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Dove si infrangono, i sogni? (Regina... Gallina Garibaldina).
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

1 maggio 2016


Corsi come un pazzo verso il punto in cui era caduta, calpestando gente sdraiata e spingendo chi stava, allegramente, in piedi. La trovai così, ancora viva e insanguinata, come se mi aspettasse per l'ultimo saluto per, poi, abbandonarsi sull'erba rossa lasciando al vento le speranze riposte..." Cari Lettori... mi accade, ogni tanto, di affezionarmi al libro che mi accompagna per settimane, inducendomi a vagare, con la mente, alla ricerca di melodie ascoltate o mai suonate... Come un compagno di viaggio, non di rado gli affido gli stati d'animo che non confido ad alcuno e che parlano, ad esempio, di quello che avrei voluto e che, forse, non mi sono meritato... chissà! Ecco, dopo duecentoottantasei pagine di una carta antichizzata che mi ricorda di quando, alle scuole elementari, bisognava fare attenzione a rispettare i righi e i criteri di una corretta grafia, un moto di commozione mi ha colto di sorpresa. Forse, per via di un finale che ti resta in gola... forse perchè, in fondo te lo aspettavi e sapevi di non aver potuto far nulla per cambiare le cose. Forse perchè, questa storia, smuove i contenuti fondanti, i pilastri della tua Storia... forse come un diapason, risuona con le stesse frequenze di ciò che è stato. E non può più tornare. Italo Scalese è un curioso maestro elementare, uno di quelli che, io, avrei voluto essere suo discepolo... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCA SUL TITOLO.




Nato a Petronà (cz) il 1958, dopo 25 anni trascorsi in Lombardia, appassionato di musica e parole, è tornato nella sua terra natia. Ora scrive canzoni, storie, poesie e filastrocche per bambini che, ad ascoltarle, mi piacerebbe tornare indietro nel tempo.

Ho già scritto di lui, in un editoriale dal titolo Il fattore Blanco e, con ciò, credevo di averlo ringraziato per gli insegnamenti profusi... ma, con "Regina, gallina Garibaldina", è riuscito a farmi entrare nel racconto e, quindi, i personaggi e i luoghi sono diventati miei amici. Per uno come me, cresciuto ai racconti di mia madre, grazie ai quali ho imparato ad amare la realtà de "l’albero degli zoccoli", questo romanzo, lungo un anno (il 1860), ha avvicinato a Nicola, il protagonista principale, diversi aspetti del mio modo di essere, un po’ soffocati dall’essere ciò che sono, in un ambiente, forse d’elite ma, comunque, ridotto e ristretto, rispetto a chi, ancora oggi, sogna di correre sul crinale di quei monti da cui godi sguardi di quelli che ti fanno accapponare la pelle per le intense emozioni che ti fanno "sentire" parte di quell’Universo che, ogni giorno ci accarezza ma che, spesso, non riusciamo ad apprezzare. Perché presi dalla fretta del vivere.

  • Nicò, cosa fai, guardi le stelle?

  • Si, mà, sono bellissime!

  • È vero, sono bellissime... le guardavo anch’io da ragazza; poi, ti tocca abbassare la testa e guardare per terra e, quando ti capita di rivederle, le ritrovi sempre uguali, immutabili insensibili. Loro non cambiano mai, sono sorde ai nostri desideri o, forse, non sappiamo desiderare abbastanza, neanche quando cadono, nelle notti d’estate. Certo che, a guardarle a lungo, ci si sente piccoli piccoli, schiacciati in basso, persi in questo piccolo Mondo. Chissà, se un giorno, gli uomini potranno volare là in alto nel cielo, in mezzo alle stelle...

Qualche anno fa, un mio amico (di cui posso dire soltanto ll nome, che è Mark) un medico militare con un passaporto che riporta diverse cittadinanze "importanti" e che lavora con la NATO in ogni angolo del Pianeta, mi aveva spiegato che, in realtà, nei loro laboratori esiste la potenzialità per sviluppare farmaci in grado di risolvere molti dei problemi di salute che ci affliggono e, di conseguenza, di allungare il limite di vita media fino a quel traguardo dei 120 anni ipotizzato da molti scienziati... già, ma tutto questo, cozzerebbe (come, lui stesso, aveva aggiunto) con i bilanci economici assistenziali dei vari Paesi.

Anche di quelli, cosiddetti "più civili e avanzati".

E, infatti, è notizia di qualche settimana fa che il Fondo Monetario Internazionale, organizzazione nata nel 1946 (e composta, al momento dalla presenza di 188 paesi) per aiutare i governi in difficoltà, nelle pieghe del suo Global Financial Stability avverte che la longevità delle popolazioni occidentali (ossia il famoso “allungamento delle aspettative di vita), mette a rischio i bilanci degli stati più sviluppati.

In pratica, in un Mondo in cui, ogni potere è stato affidato alla Finanza (cioè alle speculazioni di biechi immaturi che godono guadagnando sulle disgrazie altrui), nessuno Stato in cui si profili un alto costo del Welfare, può emettere titoli borsistici appetibili per gli investitori...

Quindi, ciò che serve secondo il FMI, è una combinazione di aumento dell’età pensionabile di pari passo con l’aumento dell’aspettativa di vita, più alti contributi pensionistici e una riduzione dei benefit da pagare“.

Insomma, la nostra longevità andrebbe ridotta (perchè “desiderabile, ma costosa”) per aiutare gli “investitori professionali” a trovare degli asset più affidabili.

Quindi, possiamo capire il motivo per cui tutto il ceto medio e medio basso, venga compresso (con un’abile “spremitura”) verso lo sprofondo e, se questo non dovesse bastare (e non basterà, se dal pagamento del prezzo vengono esentati gli “investitori professionali” e tutte le classi dirigenti di ogni ordine e grado) allora si taglieranno drasticamente tutti gli istituti di welfare che hanno fin qui sostenuto le necessità contingenti. Seguendo il Modello USA, per intenderci.

Non è così strana, quindi, la "fresca" notizia che ci riporta una nostra potenziale diminuzione nella speranza di vita.

Un simile dato, pare, non si fosse mai verificato perchè, periodicamente, le prospettive (anche statistiche) di vita, si sono sempre allungate. Tranne, com’è ovvio, durante i periodi di Guerra.

Con qualche collega medico, ci siamo chiesti quale sia il vero motivo per cui, lo Stato, impone, a noi operatori del settore sanitario, di inviare al Ministero delle Finanze, i dati relativi alle ricevute sanitarie emesse (chi è la persona, di cosa ha avuto bisogno e quanto ha speso) e, quest’obbligo, ce l’hanno anche i farmacisti (per chi richiede lo scontrino per poter dedurre il costo dei farmaci).

Un dubbio ci ha assalito...

Ma non è che, per caso, una volta inserita l’obbligatorietà delle polizze sanitarie (che sostituiranno l’attuale Servizio Sanitario Nazionale), il premio che ci faranno pagare, sarà proporzionale a quanto ci saremo fatti curare?

"La cosa più bella e importante della vita, è la libertà, esssere liberi di scegliere quello che sia meglio per te. E la cosa più brutta è la mancanza di Libertà:essere costretti da altre persone, o dal bisogno, a fare quello che non vuoi. Io soltanto adesso, mi sento libero, adesso che non valgo più niente, che passo le giornate a perdere tempo, solo adesso che sono troppo vecchio, che mi hanno spremuto tutte le energie..."

Cari lettori, ognuno di noi ha attraversato quel periodo della vita, che viene dopo l’adolescenza, in cui si crede di avere forza, capacità e, soprattutto, voglia di cambiare il Mondo...

"Chissà se, qualche volta, nel futuro, le donne varranno come gli uomini... io ho un’amica, una bambina di otto anni, Catarina, figlia del falegname che sa fare più cose di un uomo grande. Oltre ad aiutare il padre, sa anche leggere... ogni tanto, di Domenica, dopo la messa, stiamo seduti sui gradini e, lei, legge storie. Io e gli altri restiamo incantati a guardare come, dalla sua bocca, escano parole diverse da quelle che sentiamo tutti i giorni: parole contadine, sporche di terra, parole povere e ignoranti. Queste sono parole pulite, messe in fila... per raccontarti un fatto come se ci fossi dentro. La campana di mezzogiorno ci sorprendeva ad inseguirle, persi in luoghi lontani e misteriosi. Poi, tutti a casa, a bordo di un cavallo alato..."

Ecco...

Don Lorenzo Milani soleva ricordare che "L’operaio conosce 100 parole, il padrone 1000 e, per questo, è lui il padrone". Io mi permetto di aggiungere che, le parole, nascono dalle idee, le quali sono il frutto delle cose che impariamo...

"Non è di tutti i giorni, vedere una gallina volante: sembra quasi una favola e, invece, la vedete tutti, la favola è vera! Ricordatevi questo momento, ricordatevi che se le galline possono volare, anche noi possiamo sollevarci e raddrizzare la schiena".

Probabilmente, come sostiene Italo, è che, quando sei giovane, non ti accorgi di esserlo... quando invecchi, suoni sempre le stesse canzoni che hai imparato da giovane. Allora, la soluzione, potrebbe essere quella di imparare a "Pensare", perchè la musica non si ferma mai e, le cose vecchie, sono la base per quelle nuove...

"Caro Nicola, non sempre le cose vanno come lo vorremmo; a volte cambia tutto per merito o per colpa di qualcuno; siamo uomini liberi: sbagliamo tutti. La cosa più importante è credere nelle proprie idee e combattere perchè trovino spazio. Se, poi, lungo il cammino incontriamo ostacoli, traditori, furbi, codardi o semplici ignoranti, bosogna continuare a lottare. O tornarsene a casa"

Le cronache raccontano che Garibaldi, con i decreti emanati a Rogliano (CS), il 30 agosto del 1860, destinò l’uso dei terreni ai poveri di Cosenza e dei Casali. Alcuni giorni dopo, Donato Morelli (nominato da Garibaldi stesso, Governatore della Calabria Citeriore) cancellò quell’editto.

E, da lì, cominciò la fine del sogno...

Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri. Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa; perché, forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita. Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso. Era come… due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita. No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici. E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito. Due miserie in un corpo solo (Giorgio Gaber
-  Qualcuno era Comunista)

Cari Lettori...

Non considerate, quanto letto finora, come una resa all’ineluttabile. Il titolo di questo lavoro, infatti, porta un punto interrogativo e non esclamativo. Personalmente, sono convinto della validità di quella massima che ci ricorda che, in ognuno di noi, avviene una battaglia quotidiana tra i due lupi che albergano nel nostro animo: uno è infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità; l’altro è felicità, gioia, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, verità, compassione. Vince quello che nutriamo di più.

Giorgio Marchese – Direttore La Strad@


Un sentito ringraziamento va ad Italo Scalese, per avermi donato la possibilità di continuare ad alimentare i miei sogni, senza la paura di vederli infrangere sugli scogli della vita. È da questo fenomeno di erosione, infatti, che il vento trasporta le particelle del Mare e, con esse, la vita, sul Pianeta Terra.

P.S. Vorrei suggerirvi di rileggere questo lavoro, avendo, come sottofondo, questa bellissima melodia...

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