Pensieri
degli anni difficili
Mi
capita spesso di leggere sui social. Sembrano le solite, senza alcun
significato, frasi leggere e superficiali, ma se mi fermo un momento
su ogni singola parola, vengono ad avere un senso compiuto, che può
dare adito alla riflessione.
So
bene che, in questo momento, là fuori l’aria è
fresca e non più fredda, che sarebbe fantastico farsi una
passeggiata in macchina, un giro meglio, sotto un cielo illuminato da
milioni di stelle brillanti incastrate su una volta, blu notte.
Bellissimo
preludio ad una scalpitante primavera.
Sempre
più spesso ormai abbasso il volume di ogni rumore, esterno ed
interno a me, ed assaporo quello del silenzio. Associo ogni forma ad
un colore e provo a trarne un momento di tranquillità.
Inoltre
c’è Lei, che mi da una grande mano.
Che
bella dose di energia! Le do tutta me stessa e torno sfinita, ma
piena di bei sentimenti e ancora più voglia di donare.
Le
leggi di Natura a volte sanno essere dure e rigide e se anche di
“naturale” sono vestite, diventa difficile adeguare le
esigenze che pulsano alle regole da rispettare. Per il proprio
benessere.
Non
riesco ad alzarmi, anche se la curiosità di osservare, gustare
e respirare è tanta. Cerco di staccarmi dall’invadente
tecnologia che ha rapito e provo, come un tempo non troppo lontano, a
prestare attenzione ai miei sentimenti.
La
fragilità che mi appartiene. Ho forse sbagliato a mostrare il
lato più forte, quello che lascia sperare?
Ritorno
a correre, in una maniera diversa però, con la consapevolezza
degli anni passati, e la certezza del benessere che riesco a trarne.
Ancora una volta apro bene gli occhi e mi nutro di cielo, quello che
più mi piace.
Immagino
un futuro vicino e il piacere di trasmettere questa capacità:
osservare e godere dei colori della Natura, indossare le ali ed
innalzarsi correndo.
Due
desideri: al più presto il volo, al più tardi che possa
arrivare.
Amo
le cose che cerco di fare. Non pretendo la perfezione, preferisco la
spontaneità e riesco per questo a goderne a pieno. Il tenero
sguardo ha alimentato la mia sensibilità: un’arma a
doppio taglio è diventate però. Impregnata di
sentimenti, addolorata nel non poterli esternare come e dove vorrei.
Questa
sera … un po’ di nostalgia, come tutte le vigilie delle
feste. Ormai è in me e mai più cambierà. Ricordo
bene il momento in cui prese inizio tutto questo, mai lo
dimenticherò: un posto meraviglioso, gli affetti più
cari a me intorno. Mi sento protetta, di questo ne sono felice. Vago
nel primo pomeriggio, nel silenzio dei viali fioriti e mi ritrovo a
parlare liberamente, come lo si può solo con chi non si
conosce, oppure, al’estremo, con chi si ha grande intimità
e sintonia. Due parole dense di dolore e preludio a quello che sarà
ogni vigilia.
E
così è stato.
L’incalzante
primavera bussa prepotentemente ai vetri della mia finestra
preferita. Mi arrendo a difficoltà cercando un senso al
cambiamento, alla necessità di lasciare quello che è
stato ed aprire la porta a quello che verrà. Ogni volta lo
stesso fastidio, che porta con se l’urgenza di adattarsi, da
cui nasce la soddisfazione del bisogno.
Concetto
difficile da spiegare.
Ma,
anche questo, è stare al mondo.
Ritorno
sul fantastico cielo di stelle. Non posso perdere questa possibilità,
di questa sera, di questa notte silenziosa e fresca che mi invita a
fare un salto, a lasciarmi trasportare dalle ali che, innalzandomi,
mi lasciano intravedere quello che di bello c’è anche in
un momento di dolore.
E
allora, non mi lascio trattenere e mi gusto il bellissimo panorama
che questa notte a me si offre.
Spesso
mi chiedo se forse è arrivato il momento di dare più
spazio alla fantasia, invece che restare ad ascoltare gli stati
d’animo, i miei stati d’animo, e dipingerli sui fogli
dell’esistenza. Ma poi, come sempre, finisco per lasciarmi
andare, è più facile ritrovarmi all’interno dello
steccato della mia anima e dare voce a tutte le sensazioni che mi
investono.
Ancora
non è tempo.
Casa
mia, sera, 14 aprile 2017
Fernanda
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