... Non è stato possibile discuterne con alcun
compagno di viaggio (altre 54 persone, più l’autista)
perché, ciascuno, in diverse (e futili) faccende affaccendato.
Un
giorno, andammo da Tenzin Choedrak, medico personale del Dalai Lama.
Fra le altre cose, gli chiesi se aveva qualche rimedio contro la
depressione. Quella domanda, provocò qualcosa di strano che,
ancora oggi, non so spiegarmi. Choedrak rispose che la depressione è
un problema soprattutto occidentale. "La ragione, è che
voi occidentali siete troppo attaccati alle cose. Siete proprio
fissati. Uno perde, ad esempio, la sua penna? Bene, da allora, non fa
che pensare alla penna persa, senza dirsi che la penna non ha alcun
valore, che serve a scrivere e che può essere sostituita
facilmente. In Occidente, vi preoccupate di cose inutili e non del
senso della vostra vita!" (Tiziano Terzani - L’ultimo giro
di giostra - TEA Ed.).
Una
versione nuova di sé!
Eh
si, bisogna accettare che, a volte, è necessario "rivestirsi".
Quando non se ne può più di osservare l’incomprensibile
nel comportamento altrui. In verità, a dirla proprio tutta,
non so da dove nasca questa esigenza di cambiare d’abito; se da
un’evoluzione nella modalità comunicativa, oppure da una
reazione molto "terrena", tipica degli scombussolamenti
stagionali o improvvisi. Quelle cose che avvengono senza che si possa
fare niente per impedirle, che non hanno alcuna motivazione
razionale, oppure che sono substrato e propulsione ad una serie di
reazioni che, innescate, devono necessariamente arrivare alla fine
del ciclo. E costi quel che costi! In ogni caso, aspettando
che il cielo, all’imbrunire, regali scampoli di meravigliose
piogge di puntini luminosi da catturare con lo sguardo per rivestirli
dei nostri desideri, capita di svegliarsi con un assioma quasi
ossessivo, un pensiero un po’ contorto che ha voglia di venire
fuori.
Il
confetto e il maiale!
Fu
Jane ad annunciarmi che l’indomani si sarebbe svolta, a dieci
chilometri da Dharamsala, una eccezionale cerimonia. Eravamo
fortunatissimi! Il Karmapa, il giovane di sedici anni fuggito poco
tempo prima dalla Cina, dove era stato tenuto in ostaggio in quanto
possibile successore di Dalai Lama, sarebbe per la prima volta
comparso in pubblico e avrebbe benedetto tutti i presenti conferendo
loro "il potere di lunga vita". Proprio quel che mi ci
voleva! La benedizione del Karmapa non fu, come mi aspettavo, urbi ed
orbi, ma personale. Ognuno ebbe la sua e, questo, fece durare a lungo
l’intero incontro. Un Lama mi porse un confetto grigio di
tsampa, la farina di malto che i tibetani mettono nel loro tè
assieme al burro di yak e che io avrei dovuto mangiare; un altro mi
dette un nastrino rosso con un nodo, anche quello carico di
benedizioni e che, portato addosso, mi avrebbe protetto. Andai
all’aperto e mi sedetti sulla scalinata al sole. Osservavo gli
altri che uscivano. C’era eccitazione in loro, felicità.
Ognuno era convinto, come Jane, di essere stato fortunato e d’aver
ricevuto dal Karmapa un gran regalo. Io invece, come al solito
scettico, razionale e, in fondo, arrogante, già pensavo di
buttar via questo "inutile" confetto grigio che avevo
ancora in mano. Lo guardavo. E se proprio "quello", fosse
stata la buona medicina? Per gli altri lo era, rappresentava il
potere di lunga vita. Perchè non per me? Lo misi in bocca e lo
mangiai. Poi, con cura, legai anche il nastrino rosso al mio sacco
(Tiziano Terzani - L’ultimo giro di giostra - TEA Ed.).
Il
confetto. Uno dei dolci più nobili, elegante nella forma
pur semplice, quasi sempre liscio da lasciarsi accarezzare
facilmente, non proprio morbido a ricordare che, per assaporare le
sorprese della vita, bisogna stringere un po’ i denti. Un
colore per ogni ricorrenza, a rallegrare e coronare ogni momento da
conservare e riporre, con cura, nell’armadio personale della
propria memoria.
Il
maiale. Nasce per essere allevato in condizioni discutibili, ma
volte a farlo crescere al meglio (soprattutto sul piano
quantitativo), affinché possa poi essere pronto al sacrificio,
solo per assecondare i palati di chi lo vuole gustare. Appare lento
per le sue dimensioni, goffo nei movimenti, per nulla sveglio alle
sollecitazioni e concentrato solo a soddisfare i suoi bisogni
necessari. Apparentemente, i due (maiale e confetto), non hanno nulla
in comune e da condividere.
Dal
punto di vista buddhista, tutti i mali (quelli psichici come quelli
fisici) hanno un’unica radice: l’ignoranza. L’ignoranza
dell’Io causa la sofferenza che affligge l’uomo dalla
nascita alla morte; la stessa ignoranza produce "i tre grandi
veleni della mente" (il desiderio, la rabbia e l’ottusità)
che scatenano le malattie nel corpo. Solo una continua pratica di
moralità e di meditazione può condurre alla libertà
da ogni male. (Tiziano Terzani - L’ultimo giro di giostra - TEA
Ed.).
Cari
lettori, a questo punto avremmo potuto discutere di tutto quello che
rappresenta il miracolo della vita e che, invece, ci sfugge perché
impegnati ad arrabbiarci su quel tanto che, in fondo, è meno
di nulla. Preferiamo porvi una domanda...
Avete
mai provato ad offrire un confetto a un maiale?
Nel
1897 una bambina scrisse al New York Sun dicendo che i suoi
amici le avevano riferito che la storia di Babbo Natale fosse tutta
un’invenzione. Lei, a quel punto, voleva che il giornale
dicesse la verità. E il Sun, con un editoriale che
oggi, probabilmente, nessun giornalista avrebbe più il
"coraggio" e la capacità di scrivere, rispose: "Cara
Virginia, i tuoi amici si sbagliano. Sono vittime dello scetticismo
dei nostri scettici tempi. Credono solo alle cose che vedono. Eppure,
Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste allo stesso modo in cui
esistono l’amore, la generosità, la devozione. E tu sai
che queste cose esistono, abbondano e sono ciò che danno alla
tua vita, la sua bellezza e la sua gioia. Perché le cose più
reali sono quelle che i grandi non riescono a vedere. E, a volte,
neanche i bambini".
"Il
sole, con tutti i pianeti che gli girano attorno e che dipendono da
lui, ha sempre il tempo di far maturare un grappolo d’uva come
se non avesse altro da fare nell’universo..." (Galileo
Galilei)

Fernanda
Annesi (Biologa C.N.R.)
Redattore La Strad@

Giorgio
Marchese (Medico
Psicoterapeuta) – Direttore La Strad@ (26 Agosto 2011)
Si
ringrazia Erminia Acri per la collaborazione offerta nella stesura
del dattiloscritto.
|