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Per paura di sciuparlo.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

18 luglio 2011






il senso più profondo, dell'amore, in sé.


 

Pensieri degli anni difficili.

 

Difficile. Questa è difficile da trasmettere. Nasce in un caldo pomeriggio, forse il più caldo fino ad ora, sotto un albero al contrario. Sarà che forse il pensiero si è meglio definito? Anzi chiarito e finalmente svelato.

Cos’è che mi lega? Mi attrae e rifugge, non condiziona ma mi lascia sempre riflettere un po’, un attimo prima.

È possibile non osare o non voler volare per paura di sciuparlo?

Questo è ciò che appare se da qui lo osserviamo, ma se cambiamo prospettiva potrebbe voler significare un grandissimo gesto a proteggere una cosa che, nobile ed impregnata dei più bei sentimenti, preferisce sostare e godere di piccoli momenti.

Ma quale sarà il giusto? Forse il giusto è quello che vogliamo, oppure quello che sentiamo quando siamo in sintonia col respiro dell’universo.

Ancora una volta fuggo via velocemente, a cercare fra la pace della sera un momento di silenzio, ad inseguire un frammento di cielo ancora acceso che lentamente si trasforma nella notte. E guardando in lontananza sempre immagino, rivestendomi solo un po’ di dolcissima malinconia.

Decidiamo di lasciarlo solo al caso.

Finalmente comprendo a pieno il senso più profondo dell’amore in se stesso. Lo si tratta come una persona da curare e da amare e, per preservarlo dalla polvere dell’abitudine, lasciamo che cammini la sua strada, senza forzature o sentimenti volti solo a soddisfare l’egoismo e il piacere di se stessi.

Non ho resistito, questa notte è piena.

Salendo, man mano, l’aria si alleggerisce di freschezza, la luce intrigante, estesa sempre più ad occupare lo spazio maggiore nell’immensità del cielo. Uno spettacolo da non dimenticare.

Un po’ a malincuore sono costretta a non potermi fermare, ma non mi perdo d’animo e raggiungo un luogo ancora più eccitante. Gli alberi altissimi, il silenzio penetrante, magia bianca. Se si presta bene ascolto si riesce a sentire la musica del fruscio, accarezzata dalla luce argento, lo scricchiolio dei rumori della Terra, il profumo del piacere di immergersi in questa notte.

Dov’è in questo istante il mio pensiero? Dopo questa giornata di inquietudine celata dietro la pacatezza del tono della voce, dietro le domande che non avranno mai risposte, perchè non è questo quello che volevano. Ma solo un contatto di armoniosa sintonia per...

Mi fermo assecondando l’assenza dei rumori. Lascio che l’odore degli alberi mi attraversi liberamente, annusandone il diverso profumo che assumono di notte. E, nello stesso momento in cui assaporo il gradevole piacere di far parte di questo mondo, mi sento trafitta da un dolore. Una fitta che attraversa un vuoto. Non riesco a descriverlo in altro modo. E’ come quando sento di avere i buchi dentro il corpo, a volte nella testa, a volte nell’anima.

Pur portando questa notte con se il senso di solitudine di vuoto, non posso non fotografare e conservare in me questa fuga.

Andata, solo un pò fuori la città, eppure sento di essere partita per un luogo immaginario, quello che soltanto con la parte pura, scremata dai pensieri assillanti del quotidiano, si riesce a percepire fino in fondo.

Avrei voluto condividere questo momento, senza dare importanza a cosa e a voler trovare un significato a tutti i costi. L’ho sentito e lo voglio donare per mostrarlo così, come lo vedo coi miei occhi.

Questa la voglio dedicare a chi non se n’è accorto, a chi si è perso nel cuore della notte, a chi, quando socchiude gli occhi per un istante, si commuove, a chi si lascia incantare dalla poesia della Natura. A chi non ha paura di sciuparlo.

 

 

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