Pensieri
degli anni difficili
Sempre
un elefante nella mia vita!
Compare
ad intervalli regolari, in relazione ad una qualche difficoltà
che vivo, ad un ostacolo della mente. Con la sua presenza mi invita a
riflettere sulle mie azioni e non su quelle degli altri.
Una
gran bella presenza!
C’è
chi nella vita cerca un sostegno, un affetto cui poggiarsi, con cui
confidarsi per avere un supporto nelle scelte, una spalla su cui
piangere quando tutto, ma proprio tutto, va storto e non ne vedi via
d’uscita.
Ed
io invece … vedo l’elefante.
Ecco,
questa è tutta la verità su di lui!
Comoda
la posizione del non prendere una posizione. Dà la possibilità
di osservare bene, e per tutto il tempo a disposizione, le azioni
degli altri, giudicando e testimoniando quando si cade sbagliando. Ma
costoro andranno mai avanti? Un po’ più in la del loro
naso? Avranno questa fortuna di provare lo scatto della crescita,
inteso come costruzione della propria identità?
Ancora
parlo di questo. Non è confortante però, vorrà
dire che intorno il verde acerbo dell’immaturità non
vuole proprio decidersi a decolorarsi leggermente per assumere
l’aspetto dell’invecchiata saggezza.
Si
muove lentamente fra i cristalli e l’argento. Pur cercando di
non urtare finisce per trascinare dietro qualsiasi cosa delicata,
qualsiasi cosa anche solo un flebile alito di vento, possa spostare.
I mille pezzi si distribuiscono in ordine casuale, difficile da
ristabilire. Anche con tutta la pazienza di questo mondo.
E
mi ritrovo a terra, con qualcosa in più, con tanto in meno, un
ritorno al passato, ma pur avendo gli strumenti per affrontare questo
momento di dolore, difficilmente riesco a risistemare ogni cosa. Per
poter andare avanti e riprendere il cammino.
Dall’alto
intravedo uno scorcio di azzurro in armonico movimento. Avanti ed
indietro, accarezzando con la sua spumeggiante coda bianca, la riva.
Pregusto i tramonti catturati all’interno per essere poi
utilizzati nei momenti di buio, ma nello stesso tempo un brivido di
paura mi pervade.
Bella
la luce in questo periodo dell’anno, delicatamente entra nel
silenzio della mia casa illuminando ogni angolo, donandogli un colore
diverso. Splendente ma senza accecare. E fra il tenue bianco sposato
ad un raggio di sole, compare lui …
Quasi
sempre nello stesso posto, un lampo intravisto con la coda
dell’occhio: un battito di ciglia e non c’è più.
Un
dubbio.
I
rapporti umani,complessi e, a volte, sbagliando, complicati. Quando
interviene il sentimento nel ragionamento diventa difficile
scorporare, si perde la lucidità e la logica prende un’altra
strada.
Si
può avere nostalgia di un momento di debolezza? Perché?
Quale potrebbe essere la risposta?
Forse
sempre lo stesso il conflitto: l’impossibilità di
trattenere il tempo fra le dita, di godere dell’attimo perché
invasi dalla paura del momento che fugge.
E
lui è li che mi sorride, con i suoi malinconici occhi che mi
regalano uno dei più begli sguardi abbia mai ricevuto.
Mi
vedo veramente per quella che sono.
Anche
fra i mille cocci della vetrina.
Fernanda
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