La
vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore
che si agita e si pavoneggia per un’ora sul palcoscenico e poi
non si sente più; è una storia raccontata da un idiota,
piena di suono e di furia che, se non ti impegni a capirla, non
significa nulla (William Shakespeare).
E
allora, anche se può apparire un’idea non realizzabile a
breve, perché non pensiamo di posare la pietra per costruire
una Società non condizionata dalla paura? La paura del
diverso, la paura del prossimo; il timore di quello che troveremo
dietro l’angolo, la preoccupazione di abbassare lo sguardo di fronte
al potente di turno (politico o delinquente, fate un po’ voi).
Il
lupo non si preoccupa mai di quante siano le pecore (Virgilio).
A
volte, le parole sono come sassi che vengono scagliati su vulnerabili
e indifesi. Perché, allora, non trasformarle in dardi intrisi
non tanto di veleno quanto, piuttosto, di rabbia e ribellione?
Possibile,
ad esempio, che non esista qualcuno disponibile a trasformare, per
davvero, il concetto di solidarietà da mero assistenzialismo a
punto di partenza per la valorizzazione delle risorse umane
(soprattutto delle persone in difficoltà), per ridurre il
fenomeno della dipendenza...
E
poi, qual è il motivo per cui non operiamo e non ci adoperiamo
mostrando aspetti positivi e costruttivi dell nostra personalità?
Solo
così quanto chiediamo sarà propugnato al fine di
ottenere, senza secondi, opportunistici, fini.
Essere
gentili. Così, per esempio!
Già…
questo (quasi) sconosciuto termine,
deriva dal latino "gentilem" e
significa, letteralmente "che appartiene alla stessa gente".
Siccome gli antichi romani identificavano con "gente", i
nobili cittadini, ecco che il vocabolo, nel tempo ha assunto il
significato di accorto, delicato, sensibile, rispettoso.
Gentletude?
Come
dalla nebbia può comparire un panorama di estrema bellezza,
ecco che, dal mondo di Internet, fa capolino Gentletude
ONLUS è
un’associazione comparsa alla fine della prima decade del nuovo
millennio prima in Svizzera e, successivamente, in Italia da un’idea
di Cristina
Milani,
che ha sempre immaginato di vivere in un mondo “gentile”,
in grado di promuovere l’attenzione e il rispetto verso il
prossimo, la cortesia “dei piccoli gesti”, la pazienza e
la cura.
Un
modello di comportamento non ingenuo ma basato su
disciplina, coraggio e capacità di rimettersi sempre in
discussione, sostenendo le proprie idee senza imporle.
Gentletude
Award
Per
sostenere questo “modus vivendi gentile”, nel 2012 è
nato il Gentletude
Award,
un premio internazionale che vuole incoraggiare la nuova generazione
di progettisti (di idee e/o di costrutti vari) a essere creativi,
sfidando un termine conosciuto e spesso non adottato: la Gentilezza.
Un’iniziativa
diversa dalle altre, però, non solo negli obietttivi ma, anche
nell’approccio. Infatti, si è liberi di sostenere i
propositi dell’associazione attraverso donazioni di denaro o di
tempo da spendere parlando di Gentletude.
Per condividere le idee e l’impegno. Quello di essere gentili,
contagiando gli altri
"Fra
speranza e affanni, fra timori e rabbia, immagina che l’alba di
ogni giorno sia l’ultima per te. Le ore che seguiranno e non
speravi più, saranno tutte un incanto".
Quando
di mezzo c’è una collettività confusa e in
costante default, non è salutare costringere i valori di
riferimento a rincorrersi, alzare la voce per richiamare attenzione
sensibile, accettando in silenzio che vengano spogliati della loro
presenza costante, unico baluardo per non permettere facile accesso a
quegli “oggetti letterari “ cui fare stare dentro tutto e
il contrario di tutto, compresa la capacità di addossare
virtù improponibili al disvalore di turno. Etica
e moralità sono attributi indispensabili per un futuro che
ancora non c’è, forse occorre smetterla di parlarne
domani, di sperare domani, forse è arrivato il momento di
abbandonare il gioco mediatico dei rimandi. E’ ora di agire per
il bene che è etico e morale, non perché c’è
un uso largamente improprio di superlativi e sostantivi, ma perché
il bene quello vero di ogni persona, è l’unica
dimensione autenticamente umana (Vincenzo Andraous)
Cari
lettori, prima
di iniziare questo editoriale, nella mia mente risuonava l’aforisma
di Voltaire, in base al quale, la più coraggiosa decisione che
prendi ogni giorno è di essere di buon umore. Man mano che le
dita hanno formulato concetti, collegando il cervello alla tastiera
del Pc, mi sono convinto del fatto che "La
fragranza rimane sempre nella mano di chi porge la rosa" (
Gandhi) e che, in fondo, "Ciascuno
è maestro di se stesso e solo dentro di sé trova la
ragione delle cose (Epicuro).
Forse,
oggi non ci sono molti fogli da far cadere nel torrente che porta
fino al mare. Forse, alla fine di questo lavoro, non c’è
una vera e propria spiegazione.
Mi
chiedo perchè, spesso, io non riesca a commuovermi guardando
il tempo, quello che passa e ti sorpassa.
Sarà
perchè, in fondo, io credo che, “domani”, sarà
tempo di cose nuove, forse. Forse ogni tanto è bene andare
senza sapere esattamente dove. E, quando, alle tue spalle, il giorno
si consuma e il crepuscolo ti avvolge come un mantello protettivo,
prova a chiederti se, per caso, hai paura. Scoprirai che, forse, è
solo un po’ di tristezza. Ma nemmeno tanto.
La
differenza tra quello che sei e quello che vorresti essere, sta in
quello che fai (Gentletude)
Giorgio
Marchese –
Direttore La Strad@
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