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Come l’acqua in una spugna.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

19 settembre 2011






L'altra fase della vita!


Pensieri degli anni difficili. 

I pori alle emozioni.

Che estate strana questa! Molto tempo in compagnia di me stessa, all’inseguimento di un pensiero che si è prepotentemente esteso in ogni ansa, che ha dolcemente cancellato, con un colpo di spugna, le tensioni, i timori, le ansie degli ultimi mesi.

Con un colpo di spugna, già una spugna.

Rimango incantata. Mi sveglio attratta dal rumore dell’esterno in lontananza, ma continuo nel mio sogno. All’interno di una bolla flessibile, mobile, che si adatta alle forme più svariate. Piacevoli, gli schizzi d’acqua di mare si attivano al movimento, rinfrescando e rallegrando uno dei tanti risvegli dell’estate. Trascino all’interno del mio sogno, lo racconto a voce alta e ad occhi chiusi e continuo a viverlo sorridendo.

Vorrei non sollevarmi mai da questa piacevole sensazione di freschezza che accompagna le prime calde ore di uno degli ultimi pomeriggi della stagione andata.

Va via. È arrivata senza chiedere permesso, ha smosso e scosso gli equilibri delicati che tengono insieme una trama insolita ma forte ed ora ho quasi la certezza che andrà via.

Il quinto anello della catena. È vero, è difficile trovare il giusto incastro ad un aggancio che si presenta all’improvviso. Non cercato, non voluto. Ogni giorno ci provo e ci riesco, ma..., mi accorgo, sempre più a difficoltà. Sopraggiunge la necessità, il bisogno di una mano da congiungere alla mia, che al mattino presto, nel silenzio di quell’alba che ancora non ho visto, mi accompagna alla finestra, fermandosi ed invitandomi a respirare senza trattenere.

Come l’acqua in una spugna.

Assorbo ogni parola o espressione che accompagna l’emozione. Difficile, quasi impossibile trovare la giusta concentrazione che mi riporti sui binari del progetto. Il pensiero segue il cuore e, anche se, quasi a fatica, mi convinco che consegue ad un bisogno, me lo vivo in libertà.

Una volta i pori saturati, incomincia un’altra fase della vita.

L’altra fase della vita!

Quanto difficile è trovare la giusta risposta a qualcosa che si smonta all’improvviso. Dove sarà la verità? La paura nell’insistere o veramente un particolare stile di vita che si discosta un po’ dalla norma, fortificandosi, più e sempre più, ad ogni giorno e ormai impossibile da integrarsi a condividere fino in fondo.

Riprendo le mie cose dopo tanto. Esco nel pomeriggio tardo di una giornata densa di soddisfazione. Ripercorro pedalando, percepisco e tocco i muri che intorno a me fanno i limiti. Difficili da accettare, si possono solo accogliere modificando il modo di rapportarsi ad essi.

Accolgo l’alba, pur non avendo mai partecipato a questo spettacolo che la Natura offre ad ogni giorno. Un regalo originale, mai prima ricevuto, la sorpresa del sorprendersi si fa strada dentro me.

Un po’ più attenta e consapevole di ciò che avviene intorno e all’interno.

Come l’acqua in una spugna. Assorbo e mi lascio assorbire, mi lascio andare e mi ritraggo, impaurita o un po’ delusa?

L’alba arriva a me inaspettata. Me ne accorgo solo dopo. Smagliante del suo rosso ancora acceso, proiettati sui rami accarezzati dal buio della notte. Passa ma non inosservata, si deposita all’interno e viene fuori all’improvviso. L’ho cercata da tanto o l’ho solo rimandata?

Provo a cercare la chiarezza. Si scontra con una parte di me stessa che non riesco proprio ad accettare. Senza limiti davvero o solo in compagnia dell’illusione di lanciarsi da una pista che, ripida nella sua discesa, veloce corre senza dare la possibilità di godere del paesaggio?

Respiro, il profumo degli alberi ancora verdi che ci accolgono in silenzio.

 

Fernanda

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