La
Croce indica le tante tragedie che ci colgono impreparati, nelle
catene delle addomesticazioni, delle abitudini stanche alle
prigionie dell’anima.
Le
bombe stanno ai chiodi inaccettabili, documentata incoffessabilità
delle strategie più disumane, statistiche accantonate di chi
cade, di chi muore, di chi sopravvive violentato. Pasqua è
riconciliazione, è riparazione, è offerta di riscatto
nello stretto di ogni più remota possibilità, è
slargo prospettico che non ci fa dimenticare quanto è avvenuto
per il nostro delirio di onnipotenza e per la nostra ipocrita
capacità di commiserazione.
Corpi
dilaniati, violati, in nome della democrazia che veste i panni degli
interessi, dei confini ad aprire e chiudere, priva di giustezza
l’idea della pace nella guerra sbagliata di ieri, come in
quella di oggi dal collare sgargiante.
Pasqua
è spinta forte all’attenzione, è fermata che ci
chiede senza riserve di credere in noi stessi, attraverso gli altri,
quindi a quella Croce che ci parla di una fede che non ha sovrappeso
di vecchiezza, né tempio di esperienze arroccate in posizione
di difesa.
Ci
sono guerre da fare, contendenti in campo da armare, bandiere e
ingiustizie da dissimulare, nel sangue che scorre a fiumi, la dignità
di un mondo rapinato di ogni più miserabile pietà.
Quando i pezzi di carne all’intorno fanno scempio del coraggio
rimasto per ogni passo ad accorciare le distanze, si odono le parole
del reietto “ sono inchiodato al mio destino maledetto come a
una croce, come nel Golgota di Gesù, nel suo corpo piagato e
nella sua parola desolata: “Mio
Dio, perché mi hai abbandonato……..”
Quell’urlo
taglia come un bisturi la rimanenza di ogni inutile terrorismo
d’accatto.
Gli
spari, le esplosioni, hanno tolto passato, presente e futuro a ogni
uomo, donna, bambino, depredandone la storia nel massacro che non ha
fine, perpetrato nel nome di un Dio impazzito, ridotto al silenzio
più colpevole, diventato ladro di dignità umana,
culturale e politica, un silenzio dimentico di un preciso dovere, di
un irrinunciabile valore, quello della giustizia, la quale induce a
schierarsi apertamente verso coloro, gli innocenti, gli incolpevoli,
che non vedono riconosciuti i propri diritti fondamentali, quelli
elementari della libertà.
Sia
Pasqua di libertà, di responsabilità, finalmente di
scelte e di azione del cuore.
Ti
leggo nel pensiero... (Francesco de Gregori)
Faccio
a pugni con te, poi ti vengo a cercare...benedico e ringrazio ...e
maledico il mondo com’è...e mi domando perché... ...ti
dovrei chiamare...tutte le volte che passi e ti fermi lontano...
lontano da me. Sarà
come sarà, se sarà vero sarà che mi nasconderai
la fine del sentiero, però...ti leggo nel pensiero... Le
mie chiavi di casa puoi tenertele tu, per trovarmi una stanza ed un
letto in affitto...non mi servono piùsarà che mi vedrai
nascondermi, ...durante il temporale, e rialzare la testa e
bestemmiare, quando torna il sole... Sarà
come sarà, ...se sarà vero, ...sarà come
sarà......sarà che inciamperò da qualche parte e
poi ripartirò da zero......però... ...ti leggo nel
pensiero... ...E
chiedimi perdono per come sono...perché è così
che mi hai voluto tu! Prendimi per il collo, prendimi per
mano......che non mi trovo più. Torno
a casa la notte, ...e non mi lasciano entrare. E nemmeno ci provo a
chiamarti per nome, e nemmeno ci provo a bussare...Ma tu davvero sai
prendere il miele ...e trasformarlo in pane......davvero sai pescare
un uomo ...caduto nel mare... Sarà
come sarà, ...se sarà vero...Sarà come sarà,
e mi vedrai ...davvero... Poco prima dell’alba, ...quando il buio è
più nero... però... Ti
leggo nel pensiero...Ti leggo nel pensiero...Ti leggo nel pensiero...
Vincenzo
Androus - Counselor,
Tutor Comunità "Casa del Giovane" Pavia