HOME - GLI AUTORI - LE SEZIONI - VIDEO - LINK
 

Inviaci un tuo articolo

Partecipa anche tu !
Scrivi un articolo

   Cerca nel nostro archivio:
Quando sarò capace di Amare... (Riflessioni sul Femminicidio).
di Giorgio Marchese  ( direttore@lastradaweb.it )

4 novembre 2016


Se stasera sono qui, è perché ti voglio bene...è perché tu hai bisogno di me, anche se non lo sai” (Luigi Tenco). Cari Lettori, dopo aver assistito ad un interessante ciclo di incontri seminariali riguardanti il femminicidio (affrontato sul piano sociologico, filosofico, medico, etc.) ho sentito, forte, il bisogno di pormi dalla parte dell'uomo della strada che, elementarmente, prova a capirne le origini e le motivazioni. Senza la pretesa di sostituirsi ai grandi esperti della materia. E, allora, ho riflettuto sul fatto che, uno dei principali problemi che attanagliano noi umani, da che Mondo è Mondo, riguarda il conflitto che nasce ogniqualvolta un nostro interesse corre il rischio di essere minacciato. E, siccome impariamo ad amare ciò che consideriamo nostro, ecco che, la sfera di maggiore sofferenza, diviene l'ambito affettivo. “Mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare: il giorno, volevo qualcuno da incontrare; la notte, volevo qualcuno da sognare...” (Luigi Tenco). Nel grande acquario del mio studio, ho avuto un bel pesce denominato “Scalare”, così morbosamente attaccato alla mia persona da scatenare degli isterici attacchi di gelosia se non gli davo le attenzioni che si aspettava (giocando con lui) fino ad avere (non spesso, per fortuna sua) delle crisi cardiache con relativa sincope. Molte specie viventi, soprattutto fra i mammiferi... PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO



...e, ovviamente, fra coloro che si definiscono “persone”, creano dissidi violenti, quando vedono disturbati i rapporti affettivi con l’elemento (o la persona) di riferimento. Il complesso di Edipo o di Elettra e la competizione senza esclusione di colpi per l’oggetto del desiderio, sono solo alcune delle possibili variabili. “Quando sarò capace d’amare, probabilmente non avrò bisogno, di assassinare in segreto mio padre né di far l’amore con mia madre in sogno” (G. Gaber).

Nella lingua Italiana, per femminicidio, intendiamo: “Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte”.

Come spiegato anche su Wikipedia, il termine in questione connota un neologismo che identifica i casi di omicidio (doloso o preterintenzionale) in cui, una donna, viene uccisa da un uomo per motivi basati sul genere.

A questo punto mi tornano in mente le scene familiari in cui, i bambini, arrivano a ridurre in schiavitù la propria madre, in nome dell’Amore. E, ogni volta che, il proprio genitore cerca di recuperare un minimo di autonomia “di respiro”, la reazione del “pargolo” è particolarmente astiosa.

Questo, gli esperti, lo chiamano “Egocentrismo”. Quella condizione di immaturità, cioè, in cui si schiavizzano gli altri, con la piena convinzione di aver ragione.

Quando sarò capace d’amare, con la mia donna non avrò nemmeno, la prepotenza e la fragilità, di un uomo bambino”.

Femminicidio: “Qualsiasi forma di violenza esercitata sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale...”

Ma come può, il “meno”, comprendere il “più”?

Ciascuno di noi, infatti (fecondazione assistita a parte), viene concepito e cresce in un mondo femminile che, fisicamente (quindi, senza voler mancare di rispetto ad alcuna) può essere definito come un “contenitore attivo equivalente ad un terreno di coltura capace di induzione epigenetica, anche se condizionato dall’esterno”. Cioè, un organismo in grado di fornire tutto quello che serve (dalle primordiali frequenze di oscillazione elettromagnetica, all’aria, al cibo...) per far si che, cellule a forma di mora, diventino un bambino!

La moderna psicologia perinatale spiega che, di norma, il momento del parto viene determinato da un inconsapevole accordo fra mamma e bambino, a seguito del quale, entrano in circolo tutti i mediatori chimici che daranno il via al meccanismo dell’espulsione.

Almeno all’inizio della nostra vita extrauterina, ci leghiamo fortemente alla mamma (riconosciuta per via degli odori e degli umori... ma non solo) come fonte primigenia di vita e di appartenenza.

Nel prosieguo, in base alla corretta estrinsecazione o meno dei vari fattori di attaccamento, molto del carattere materno, condizionerà le nostre scelte sul piano, soprattutto, del rapporto con il potenziale compagno (di vita o del momento).

Ogni volta che ci si trova in difficoltà, l’espressione più usata è “Oh, Madre mia!”

Vero è altresì (almeno sotto forma di ipotesi scientifica) come sostiene il mio amico Luciano Amato Fargnoli (e riportato in un testo di Massimo Recalcati) che personaggi del calibro di Lacan, o Melanie Klein, hanno descritto in maniera inquietante il desiderio materno proponendo di accostarlo alla bocca spalancata di uno spaventoso coccodrillo. “In questa versione la madre, anziché fungere da riparo dall’angoscia, la provoca, la scatena, diventa un’incarnazione terrificante della minaccia che rende instabili sia il mondo esterno che quello interno”. L’ipotesi è che nell’inconscio di ogni madre (anche di quella più amorevole e dedita sinceramente al bene dei propri figli) risieda una spinta indomita a fagocitarli.

Se stasera sono qui, è perché so perdonare e non voglio gettar via così il mio amore per te. Per me, venire qui, è stato come scalare la montagna più alta del mondo...” (Luigi Tenco)

Probabilmente possiamo, da figli, considerarci come degli alianti in attesa del distacco dall’aereo madre che ci ha portato lì, dove ci giocheremo vita e destino con le correnti ascensionali...

Ma, se questo distacco non arriva, da una parte vincerà la frustrazione del sentirsi un fallito, dall’altra, il dolore verrà lenito dal vantaggio secondario che deriva dalla convinzione ( e presunzione) che avremo qualcuna sempre al nostro servizio.

Mi sono innamorato di te, perché non potevo più stare solo. Il giorno, volevo parlare dei miei sogni; la notte, parlare d’amore. Mi sono innamorato di te e, adesso, non so neppure io cosa fare: il giorno, mi pento d’averti incontrato; la notte, ti vengo a cercare. (Luigi Tenco)

Il problema è che, a queste condizioni, anche con il nostro compagno di vita, continueremo ad avere queste pretese, frutto, di una mancata, adeguata, maturazione.

Ovviamente, non si pretende in alcun modo di colpevolizzare la figura femminile; si cercano solo, delle spiegazioni.

In aggiunta a quanto espresso finora, potrei porre sul piatto delle riflessione, il fatto che, di norma, più ti leghi, più crei delle aspettative, derogando dalle quali, la cosa non la prendi bene. Vale, per qualsiasi rapporto affettivo ed è inversamente proporzionale al grado di sviluppo della propria identità.

In conclusione, terrei a ribadire che, con queste brevi riflessioni, non si è inteso vergare alcuna verità dogmatica. Né, tanto meno, si è cercato di giustificare in alcun modo, qualsiasi manifestazione aggressiva e offensiva.

Solo, come premesso all’inizio, si è tentato di gettare un occhio in questa particolare dinamica, quella dell’attaccamento affettivo, che è, al tempo stesso, croce e delizia arrivando a concludere, come il buon vecchio, Giorgio Gaber che...

Quando sarò capace d’amare, mi piacerebbe un amore che non avesse alcun appuntamento col dovere; un amore senza sensi di colpa senza alcun rimorso, egoista e naturale come un fiume che fa il suo corso. Senza cattive o buone azioni, senza altre strane deviazioni che, se anche il fiume le potesse avere, andrebbe sempre al mare...

Così vorrei amare.


Giorgio Marchese (Medico Psicoterapeuta, Counselor) - Direttore "La Strad@"

SERVIZI
Home
Stampa questo lavoro
(per una stampa ottimale si consiglia di utilizzare Internet Explorer)

Segnala questo articolo
Introduci il tuo nome:
Introduci email destinatario:

STESSA CATEGORIA
Scuola, Famiglia e Società.
Qualcuno da amare ...
La Terra trema...
Dove si infrangono, i sogni? (Regina... Gallina Garibaldina).
Un Natale per curare (e capire)...
Vittime... O Carnefici?
Generazione Broncospasmo (Il senso del labirinto esistenziale).
Catastrofe sociale. E morale.
I.N.R.I.
Noi Credevamo... (Che cos’è la Libertà?)
La fattoria degli animali.
Riflessioni preelettorali.
Tubi rotti...
Fra Paura e Speranza... un po’ di Gentilezza!
Il Dolce, l’Amaro e il Tempo verticale...
L’epopea del Signor Rossi. (Quanto vale la vita di un uomo?)
DELLO STESSO AUTORE
Cervelli ribelli?
Il Counseling....
Il Pensiero e la coscienza di sé.
SOS ALZHEIMER e Counseling solidale.
Cara Mamma (Amare. paura di soffrire)...
La Didattica delle Competenze...
Il mondo della Paura.
L’Eroe dei due Mondi.
Tessuto Nervoso.
Dal lettino freudiano alla gestione delle risorse umane.
L’età della saggezza.
Il parametro Logica.
La Logica, il Pensiero... e la strategia più efficace.
Tormento o Estasi?
L’onore delle armi.
Alle radici della depressione?
La Logica e l’Energia.
Il meccanismo dell’Apprendimento.
Pillole psicolegali: ...e non vissero felici e contenti!
Alzheimer.
ARCHIVIO ARTICOLI
Rubriche
Settore Legale
Medicina, Psicologia, Neuroscienze e Counseling
Scienza & Medicina
Emozioni del mattino - Poesie
Economia, Finanza e Risorse Umane
Cultura
Parli la lingua? - DIZIONARI ON LINE
Proverbi e Aforismi
Al di là del muro! - Epistole dal carcere
Editoriali
Organizza il tuo tempo
PROGETTO SCUOLA
La Finestra sul cortile - Opinioni, racconti, sensazioni...
Legislazione su Internet
Psicologia della comunicazione
La voce dei Lettori .
Filosofia & Pedagogia
Motori
Spulciando qua e là - Curiosità
Amianto - Ieri, oggi, domani
MUSICA
Il mondo dei sapori
Spazio consumatori
Comunità e Diritto
Vorrei Vederci Chiaro!
News - Comunicati Stampa
Una vita controvento.

PROPRIETARIO Neverland Scarl
ISSN 2385-0876
Iscrizione Reg. Stampa (Trib. Cosenza ) n° 653 - 08.09.2000
Redazione via Puccini, 100 87040 Castrolibero(CS)
Tel. 0984852234 - Fax 0984854707
Direttore responsabile: Dr. Giorgio Marchese
Hosting fornito da: Aruba spa, p.zza Garibaldi 8, 52010 - Soci (Ar)
Tutti i diritti riservati


Statistiche Visite
Webmaster: Alessandro Granata


Neverland Scarl - Corso di formazione