvocato
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