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Il valore della conoscenza.
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

5 luglio 2003

Cos'è la conoscenza? Come si giunge al sapere? Come può, tutto ciò, farci vivere meglio?


 

Acquisire con l’intelletto, l’essenza di ciò che sta intorno e dentro di noi, traendo giovamento anche dall’esperienza diretta.

Questo è ciò che, nella lingua italiana, si può intendere con il termine conoscenza.

In questo lavoro si cercherà di dimostrare che, la conoscenza, assume un’incidenza considerevole nel determinare una buona qualità della vita, prendendo spunto da quanto il Dr. Giovanni Russo (medico psicoterapeuta) ha scritto nel capitolo dedicato all’apprendimento, all’interno del suo libro l’essere umano per una vita migliore.

<< L’ignoranza è la maledizione divina,

la conoscenza è l’ala con cui voliamo al cielo>>

W. Shakespeare

La conoscenza rappresenta la possibilità di assemblare idee coerenti su un determinato argomento, dopo avere acquisito (in merito) una adeguata quantità di dati.

Gli esseri umani possono "costruire" le proprie conoscenze, essenzialmente in due modi:

  • attraverso l’acquisizione (per lo più inconsapevole) di messaggi (verbali, temperamentali, etc.) di tipo prevalentemente sociale, dandone per scontata la validità e accettando tutto "in scatola", senza verifiche: è tipico di ogni essere umano nei primi anni della propria vita (quando assume per buono, qualunque messaggio inviatogli) ma, spesso, diventa una condizione permanente e penalizzante;
  • mediante un fattore discriminante attuato dopo attento esame "critico": rappresenta il sistema migliore, perché consente di accettare nella propria mente solo messaggi corretti, per edificare i pilastri di una solidità psicologica.

Giovanni Russo ha prodotto una classificazione (relativa al concetto di conoscenza) sensibile a parametri naturali e sociali, corretti o dannosi:

  • Conoscenze "IMMUTABILI" - attengono alle grandi leggi di Natura che da 15 miliardi di anni reggono l’intero universo ( ad esempio, le quattro interazioni);
  • Conoscenze "INDISPENSABILI" - servono a fornire gli algoritmi mentali (le spiegazioni di base) necessari all’appagamento dei bisogni indispensabili (cibo, etc.);
  • Conoscenze "MUTABILI UTILI" - consentono di poter organizzare la ricerca e l‘appagamento di ciò che serve per la realizzazione con se stessi e nella Società di appartenenza;
  • Conoscenze "MUTABILI POCO UTILI" - molto diffuse e rispondenti alla cultura del gossip (pettegolezzo) e di tante altre futili divagazioni; servono a scaricare temporaneamente tensioni nevrotiche ed a riempire la giornata a chi "non ha nulla da fare" e corre il rischio di consumarsi nel tedio (...e nei suoi derivati);
  • Conoscenze "MUTABILI NON UTILI" - bloccano lo sviluppo sociale ed individuale perché inducono a credere in falsi valori;
  • Conoscenze "MUTABILI CON SFORZO, DANNOSE" - distruttive (droghe, fumo, abuso di alcol, etc.).

Ogni acquisizione intellettuale, per essere definita "corretta" (e per condurre al sapere), deve:

  • Far parte delle conoscenze immutabili e di quelle indispensabili;
  • Riuscire a rispettare i parametri delle conoscenze mutabili utili;
  • Aderire poco alle conoscenze mutabili poco utili;
  • Rifuggire dalle conoscenze non utili;
  • Non appartenere alle conoscenze dannose.

Dal momento che in ogni conoscenza corretta, c’è vita ed assenza di paure, potrà tornare utile prendere in considerazione le seguenti riflessioni:

  • Tutto ciò che impariamo, filtrato in maniera logica e razionale (al riparo da condizionamenti negativi di tipo aggressivo o affettivo inquinati da conflittualità) dovrebbe potere essere utilizzabile per migliorare la qualità della propria vita;
  • Conoscenza e sapere, devono poter essere utilizzati nel rispetto di tutti (a cominciare da quello per se stessi);

  • È bene adoperarsi per una convivenza pacifica, creando un giusto "distacco" dai beni materiali;
  • Imparare a credere in se stessi e negli altri (dopo averne verificato la correttezza) ci consente di evitare la diffidenza "a prescindere", che nasconde paura per l’incapacità di valutare chi si ha di fronte;
  • Non conviene delegare MAI le decisioni importanti della propria vita;
  • Uno sviluppo armonico della propria personalità, consente di poter proteggere l’autonomia gestionale dai richiami delle sirene di omerica memoria;
  • La Società attuale tende a categorizzare gli individui in "promotori" di eventi e "fruitori passivi": sviluppare le proprie risorse consente, anzitutto, di sapersi godere gli eventi!
  • La conoscenza ed il sapere DEVONO portarci a concludere

<< È un nuovo giorno...posso ricominciare!>>

 

Dr. Giorgio Marchese

(medico psicoterapeuta)

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