Pensieri
degli anni difficili
Un
rettangolo ricavato fra due edifici. Il muro davanti, uno spiraglio
di luce, una ventata di aria calda dallo sporco dell’asfalto.
È
passata ormai più di una settimana dal piacere della
inaspettata vacanza, ma non riesco a non pensare.
Gli
assurdi della vita. La capitale nel pieno del suo splendore, nei
palazzi, nelle piazze, le fontane e l’acqua fresca. Gente di
ogni tipo per le strade, calde. Un miscuglio perfetto. Mah …
Lasciala,
non guardarla se puoi, fai finta di niente.
Fai
finta di niente?
L’indifferenza.
Come la si può definire?
Impossibile
non volgerle uno sguardo, innaturale non provare una fitta dentro.
Già, ma insieme a questo, manca forse l’agire? E cosa si
può fare?
Difficile
pensare che si nasce in questo modo, forse ci si arriva, ma perché?
Cosa scatta, cosa succede nel percorso, chi si incontra, chi si
oppone?
Chiuse
nel silenzio, lo sguardo fisso avanti, come se fosse nell’angolo
più nascosto della terra e non in uno dei posti più
vivaci che abbia mai visitato.
Una
tale tristezza!
Ad
ogni passaggio cade fra di noi un silenzio denso di dolore, dalla
impossibilità di fare qualcosa. Mi sento inibita anche nel
donare.
Una
grande dignità riveste il suo modo di essere.
Chissà
nella vita cosa si patisce per giungere così senza più
nessuna voglia di interagire e andare avanti!
Giorni
strani questi.
Tante
le sollecitazioni dall’esterno, da quello che più mi
appartiene, da quello che ho costruito, dalla sicurezza che nasce
dalla certezza di aver intrapreso la giusta strada.
Mi
nutro del profumo dei fiori, degli odori dei vicoli che, uno dentro
l’altro, conducono quasi sempre alla maestosità delle
tante piazze. Il dolce rumore dello scorrere del fiume accompagna una
delle tante passeggiate. Ricordiamo ad ogni passo il nostro più
bel passato, ci poniamo le più innocenti domande e sorridiamo
quando abbiamo le risposte.
Si,
è vero, una delle cose che più mi rattrista è la
paura di non poter più riagganciare dei ricordi, che si
possano perdere per sempre e non poterne più godere.
Giornata
amara. Spicca dalla parte più profonda della mia anima e
vomita tutta la sua amarezza senza ritegno. Eppure basta poco per …
Esco
a fatica ma non riesco proprio a togliermela dalla mente. Lo sguardo
proiettato sul muro avanti, stanca nelle braccia e pronta a
ripartire. Ma è sempre lì, quasi immobile anche nel
respiro.
Una
luna piena e rosata sorge all’improvviso sul prato inumidito
dall’aria della sera. Tutti con una lacrima sincera. Fra uno
scatto, una nota di ricordo e un allegro scoppiettio ci avviamo
dolcemente verso casa.
………………………………………………………………………………………….Ritorno.
Lei
sempre là, sempre più costretta, sempre più
lontana da tutte le prepotenti realtà che le scorrono accanto.
Come se scivolassero ai suoi occhi senza penetrare. Una domanda
pungente nella mia anima condita da un grande dolore nella certezza
della risposta.
Piango,
di lacrime amare.
Roma
15-17 maggio 2015
Cosenza
2 giugno 2015
Roma
3-5 giugno 2015
Fernanda
|