Pensieri
degli anni difficili
Tenero
pomeriggio di primavera inoltrata, raggi di sole allungati fino alle
pareti di quella stanza dalla forma insolita.
È
arrivata l’ora di fare un viaggio!
Troppo
tempo siamo rimasti fermi ad aspettare, ascoltando che arrivasse
l’onda del mare a richiamarci.
Ma
è ora arrivato il momento di andare.
Un
miagolio dall’esterno cattura la nostra attenzione, un istante
di distrazione e ci ritroviamo fuori ad ascoltare questo dolce
richiamo.
Mai
avrei immaginato di intenerirmi alla vista di un micio dal pelo
arruffato. Ho sempre avuto uno strano rapporto col mondo animale: ne
sono attratta e nello stesso tempo lo rifuggo.
Chissà
perché!
Gli
apprendimenti, ancora una volta gli apprendimenti. Ma non
irreversibili però. Tanto si può fare se si vuole,
grande volontà, motivazione e desiderio.
Da
qualche tempo era nata questa tenera amicizia: uno scambio perfetto
fra loro e noi. Chi mai lo avrebbe detto!
Lo
sai cosa si dice in città in questi giorni?
Si
sono visti alle prime luci dell’alba sulla statale, camminavano
uno dietro l’altro in fila indiana, i più piccoli
avanti, man mano dietro quelli grandi, che, con attenzione,
vigilavano.
Il
viaggio. La fa sentire libera. È vero, è grande e
matura in questo, ha appreso bene l’importanza dello scambio e
della conoscenza. La capacità di cogliere osservando, la
capacità di ascoltare anche le parole non dette. Quelle che
vivono in silenzio. E così è cresciuta, insieme ai suoi
fratelli.
E
allora in un presto mattino decise e partì all’improvviso,
portando con se poche ed essenziali cose. Di sicuro la certezza del
viaggio e l’importanza del tornare.
Troppe
le cose che, in questo periodo, la trascinavano lontano. Neanche più
loro riuscivano a trattenerla. Una boccata d’aria fresca in
compagnia del valore dell’autentica amicizia.
Sai
cosa si racconta in città in questi giorni?
Presi
dall’agitazione dell’assenza decisero che era necessario
sopraggiungere correndo, cercando di fermarla, quanto meno portarla
indietro. E così raccolte poche cose e non immaginando che al
mondo dei felini non tutto è permesso come gran parte delle
cose per gli umani, arrivarono miagolando in quella stazione
ferroviaria piena di ferro della città.
Le
macchine sfrecciavano sfiorando, ma niente riusciva a fermarli
nonostante lo smarrimento: ruote veloci, muri di polvere, umani
stressati. Il desiderio di ricolmare quell’assenza era troppo
intenso da permettere ad ogni paura di esaudire.
Intanto
lei in riva, seduta accanto un tramonto sistemato su di un orizzonte
piatto, mai immaginava quello che stava accadendo giù, lontano
da lei.
8
gatti, 8 mici, camminavano sulla statale che costeggia la città
di Cosenza, giù in Calabria, alle prime luci dell’alba
di una primavera inoltrata.
Andavano
tornando …
Una
musica dolce la destò, il suo sguardo apparentemente perso
sulla linea di confine si spostò. Era arrivato il momento di
tornare.
Sai
cosa si dice in città in questi giorni?
Partirono
presto alle prime luci dell’alba, costeggiarono la statale che
collega alla città, arrivati a destinazione capirono che era
arrivato il momento di tornare.
E
si voltarono.
A
Monica e a tutti i suoi gatti che sono tantissimi, più di 8:
Tigrotto, Nocciolino, Piumina, Piumino, Micia (il capostipite),
Giulio Cesare, Felix, etc e non me ne vogliano tutti gli altri di cui
non ricordo il nome.
zia
Fernanda
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