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Al posto suo.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

10 novembre 2018






Non avevo capito.


Pensieri degli anni difficili

Questa sera la malinconia addosso, arriva da ogni parte: da quella strada che non si può più percorrere, dalla consapevolezza che niente è come prima, anzi che niente di quello che prima viveva sarei disposta ora ad accettare. Mai più.

Manca tutto, mi manca ogni cosa, anche quei momenti che hanno graffiato fino a creare una ferita profonda e che, ad un certo punto, ha cominciato a sanguinare, copiosamente.

Il dubbio mi assale.

Mi chiedo a voce alta: ma veramente la gente mette da parte e va avanti, senza chiedere, senza chiedersi, come fosse il naturale percorso della vita, quella famosa cosa giusta che arriva al momento opportuno e va vissuta?

Occhi dentro gli occhi mi racconti del tuo treno, quello arrivato all’improvviso e che, tradendo il tuo modo di essere, hai preso al volo poco riflettendo.

Ti chiedo: ne sei contento? Era quello che cercavi, era così nei tuoi desideri, rispettando i tuoi ideali, il tuo vissuto, il tuo modo di vivere?

Una grande confusione nella testa! Non lo so se mi faccio bene a provare a cercare le risposte.

Uno scambio delicato ma inquietante allo stesso tempo. L’autunno sempre la solita stagione dedicata alla riflessione, al ricordo, alla ripresa. La rinascita.

Ma, la vita ha preso un’altra piega e, anche se tutto non è necessariamente definito, il sollievo questa volta diventa più faticoso. Legato all’età.

Un grande silenzio cade nel tardo pomeriggio di una giornata che da poco ha ripreso a vivere. I pensieri ormai si distinguono dal passato e diventano nuovi, come vuole questo nuovo tempo che ci troviamo a vivere.

Dopo tanto pensare, giungo alla conclusione che in tanti mettono da parte e vanno avanti, soddisfacendo quello che nell’immediato ha necessità e senza troppo entrare nel profondo.

Che stupida! Non avevo capito. Aveva solo bisogno di qualcuno che, al posto suo, lo portasse avanti, lo conducesse là dove si vive nella “normalità”, nella consuetudine e che garantisse un bel po’ di egoistiche certezze.

Che peccato! Avevo immaginato i più bei cieli stellati sotto cui addormentarsi abbracciati, sognando un futuro fatto di sincerità.

Che cosa torna indietro? Un bel po’ di amarezza, la certezza che non esiste nessun bel sentimento se prima non si elabora ogni cosa, anche lentamente. E non deve spaventare se intanto la vita passa. È più importante viverla che subire immergendosi nelle apparenze. Vissuta.

Le scelte della vita legate ad un treno che veloce passa. Se sei abbastanza forte nella tua identità potresti anche non voler salire, ma se poco poco tentenni, ricadi salendo al volo nella consuetudine e nella garanzia della sicurezza.

Però … quel giorno in cui ti troverai faccia a faccia con gli ideali che hanno vissuto negli anni più spensierati della tua vita, diventerà difficile alzare lo sguardo e incontrare gli occhi, quegli stessi occhi penetrati sotto gli innumerevoli cieli stellati che hanno assistito alle più belle promesse. E là come si farà?

Una lacrima scenderà timidamente a rigare la guancia un po’ solcata dalle rughe della nuova età, oppure ancora una volta da parte e avanti di nuovo senza pensare?

Difficile per me non avere più nella testa quello in cui ho creduto tempo fa. Anche se il tempo passa veloce.

Fernanda

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