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La Strad@ >>Editoriali

Editoriali 2017

Ultimo aggiornamento : sabato 2 novembre 2019.

Cara Mamma (Amare. paura di soffrire)...

sabato 2 novembre 2019 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


"Inconcepibile è, a volte, l’assurdità della vita. Vivere sapendo che si può soffrire in qualsiasi momento e, nello stesso tempo, sperare che tutto quanto si trasformi in gioia. Siamo esseri limitati nelle nostre azioni, nel nostro pensiero, eppure a volte ci sentiamo degli Dei. Comprendere che la vita è fatta così, di alti e di bassi, è capire noi stessi: la nostra intima natura di uomini " (Andrea Filice). Cara mamma, mi hai insegnato che, fin dai primi istanti di vita, ognuno di noi sperimenta la necessità di abitare il cuore dell’altro e impara, a propria volta, quanto sia importante aprire il proprio cuore all’altro. Nelle fredde sere d’inverno, mi hai più volte spiegato che, qualcuno, ha scritto che siamo in grado di conoscere la verità non soltanto con la ragione ma, anche, con quel meraviglioso termine che si chiama compassione, una forma di empatia sintonica che implica la capacità di prendere parte alle passioni dell’altro. Siccome nella passione si mescolano il "sentire" e l’agire, la compassione non comprende solo ciò che si sperimenta dell’altro ma, anche, il movimento che spinge verso gli altri. E, forse per questo (o, anche per questo) che ho scelto di essere come sono. E Cosa c’entra questo con l’amore? Ricordi quante volte ho posto la domanda? Caro Giorgio, non c’è felicità nell’essere amati perchè ...ognuno considera solo se stesso. E, allora, prova ad Amare e scoprirai la differenza... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO


Il Natale che verrà...

lunedì 18 dicembre 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Come si rompe il muro dell’indifferenza? “Ama il prossimo tuo non come ameresti te stesso ma, piuttosto, per quello che è: il prossimo tuo!” Ecco, comprendendo questo invito di un famoso penalista vissuto in un tempo migliore, probabilmente cominceremmo ad accorgerci che, intorno a noi, c’è gente che, come noi, si accorge (spesso in ritardo) di avere infranto i sogni contro la polvere della realtà quotidiana. Ma se avessimo il potere di girare in cielo come le rondini, saremmo in grado di osservare dall’alto l’inutile corsa di una umanità che si affanna, forse solo per tenersi impegnata a schivare quello strano dolore che nasce dal saldo negativo fra le gratificazioni e le frustrazioni? Cari Lettori, qualcuno ritiene che Dio eserciti il potere alla stregua della Monarchia britannica: regnando ma non governando. Allora nasce il dubbio: un uomo, da solo, può cambiare il mondo? Al netto della presunzione intrinseca, sarebbe stimolante l’idea di provare ad entrare in sintonia con il bisogno degli altri (che, poi, non è diverso dal nostro) e, magari, provare a parlarci come non facciamo mai. A volte mi chiedo se un ricordo, sia qualcosa "che si ha" o "che si è perduto". La risposta che riesco a darmi è che una persona invecchia, quando i rimpianti superano i sogni e le aspettative. Certe altre volte mi soffermo ad osservare, invece, l’incongruenza di cure mediche sempre più tecnologizzate... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Il dolce e l’amaro (l’attesa e il commiato).

venerdì 24 novembre 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

C’è una cosa che, più di ogni altra, può essere definita, contemporaneamente, la più lunga e la più corta, la più svelta e la più lenta, la più divisibile e la più estesa, la più trascurata e la più rimpianta, senza la quale, niente può esser fatto, che divora ciò che è piccolo e vivifica ciò che è grande... Secondo Voltaire, si trattava di quell’insieme di istanti che contraddistingue dei termini fondamentali e che si chiama "tempo". Però, siccome la vita è come una clessidra, in cui migliaia di granelli di sabbia, uno alla volta, attraversano lo stretto passaggio centrale, per scendere giù, dove tutto è già accaduto, la misura e l’intensità di ciò che accade nell’unità di tempo, dipende dal valore che ciascuno di noi dà ad ogni singolo evento o a tutte le esperienze che colorano di sfumature ogni parte del nostro essere. A queste condizioni, è il nostro animo che "misura" ogni istante di eternità, stabilendo quanto affanno per ogni progetto. Il dolce e l’amaro. L’attesa e il commiato. Niente è più lento per chi aspetta; niente è più rapido per chi è felice. E se riuscissimo a "stendere" l’impasto, in piccolo, fino all’infinito? Forse smetteremmo di trascurare. Ed eviteremmo di rimpiangere. Ogni cosa, anche quella più ovvia, diventerebbe "grande" meritando l’immortalità. Almeno nel ricordo. “Se tu domandassi l’età ad un ottantenne lui, risponderebbe in base ad un rapido calcolo anagrafico. Ma se tu gli chiedessi di togliere dai suoi anni il tempo trascorso a compiacere amici ... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO


Il Mondo è dei furbi. Ma ne siamo sicuri?

sabato 21 ottobre 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

L’acume è la perfezione della ragione, mentre la furbizia è una specie di istinto che porta a cercare solo il proprio interesse" (Joseph Addison). Nonostante la mia esperienza professionale (e gli studi ad essa correlati) che dovrebbero prepararmi a realtà di ogni genere, una delle riflessioni che, maggiormente, irritano la mia mente ogni volta che osservo “anomalie comportamentali” (eufemismo per significare i vari tipi di scorrettezze e le varie manifestazioni di maleducazione) riguarda la doppia bestemmia che si rivolge a quell’ipotetico Padreterno che, Tutto, avrebbe creato. La prima, nel momento in cui ci si allontana dai dettami del più elementare rispetto del senso civico, etico e morale; la seconda quando, addirittura, si pretende di dimostrare la piena ragione delle proprie azioni. Proprio stamani, una giovane adolescente mi ha confidato: “Io non sopporto mio padre perchè è un bugiardo cronico pur dichiarando di essere onesto e, quando, qualche volta, riusciamo a smascherarlo in maniera inequivocabile, prima si arrabbia e ci accusa di volerlo svilire e, poi, conclude che si è trattato soltanto di uno scherzo!”. Predicare bene e a razzolare male. Coloro che si autodefiniscono persone "a modo", si presume che siano in grado di comprendere il concetto di onestà interiore. Il fatto è che, sempre quell’ipotetico Padreterno... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Abbiamo dimenticato, che cos’è la vita?

venerdì 22 settembre 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Apro il computer.: razzi di Hamas contro Ashqelon. l’artiglieria israeliana riprende a sparare; il Presidente degli Stati Uniti d’America autorizza raid aerei in Medio Oriente; sfollati a centinaia di migliaia; due giovani donne italiane rapite in Siria; in Afghanistan gli ospedali di Emergency registrano tristi record di feriti; in Sierra Leone decretato il coprifuoco, un altro caso di Ebola nella capitale. in casa, ci diciamo "buongiorno?". (Cecilia Strada). Qualche anno fa, mio fratello, allora editorialista di questo Magazine, mi comunicò l’irrevocabile decisione di interrompere la collaborazione. "E’ inutile continuare a denunciare e stimolare le coscienze: non cambierà mai nulla". Io stesso, con una lunga serie di articoli alle spalle, mi ero convinto del fatto che, ormai, poco o nulla, si potesse continuare a dire (senza ripetersi), per delineare l’analisi dei fatti del mondo. Durante il mio intervento, in un convegno - seminario su "Fobie e ossessioni" però, ho avuto modo di soffermarmi sull’importanza di recuperare il senso della vita, per andare "oltre" quello steccato fatto di paura, che ci costringe a rinchiuderci in sintomi e disturbi di vario genere. "Lo dobbiamo ricordare... glielo dobbiamo ricordare com’è bello!" - "cos’è bello, Leonard?"
-  "Leggi il giornale... ci sono solo notizie
negative... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


La parabola dell’Albatros e del Gabbiano.

sabato 26 agosto 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Cari Lettori, spesso mi ritrovo a scoprire che non è affatto facile redigere un editoriale, soprattutto quando è frutto di sofferta analisi relativa all’osservazione esterna che, inevitabilmente, si riflette all’interno. Tale lavoro, infatti, finisce col diventare una sorta di patteggiamento con la propria dialettica inconscia, mediante cui si tenta di mettere in ordine ragionamenti articolati che, (per quanto mi riguarda) al calar della sera e dopo aver visto ciò che preferirei non esistesse, si trasforma in velato (e pacato) stato crepuscolare. Secondo Gandhi, Dio avrebbe ordinato questo Mondo in modo che, nessuno, possa tenersi esclusivamente per sé la propria bontà o cattiveria. In pratica, il sistema in cui viviamo, sarebbe come il corpo umano con le sue varie parti. Il dolore in un solo settore, si ripercuote su tutto il corpo. Il marcio in una sola parte, avvelena inevitabilmente l’intero sistema. E forse è per questo che, giorno dopo giorno (alla stregua di John Coffey de “Il Miglio Verde”) io avverto il freddo e il buio di gran parte dell’umanità e soffro all’idea di un passero abbandonato nella pioggia o di un’insalata che avvizzisce, nell’attesa di essere mangiata. L’albatros è un uccello pelagico che ama il mare aperto e gli orizzonti che sa donare. Soprattutto all’alba e al tramonto. Il gabbiano, al contrario è, prevalentemente, costiero. La differenza fra i due, quindi, simula la condizione dell’animo umano... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Caro Paolo (La Forza del Silenzio).

giovedì 20 luglio 2017 di Marilena Dattis ( marilenadattis@gmail.com ) e Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Qualcuno sostiene che esistono “caduti” che non si alzano per non tornare a cadere. Giovanni Verga ne “I Malavoglia” addirittura descrive un tipo di umanità che, di fronte a ciò che riteneva essere un destino ineluttabile, preferiva abbassarsi per essere travolta, dalle onde delle difficoltà, il più velocemente possibile. “Io credo che se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire.” (La voce della luna- Fellini, 1990). Il silenzio: condizione di equilibrio necessaria indispensabile per poter vedere, finalmente, se stessi come riflessi in un tranquillo specchio d’acqua. Eppure ciascuno vacilla di fronte allo svanire di quelle certezze dettate dall’abitudine a credere vero quello che, spesso, tale non è. La Morte, ad esempio. Un’uscita di scena definitiva. “All’inizio della mia carriera si rivolgevano a me chiamandomi... a Pa’. Dopo i miei primi successi... Sor Pa’. All’indomani della mia esperienza con Federico Fellini... Maestro!”. Ecco, il sapere che un’icona come quella di Paolo Villaggio non sia più presente in carne e ossa, fa sì che le emozioni si accavallino e la sua voce, i suoi personaggi comincino a scorrere nella mente come fotogrammi di un film montato male che riportano alla memoria le sue gag, il suo sorriso sarcastico, le sue battute pungenti... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Cronaca di una ribellione annunciata (Lettera aperta a Vodafone).

mercoledì 21 giugno 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


L’uomo che difende la sua patria o che attacca l’altrui Paese non è che un soldato pietoso nella prima ipotesi, ingiusto nella seconda. Ma l’Uomo che, facendosi cosmopolita, adotta la seconda per Patria, e va ad offrire la spada e il sangue ad ogni popolo che lotta contro la tirannia, è più d’un soldato: è un eroe.” (Giuseppe Garibaldi). Cari Lettori, ogni tanto propongo questioni di ordinario fastidio personale all’interno di questo spazio editoriale. Questo, come spesso preciso, non tanto per approfittare di ciò che mi viene messo a disposizione quanto, piuttosto, per dimostrare (rispettando il pensiero di Garibaldi) in che modo andare oltre il muro delle frustrazioni e non sentirsi “figli di un Dio minore”. Soprattutto in una circostanza come quella che sto per proporvi in cui, una folle disorganizzazione aziendale si trasforma in arrogante oppressione. Ma andiamo ai fatti. Nel modo più succinto possibile. Partiamo dall’evidenza che sono stato cliente Vodafone fin dal lontano 1996 (quando era, ancora, OMNITEL) con la qualifica di “testing partner” all’inizio e cliente GOLD, dopo un po’. Spinto dalla necessità di migliori prestazioni ho avuto l’idea (rivelatasi pessima), poco più di un anno fa, di attivare altre linee telefoniche (Telefonia fissa, ADSL e telefonia mobile), con questa azienda... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


L’anticancro più efficace (Nel ricordo di Angelo).

giovedì 27 aprile 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Nessuno è esente dall’essere stato pessimo,” (Cit.) Cancro è una brutta parola che identifica, nella realtà, un gruppo di cellule che, spinto da fattori anche ambientali, decide di lavorare a sfavore dell’organismo, consumando risorse a sbafo e inquinando il sistema. La vecchia metodica basata sulla distruzione chemioterapica, sta lasciando il posto alle eradicazioni selettive, curate dal sistema immunitario opportunamente addestrato. Cari Lettori, la Storia ci insegna che, da quando abbiamo scoperto che la Terra è rotonda e gira come una trottola, ci siamo resi conto del fatto che, la realtà, non è affatto come ci appare. Ogni volta che ne intravediamo un pezzo nuovo: è come un altro velo che cade...“Cogli la rosa quando è il momento ché, il tempo, lo sai, vola. E lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà” (Walt Withman). Riprendendo un antico pensiero dell’Imperatore Romano Adriano (riportato nelle “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar) la nostra vita ci appare, a volte, così banale da non meritare neanche di ripensarci per un attimo; talora, invece, ci sembra unica ma, paradossalmente, priva di valore perchè è impossibile adeguarla all’esperienza comune. Ecco, cari Lettori, per quanto vorremmo (a volte) un andamento diverso delle cose, non possiamo non rispondere al comandamento più duro e importante... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Lettera aperta all’Onorevole Jole Santelli.

sabato 22 aprile 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )



Pregiatissima onorevole Jole Santelli, ho apprezzato la sua presenza nel mondo della rappresentanza politica, fin dagli esordi. Sarà per via della sua prorompente vitalità nel rappresentare la Regione in cui sono nato; sarà perchè sono nipote di un grande Socialista; sarà perchè sono molto legato ad un amico e collega che porta il suo stesso cognome; sarà perchè, nel 1994 ho aderito alla richiesta di Silvio Berlusconi di voler riunire le migliori menti del Paese, partecipando ai “laboratori” nati dopo la creazione dei Club di Forza Italia; sarà perchè, (per come risulta dal suo CV) la sua ascesa, a Roma, ha coinciso con il periodo della mia formazione specialistica, nella Capitale, in cui ho frequentato, anche, Radicali del calibro del Prof. Luigi “Gigi” de Marchi, che mi ha introdotto nel mondo affascinante della Psicologia Politica; sarà perchè lei ha avuto la forza e il coraggio di salire le scale dei Palazzi che contano, come rappresentante del Popolo mentre, io, ho preferito confrontarmi col dolore degli altri per trarre (attraverso il provare a lenirlo) spunti per dare un senso alla mia vita da uomo. Mi sono allietato allorquando, il mio Sindaco, amico di lunga data e di mille avventure adolescenziali, l’ha coinvolta per continuare l’opera di ristrutturazione profonda della città in cui, in maniera prevalente, abito.“È dolce e pio, morire per la Patria” (Orazio)...PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.


Resurrezione. Il Sole che non vedi...

venerdì 14 aprile 2017 di Mariano Marchese ( marianomarchese1@gmail.com ) e Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )

Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto (Luigi Pirandello). Pasqua. Fa parte della vita di tanti che, in questo periodo di festività, provano a schivare gli orrori “di dentro” e di “fuori”, celebrando l’esaltazione della bontà all’insegna dell’umiltà, nel nome di un Cristo, in cui pochi si riconoscono e troppi si identificano senza, però, professarne i principali insegnamenti: carità, umiltà... Pasqua. Convenzionalmente, vuol dire rinascita. Per il Cristo, ha significato resurrezione, per l’Uomo comune e mortale potrebbe e dovrebbe significare emendamento. Ma perché usiamo questo termine? Forse bisogna ricordare quello che siamo riusciti a fare nei confronti di Gesù (almeno stando a quanto la tradizione cristiana ci ha tramandato nei secoli) che, in fondo, era sceso sulla Terra per farci un favore mentre, noi, lo abbiamo crocifisso, per ringraziarlo, senza troppi complimenti. Fatto fuori il Redentore, occorreva dare un senso a quel malsano gesto e, allora, abbiamo pensato bene di estirpare quella radice faticosamente piantata dallo stesso Figlio di Dio, quella del bene, per seminare un terreno, ancora vergine, con delle colture "speciali", quali l’odio, la cattiveria, l’invidia e quant’altro, di così "pregiato", potesse durare nei secoli... PER LEGGERE TUTTO IL TESTO, CLICCARE SUL TITOLO.


Uno come me, che... (Un limite o una risorsa?)

giovedì 30 marzo 2017 di Giorgio Marchese ( direttore@lastradaweb.it )


Cari Lettori, qualche giorno fa, la banca presso cui ho i conti correnti, mi ha erogato un mutuo di 80.000 euro per l’acquisto di una porzione di immobile di cui l’altra metà, era già mia, per lascito ereditario. Premessa: a causa dello smarrimento (da parte del Comune) della documentazione presentata da mio padre per il condono edilizio per migliorare qualcosa che, al momento dell’acquisto (nel 1980) era poco più di un rudere (con una multa non indifferente, già pagata), ho dovuto rifare tutta la procedura con un costo di quasi 12.000 Euro. Torniamo al punto di partenza: gli 80.000 Euro... ho scoperto che, lo Stato, per l’erogazione di tale somma, ha preteso il pagamento di “una tassa di concessione governativa” di 2400 Euro (comprensiva dei costi della Banca). Ma non finisce qui. E no! Perchè, lo Stato, sempre lui, ha preteso, sugli stessi soldi, un’altra tassa di 3600 euro nel momento in cui li ho usati per l’acquisizione della parte dell’immobile in questione. A cui aggiungere 1900 Euro di onorario notarile (che, a ben riflettere, è un’altra tassa imposta dallo Stato). Quindi, in conclusione, per dei soldi chiesti in prestito (quindi, in teoria, che non ho, altrimenti, perchè avrei dovuto stipulare un mutuo?) ha posto una tassazione nel momento in cui li ho ricevuti e, un’altra, quando li ho utilizzati per lo scopo per cui li avevo chiesti. Ma scusa, Stato, a questo punto, come faccio a pagarti, se questi soldi erano tutti destinati ad un obiettivo specifico?PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.




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