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Non riusciva a vedere la luna...
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

23 luglio 2016






Ma il cielo limpido, invitava a parlare.


 

Pensieri degli anni difficili.

Uno spicchio di luna. Cresce in maniera diversa dal solito, come fosse un sorriso sospeso sui tetti, sospeso sulle case, a dare fiducia. Ma è possibile che non sei riuscito a vederla? E poi, bassa bassa, quasi allungando una mano ti sembra di toccarla.

L’ultima stanza. Cos’ha l’ultima stanza di diverso dalle altre? L’intimità, la possibilità di rimanere nascosti a meditare, a sognare ad occhi aperti, a sentire più il silenzio?

Accolse con entusiasmo l’invito ad affacciarsi nella notte. Lasciò tutto all’improvviso, le carte sul tavolo, la luce soffusa ad aspettarlo, la musica dolce e senza parole e corse sul terrazzo. Illuminato dal bagliore della luna, che non riusciva però a vedere.

Un giro nelle stelle. Quella notte il cielo limpido invitava quasi a parlare. Quindi, timidamente prima, poi sempre più forte, iniziò le sue domande. La cosa meravigliosa? Non cercava le risposte!

Si lasciò andare, offrendo il viso all’alto, chiudendo gli occhi alla ricerca di un sogno da catturare. Non uno in particolare, ma solo quello bello. Uno di quelli che quando ti svegli lo senti sulla pelle come fosse stato vero. E ti dona il buonumore.

Uno di questi lo riportava molto... indietro nel tempo, quando era ragazzo e inquieto con accanto l’impulsività della giovinezza, la vivacità della scoperta, la fretta nello svelare. Dall’alto, con lo sguardo proiettato verso la volta incominciò un percorso all’interno di se stesso, per provare a capire da dove era partito, cosa aveva nelle tasche in viaggio, cosa portava ancora dietro. Ancora una volta i sogni dell’adolescenza di ragazzo attraverso un vetro verde e spesso, difficile da attraversare. Il desiderio della pulsione, l’ansia nell’immaginazione. Sorrise dolcemente, provando dell’affetto.

 Rientrò all’interno della sua ultima stanza, felicemente stanco per aver scrutato, ma nello stesso tempo un po’ dispiaciuto per non essere riuscito a vederla e cominciò ad interrogarsi.

E a te cosa dirà questa notte?

Perché mai in questo momento, carico di progetti, con il tempo scandito dalle idee finalmente concretizzate, in fondo un periodo fruttuoso alla realizzazione dei tanti obiettivi disegnati in un anno in cui si pregustava già il successivo, non riusciva proprio a vederla! Nemmeno solo uno spicchio, oppure il riflesso della sua intensità di luce, quella che nelle notti calde dell’estate disegna un triangolo luminoso sulla tavola del mare.

La luna. Cerca di scrutarla prima di tornare, anche se stasera non è bella come ieri.

La luna è donna e non si deve trascurare: la devi far sentire ammirata ma nello stesso tempo non braccata. Puoi anche dirle che ti sei distratto perchè stanco, però non è necessario chiederle scusa, lei capirà. Certe cose non devono cambiare, è bene che rimangano per come sono state progettate. Non si possono cambiare proprio tutte le cose.

E sogna bene, che è la cosa più importante.

Già, la cosa più importante. Quanto è difficile riuscire a discriminare, a filtrare, a vivere, in fondo, in ogni aspetto, in ogni cosa completi il disegno della vita.

Sempre lì, accoccolato su se stesso, nell’intimità di quella stanza, espresse un desiderio: un po’ di tempo. Un po’ di tempo per tornare ad essere solo un uomo. Fermarsi in questa frenetica corsa che lo aveva travolto, ricca si di senso e non a vuoto, ma che un po’ lo aveva stancato.

Ritornò, a dispetto dell’inverno, sul terrazzo e riprovò.

L’altra fase della vita: quella dove si desidera senza correre, dove si apprezza senza mostrare, dove si rimane in silenzio senza parlare e dove si percepisce senza aspettare.

Spero tanto che stasera la luna non ti sfugga. Sai un segreto per vederla? Metti il sole, alle tue spalle.

 

Fernanda 15 febbraio 2011

 

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